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lunedì 29 settembre 2014

Venezia, Lorenzo Lotto tra i tesori di Palazzo Cini a San Vio

Un altro ospite illustre anima il percorso espositivo della Galleria di Palazzo Cini a San Vio, straordinaria casa-museo veneziana che la Fondazione Giorgio Cini ha da poco restituito alla fruizione del pubblico grazie al sostegno delle Assicurazioni Generali e in occasione del sessantesimo anniversario del suo Istituto di storia dell’arte.
Dopo il «Ritratto di giovane con liuto» del Bronzino, in mostra da maggio a luglio, l’elegante palazzo lagunare che fu dimora di Vittorio Cini ospita, fino al prossimo 2 novembre, l’«Adorazione dei pastori» di Lorenzo Lotto, capolavoro della maturità del pittore veneziano, proveniente dalla collezione della Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, ora conservata al museo di Santa Giulia.
L’iniziativa è proposta nell’ambito del serie espositiva «L’ospite a Palazzo», un’operazione che, grazie a nuove intese con istituzioni internazionali, vedrà le sale della collezione permanente di Palazzo Cini accogliere ogni anno un’opera ospite, intrecciando relazioni visive, dialogiche e di contenuto con gli altri lavori conservati nella galleria veneziana ed esprimendo sottili relazioni tra raccolte artistiche affini per valore, storia e significato.
L’«Adorazione dei pastori», realizzata intorno al 1534, è un’opera dalla funzione devozionale e fu con ogni probabilità commissionata all’artista da due membri della famiglia Baglione di Perugia, Braccio II e Sforza, i cui ritratti sarebbero celati nelle fattezze dei due pastori a destra nella composizione. La notizia della provenienza giunse dal mercante che nel 1825 vendette il dipinto al conte Paolo Tosio, il cui raffinato e colto collezionismo ha dato origine al primo nucleo della Pinacoteca bresciana, che comprende attualmente circa ottocento dipinti, databili dal XIII al XVIII secolo, realizzati da importanti artisti quali, per esempio, Raffaello, Lorenzo Lotto, Giovanni Battista Moroni, Andrea Appiani e Francesco Hayez.
Nel quadro, giocato su accostamenti cromatici di grande suggestione ed effetti luministici e atmosferici di mirabile intensità, il tema dell’adorazione dei pastori viene descritto con sensibilità bucolica. La Vergine è inginocchiata in primo piano e adora il Bambino poggiato su un panno bianco e sulla paglia, all’interno di una cesta di vimini, secondo la più antica tradizione iconografica della Madonna dell’Umiltà. Alle spalle si vedono San Giuseppe, il bue e l’asinello.
Sulla destra due angeli dalle lunghe ali spiegate, sublimi intermediari tra cielo e terra come spesso avviene nel «teatro sacro lottesco, introducono i pastori al cospetto della Sacra famiglia. Non vi è dubbio che queste due figure rappresentino i committenti, come dimostrano i loro eleganti abiti cinquecenteschi, visibili sotto le modeste tuniche. I due portano in dono un agnello, verso il quale il Bambino allunga le proprie braccia, allusione simbolica al destino sacrificale del Cristo.
Grazie a quest’iniziativa che porta a Venezia la straordinaria «Adorazione dei pastori» della Pinacoteca Tosio Martinengo, è possibile delineare anche un ideale itinerario lottesco nel sestiere di Dorsoduro, costituito dalla chiesa dei Carmini, con la pala raffigurante «San Nicola in gloria e santi» (1527-29), e dalle vicine Gallerie dell’Accademia, con lo straordinario «Ritratto di giovane» (1530 ca.). Un itinerario, questo, che si può estendere sino al sestiere di Castello, dove è ospitata, nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo, la pala de «L’elemosina di Sant’Antonino» (1540-42).
Fino ai primi di novembe, il visitatore avrà anche l’occasione di vedere le sale del primo piano nobile del palazzo, arredate con mobili e oggetti d'arte che riflettono il carattere originario dell'abitazione e il gusto personale di Vittorio Cini. In questi spazi sono esposti una trentina di dipinti di scuola toscana, donati da Yana Cini alla fondazione veneziana nel 1984. Accanto alle opere pittoriche, tra le quali spiccano «Il giudizio di Paride» di Sandro Botticelli, la «Madonna con il Bambino e due angeli» di Piero di Cosimo e vari dipinti di scuola ferrarese del Rinascimento, come il «San Giorgio» di Cosmè Tura, sono raccolti alcuni significativi esempi di arti applicate: un servizio completo di porcellana della manifattura settecentesca veneziana dei Cozzi, placchette e cofanetti d'avorio della Bottega degli Embriachi, smalti rinascimentali, oreficerie, sculture in terracotta, credenze, cassapanche di notevole importanza, tra cui un raro cassone nuziale senese della metà del Trecento, e una portantina napoletana del Settecento.
Un’occasione, quella della riapertura di Palazzo Cini a San Vio, per scoprire il raffinato gusto collezionistico di Vittorio Cini, imprenditore e politico che Federico Zeri definì «un vero raccoglitore di pittura antica».

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Lorenzo Lotto, «L’adorazione dai pastori», 1534 ca. Olio su tela, cm 147x166. Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo; [fig. 2 e 3] Lorenzo Lotto, «L’adorazione dai pastori» - particolare, 1534 ca. Olio su tela, cm 147x166. Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo. 

Informazioni utili 
 «L’ospite a Palazzo» - «L’adorazione dai pastori» di Lorenzo Lotto. Palazzo Cini, Campo San Vio, Dorsoduro 864 – Venezia. Orari: ore 11.00–19.00, chiuso il martedì (ultimo ingresso ore 18.15). Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00. Informazioni: info@cini.it. Sito web: www.cini.it. Fino al 2 novembre 2014.

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