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lunedì 27 maggio 2013

Alla Biennale di Venezia ci sarà anche il «Paese dei rifiuti»

Non compare sulle carte geografiche, ma è stato riconosciuto come nazione a Parigi, lo scorso 11 aprile, presso la sede centrale dell’Unesco. Stiamo parlando del Garbage Patch State, letteralmente «Grande chiazza di immondizia»: un’immensa isola di plastica, dalla superficie stimata tra i 700.000 agli oltre 10 milioni di chilometri quadrati, con tanto di costituzione, capitale e bandiera.
La nuova nazione non biodegradabile, nata da una riflessione di Maria Cristina Finucci sulla difficile situazione ambientale del nostro pianeta, sarà l’ottantanovesimo Paese in mostra a Venezia, nei giorni della cinquantacinquesima edizione della Biennale d’arte. Il suo padiglione avrà sede all’Università Ca’ Foscari, nella storica sede sul Canal Grande, dove verrà esposta un’installazione site-specific: una marea di tappi di plastica colorata, imbrigliati da reti che, dal cortile dell’ateneo veneto, trapasseranno verso la laguna, così da essere metafora e immagine dello straripare dei rifiuti in tutti i mari e gli oceani del pianeta. Mentre all’interno del padiglione, che gode del patrocinio del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, l’artista proietterà la sua video-opera «Dentro»: una vera e propria immersione a 360° in un mare di plastica.
«Wasteland, questo il titolo dell’intero progetto d Maria Cristina Finucci, si propone di sensibilizzare il mondo intero su un problema che cresce minuto dopo minuto ed è di dimensioni colossali: il Garbage Patch State è, infatti, un Paese che non si fa notare, del quale le rilevazioni satellitari non riescono a delimitare i confini precisi, ma che, per il mondo scientifico, ha una superficie che si estende quanto la Penisola Iberica o come due volte l’intera superficie del Texas.
«Già oggi, se si potessero raccogliere tutte le immondizie che galleggiano su mari e oceani e quelle più pesanti, che ne tappezzano i fondali, si creerebbe – raccontano gli organizzatori dell’evento- un deposito di rifiuti più esteso dell’Himalaya e più alto dell’Everest. Nel solo gorgo tra Hawaii e Giappone, nel Pacifico, si calcola che ‘galleggino’ 3,65 milioni di tonnellate di plastica. Circa un milione di pesci e altrettanti gabbiani muoiono all’anno per occlusione da ingestione di oggetti di plastica. Il problema, però, è anche di natura organica perché i microframmenti di quella plastica buttata nei mari creano un ‘brodo’ che è scambiato dai pesci per plancton. Così quelle sostanze, incamerate nelle carni dei pesci, arrivano a noi che, a nostra volta, le incorporiamo nei nostri organismi».
Il grande Stato dell’immondizia, che a settembre sarà in mostra anche al Maxxi di Roma, prenderà vita a Venezia e sarà animato da personaggi raccontati, per scelta dell’artista, dagli studenti di Ca’ Foscari.
Ai pesci, ai mammiferi marini e ai gabbiani, tutti intossicati e deformati dalla plastica che popolano queste lande tossiche, saranno sostituite creature intelligenti, cittadini consapevoli del proprio nuovo Stato, al quale danno regole costitutive, sotto una bandiera nazionale allegramente colorata, ma di grande significato: fondo azzurro trasparente come il mare, popolato da vortici rossi, come quelli che sul Pacifico -ma anche nel mare dei Sargassi nell’Atlantico- hanno convogliato e riunito i rifiuti portati dai fiumi o scaricati dalle navi.
Maria Cristina Finucci si immagina il Garbage Patch State «popolato –affermano gli organizzatori- da una babele infinita di lingue, quante le nazioni da cui provengono, che sono di tutti e di nessun sesso, non solo maschi o femmine, maestri del vivere alla giornata, ma con la consapevolezza di essere quasi eterni, come le immondizie di plastica».
L’opera sarà anche al centro di un’azione collettiva attraverso il blog del sito garbagepatchstate.org. Un modo, questo, per rendere noi tutti cittadini responsabili di uno Stato che oggettivamente ci appartiene, essendo formato anche dai sacchetti di plastica, dai giocattoli rotti, dai palloni che ognuno di noi dimentica. Il padiglione nazionale del Garbage Patch State diventa, dunque, occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica su un’emergenza importante del nostro pianeta attraverso un linguaggio, quello dell’arte, che può toccare corde che la pura informazione scientifica stenta a far risuonare.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Cartolina ideata da Maria Cristina Finucci per il Garbage Patch State; [fig. 2] Maria Cristina Finucci con la bandiera del Garbage Patch State; [fig. 3] Il Garbage Patch State visto dal satellite

Informazioni utili 
The Garbage Patch State Venice. Un’installazione di Maria Cristina Finucci. Università Ca’ Foscari – Cortile grande, Dorsoduro 3246 – Venezia. Orari: da mercoledì 29 maggio a domenica 15 settembre, ore 10.00-18.00, chiuso il martedì; da lunedì 16 settembre a domenica 24 novembre 2013, da lunedì a venerdì, ore 8.00-10.00, sabato, ore 8.00-13.45, chiuso la domenica. Ingresso gratuito. Catalogo: Terra Ferma Edizioni. Inaugurazione: mercoledì 29 maggio, ore 12.30. Informazioni: www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=153025. Sito internet:  www.garbagepatchstate.org. Pagina FB: www.facebook.com/pages/Garbage-Patch-State/476188872436898. Da mercoledì 29 maggio a domenica 24 novembre 2013. 


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