ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 12 novembre 2012

Terminato il restauro della «Madonna con il Bambino» di Andrea Mantegna

L’Accademia di Carrara ritrova una delle opere più preziose della sua collezione: la «Madonna con il Bambino» di Andrea Mantegna. E’, infatti, terminato il delicato intervento di restauro conservativo del piccolo dipinto rinascimentale (tempera su tela, 43x31 cm) che l’istituzione bergamasca affidò, nel 2008, all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze per riportarlo all’antico splendore.
Il lavoro, che, per circa un mese (da martedì 13 novembre a domenica 9 dicembre), sarà esposto in anteprima alla Galleria dell’Accademia di Firenze, ritornerà, poi, nella pregevole Pinacoteca lombarda per essere esposto, a partire da giovedì 13 dicembre, presso la Sala delle Capriate.
Il dipinto, entrato nelle collezioni della Carrara nel 1851 per dono del raffinato collezionista Carlo Marenzi, è stato collocato dalla critica in periodi molto diversi dell’attività del Mantegna: c’è chi lo pone nel cuore del periodo padovano (1455 circa), chi all’inizio di quello mantovano, al servizio dei Gonzaga (dal 1460), chi a conclusione della «Camera degli Sposi» (1465 - 1474), chi a fine carriera, dopo il ciclo del «Trionfo di Cesare» (1480- 1495). L’insicurezza nella datazione è dovuta, stando a quanto scrisse il critico inglese Roger Fry nei suoi studi dei primi del ‘900, al fatto che il pittore raggiunse uno stile definito e sicuro a un’età straordinariamente precoce e dal punto di vista tecnico affinò i suoi metodi, perfezionandoli all’estremo, senza tuttavia mai cambiarli materialmente. Negli ultimi anni ha, comunque, raccolto un significativo consenso l'invito a collocare cronologicamente il dipinto tra il 1475 e il 1480, all'apice della stagione mantovana dell'artista.
La splendida tela della Carrara, che dato il soggetto e le dimensioni contenute era con tutta probabilità un’opera destinata alla devozione privata, si impone alla memoria dell’osservatore per l’espressione intensa dello sguardo della Vergine e per il calore del gesto che accosta, affettuosamente, il volto della donna a quello del figlio.
L’opera è nota anche per la particolare tecnica artistica con cui è realizzata, la cosiddetta «tempera magra», utilizzata dal Mantegna per conferire alla superficie pittorica un effetto chiaro e poroso, vicino agli esiti della pittura murale. A questo si deve la natura fragile del manufatto, a causa della quale, qualche anno fa, l’opera finì al centro di un dibattito, non privo di polemiche, quando la valutazione del suo delicato stato di conservazione ha consigliato di astenersi dal concederne il prestito per l’importante occasione di studio offerta dalle mostre di Londra nel 1992, dalle esposizioni italiane nel quinto centenario della morte di Mantegna del 2006 e della mostra del Louvre, svoltasi tra il 2008 e il 2009.
Lo stato di conservazione del dipinto era, infatti, monitorato dall’Opificio delle Pietre Dure sin dagli anni Novanta, soprattutto per la situazione critica dell’ancoraggio della tela al telaio e per le numerose lacerazioni del supporto, dovute all’ossidazione dei chiodi e nella figurazione a danni casuali, problemi ai quali erano riconducibili numerose piccole caduce di colore.
Per trovare il migliore rimedio a questi problemi conservativi, al fine di non rischiare di alterare le caratteristiche così particolari dell’opera, si è impostato un vero e proprio progetto di ricerca, con la collaborazione di numerosi esperti interni ed esterni all’Opificio, finalizzato alla messa a punto delle procedure del restauro e a quelle connesse con la futura conservazione preventiva, con una serie di soluzioni assolutamente innovative.
Attraverso un lavoro certosino, compiuto con il cosiddetto «metodo Heiber» che prevede una saldatura delle teste dei fili separati, sono state risanate tutte le lacerazioni della tela. Sono stati a questo punto rimossi i restauri alterati, dei quali uno particolarmente vistoso al centro della tela, sul manto della Madonna, per procedere alla fase del restauro pittorico. Ultimo intervento è stato quello dell’allestimento del dipinto, nuovo nella concezione e innovativo nella realizzazione, con la tela non più ancorata al telaio, ma sospesa e costantemente controllata nel suo tensionamento attraverso un sistema a molle, regolate da dinamometri.
Il progetto è dell’Opificio delle Pietre Dure, così come quello della teca che contiene il dipinto per preservarlo nelle migliori condizioni, realizzata da Klaus Faller di Bressanone.
Il progetto e la realizzazione dell’intervento sono a cura di Marco Ciatti, Cecilia Frosinini, Roberto Bellucci, dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, con la collaborazione di Lucia Bresci.
I risultati degli studi e delle ricerche compiute durante l’intervento, insieme con un aggiornato studio storico-artistico sul dipinto, saranno prossimamente pubblicati in un volume della collana «Problemi di conservazione e restauro», edita dalla casa editrice Edifir - Edizioni Firenze.

Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Andrea Mantegna, «Madonna con il Bambino», tempera su tela, 31x43 cm. Dopo il restauro. Accademia Carrara,Bergamo; [fig. 2] Andrea Mantegna, «Madonna con il Bambino» (particolare della mano della Vergine), tempera su tela, 31x43 cm. Prima del restauro. Accademia Carrara, Bergamo; [fig. 3] Andrea Mantegna, «Madonna con il Bambino» (particolare della mano del Bambino), tempera su tela, 31x43 cm. Prima del restauro. Accademia Carrara, Bergamo. 

 Informazioni utili
Presentazione del dipinto «Madonna con il Bambino» di Andrea Mantegna
1) Galleria dell’Accademia, via Ricasoli, 58 - Firenze. Orari: martedì-domenica, ore 8.15-18.50, chiuso lunedì. Ingresso: intero € 6,50; ridotto € 3,25. Informazioni: tel. 055.294883. Sito internet:www.uffizi.firenze.it/musei/?m=accademia. Dal 13 novembre al 9 dicembre 2012. 
2) Palazzo della Ragione (sede temporanea dell'Accademia Carrara) - Sala delle Capriate, piazza Vecchia - Bergamo. Orari: martedì-venerdì, ore 9.30-17.30; sabato e domenica, ore 10.00-18.00. Ingresso: intero € 5,00, ridotto e gruppi € 3,00, scuole, giovani card e family card € 1,50. Informazioni (prenotazioni gruppi e visite guidate): tel. 035.18041. Dal 13 dicembre 2012.


«Tam-Tam», una scuola per chi ha il «D-Factor»

