ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 1 agosto 2012

Assisi, passeggiando nel bosco sacro di San Francesco

C’è la bellezza del paesaggio naturalistico, caratterizzato da stretti viottoli ombreggiati da aceri, querce roverelle e ginepri, da grandi distese di ulivi e da macchie colorate che profumano di ginestra, violetta e rosa canina. C’è il paziente lavoro dell’uomo, che, nel corso di ottocento anni, ha popolato la natura con costruzioni semplici e di grande fascino: una chiesa duecentesca, una torre medioevale, un vecchio mulino, resti di uno «Spedale» benedettino e un convento femminile del XIII secolo si materializzano, a sorpresa, lungo il cammino. C’è, soprattutto, la suggestione di un pellegrinaggio, da compiere in solitaria contemplazione, sulle orme di uno dei santi più amati del nostro tempo, per meditare su quel senso di armonia tra uomo e ambiente che è la grande cifra del pensiero francescano. Sono queste le tre le anime del Bosco sacro di San Francesco ad Assisi, un’area di sessantaquattro ettari di paesaggio rurale, con terreni boschivi, radure, campi coltivati importanti elementi architettonici, che il Fai (Fondo per l’ambiente italiano) ha, in parte, riaperto lo scorso novembre, dopo un significativo intervento di restauro paesaggistico.
Era il 2008 quando Intesa San Paolo donava alla fondazione milanese quest’oasi di paradiso, allora in evidente stato di degrado, alla quale si accede a fondovalle, dalla restaurata Chiesa di Santa Croce (dove è stato risistemato un affresco seicentesco raffigurante un crocifisso senza il corpo di Cristo, a significare che si tratta di un luogo aperto alla riflessione per gli uomini di tutte le religioni) oppure dall'alto, dalla piazza superiore di San Francesco, proprio davanti all'ingresso della Basilica superiore.
Il progetto di riqualificazione, sia architettonico sia paesaggistico, ha interessato quindici dei sessantaquattro ettari che compongono la proprietà, il cui rigoglioso ambiente fa da sfondo a tante opere di Giotto.
Grazie all’aiuto di tantissimi volontari e d'accordo con i frati del Sacro convento di Assisi, il Fai (Fondo per l’ambiente italiano) ha raccolto oltre trenta tonnellate di rifiuti, ha risistemato i muretti a secco e i sentieri, ha piantumato più di duecento olivi e oltre mille nuovi arbusti e, infine, ha commissionato un’opera di land art a Michelangelo Pistoletto. E’ lì, nella radura ombreggiata dalla trecentesca Torre Annamaria, che i tre percorsi di visita proposti –paesaggistico, storico e spirituale- si incontrano.
E’ lì che si giunge dopo aver intrapreso il sentiero che dalla piazza superiore di San Francesco, attraverso la selva di San Francesco (proprietà del Sacro Convento), scende al complesso di Santa Croce, per, poi, risalire la Valle del Tescio e ritornare lungo la sponda opposta del torrente, verso il Mulino.
Il lavoro, intitolato «Il terzo paradiso», è formato da tre cerchi disegnati arando nel campo e si compone di centoventuno ulivi disposti a doppio filare, al centro dei quali si trova un’asta in acciaio inox alta dodici metri, che vuole simboleggiare l’unione tra cielo e terra.
Alla visione di Michelangelo Pistoletto e agli architetti di cittadellarte si deve anche l’unica nuova costruzione realizzata: il chiosco informativo posto all’ingresso del bosco dalla piazza superiore di San Francesco, costruito con materiali eco-compatibili e con soluzioni tecnologiche che riducono al minimo il suo fabbisogno energetico.
Il restauro, però, è solo all’inizio. Nei prossimi anni il Fai (Fondo per l’ambiente italiano) sarà, infatti, impegnato nell’attuazione di un insieme coerente di interventi non solo conservativi, ma soprattutto integrativi, tesi a riproporre la complessità di forme, strutture e modelli gestionali che contraddistinguono i sistemi agricoli, boschivi e pastorali tipici del paesaggio italiano. «L’obiettivo –spiegano dagli uffici di viale Cogni Zugna- è quello di assicurare, attraverso un restauro integrativo, la qualità del paesaggio, ma anche la biodiversità di specie e di ambienti tipici delle attività agricole tradizionali».
Nel frattempo, come è nella filosofia del Fai, il bene vivrà anche grazie a tante iniziative collaterali, pensate per accontentare i gusti proprio di tutti: dalle visite guidate sulla storia e sul restauro del bosco (domenica 5 e 19 agosto, ore 11) alle passeggiate naturalistiche tra fiori e gli scoiattoli (domenica 26 agosto, ore 11), dalle degustazioni di formaggi e marmellate ai pic-nic in aree attrezzate (mercoledì 15 agosto), sino all’iniziativa «Il bosco sotto le stelle» (venerdì 10 agosto, ore 21), che, nella notte di San Lorenzo, trasformerà il complesso di Santa Croce in una spelonca astronomica. Non manca, infine, un concorso fotografico, «La mia cartolina», che premierà i migliori sei scatti consegnati entro venerdì 31 agosto. Scatti destinati a diventare le immagini ufficiali del bosco di San Francesco, «l’altra metà di Assisi», quella che arricchisce l’offerta culturale di questo angolo di pace nel «cuore verde d’Italia», dove pellegrini, viaggiatori e turisti giungono, da sempre, attratti dagli affreschi di Giotto, dall’Eremo, dalla Chiesa di Santa Chiara.

Didascalie delle immagini
[figg. 1 e 2] Bosco di San Francesco, Assisi. © Maja Galli; [fig. 3] Bosco di San Francesco, Assisi. Chiesa di Santa Croce. © Maja Galli; [fig. 4] Bosco di San Francesco, Assisi. Torre Annamaria. © Andrea Angelucci; [figg. 5 e 6]  Bosco di San Francesco, Assisi. L'opera Il terzo paradiso di Michelangelo Pistoletto, visto dalla Rocca Maggiore. © Andrea Angelucci.

Informazioni utili
Bosco di San Francesco di Assisi. Orari: da aprile a settembre, ore 10.00-19.00; da ottobre a marzo, ore 10.00-16.00; chiuso i lunedì non festivi, il 1° gennaio, il 25 e 26 dicembre, e dalla seconda settimana di gennaio fino a fine febbraio. Ingresso gratuito (è gradita una donazione di € 3,00 a favore delle attività del Fai). Informazioni: tel. 075.813157 o faiboscoassisi@fondoambiente.it

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