ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 6 luglio 2012

Toscana, la Madonna di Pio II in mostra per il Giubileo pientino

Al Museo diocesano di Pienza proseguono i festeggiamenti per il Giubileo pientino, indetto da papa Benedetto XVI per ricordare i cinquecentocinquanta anni dalla dedicazione della cattedrale, gioiello rinascimentale della città consacrato il 29 agosto 1462. Dopo il restauro del prezioso piviale di papa Pio II, ritornato lo scorso maggio accanto a opere preziose come la raffinata «Madonna con bambino» di Pietro Lorenzetti e uno splendido «Crocifisso» di Segna di Bonaventura, il museo diretto da Gabriele Fattorini accoglie, nell’estate del 2012, uno squisito rilievo in marmo: una «Madonna col Bambino e angeli», commissionata dallo stesso Pio II.
L’opera, destinata alla cattedrale di Montepulciano e ora conservata al Museo civico Pinacoteca «Crociani», fu eseguita da un elegante scultore quattrocentesco che la storiografia artistica, in assenza di una sicura identità anagrafica, ha ribattezzato con l’appellativo di «Maestro di Pio II», dal momento che la sua mano, insieme con quella di Paolo Romano, è riconoscibile nel colossale Monumento sepolcrale di papa Enea Silvio Piccolomini, oggi in Sant’Andrea della Valle a Roma.
Verosimilmente di origine toscana, l’artista dovette giungere nella Città eterna al seguito di Mino da Fiesole, ottenendo un buon successo, particolarmente nella cerchia piccolominea. Tra le opere a lui attribuite si segnala, per esempio, l’arca destinata a contenere, in Santa Maria sopra Minerva, il corpo di Santa Caterina da Siena, canonizzata proprio da Pio II. I lavori eseguiti da questo scultore testimoniano efficacemente l’interesse per la prospettiva e per l’antico della generazione che precedette l’affermazione romana di Andrea Bregno. Un interesse, questo, che si evince anche dal rilievo esposto al Museo diocesano di Pienza: un’ordinata architettura prospettica accoglie, infatti, al suo interno la Madonna seduta in trono, nell’atto di fare il solletico al Figlio che si erge sulle sue ginocchia, mentre quattro angeli osservano la scena.
Nella cornice inferiore è visibile lo stemma di papa Enea Silvio Piccolomini e ciò ha fatto supporre che l’opera dovesse essere originariamente destinata a Pienza, nel cui Museo diocesano è presente una sezione dei doni elargiti da Pio II alla ‘sua’ Cattedrale: dal famosissimo piviale gotico in opus anglicanum raffigurante le «Storie di Maria Vergine e delle sante Caterina d’Alessandria e Margherita d’Antiochia» alla trecentesca croce bizantina di San Sava, dalle insegne del vescovo (il pastorale, la mitria) agli elementi del corredo liturgico (il secchiello, il turibolo, la navicella, la pace).
In contemporanea, sempre in occasione del Giubileo pientino, la città ospiterà la mostra «De reditu Il ritorno: Libri e manoscritti fra ‘400 e ‘500 di Pio II a Pienza», promossa dall’amministrazione comunale, con l’Accademia senese degli Intronati, la Società bibliografica Toscana e la Società esecutori pie disposizioni, presso la cripta della cattedrale. Preziosi volumi provenienti dalla biblioteca conservata nel palazzo Piccolomini di Pienza, passato alla Società esecutori pie disposizioni per lascito testamentario dell’ultimo dei Piccolomini della Triana, il conte Silvio (del quale ricorre, quest’anno, il cinquantesimo della morte), dialogano, in questa esposizione, con testi conservati nella Biblioteca comunale degli Intronati di Siena ed edizioni possedute dalla Biblioteca civica «Attilio Hortis» di Trieste. Libri che raccontano le letture di un uomo che costruì a Pienza la sua città ideale.

Vedi anche
Nuovo allestimento per il piviale di Pio II
Fa tappa anche a Pienza l’«ArcheoFest 2012»

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Maestro di Pio II, «Madonna col Bambino e angeli». Montepulciano, Museo civico Pinacoteca «Crociani»; [fig. 2] Locandina della mostra «De reditu Il ritorno: Libri e manoscritti fra ‘400 e ‘500 di Pio II a Pienza», in corso a Pienza, nella cripta della cattedrale. 