Una scuola di eccellenza nel campo del design, dell’arte e della comunicazione: ecco «Tam, Tam», progetto nato da un’idea di tre artisti di fama internazionale, ovvero Alessandro Guerriero, Riccardo Dalisi e Alessandro Mendini.
La scuola, di prossima apertura, sarà totalmente gratuita e articolerà la propria offerta formativa con modalità di workshop, corsi –dichiarano gli ideatori- che «intendono analizzare le più disparate declinazioni del mondo del design attraverso un approccio libero e creativo, scevro da sovrastrutture, limiti e preconcetti».
Tanti i professionisti che hanno già dato la propria adesione al progetto, le cui domande di iscrizioni, per i corsisti, rimarranno aperte fino al 31 dicembre 2012 all'indirizzo e-mail casting@tam-tam-tam.org.
Per consentire un percorso formativo efficace e garantire l'accesso alle strumentazioni e alle attività didattiche, tutti i corsi di «Tam Tam» saranno, infatti, a numero programmato. La partecipazione, libera e gratuita, non sarà vincolata al possesso di requisiti specifici di titolo di studio né età (fatto salvo il requisito di essere maggiorenni).
Per l'ammissione è previsto un colloquio propedeutico di idoneità denominato «D-Factor», che si terrà presso la Triennale di Milano in data in via di definizione. Il candidato dovrà per l'occasione portare con sé un oggetto autonomamente progettato, restaurato o recuperato, e dovrà spiegare la propria relazione con esso. La commissione del test d’ammissione, composta dai fondatori dell’associazione «Tam Tam» (onlus fondata da Alessandro Guerriero, Margherita Sigillò, Giacomo Ghidelli e Cesare Castelli) e da una selezione di docenti e tutor della scuola, valuterà in base al racconto dell'aspirante studente la propria idoneità alla frequentazione dei corsi.
Le attività si svolgeranno in orario serale (dalle 18.00 in avanti) e i workshop avranno una durata variabile, in base al progetto formativo elaborato dai rispettivi docenti. «Un giorno, una settimana, un mese, o un intervallo temporale più lungo -spiegano gli organizzatori- potranno, di volta in volta, occupare gli studenti, in un ciclo discontinuo che si articolerà durante tutto l’anno».
Le lezioni si terranno, principalmente, presso l’aula 83 di Naba - Nuova Accademia di Belle Arti Milano (sita in via Darwin, 20), ma potranno avere luogo anche in numerose altre strutture, quali teatri, locali o università milanesi che abbiano piacere di accogliere, a titolo gratuito, corsi o lezioni di «Tam Tam».
E', infatti, la filosofia del dono la cifra stilistica di questa nuova scuola milanese, «senza struttura, gerarchia né ruoli», che avrà trai propri insegnanti anche Maurizio Cattelan, Giacinto di Pietrantonio, Beppe Finessi, Alessandro Mendini, Francesca Alfano Miglietti, Mauro Panzeri e Antonio Riello.
«Il tempo, le idee, il vissuto biografico, affettivo ed estetico di ciascuno – spiegano gli organizzatori- saranno così per tutti, docenti e studenti, un regalo da condividere, spendere e ricambiare, in un percorso ciclico di scoperta, un gioco poetico ed utopico sotto il segno dello stupore».
«Chi supererà la selezione avrà accesso – raccontano ancora gli ideatori di «Tam Tam»- alla didattica e si impegnerà a ricambiare la gratuità del dono di questa esperienza dedicando alcune ore ad una delle associazioni senza fine di lucro che la scuola vorrà suggerire. Tempo in cambio del tempo, energie mentali in cambio di nuovi stimoli, in un processo ciclico di scambio ed arricchimento che si sviluppa sotto varie forme ed invita i suoi protagonisti a vivere, anziché imparare a vivere».
Tra i corsi già programmati ci saranno quello, curioso e provocatorio, di Tony Cavadini sulla «pratica del non fare», quello di Johnny Dall'Orto sulla costruzione di un labirinto, e, ancora, quello di Francesca Grazzini sulla trasformazione dei rifiuti in oggetti d'arte. Mentre le Bubbluedesign terranno un corso sulla cultura del cibo, durante il quale nel quali si cercheranno delle relazioni tra il foodscape e il landscape della città di Milano. Alcuni esempi? «Il Duomo fatto di spaghetti numero 5, il Castello sforzesco ricreato con il risotto alla milanese, Il parco Lambro con i broccoli verdi», idee per una città nuova e dal gusto inedito.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Alessandro Mendini, uno dei fondatori di «Tam Tam»; [fig. 2] Maurizio Cattelan, uno dei docenti di «Tam Tam»; [fig. 3]  Le Bubbluedesign, tra i docenti di  «Tam Tam»

