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martedì 4 ottobre 2016

«Nel segno dei Savoia», Cherasco ripercorre il suo legame con la dinastia sabauda

Settanta opere esposte per un viaggio in quattrocento anni di storia: si potrebbe riassumere così la mostra «Nel segno dei Savoia. Cherasco fortezza diplomatica», curata da Daniela Biancolini, già direttore del Palazzo Reale di Torino, con Flavio Russo, storico e studioso di Cherasco e del suo territorio.
L’esposizione, allestita fino al 16 ottobre a Palazzo Salmatoris, si articola in dodici sale ed è distribuita su oltre 340 metri quadrati che ricostruiscono, seguendo un ordine cronologico dinastico, la storia di tutti i sovrani sabaudi a partire da Emanuele Filiberto, che nel 1563 trasferì la capitale del Ducato da Chambery «al di qua delle Alpi», per terminare con alcuni degli eventi che accompagnarono il trasferimento della Capitale, ormai divenuta italiana, prima a Firenze e poi a Roma.
Ciascuna sala accosta ai ritratti dei sovrani e delle rispettive consorti, in tutto una trentina di opere, documenti e opere che ricostruiscono la storia sociale, economica e politica della città e del suo territorio, raccontando anche eventi come la realizzazione del Canale Sarmassa o la costruzione delle mura cittadine.
Cuore della mostra è il momento della firma del Trattato di pace di Cherasco del 1631 con l’esposizione dell’originale custodito nell’Archivio di Stato di Torino. Grande rilevanza è riservata, inoltre, al passaggio della Santa Sindone nel Gabinetto del Silenzio, in occasione del grande assedio di Torino del 1706, documentato attraverso i rotoli originali sui quali era avvolto il Santo Sudario, prestati dal Museo della Sindone di Torino.
Il percorso prosegue con le sale dedicate a Vittorio Amedeo III, alla firma del Trattato del 1796 con Napoleone Bonaparte e all’inizio dell’esilio della famiglia regnante. Seguono una sala dedicata alla Restaurazione e una, al primo piano, a Carlo Alberto e all’apporto delle famiglie nobili alla causa risorgimentale. La mostra, come già scritto, si conclude al piano terreno con la sala dedicata al Regno d’Italia con documenti sul controllo del Canale Sarmassa, nonché fotografie e lettere che testimoniano la presenza dei sovrani sul territorio.
Tra i prestatori importanti di questa mostra, il cui allestimento è curato da Giovanni Fornaca, ci sono il Castello di Racconigi, il Museo diocesano di Alba, il Museo Adriani, l’Archivio storico della Città di Cherasco, il Consorzio Irriguo Canale Sarmassa, oltre ad alcuni collezionisti privati.
L’intero percorso espositivo, di cui rimarrà documentazione in un catalogo curato da Laura Facchin, concorre a spiegare come diversi elementi, come la posizione geografica, il tessuto viario, le chiese e i sontuosi palazzi nobiliari, le confraternite, le canalizzazioni e le grandi mura di difesa abbiano permesso a Cherasco di essere protagonista e testimone di grandi momenti della Storia, accompagnando le vicende di oltre mezzo millennio di una delle più longeve dinastie d’Europa. All’interno delle sue mura e nello spazio raffinato dei suoi palazzi, Cherasco ha ospitato molti personaggi importanti fra cui sovrani, diplomatici e avventurieri avvolti nel mistero.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Ritratto di Carlo Emanuele II,1665-1675; [fig. 2] Ritratto di Cristina di Francia, metà Seicento 

Informazioni utili 
«Nel segno dei Savoia. Cherasco fortezza diplomatica». Palazzo Salmatoris, via Vittorio Emanuele, 29 - 12062 Cherasco (Cuneo). Orari: martedì-domenica, ore 10.00-12.00 e ore 14.00-19.00. Ingresso gratuito. Informazioni e prenotazioni attività: tel. 011.5211788 o prenotazioni@arteintorino.com. Sito web: www.nelsegnodeisavoia.com. Fino al 16 ottobre 2016.

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