Informazioni utili
La Madonna di Pio II. Museo diocesano, corso Il Rossellino, 30 - Pienza (Siena). Orari: sabato e domenica, ore 10.00-13.00 e ore 15.00-18.00; chiuso il martedì (non festivo). Ingresso: intero € 4,10, ridotto (bambini sotto 12 anni, gruppi di almeno 20 persone, soci Touring Club Italia, oltre 65 anni) € 2,60. Informazioni: tel. 0578.749905. Fino al 30 settembre 2012.

De reditu Il ritorno: Libri e manoscritti fra ‘400 e ‘500 di Pio II a Pienza. Cripta della Cattedrale – Pienza (Siena). Ingresso libero. Informazioni: telefono: 0578.749905. Catalogo: disponibile in mostra. Fino all’8 settembre 2012. 



mercoledì 4 luglio 2012

Venezia, restaurati gli appartamenti della principessa Sissi

Chi non ricorda l’ultima, emozionante, scena del film «Sissi, il destino di un’imperatrice», nel quale Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, la duchessa di Baviera interpretata dall’affascinante attrice viennese Romy Schneider, fa il suo ingresso in piazza San Marco, al braccio del marito «Franzi», il giovane e attraente imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria?
Quello ricordato dall'edulcorata pellicola, che il regista austriaco Ernst Marischka girò nel 1958, fu il primo soggiorno della principessa Sissi e del consorte a Venezia, città passata sotto il dominio asburgico, dopo la caduta di Napoleone, nel 1816.
La coppia più discussa del momento entrò in Laguna il 25 novembre 1856, dopo essere salpata con il vapore «Elisabetta» dal porto di Trieste, e lì vi rimase per trentotto giorni, fino al 3 gennaio 1857, quando riprese il viaggio tra le province italiane assoggettate al regime degli Asburgo. L’accoglienza non fu delle migliori, nonostante manifesti affissi tra le calli veneziane cercassero di addolcirne l’arrivo e a dispetto dell’enfatico resoconto che il giornalista Francesco Beltrame, già consigliere del Governo rivoluzionario del 1848, pubblicò su un giornale locale: «Da lungo tempo Venezia ardentemente bramava di tributare in modo solenne l’omaggio alla sua fedeltà ed esultanza al magnanimo Sire, sul cui sacro capo ripesano i destini di trent’otto milioni di sudditi, ed all’eccelsa Donna, chiamata da Dio a lenirgli le cure dello Stato e a spargergli di fiori il sentiero della vita ed a santificare il trono, coll’esercizio della più bella virtù, il doppio impero della grazia e bellezza».
Anche la storia dell’applauso festante all’imperatrice, dopo l’abbraccio commosso con la figlia sul tappeto rosso di piazza San Marco, è pura leggenda filmica. In quell’inverno del 1856, la principessa Sissi fu, infatti, oggetto di numerose contestazioni ed entrò nel cuore dei veneziani solo più tardi, quando l’imperatore Francesco Giuseppe emanò, si dice proprio dietro suo consiglio, editti di clemenza e si impegnò in una riforma dell’amministrazione pubblica.
Una prova, questa, di quel carattere liberale e attento al prossimo che, insieme con la bellezza selvaggia e l’avversione per la ferrea etichetta della cortese viennese, fecero entrare l’imperatrice d’Austria nel mito. Un mito che la città lagunare, con i suoi teatri e le sue case nobiliari, ebbe modo di ospitare, in maniera ufficiale, almeno altre due volte: per sette mesi, tra l’ottobre 1861 e il maggio 1862, di ritorno da Corfù e a causa di un terribile dolore alla caviglia, e nell’aprile 1895, in occasione della prima Biennale d’arte di Venezia, quando l’imperatrice –lo documenta chiaramente la copertina del settimanale «La Tribuna illustrata della Domenica», uscito in quei giorni- andò a rendere omaggio al re d’Italia, Umberto I.
Ad accogliere Sissi, la più amata «regina di cuori» dell’Ottocento, nei suoi due primi soggiorni veneziani furono nove stanze degli appartamenti imperiali d’Austria del Palazzo reale di Venezia, oggi di proprietà del Demanio e in concessione d’uso al Comune, ubicati presso l’ala napoleonica delle Procuratie nuove in piazza San Marco. Questi sfarzosi locali -che ospitarono anche il generale francese Eugenio di Beauharnais e, dal 1866, la famiglia Savoia- saranno nuovamente visibili al pubblicoda martedì 10 luglio 2012, dopo un impegnativo lavoro di restauro, promosso dal Comité Français pour la Sauvegarde de Venise e realizzato sotto l’egida della Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Veneto e con il coordinamento della Fondazione Musei civici di Venezia. Bisognerà, invece, attendere ancora del tempo per vedere il ritorno a nuovo splendore delle altre quattordici sale della dimora, quelle che accolsero Francesco Giuseppe I d’Austria.
Un tesoro perduto ritorna, dunque, in parte a rispecchiarsi nelle acque del bacino di San Marco, in quella parte del Museo Correr, che s’affaccia sui Giardini Reali, fatti realizzare in epoca napoleonica, così come tutta l’ala nella quale si trovano le stanze di Sissi: dalla sala delle udienze allo studiolo, dalla camera da letto al delizioso boudoir, alla stanza da toilette.
Per il primo ingresso dell’imperatrice e del marito in Laguna, quello del 1856, i lavori di risistemazione delle stanze, già in parte rimaneggiate negli anni Trenta per la visita di Ferdinando I, iniziarono due anni prima con l’istituzione di una commissione che sovrintese all’acquisto degli arredi, commissionati ad importanti artigiani locali, ma anche a maestranze di Milano e Vienna.
Gli appartamenti furono oggetto anche di interventi decorativi: ovunque apparvero ghirlande e motivi capricciosi, formati dall'intreccio di stucchi bianchi e ornati in colo o in oro, e fiori policromi, tra i quali mughetti e fiordalisi; mentre, le aquile, già esistenti e simbolo del potere napoleonico, furono usate per sostenere gli stemmi dei regni di Austria e di Baviera.
Nuovi lavori di ammodernamento furono realizzati in occasione della seconda visita di Sissi, nel 1861, stando a quanto scrive lo studioso Emmanuele Cicogna nei suoi «Diari»: «Far e disfar se tutto un far».
Il restauro, iniziato nel 2009, ha fatto riemergere tutte e due queste opere: gli stucchi dorati, i decori di Giuseppe Borsato, gli ornati di Giovanni Rossi per la stanza da toilette, che ha soffitti in finissimo marmorino con l’inclusione di microcristalli brillanti e che, nel medaglione centrale, reca una raffigurazione de «La Dea protettrice della Arti», il cui volto richiama con evidenza i tratti della bella sovrana asburgica; sulla parete è, invece, dipinta «La toletta di Venere».
Le sale cambiano a seconda dell’ora del giorno, non solo per l’effetto della luce sugli stucchi e sulle decorazioni, ma anche per la stupenda tappezzeria color rosso-oro e blu-beige (di questa raffinata tonalità sono le pareti della camera da letto di Sissi), realizzata e donata dalla ditta veneziana Rubelli sul modello di quella antica.
L'arredamento è stato ricostruito in base agli elementi segnati nell’inventario, custodito negli archivi. Alcuni pezzi sono originali, come le sontuose poltrone dorate con velluti del ’700; altri, invece, ne copiano il modello. Tra tutti questi arredi, appare assolutamente d'eccezione il letto da riposo del vicerè d’Italia, Eugenio di Beauharnais, in puro stile Impero.
Venezia riscopre, così, un pezzo della sua storia e celebra il mito di una donna che incantò il mondo, riportando al pieno splendore un eccezionale edificio, in cui stile Impero e Biedermeier si integrano in un unicum affascinante, magniloquente e intimo al tempo stesso.