Informazioni 
«Tam- Tam», scuola di design, arte e comunicazione. Informazioni: info@tam-tam-tam.org. Blog: http://tamtamtamblog.wordpress.com/. FB: www.facebook.com/#!/pages/Tam-Tam/330274890392083. Sito Web: www.tam-tam-tam.org. Iscrizioni aperte fino al 31 dicembre 2012 all'indirizzo e-mail casting@tam-tam-tam.org.

venerdì 9 novembre 2012

Da Ron Arad a Josean Alija, il meglio dell’arte e della cucina mondiale a Pechino grazie a illycaffè

Una grande spirale di tazzine accoglierà, ancora per un mese, i visitatori del Parkview Green FangCaoDi, uno degli edifici più green della Cina, al cui interno si trova, tra l’altro, una collezione di capolavori scultorei di Salvador Dalì. L’opera, intitolata «Chandelier», è il simbolo della Galleria Illy Pechino, lo spazio temporaneo ed itinerante della triestina illycaffè, che ha già toccato altre città di avanguardia e di fermento creativo come New York, Milano, Trieste, Istanbul, Berlino e Londra.
Sessantasei tazzine fra le oltre trecento della collezione, ciascuna del peso di 6 chili, compongono il lavoro: una struttura di dimensioni imponenti, formato da cinque cerchi del peso complessivo di 2 tonnellate, con un diametro di 8 metri e un’altezza di 5,2.
Lo «Chandelier», posto nella hall del Parkview Green FangCaoDi, è, dunque, l’installazione scelta per accogliere il pubblico nel salotto culturale di illycaffè a Pechino, dove, nelle prossime settimane, sarà possibile assaporare un buon caffè, ma anche conoscere personaggi di fama internazionale attivi nei settore dell’arte e della letteratura, della scienza, del design e dell’enogastronomia.
Dopo Sebastião Salgado, che ha presentato un suo reportage fotografico realizzato nelle piantagioni di caffè in Cina (un lavoro, questo, tuttora visibile al Parkview Green FangCaoDi), e lo chef siciliano Pino Cuttaia, la galleria itinerante di illycaffè ospiterà un’altra stella della cucina internazionale: lo spagnolo Josean Alija, (10 novembre, ore 15.00), che parlerà del caffè e dei suoi utilizzi in cucina, descrivendo anche gli studi e le ricette nate dalla collaborazione con l’azienda triestina.
Toccherà, poi, all’arte mettersi in vetrina con più incontri. Il primo avrà per protagonisti l’artista cinese Fang Lijun, il critico d’arte contemporanea Lü Peng e Giuseppe Liverani, ideatore e fondatore della casa editrice Charta, che quest’anno festeggia i vent’anni di attività (17 novembre, ore 15). Salirà, quindi, sotto i riflettori Lin Tianmiao (18 novembre, ore 15), che, insieme con la curatrice Melissa Chiu, presenterà il libro «Bound Unbound», pubblicato dalla milanese Charta, in collaborazione con Asia Society New York. Toccherà, poi, a Liu Wei (1° dicembre, ore 15), uno dei più interessanti e attivi artisti cinesi. Mentre a chiudere il calendario sarà Ron Arad (2 dicembre, ore 15), uno dei massimi protagonisti internazionali del design contemporaneo, la cui presenza è resa possibile da una collaborazione con la ditta friulana Moroso.
L’enogastronomia troverà ampio spazio nel programma, non solo grazie agli incontri con due chef stellati del calibro di Josean Alija e Pino Cuttaia, ma anche grazie a degustazioni di prodotti, rappresentativi dell’eccellenza della produzione italiana. È il caso dei vini dell’azienda vinicola Mastrojanni, entrata a far parte di Gruppo illy nel 2008, alcuni dei quali come il celebre Brunello di Montalcino verranno presentati da Riccardo Illy (29 novembre, ore 19).
Ogni giorno si terranno, inoltre, corsi gratuiti di degustazione e preparazione del caffè, a cura dell’Università del caffè di Trieste.

