ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 5 giugno 2013

«Darbar», viaggio in Oriente con il Mao di Torino

E’ un’occasione per conoscere le tradizioni di Paesi come l’Indonesia, il Giappone, la Turchia e l’India quella che propone «Darbar. Luci da Oriente», rassegna promossa dal Mao – Museo d’arte orientale di Torino durante l’estate. Per il quarto anno consecutivo, la realtà di via San Domenico, afferente alla rete della Fondazione Torino Musei, aprirà le porte a concerti, conferenze, proiezioni di film e documentari, attività per le famiglie.
«Darbar», termine che indica il luogo deputato agli eventi artistici negli antichi palazzi dei Mahārāja, si propone, nello specifico, come un ponte culturale tra Oriente ed Occidente, presentando al pubblico civiltà millenarie, poco conosciute anche se già presenti nella prospettiva quotidiana della nostra società multi-culturale, attraverso focus settimanali dedicati alle aree geografiche rappresentate nelle gallerie del museo.
Una parte importante del programma, che prevede anche percorsi tematici tra le collezioni del Mao, è destinata alla musica con appuntamenti dedicati a strumenti poco conosciuti, come quelli presenti nell’orchestra del gamelan, o ad artisti espressione della cultura popolare del proprio Paese, come Naziha Azzouz (Algeria), il duo formato da Mieko Miyake e Suizan Lagrost (Giappone) e il Dem Trio (Turchia).
A inaugurare l’iniziativa, in programma da venerdì 7 giugno a sabato 20 luglio, sarà il Southbank Gamelan Players, l’ensemble in residence del Southbank Centre di Londra, che proporrà tre concerti (venerdì 7 giugno, ore 18 e 21; sabato 8 giugno, ore 21) con un repertorio di brani classici dell’Isola di Giava nelle scale slendro e pelog, oltre a due workshop per bambini e famiglie, rispettivamente intitolati «Io suono il gamelan» (sabato 8 giugno, ore 15) e «La magia del gamelan» (sabato 8 giugno, ore 16).
L’omaggio all’Indonesia proseguirà con un percorso tematico all’interno del Mao: «L’arabesco. Ritmo e geometria nell’arte islamica» (giovedì 13 giugno, ore 18.00), durante il quale verranno evidenziati gli elementi essenziali, il significato e l’origine del linguaggio artistico nei Paesi islamici. Sarà, quindi, la volta della conferenza «Oriente effimero. Il Cairo ricostruito e l’Oriente evocato nelle esposizioni orientali» (giovedì 13 giugno, ore 21), che vedrà in cattedra Sherif El Sebaie, docente del corso extra-curriculare di lingua araba, civiltà e arti dell'Islam tenuto presso il Politecnico di Torino. All’arte islamica sarà dedicato anche un percorso tematico con degustazione di tè (sabato 15 giugno, ore 16), bevanda che accompagna diversi momenti della vita quotidiana, dalle trattative commerciali alle riunioni conviviali, nei Paesi musulmani, in una vastissima area geografica che si estende dal Marocco al Pakistan.
«Darbar. Luci da Oriente» guarderà, poi, alla Cina con tre appuntamenti: la proiezione del film «Lanterne rosse» di Zhang Yimou (sabato 22 giugno, ore 15-18), una visita guidata sull’importanza della musica nella storia della cultura cinese (venerdì 21 giugno, ore 18) e un concerto di Deng Yuan (venerdì 21 giugno, ore 21), artista oggi residente in Italia che ha approfondito lo studio dello zheng (noto anche come guzheng), strumento musicale della famiglia delle cetre utilizzato, originariamente, dalle orchestre che suonavano alla corte orientale cinese, il cui uso solistico, che ha condotto a tecniche di esecuzione più complessa e a un ampliamento del repertorio, risale al XIX secolo.
La rassegna torinese volgerà, quindi, l’attenzione al nord Africa con un aperitivo a cura di Hafa Cafè (giovedì 27 giugno,ore 19.30), un concerto di musica algerina con Naziha Azzouz e Adel Salameh (giovedì 27 giugno, ore 21), la proiezione del documentario «El gusto» di Safinez Bousbia (sabato 29 giugno, ore 15-18) e una conferenza del sociologo Khaled Fouad Allam (giovedì 27 gennaio, ore 18), docente universitario di islamistica negli atenei di Trieste ed Urbino, nonché editorialista dei quotidiani «La Repubblica» e «La Stampa».
Dal nord Africa ci si sposterà in Giappone. Chiara Bottelli proporrà la conferenza «Bigaku. Imparare la bellezza» (giovedì 4 luglio, ore 18). Massimo Bandera approfondirà l’arte del bonsai (sabato 6 luglio, ore 16). Mieko Miyazaki e Suizan Lagrost animeranno un concerto di musica tradizionale giapponese (giovedì 4 luglio, ore 21), che fonderà i suoni di due strumenti tipici quali lo shakuhachi e il koto.
I tre appuntamenti offriranno l’occasione anche per vedere le nuove opere giapponesi in mostra al Mao: nove frammenti di emakimono esposti per la prima volta al pubblico. Si tratta dei tradizionali «rotoli di pittura» in formato orizzontale, la cui fruizione avviene gradualmente, in un processo di srotolamento da destra a sinistra, con una successione quasi filmica delle immagini nella loro composizione o della storia narrata nel suo svolgimento.
Le opere selezionate forniscono un’interessante panoramica sulla produzione degli emakimono nel medio e tardo periodo Edo (1603-1868); tra questi spicca il frammento di una scena di battaglia che fa riferimento alle gesta del famoso condottiero Minamoto no Yoshitsune (1159-1189) e riconducibile alla prima metà del XVIII secolo.
A chiudere la rassegna saranno due focus su Turchia e India. Il primo prevede la proiezione del lungometraggio «Yol» di Yilmaz Günei (sabato 13 luglio, ore 15-18) e la conferenza «Dall’impero ottomano alla Turchia contemporanea, da ‘Malato d’Oriente’ a ‘Tigre del Mediterraneo’» del giovane storico e politologo Marco Demichelis (giovedì 11 luglio, ore 18), oltre a un concerto di musica turca del Dem Trio (giovedì 11 luglio, ore 21), formato dai virtuosi Murat Salim Tokaç (tanbur e ney), Cenk Güray (bağlama) e Derya Türkan (kemençe). La cultura indiana verrà, invece, approfondita attraverso un percorso tematico nella galleria dell’Asia orientale (giovedì 18 luglio, ore 18) sulle tracce delle molteplici figure divine dell’induismo, quali Ganeśa ( il dio dalla testa di elefante), Viṣnu, Śiva e la sua consorte Pārvatī, ma anche da un concerto di Riccardo Battaglia e Federico Sanesi (giovedì 18 luglio, ore 21) e dalla proiezione del video «Ru-Ba- Ru» (sabato 20 luglio, ore 15-18).
Un programma, dunque, ricco e articolato quello del Mao – Museo d’arte orientale di Torino per viaggiare tra India, Giappone e Turchia senza lasciare l’Italia.

Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Il Southbank Gamelan Players, l’ensemble in residence del Southbank Centre di Londra, che giovedì 7 giugno 2013 inaugurerà la quarta edizione di «Darbar. Luci da Oriente»; [fig. 2] Deng Yuan, artista protagonista del concerto in programma venerdì 21 giugno 2013; [fig. 3] Federico Sanesi sarà, con Riccardo Battaglia, protagonista del concerto di musica indiana in programma giovedì 18 luglio 2013; [fig. 4] Un reperto esposto nella galleria dei Paesi islamici del Mao -Museo d'arte orientale di Torino; [fig. 5] Un reperto esposto nella galleria giapponese del Mao -Museo d'arte orientale di Torino 

Informazioni utili 
«Darbar. Luci da Oriente». Mao - Museo d’arte orientale, via San Domenico, 11 - Torino. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-18.00; chiuso il lunedì. Ingresso al museo: intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito fino a 18 anni. Ingresso alla rassegna: tutte le attività della rassegna «Darbar» sono ad ingresso gratuito fino a esaurimento posti disponibili; potranno essere ritirati due tagliandi a persona a partire da mezz’ora prima dell’inizio delle attività; l’organizzazione non risponde di eventuali code formatesi prima dell’orario concordato. Informazioni e prenotazioni: tel. 011.4436927. sito web: www.maotorino.it. Da venerdì 7 giugno a sabato 20 luglio 2013.