Didascalie delle immagini
[figg. 1 e 2] Stanza delle udienze dell’imperatrice Sissi. Venezia, Museo Correr; [fig. 3] Studiolo dell’imperatrice Sissi. Venezia, Museo Correr; [fig. 4] Boudoir dell’imperatrice Sissi. Venezia, Museo Correr; [fig. 5] Camera da letto dell’imperatrice Sissi. Venezia, Museo Correr; [fig. 6] Boudoir dell’imperatrice; Decoratore Giovanni Rossi, 1854. Particolare con stemmi dei regni d’Austria e Baviera.Venezia, Museo Correr; [fig. 7] Sala dei pranzi settimanali. Decoratore Giuseppe Borsato, 1836. Venezia, Museo Correr

Informazioni utili
Le stanze di Sissi. Museo Correr, San Marco, 52 –Venezia. Orari: dal 1° aprile al 31 ottobre, ore 10.00–19.00 (biglietteria, ore 10.00–18.00); dal 1° novembre al 31 marzo, ore 10.00–17.00 (biglietteria, ore 10.00 – 16.00), chiuso il 25 dicembre e 1° gennaio. Ingresso: intero € 16,00, ridotto € 8,00 (ragazzi da 6 a 14 anni; studenti dai 15 ai 25 anni; accompagnatori di gruppi di ragazzi o studenti; cittadini ultra-sessantacinquenni; personale del ministero per i Beni e le Attività culturali; titolari di Carta Rolling Venice; soci Fai); gratuito per residenti e nati nel Comune di Venezia e membri Icom; bambini da 0 a 5 anni; portatori di handicap con accompagnatore; guide autorizzate; interpreti turistici che accompagnino gruppi; offerta scuola: € 5,50; offerta famiglia: un biglietto intero e gli altri ridotti; Museum pass (valido per più musei veneziani): intero € 20,00, ridotto € 14,00; offerta scuola € 10,00 a persona. Informazioni: tel. 041.2405211, fax 041.5200935, e-mail: info@fmcvenezia.it. Sito internet:http://www.visitmuve.it/. Da martedì 10 luglio 2012. 