Didascalie delle immagini
[figg. 1 e 2] Vista dell'opera «Chandelier» all'interno  del Parkview Green FangCaoDi di Pechino

Informazioni
Galleria Illy Pechino. Parkview Green FangCaoDi, No.9, DongDaQiao Rd., Chaoyang Dist., Beijing, China. Orari: ore 10.00-22.00.  Informazioni: Anna Adriani/Christine Pascolo, illycaffè, tel. 040.3890111. Sito Web:  www.illy.com. Fino al 2 dicembre 2012. 

giovedì 8 novembre 2012

«Dimmi dove ti nascondi», quando la danza racconta la crisi

Per quanto tempo una catastrofe rimane viva nell’immaginario collettivo? In che misura e come può modificare credenze, abitudini, rapporti sociali, stili di vita? Sono queste due domande a fare da filo rosso a «Dimmi dove ti nascondi», ultima produzione della compagnia toscana «Motus», che, nella serata di sabato 17 novembre (alle ore 21.15), debutterà al teatro dei Rinnovati di Siena.
Lo spettacolo, per la coreografia di Simona Cieri e con il soggetto di Rosanna Cieri, vedrà salire sul palco Veronica Abate, Martina Agricoli, Andrè Alma, Maurizio Cannalire e Simona Gori, cinque talentuosi ballerini impegnati a spiegare come crisi e disastri possano trasformarsi in un mezzo di riscatto, in un’importante opportunità di miglioramento.
Il lavoro -realizzato con il sostegno della Regione Toscana e del Comune di Siena, in collaborazione con la Fondazione Toscana Spettacolo- tradurrà, dunque, in danza tutta la drammaticità e la suggestione della parola «crisi» che, in cinese, si scrive mettendo insieme l’ideogramma che indica «pericolo» con quello che indica «opportunità».
«Nell’era dell’immediatezza e della comunicazione globale, tutti i disastri che si affastellano l’uno sull’altro nei salotti delle nostre case creando una inquietante sensazione di precarietà e minaccia globale, possono così rappresentare – spiegano gli ideatori di «Dimmi dove ti nascondi»- non solo un evento terribile ma anche, paradossalmente, l’occasione per imparare dagli errori in modo da non ripeterli in futuro, conservando dentro di sé una sorta di memoria delle crisi».
«Quando si vivono esperienze così estreme come quelle di una catastrofe di vaste proporzioni, si squarcia all’improvviso il velo di protezione che ci salva dal pensare alla precarietà e alla finitezza umana -spiega Rosanna Cieri- tutti i punti di riferimento vacillano e le sicurezze crollano come i palazzi di via XX settembre all’Aquila. Di fronte alle catastrofi, al di là degli errori e delle negligenze umane, resta una parte che sfugge alle nostre possibilità di controllo, una parte di imprevisto e di contingenza, che ci pone davanti alla nostra vulnerabilità e che ridimensiona le idee di onnipotenza e di totale prevedibilità. Da questa nuova consapevolezza parte l’ispirazione per uno spettacolo che mette in scena tutti i volti della catastrofe». 


Didascalie delle foto
[figg. 1 e 2] Una scena di uno spettacolo della compagnia «Motus» 

Informazioni 
«Dimmi dove ti nascondi», con la compagnia «Motus». Teatro dei Rinnovati, piazza Il Campo – Siena. Sabato 17 novembre 2012, ore 21.15. Ingresso libero. Informazioni: Promozione Motus, Piazzetta Don Perucatti, 5 - Siena, tel. e fax 0577.286980.

