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martedì 24 maggio 2016

Un lupo firmato Dario Fo per «Segni, New Generations Festival»

Sarà il premio Nobel Dario Fo a firmare l’immagine simbolo dell’undicesima edizione di «Segni, New Generations Festival», manifestazione internazionale d’arte e teatro per le nuove generazioni in cartellone dal 26 ottobre al 2 novembre a Mantova.
Nell’anno in cui la città lombarda è Capitale italiana della Cultura, il festival si rinnova: passa da cinque a otto giorni, da duecentocinquanta a oltre trecento eventi, cambia logo e si apre a tutte le new generations (dai 18 mesi ai 18 anni). Tanti gli ospiti stranieri attesi in città per questo appuntamento, unico nel panorama italiano, che vedrà arrivare a Mantova artisti e compagnie teatrali da tutto il mondo, ma anche personaggi del mondo musicale, letterario e cinematografico che, attraverso i linguaggi delle arti, dialogheranno con i più piccoli.
«Segni, New Generations Festival», caratterizzato ogni anno da un diverso animale simbolo, disegnato, negli anni, da artisti di fama internazionale come Altan e Alessandro Bergonzoni, quest’anno vanta la collaborazione di Dario Fo.
Dalla sua matita ha preso vita un lupo a metà fra il fiabesco e l’umano, mostra i denti, ma ha un aspetto amichevole, sorride con gli occhi e sembra intrattenere l’osservatore con un racconto.
Protagonista di fiabe e leggende, di proverbi e modi di dire, in molte civiltà il lupo appare come genitore, fondatore, iniziatore, detentore della conoscenza. Simbolo di forza e lealtà, rappresenta lo spirito socievole. Si occupa con estrema cura dei propri piccoli, del compagno e del gruppo. Il suo lato cattivo lo rende strumento di crescita perché rappresenta il pericolo che si può superare e con il quale è sano confrontarsi. Dario Fo racconta una storia semplice, ma significativa, che sembra ben rappresentare, in maniera simbolica, la relazione che si instaura fra attori, bambini e genitori quando sono insieme a teatro: «tanti secoli fa quando nasceva un bambino tutta la gente si raccoglieva intorno a lui e cercava di raccontare favole, fare versi, volevano cogliere una risata. Il bambino era appena nato e non era facile farlo ridere. Ad un certo punto entra un giovane, cade si rialza, ride e fa sberleffi e guarda il bambino. Il bambino lo guarda e ride. Tutti applaudono e sono felici. Il bambino è diventato uomo! L’essere umano ha valore e considerazione nel momento in cui ha l’intelligenza di intendere l’assurdo, il gioco, lo scherzo, la fantasia: ridere contiene la possibilità dell’intelligenza».

Informazioni utili 
www.segnidinfanzia.org

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