lunedì 2 luglio 2012

«ArcheoFest 2012», l’archeologica incontra la contemporaneità

La storia dialoga con la contemporaneità. L’archeologia incontra il genio metafisico di Giorgio De Chirico e le «suggestioni d’antico» di Ivan Theimer. Accade ad «ArcheoFest 2012», manifestazione nata da un’idea della Fondazione Monte dei Paschi e di Vernice progetti culturali, che si sono avvalsi per la sua realizzazione del supporto scientifico della Fondazione Musei Senesi.
Da venerdì 6 a sabato 21 luglio mostre temporanee, convegni, spettacoli teatrali, laboratori educativi, percorsi a piedi e molte altre iniziative legate alla promozione e alla valorizzazione del patrimonio archeologico della val di Chiana avranno per scenario la provincia di Siena e, più precisamente, i centri Chianciano Terme, Chiusi, Sarteano, Montepulciano, Cetona, Pienza e San Casciano dei Bagni.
A inaugurare il festival, giunto alla sua seconda edizione e proposto in contemporanea con la rassegna toscana «Notti dell’archeologia», sarà la vernice della mostra «De Chirico. Il ventre dell’archeologo», un dialogo tra i capolavori del padre della pittura metafisica e vasi e canopi antichi, in programma dall’8 luglio al 30 settembre, presso il Museo civico archeologico e delle acque di Chianciano Terme. In queste stesse stanze si terrà anche la rassegna «Splendori. Capolavori dal Museo archeologico di Firenze»; mentre per vedere l’altro suggestivo dialogo antico-contemporaneo in programma ad «ArcheoFest 2012» bisognerà recarsi a Sarteano, dove, sempre dall’8 luglio al 30 settembre, si terrà la mostra «Ivan Theimer. Suggestioni d’antico».
Il cartellone espositivo della manifestazione senese non termina, però, qui. A Cetona, per l’intera estate, sarà allestita la rassegna «Dall’acqua alla terra. Balene e orche fossili in val di Chiana»; mentre a Chiusi si terrà l'esposizione «Ori e gemme del Museo archeologico nazionale» e ritornerà in mostra, ma solo virtualmente (grazie a una riproduzione 3D), il vaso François, reperto esposto presso il Museo archeologico nazionale di Firenze.
Completano il cartellone la mostra «Tular - Tolle. Testimonianze etrusche tra val di Chiana e val d’Orcia», che racconterà, negli spazi del conservatorio «san Carlo Borromeo» di Pienza, la genesi e la storia della più grande necropoli dell’Etruria settentrionale, e la rassegna «Una porta sull’aldilà. Dal mondo egizio agli etruschi», che esporrà, a Montepulciano, l’imponente porta in travertino acquisita di recente dal Museo civico Pinacoteca «Crociani», testimonianza della misteriosa ideologia funeraria del mondo antico.
All’interno della rassegna senese ci sarà spazio anche per l’approfondimento. Il Teatro comunale di Chiusi farà da scenario, nella giornata di giovedì 12 luglio, dalle ore 17.30 alle ore 19.30, a un pomeriggio di studi sulla storia degli scavi che hanno riportato alla luce il vaso François. Il giorno successivo, venerdì 13 luglio, alle ore 17, si terrà, invece, la presentazione dei ritrovamenti della necropoli di Balena a San Casciano dei Bagni. Mentre a Chianciano Terme, negli spazi del Parco termale Acqua santa, si terrà, da venerdì 13 a domenica 15 luglio, l’iniziativa «Mediterraneo: archeologia tra crisi e conflitti», occasione di confronto e di approfondimento sulle ripercussioni che i violenti cambiamenti degli ultimi anni hanno avuto sull’archeologia e sul patrimonio archeologico del Mediterraneo, per capire meglio cosa stia accadendo in Europa, nord Africa e vicino Oriente, grazie alle testimonianze dirette di direttori dei musei, archeologi attivi sul campo, docenti universitari e ricercatori, funzionari dei ministeri e delle organizzazioni internazionali, ma anche giornalisti, divulgatori e opinionisti. Sempre a Chianciano Terme, nel pomeriggio di sabato 21 luglio, si terrà la presentazione del libro «Una sola moltitudine. Saggio sull’identità italiana» (Rubbettino, 2012) di Michele Rossi, alla quale prenderà parte Marino Biondi, docente di Storia della critica e della storiografi¬a letteraria dell’Università degli studi di Firenze. Altra presentazione libraria si terrà a Cetona, nella serata del 31 luglio, quando Alessandra Minetti racconterà la genesi e i contenuti del suo volume «La necropoli delle Pianacce nel Museo civico archeologico di Sarteano». Mentre a Trequanda, venerdì 13 luglio, alle ore 17.00, si terrà la conferenza «Trequanda nell’antichità: Dagli etruschi alla grotta del romito», con annessa visita guidata alla raccolta archeologica della collezione Pallavicini.
Completano l’offerta culturale di «ArcheoFest 2012» eventi come la presentazione del video «Cosa es lo humano?» di Franca Marini (in programma sabato 14 luglio, al Museo civico per la preistoria del Monte Cetona) o lo spettacolo «Un piccolo flauto magico», opera buffa da camera scritta e musicata da Luigi Maio, che vedrà in scena, nella suggestiva cornice del lago di Chiusi (sempre nella serata di sabato 14 luglio), il trio strumentale Hyperion Ensemble.
L’iniziativa prevede, infine, laboratori didattici per adulti e bambini (questi appuntamenti si terranno al parco di Cetona nelle giornate del 10 e del 17 luglio, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19), aperture straordinarie dei musei con viste guidate gratuite, comprese nel biglietto (sarà, tra l’altro, visibile la Tomba della Quadriga Infernale, a Sarteano) e percorsi a piedi nelle zone di Chiusi e Chianciano, come la visita alle grotte del Monte Cetona e gli itinerari del trekking archeologico sul percorso delle acque.
E’, dunque, un percorso a 360° gradi nel mondo dell’archeologia quello che propone la seconda occasione di «ArcheoFest 2012», ottima occasione anche per una gita culturale nelle Terre di Siena.

