ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 7 giugno 2018

Giorgio Morandi attraverso gli occhi di Giancarlo Fabbi

Leggere il lavoro di Giorgio Morandi attraverso pochi semplici oggetti, un pennello, un bulino, un tubetto di colore: è quanto fa Giancarlo Fabbi, autore modenese in mostra in questi giorni a Bologna, negli spazi di Casa Morandi, l’originale dimora del maestro, al cui interno è ricostruito il suo studio, con gli oggetti e i materiali che hanno accompagnato il suo percorso artistico.
L’esposizione, per la curatela di Massimo Recalcati, allinea dieci scatti dell’artista afferenti alla sua ricerca morandiana, iniziata nel 2014.
Giancarlo Fabbi -che ha mosso i suoi passi nel mondo della fotografia da autodidattica, all’inizio per passione e poi sempre più per necessità, facendone una vera e propria ragione di vita- si è concentrato su alcuni oggetti appartenuti a Giorgio Morandi, esposti in mostra insieme alle fotografie.
Nella sua ricerca l’artista evita volutamente di utilizzare le componenti più celebri delle composizioni morandiane come le bottiglie, le conchiglie, i fiori per offrire una visione asciutta ed essenziale degli elementi primari e più umili riferibili alla pittura e all’incisione.
La sua indagine fotografica, nella serie in mostra che sarà poi dedicata all’Istituzione Bologna Musei, viene condotta eccezionalmente a colori e in digitale, contrariamente agli altri suoi progetti tutti rigorosamente in bianco e nero, per i quali si avvale sempre dell’utilizzo dell’analogico e della luce naturale per dare realtà a quello che si fa.

Attraverso un ragionato processo di astrazione compiuto da Fabbi, scrive Massimo Recalcati, «l’ascesi che ispira la pittura di Morandi si trova riflessa perfettamente e con toni per nulla freddi o anaffettivi, ma al limite di un vero e proprio struggimento, in questo ciclo di fotografie. Antipsicologismo di fondo, soppressione dell’inessenziale, monachesimo formale, rigore geometrico, insistenza degli stessi oggetti. In queste fotografie suona e risuona forte il passo più vero di Morandi: accogliere il segreto della pittura, dipingere l’invisibile nel visibile, elevare il visibile alla dignità eterna dell’invisibile».
La serie di dieci fotografie -di cui rimarrà documentazione in un catalogo con testi di Lorenzo Balbi, Francesca Interlenghi e Massimo Recalcati, edito da NFC di Amedeo Bartolini & C. sas di Rimini- vuole, infatti, incoraggiare una meta-riflessione su alcuni aspetti fondamentali della pittura di Morandi: composizione e ricomposizione geometrica, insistenza su pochi temi, silenzio, solitudine, assenza di retorica e di qualsiasi narrazione.
La scelta del colore dello sfondo che fa da quinta alle composizioni di Fabbi, un bianco luminoso da cui emergono gli oggetti nella loro fisicità come forme che si allineano, si intersecano o campeggiano al centro della foto in un voluto isolamento estetico, mette in risalto l’atteggiamento con cui il fotografo modenese intende la pratica artistica: esperienza sulla luce e sull’ombra, ricerca quasi mistica dell’essenziale, riduzione estrema delle immagini, intese come frammenti di realtà capaci di custodire momenti di eterna poesia, proprio come la pittura di Morandi.

Informazioni utili 
«Giancarlo Fabbi. Il silenzio della pittura». Casa Morandi, via Fondazza, 36 – Bologna. Orari: venerdì e sabato, ore 17.00 – 19.00; domenica, ore 11.00 – 13.00. Biglietti: ingresso libero. Informazioni: tel. 051.6496611. Sito web: www.mambo-bologna.org/museomorandi/. Fino al 1° luglio 2018.

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