martedì 4 giugno 2013

Geometrie solari per l’estate di Rimini. Marco Neri firma il manifesto 2013

E’ il linguaggio geometrico ed essenziale di Marco Neri (Forlì, 1968) a caratterizzare le due immagini che la città di Rimini ha scelto per i manifesti e i materiali turistici della sua prossima stagione estiva.
Dopo la pittura seducente di Milo Manara, il disegno pop di Jovanotti, il richiamo tribale di Pablo Echaurenn, il gioco di parole di Alessandro Bergonzoni e i lavori di Francesca Ghermandi e Francesco Bocchini, la lunga storia dell’affiche balneare (iniziata negli anni Venti del XX secolo, interrottasi nel secondo Dopoguerra e ripresa nel 2000), si arricchisce, dunque, dei giochi di linee orizzontali e verticali delle opere «La casa delle bandiere» e «Occhio».
Il primo lavoro, scelto per il manifesto, rappresenta un edificio dall’architettura razionalista, sul quale sventolano i colori dell’Italia, della Svizzera, della Germania, della Grecia e non solo. L’opera, dipinta nel 1992, è figlia dell’installazione «Quadro mondiale», una distesa di centonovantadue bandiere per la facciata del Padiglione Italia ai Giardini della Biennale di Venezia, con la quale l’artista romagnolo, da oltre vent’anni residente a Torriana, partecipò nel 2001 all'indimenticabile mostra-evento «Platea dell’umanità», a cura di Harald Szeeman.
Il paesaggio cosmopolita, astratto e reale nello stesso tempo, dell’immagine di Marco Neri –racconta Massimo Pulini, assessore alla cultura del Comune di Rimini, ma anche artista e docente di pittura all’Accademia di Belle arti di Bologna- «ha l'atmosfera aperta e festosa di un villaggio olimpico. Uno sguardo nitido e meridiano fa stagliare un ‘Gran Pavese’ di bandiere su una prospettiva di palazzi che sfidano l'essenzialità del gioco e la forza del simbolo. In ogni vessillo il colore ha il carattere di un distillato storico, ogni campitura è ideogramma di una parte del mondo. Nella puntuale tarsia delle forme con la quale è costruita l'opera emerge una visione limpida e serena, condensata ma quasi senza peso: la pittura stessa sembra essersi concessa una vacanza estiva, alleggerita dalla zavorra dei dettagli e dal rovello dei pensieri».
Per le cartelline e le borse, è stata, invece, scelto l’opera «Occhio», realizzata nel 2009: «un'immagine –prosegue l’assessore Pulini- da titoli di coda o di prologo: stenografia contemporanea di un paesaggio costiero, in cui l'apparizione in lontananza diviene annuncio silente e monocromo di quel che sarà la giostra di luci e suoni». Il soggetto ritratto nel lavoro, che entrerà a far parte della collezione permanente del Museo civico di Rimini, è la visione trasognata di una ruota panoramica, immersa in una velatura atmosferica resa dalla tempera su carta.
Marco Neri, docente di pittura all'Accademia di Belle arti di Ravenna e artista che ha in curriculum mostre in spazi espositivi quali il Rupertinum Museum di Salisburgo, il Museion di Bolzano e il Pecci di Prato, ha presentato al Comune di Rimini anche una terza immagine rimasta fuori dalla comunicazione istituzionale, ma resa pubblica in conferenza stampa per far meglio comprendere il ventaglio interpretativo dispiegato dall'autore per raccontare Rimini a turisti e cittadini: un’essenziale darsena notturna, dipinta quasi in un alfabeto Morse che riduce in forma binaria le luci e i colori.
Visioni differenti e complementari restituiscono, dunque, il volto di una cittadina di mare tra le più amate dai vacanzieri, sinonimo nell'immaginario collettivo di divertimento, relax, vita notturna, prezzi bassi e buona accoglienza.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Manifesto per Rimini 2013, firmato da Marco Neri; [fig.2 e 3] Una scena della conferenza stampa di presentazione del manifesto balneare per l’estate 2013 di Rimini, alla quale hanno partecipato il sindaco Andrea Gnassi, l'assessore Massimo Pulini e l'artista Marco Neri 
[Le foto sono state messe a disposizione dall'Ufficio stampa dell'ufficio Turismo del Comune di Rimini]