Didascalie delle immagini
[figg. 1 e 2] Particolare di un affresco della Tomba della Quadriga Infernale, a Sarteano; [fig. 3] Opera di Ivan Theimer; [fig. 4] Giorgio De Chirico,«Archeologi», scultura in bronzo patinato. Informazioni utili «ArcheoFest 2012». Sedi varie - provincia di Siena (Toscana). Informazioni: Museo civico archeologico delle acque di Chianciano Terme, tel. 0578.30471 o museoetrusco@libero.it; Fondazione Musei Senesi, tel. 0577 530164 o info@museisenesi.org; Vernice Progetti Culturali, tel. 0577.226406 o info@verniceprogetti.it. Sito internet: www.museisenesi.org. Dal 6 al 21 luglio 2012.

Calendario mostre 
«De Chirico. Il ventre dell’archeologo» e «Splendori - Capolavori dal museo archeologico di Firenze». Museo Civico Archeologico, viale Dante, 80 - Chianciano Terme. Orari: martedì-domenica 10.00-13.00 e 16.00-19.00. Informazioni: tel. 0577.530164 o tel. 0578.30471. Dall’8 luglio al 30 settembre 2012.
«Dall’acqua alla terra. Balene e orche fossili in Val di Chiana». Museo civico archeologico per la preistoria del Monte Cetona, via Roma, 37 – Cetona. Orari: martedì-domenica 10.00-13.00 e 16.00-19.00. Informazioni: tel. 0577.530164 o tel. 0578.237632. Dal 7 luglio al 30 settembre 2012.
«Il vaso François» e «Ori e gemme del Museo archeologico nazionale di Chiusi». Museo nazionale Etrusco, via Porsenna, 43 – Chiusi. Orari: 9.00-20.00 (ultimo ingresso ore 19.30). Informazioni: tel. 0577.530164 o tel. 0578.20177. Dall’8 luglio al 30 settembre 2012.
«Ivan Theimer. Suggestioni d’antico». Museo civico archeologico, via Roma, 24 – Sarteano. Orari: martedì-domenica ore 10.30-12.30 e ore 16.00-19.00. Informazioni: tel. 0577.530164 o tel. 0578.269261. Dall’8 luglio al 30 settembre 2012.
«Tular - Tolle. Testimonianze etrusche tra Val di Chiana e Val d’Orcia». Conservatorio S. Carlo Borromeo, via San Carlo, 2 – Pienza. Informazioni: tel. 0577.530164. Dal 14 luglio al 30 settembre 2012.
«Una porta sull’aldilà. Dal mondo egizio agli etruschi». Museo civico Pinacoteca Crociani, via Ricci, 10 – Montepulciano Orario: martedì-domenica, ore 10.00-13.00 e ore 15.00-18.00; agosto: ore 10.00-18.00. Informazioni: tel. 0577.530164 o tel. 0578.717300. Dal 9 luglio al 30 settembre 2012.

