ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 23 giugno 2017

Venezia, il Fai mette in mostra le ceramiche di Ettore Sottsass

«La ceramica è un materiale affascinante: si presenta morbida e grigia [...] ma una volta purificata dal fuoco, radiante, diventa improvvisamente eterna». Così il rivoluzionario architetto e designer italiano Ettore Sottsass (1917 -2007), del quale ricorrono quest’anno i dieci anni dalla morte, parlava del suo amore per la ceramica. Al suo lavoro con questo materiale è dedicata la mostra «Dialogo» che il Fai – Fondo per l’ambiente italiano organizza, in collaborazione con lo Studio Charles Zana Architecture, negli spazi del Negozio Olivetti di Venezia, in occasione della cinquantasettesima Esposizione internazionale d’arte.
La mostra, curata dall’architetto Charles Zana e realizzata con il supporto tecnico di Mobil Project e Viabizzuno, celebra il centenario della nascita del grande artista visionario e ne documenta la poliedrica produzione ceramica compresa tra il 1957 e il 1969, anni estremamente fertili e di formazione in cui Sottsass utilizza la ceramica per lo sviluppo di un nuovo linguaggio del design teso a superare la filosofia razionalista del Bauhaus. Sessanta opere in mostra tra vasi, piatti e i suoi celebri menhir in dialogo con i volumi e i profili progettati da Carlo Scarpa per il Negozio Olivetti nel 1957: i due grandi protagonisti del design italiano idealmente riuniti sotto l’egida dell’imprenditore illuminato Adriano Olivetti che proprio in quegli anni avviò con entrambi un’intensa collaborazione.
In accordo con il Movimento arte concreta che attinge a forme e colori intesi come libera espressione della personale immaginazione dell’artista, la ricerca di Sottsass sul rapporto tra spazio, forma e colore si concretizza nel campo delle arti applicate: attraverso l’uso di un materiale plastico come l’argilla il designer è stato in grado di dare voce ai suoi pensieri e alle sue emozioni più profonde.
Dagli esordi sperimentali del 1955 sotto la supervisione di Aldo Londi, allora direttore artistico della nota azienda toscana Bitossi Ceramiche, Ettore Sottsass approda a una maturazione formale e a un controllo totale della materia nella serie «Le Ceramiche di Lava», realizzata nel 1957, lo stesso anno che segna l’inizio del sodalizio con Adriano e Roberto Olivetti.
Contraddistinte da un aspetto primitivo e da una rimarcata porosità data dall’uso di argilla e terra cotta non trattata, queste ceramiche vedono ancora Sottsass alle prese con i giochi di colore e le sperimentazioni con le tecniche di smaltatura. Mentre per la serie «Rocchetti e Isolatori» (1961-1962) e quella dedicata alle «Ceramiche a Fischietto» (1962) l’attenzione del designer è rivolta alla forma: predominano qui i riferimenti estetici al mondo della produzione industriale con vasi dalle forme semplici e facilmente replicabili che riproducono bobine e isolatori per giungere alla serie in edizione limitata di fischietti, realizzati dalla Società ceramica toscana con la messa a punto di uno stampo e progettati da Sottsass per la galleria il Sestante di Milano.
I suoi interessi personali, i viaggi, la malattia e una sentita spiritualità sono ben rappresentati nelle «Ceramiche delle Tenebre» (1963), serie ideata nella solitudine di Palo Alto durante il decorso ospedaliero di una grave patologia, contratta dopo un viaggio in India e curata in California grazie all’aiuto di Roberto Olivetti, e la successiva «Ceramiche di Shiva» dedicata al dio indù della distruzione e rigenerazione come ex voto per aver sconfitto la malattia.
L’assoluta libertà che ha caratterizzato ogni suo progetto si rivela anche nel passaggio dalla produzione artistica a quella industriale delle «Ceramiche a Colaggio» (1962-1963), prodotte in serie senza timbro né firma con la tecnica della fusione sperimentata per «Le Ceramiche a Fischietto».
Sottsass non abbandonerà mai la produzione di pezzi unici e tra il 1963 e il 1969 continuerà a disegnare schemi spirituali da modellare con l’argilla: dalle «Ceramiche delle Tenebre» passando per «Menhir», «Ziggurat», «Stupas», «Hydrants & Gas Pumps» fino alle «Tantra Ceramiche» nella ricerca costante di una connessione spirituale tra forma e significato.
Il rapporto che lega il Negozio Olivetti, progettato alla fine degli anni Cinquanta da Carlo Scarpa, alle ceramiche in mostra di Ettore Sottsass oscilla tra contrasti e assonanze. Quello che emerge a prima vista nei due ordini di progetti è la differenza tra l’apparente severità classica del primo e la vitalità rivoluzionaria del secondo; ma, a uno sguardo più approfondito, emergono punti di contatto, primo fra tutti il colore, ma anche l’approccio sistematico al lavoro progettuale.
La mostra «Dialogo» oltre a raccontare l’ineguagliata personalità creativa dei due fra i più importanti architetti del dopoguerra italiano offre un’occasione per comprendere a pieno quegli anni estremamente fertili per l’arte e il design italiano che precedettero l’epoca del Radical Design.

Informazioni utili
Dialogo. Ettore Sottsass Ceramiche 1957 - 1969, Carlo Scarpa Negozio Olivetti 1957. Negozio Olivetti, Piazza San Marco 101 – Venezia. Orari: da martedì a domenica, dalle ore 12.00 alle ore 19.30; ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura.Ingresso: intero € 6,00, ridotto (bambini 4-14 anni) € 3,00, famiglia € 15,00, Iscritti Fai e National Trust gratuito, studenti universitari (fino ai 26 anni) e residenti Comune di Venezia € 3,00. Informazioni: tel. 041.5228387 – fainegoziolivetti@fondoambiente.it. Fino al 21 agosto 2017.

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