martedì 2 ottobre 2012

«The Return», cinquant’anni di Beatles in scena a Lugano

John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr e George Harrison: in una parola i Beatles. Sono passati cinquant’anni da quando i «favolosi quattro» di Liverpool firmavano il loro primo contratto discografico ed usciva nei negozi il 45 giri «Love me do». Era il 5 ottobre 1962. Iniziava così un’avventura destinata a entrare nell’Olimpo della musica con canzoni come «Yesterday», «Michelle», «Ob-la-di, Ob-la-da», «Let It Be».
Per festeggiare quella che, con il suo oltre un milione di dischi venduti, è considerata una delle più grandi leggende del rock mondiale è stato ideato il concerto-spettacolo «Beatles – The Return», che andrà in scena in esclusiva europea a Lugano, al Palazzo dei Congressi, in apertura della programmazione 2012/2013 della stagione «Luganoinscena».
L’appuntamento è per sabato 13 ottobre, alle 20.30, quando Richard Stelling, Shane Landers, Michael Fulop e Adam Thurston, capelli a caschetto e completo nero stile Beatles, saliranno sul palco per ricreare il divertimento, l’energia e l’entusiasmo della cultura pop nata dalla cosiddetta ‘Beatlemania’.
Dopo esibizioni in tutto il mondo, incluso il Cavern di Liverpool e gli Abbey Road Studios di Londra, e nell’ambito di una tournèe internazionale che si protrarrà fino al prossimo maggio, la band americana «The Return» -«la più vicina agli originali!», secondo la definizione del presidente degli Hard Rock Café- renderà il pubblico protagonista di un evento coinvolgente e appassionante: un viaggio in note alla scoperta o alla riscoperta del gruppo rock britannico, che ha cambiato la musica e il nostro modo di vivere e che ha costituito la colonna musicale e il punto di riferimento per intere generazioni.
Dalla musica alle voci, dalle movenze al look, «Beatles – The Return» sarà la copia esatta dei concerti dei «favolosi quattro», le cui canzoni sono, oggi, considerate dei ‘classici’ e sono oggetto di arrangiamenti e riscritture negli ambiti più diversi, come dimostra anche il recente omaggio Lennon-McCartney reso dalla prestigiosa Royal Philarmonic Orchestra.
Da «Help» ad «I Want to Hold your Hand», passando per «A Hard Day’s Night», «Ticket to Ride», «Can’t Buy Me Love» e non solo: la prima parte dello spettacolo sarà un omaggio ai brani più famosi degli esordi. Mentre la seconda proporrà pezzi composti dopo il ritiro dalle scene e mai suonati dal vivo come «Sgt. Peppers», «Hello Goodbye», «Penny Lane», «Here Comes the Sun», «Come Together». Si tratta di canzoni che per l’originalità delle invenzioni melodiche e strumentali hanno aperto nuove vie alla musica pop-rock, proponendo contaminazioni con la world music (con la musica indiana, per esempio, che proprio grazie a Beatles conosce una diffusione planetaria), la musica sinfonica, l’elettronica.
Un debutto, dunque, in grande stile per la sezione «Musicalmente» di «Luganoinscena», che, durante l'anno, delizierà il pubblico con eventi come «Piano Twelve», un concerto da Mozart a Sting con un’orchestra di dodici pianoforti a coda, o come «Afro-Blues», performance del grande musicista africano Baba Sissoko, o come ancora l'esibizione di Emir Kosturica e della sua «No Smoking Orchestra» e una curiosa rivisitazione del «Don Giovanni» di Mozart.

Didascalie delle immagini
[figg. 1, 2, 3] Immagini promozionali del  concerto-spettacolo «Beatles – The Return»

Informazioni utili 
«Beatles – The Return». Palazzo dei Congressi, piazza Indipendenza, 4 - Lugano (Svizzera). Ingresso:  da ChF 57,60 a ChF 35,20 (prezzi disponibili su TicketCorner.ch). Informazioni: Dicastero Attività culturali, viale S. Franscini, 9 - Lugano, tel. +41(0)58.8667280 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 16.00), Prevendita: www.luganoinscena.com, www.ticketcorner.ch o presso tutti i punti vendita Ticketcorner (Manor, La Posta, Stazioni FFS). Quando: sabato 13 ottobre 2012, ore 20.30.