giovedì 28 giugno 2012

«Omissis-Festival del teatro contemporaneo», spettatori al centro della scena

Quattordici eventi in tre giorni, all’interno di sette spazi riscoperti come luoghi di spettacolo e con artisti e compagnie provenienti da sei Paesi europei, che proporranno prime assolute, prime nazionali o anteprime regionali: ecco i numeri di «Omissis–Festival dello spettacolo contemporaneo», in programma da giovedì 28 a sabato 30 giugno a Gradisca d’Isonzo, nel Goriziano.
Italia, Spagna, Olanda, Germania, Ungheria e Inghilterra: le nazioni coinvolte in questa ottava edizione della manifestazione friulana, ideata dall’associazione culturale «Mattatoioscenico» con l’intento di promuovere e divulgare tra il pubblico e gli addetti ai lavori il meglio dell’avanguardia performativa del XXI secolo, i linguaggi dell’innovazione e della sperimentazione nei campi del teatro, della danza, della performance e del video.
«Emotive e tattili, sonore e visive, presenti e visionarie, intime e viscerali»: così gli organizzatori raccontano le emozioni che il pubblico sarà invitato a vivere durante questa edizione del festival, intitolata «Novae Experientiae», ed incentrata proprio sull’analisi delle situazioni vissute dallo spettatore, qui «invitato a partecipare in forma attiva, complice, a condividere in modo diretto, fisico, emotivo l’idea artistica e la sua realizzazione scenica».
Ad aprire il festival, dopo un brindisi inaugurale all’enoteca regionale «La Serenissima», sarà il gruppo inglese «Me and the Machine», con la prima nazionale del progetto multimediale «When we meet again», uno spettacolo unico in tutti i sensi che coinvolgerà uno spettatore per volta (è obbligatoria la prenotazione) in un’esperienza, della durata di appena otto minuti, che sarà insieme fisica, estetica e atmosferica, visto che lo spettacolo si svolgerà nella cornice originale del Bastione di san Giorgio, «luogo storico della fortezza di Gradisca –raccontano gli organizzatori- che da solo vale il prezzo del biglietto». L’appuntamento è fissato per giovedì 28, alle 18.30. A seguire, alle 20, la Loggia dei Mercanti (Lapidario civico) farà da scenario a «Labor», monologo a più voci nato da un’idea di al duo Giulio Morgan (voce) e Giorgio Pacorig (piano fender rhodes, suoni, effetti), che riflette su un tema attualissimo quale quello del lavoro. La performance, esperimento di rinnovamento del genere del teatro sociale, che destruttura la drammaturgia facendola ricostruire agli spettatori, sarà seguita dall’anteprima regionale di «City», che vedrò in scena, al Nuovo Teatro Comunale e alle 21, il giovane collettivo internazionale di danza «Bloom!», formato da cinque danzatori provenienti da Italia, Ungheria, Inghilterra, Spagna e Slovacchia.Mentre, alle 22, un altro luogo storico della città di Gradisca, il seicentesco Palazzo Monte di Pietà, ospiterà l’atteso ritorno del duo italo/tedesco «VestAndPage» con l’anteprima mondiale di «Terra nova», performance ispirata alle storie degli esploratori antartici d’inizio ‘900, nella quale si parla di ghiaccio, isolamento, luce e buio, passione e disperazione, vita e morte (i posti sono limitati).
Ad aprire la seconda giornata del festival sarà la replica della performance «When we meet again», con gli inglesi «Me and the Machine», che andrà in scena continuativamente, dalle 18 alle 21.30, presso gli spazi del Bastione di san Giorgio. Mentre, a partire dalle 20 (e in replica alle 22), il Palazzo Monte di Pietà ospiterà l’anteprima regionale della performance «La carezza del vetro» (anche in questo caso i posti sono limitati), con la giovane compagnia italiana «Three minutes ago / Quiet ensemble». Uno spettacolo suggestivo, questo, che unisce danza, video, tecnica scenografica, musica e che radunerà gli spettatori attorno a una teca che contiene una performer, sul corpo della quale verranno proiettati dei video.
La giornata di venerdì 29 giugno, alle 21 e alle 23, vedrà anche due prime nazionali, entrambe proposte negli spazi della Sala Bergamas: «Lesiones incompatibles con la vida» (consigliato ad un pubblico adulto), azione scenica dalla performer Angelica Liddell, e «Broken Blossoms» di Angelica Liddell.
Sabato 30 giugno il festival prenderà avvio con la terza e ultima sessione della performance multimediale «When we meet again» degli artisti inglesi «Me and the machine». Sarà, poi, la volta della replica del monologo «Labor», che animerà, a partire dalle 20, la Loggia dei Mercanti (Lapidario civico), e della ripresa della performance «Terra nova» del duo italo/tedesco «VestAndPage», in programma, alle 20.30, al Palazzo Monte di Pietà.
Novità dell’ultima giornata di festival sarà la prima nazionale «Nude studies», che il gruppo olandese «United-C» proporrà, alle 21.30, negli spazi del Nuovo Teatro Comunale: quattro assoli di danza, ispirati dalla fascinazione degli antichi greci per il corpo umano, la sua bellezza, la sua grazia, la sua forza, in contrapposizione alla moderna mercificazione della nudità.
Il gran finale spetterà, alle 23 alla Sala Bergamas, all'anteprima nazionale del film «Sin Fin» di «VestAndPage», una produzione internazionale realizzata nel programma culturale in Antartide nel gennaio-febbraio 2012, indetto dalla Direzione nazionale dell’Antartico (Argentina).
Anche quest’anno «Omissis» attiverà il servizio Media Center, ideato allo scopo di seguire, passo dopo passo, tutti gli eventi in calendario e di amplificarne la fruizione mediante la realizzazione di video pubblicati on-line sul sito del festival; mentre l’uso dei social network permetterà di proiettare la manifestazione e la città di Gradisca d’Isonzo su uno scenario internazionale, sfruttando il «web» come piattaforma. La città friulana si prepara, dunque, per il suo week-end all’insegna del teatro contemporaneo, dove ogni spettacolo sarà un’esperienza da vivere in maniera fisica ed emotiva, diventando protagonisti sulla scena. Che il futuro del teatro sia l’attore-spettatore?


Didascalie delle immagini
[fig. 1] Locandina dell'ottava edizione di «Omissis–Festival dello spettacolo contemporaneo»; [fig. 2] Il collettivo internazionale di danza «Bloom!», in scena con «City»; [fig. 4] Una scena del film film «Sin Fin» di «VestAndPage»; [fig. 4] Una scena della performance «La carezza del vetro», con la giovane compagnia italiana «Three minutes ago / Quiet ensemble»; [fig. 5] Una scena della performance «Nude studies», con il gruppo olandese «United-C»


Informazioni utili 
«Omissis-Festival del teatro contemporaneo» - VIII edizione. Biglietti: When we meet again (prenotazione obbligatoria), Labor (posti limitati), Terranova (posti limitati), La carezza del vetro (posti limitati) € 5,00; City, Lesiones incompatibles con la vida, Broken Blossom, Who Cycle € 10,00 (per under 26 e over 65 vale la riduzione di € 5,00); Lesiones incompatibles con la vida + Broken Blossom € 15,00; Sin Fin di VestAndPage ingresso libero. Informazioni e prenotazioni: tel. 0481.961345 o cell. 345.4450657 (orari: 10.00-12.00 e 16.00-19.00), e-mail mattatoioscenico@gmail.com. Biglietteria: dal 28 al 30 giugno, a partire dalle 18.00, presso la Sala Bergamas. Siti: www.omissisfestival.com; www.facebook.it/omissisfestival; www.youtube.com/mattatoioscenico; www.mattatoioscenico.com. Dal 28 al 30 giugno 2012.

mercoledì 20 giugno 2012

Lucio Fontana e i suoi «Tagli d'artista» in mostra ad Arezzo

«La scoperta del cosmo è una dimensione nuova, è l'infinito: allora io ho bucato questa tela, che era alla base di tutte le arti e ho creato una dimensione infinita, una x che per me è alla base di tutta l'arte contemporanea». Così Lucio Fontana (Rosario di Santa Fè, 1899 – Varese, 1968) dava ragione, sul finire degli anni Quaranta, della svolta dei «Buchi», capitolo fondamentale della sua esperienza spazialista. A questa stagione creativa, ma anche a quella dei «Tagli», che fece entrare l'artista italo-argentino nell'Olimpo dei grandi della seconda metà del Novecento, e a quella delle «Pietre» (1951-1956), dei «Barocchi» (1954-1957) e dei «Teatrini» (1964-1966) è dedicata la mostra «Lucio Fontana. Hic et nunc», promossa dall’assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Arezzo, in collaborazione con la galleria Tornabuoni Arte di Firenze, presso i rinnovati spazi espositivi della Galleria comunale d’arte contemporanea nell’aretina piazza san Francesco.
Attraverso una quarantina di lavori, fra buchi, tagli, teatrini, pietre, barocchi, gessi, inchiostri, carte e oli, provenienti dalla collezione di Roberto Casamonti, viene esplorata la produzione del maestro della serie «Fine di Dio» dal secondo dopoguerra alla morte, e più precisamente dal 1949 al 1968.
Il progetto espositivo -curato da Fabio Migliorati e già proposto, in una veste più ricca, a Parigi nell’autunno del 2009- si sofferma, dunque, sull'esperienza spazialista degli anni Cinquanta e Sessanta, su quella stagione dell’«oltraggio alla materia» che è la più nota, ma anche la più problematica e la più feconda dell'artista. Un taglio e un buco sembrano, infatti, apparentemente facili da realizzare, ma così non fu. Lo documenta bene il catalogo bilingue (in italiano e in inglese) edito da Forma Edizioni, con un testo di Enrico Crispolti, che pone le opere esposte in relazione con immagini fotografiche tese a documentare la fase progettuale, la lenta maturazione alla base dell'esperienza fontaniana del bucare e del tagliare la tela.
«C’è l’infinito là dentro», spiegò Lucio Fontana ad Umberto Eco nel 1956, davanti ai suoi squarci. Squarci che erano frutto di un gesto privato ed erano preceduti sempre da un lungo travaglio, da una preparazione mentale non dissimile da quella degli atti zen. Lo ricorda chiaramente il fotografo Ugo Mulas, in un’intervista raccolta da Angela Vettese: «Pensavo di riprenderlo mentre lavorava, ma Fontana non volle e me ne spiegò la ragione: “[…] non potrei mai fare questi grandi tagli mentre qualcuno si muove intorno a me. Sento che se faccio un taglio così, tanto per fare una foto, sicuramente non viene…magari potrebbe anche riuscire, ma non mi va di fare questa cosa alla presenza di un fotografo, o di chiunque altro. Ho bisogno di concentrazione. Cioè non è che entro in studio, mi levo la giacca, e trak, faccio tre, quattro tagli. No, a volte la tela la lascio lì appesa per delle settimane prima di essere sicuro di sapere cosa ne farò, e solo quando mi sento sicuro, parto […]». Essere, divenire, vivere, morire, rincorrere un sogno: scorre, dunque, la vita davanti agli occhi di Lucio Fontana prima di graffiare, di lacerare la tela e, in quel gesto, c’è il desiderio tutto umano di andare oltre le barriere dell’umana conoscenza. Nelle ultime opere, l’artista consegna anche frammenti di sé, lasciando sul retro delle tele giochi di parole e brevi note autobiografiche, per accrescerne l’evidenza dell’autenticità.
Fra le opere esposte ad Arezzo, si ritrovano due ceramiche policrome, «Natura morta. Piatto» (1949-1950) e «Piatto con fiori» (1950), una tela gialla e un’altra rossa del ciclo «Pietre» (1957), con vetri e lustrini a dialogare con piccoli fori sulla tela, e, poi, i famosi «Tagli», da un «Concetto spaziale. Attese» su fondo oro (1961) al trittico bianco, rosso e verde «Il Cielo sopra Torino» (1961), un omaggio all’Italia unita, emblematico della ritmica gestuale del maestro che, ebbe a scrivere Enrico Crispolti nel catalogo generale edito da Electa nel 1986, «va dall'assolutezza composta di un unico taglio al furor dell'iterazione molteplice».

Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1968; [fig. 2] Lucio Fontana, «Concetto spaziale»,1962; [fig. 3] Lucio Fontana, «Piatto con fiori», 1949 


Informazioni utili 
«Lucio Fontana. Hic et nunc». Galleria comunale d'arte contemporanea, piazza San Francesco, 4 - Arezzo. Orari:mercoledì-domenica, ore 10.00-13.00 e ore 16.00-20.00. Ingresso libero. Informazioni: tel. 0575.377508 o tel. 0575.377852 Catalogo: Forma edizioni, Poggibonsi (Siena). Fino a domenica 24 giugno 2012.