Per saperne di più 
Balnea - Museo virtuale dei bagni di mare e del turismo balneare
Una sirena per il manifesto di Rimini 2010
Bergonzoni firma l’estate 2009 di Rimini

lunedì 3 giugno 2013

«Lightbox», vetri d’artista per il progetto veneziano «Le stanze del vetro»

Si chiama «Lightbox» la nuova iniziativa del progetto culturale «Le stanze del vetro», ideato da Pentagram Stiftung e dalla Fondazione Giorgio Cini con lo scopo di studiare e valorizzare l’arte vetraria veneziana.
Nei giorni frenetici della vernice per la cinquantacinquesima edizione della Biennale, lo spazio sull’isola di San Giorgio Maggiore ha, infatti, inaugurato un vero e proprio spazio espositivo in miniatura all’interno del quale ciascun artista sarà libero di realizzare un’installazione personale come se fosse all’interno di una stanza di museo, avendo anche la possibilità di modificare a suo piacimento l’illuminazione, i piani dell’esposizione e la cromatura delle pareti interne.
Le opere presentate all’interno di queste piccole stanze nelle stanze saranno firmate, numerate e destinate alla vendita, contribuendo, sul modello dell’esperienza della Serpentine Gallery di Londra, al sostegno delle iniziative culturali del progetto culturale «Le stanze del vetro».
I primi artisti ad aver accolto l’invito di «Lightbox», scatola luminosa che trae ispirazione dal lavoro di Joseph Cornell, sono Not Vital, Alessandro Diaz de Santillana e Lilli Doriguzzi, le cui opere sono già disponibili nel bookshop sull’Isola di San Giorgio Maggiore.
L’edizione d’artista di Not Vital è realizzata in vetro trasparente solido. La sua forma astratta è irregolare e ricorda una nave o il corno di un animale pieno fino all'orlo d’acqua. La forma è organica e allo stesso tempo non identificabile: informe e seducente. La natura tattile dell’oggetto che ne risulta, e le sue curve tondeggianti, sollecitano lo spettatore a desiderare di maneggiarlo, per sentirne il peso e la particolare densità del vetro senz’aria. L'opera è firmata dall'artista, che ha soffiato il proprio nome all’interno della canna, sigillando così l'invisibile e l'effimero nell’opera. Il gesto è contemporaneamente fisico e concettuale, mentre la modalità con cui l'artista sceglie di identificare se stesso e il concetto della creazione del mito si materializzano davanti a noi.
Alessandro Diaz de Santillana ha, invece, concepito «TLamp», una lampada da tavolo senza fili, perseguendo la stessa idea e finalità del disegno delle lampade a sospensione che illuminano le aree non espositive del progetto «Le stanze del vetro». L'artista, seguendo un principio che è alla base del suo disegnare oggetti d'uso, inserisce nello spazio delle presenze non invasive, che si mimetizzano con l’architettura mentre assolvono all’idea di essere degli oggetti ‘di servizio'. «TLamp» è una lampada da lettura, senza filo e a batterie ricaricabili, concepita per consentire al lettore e a chi la utilizza di poterla spostare sul piano di lavoro in tutta libertà. Il vetro è soffiato e lavorato alla mola a Murano da Simone Cenedese, mentre la parte illuminotecnica e i particolari in alluminio sono realizzati da Tecnikalumen a Marghera.
Lilli Doriguzzi presenta, invece, «Kaleidoscopio»,un'opera che parla della totale casualità e mutabilità dei rapporti, e dell’imprevedibilità degli eventi.Per la sua realizzazione, l'artista ha scelto murrine blu cobalto, elemento tipico della tradizione vetraria muranese, contenenti le lettere X e Y di colore bianco, accoppiate a formare gruppi di XX e XY, simboli della rappresentazione dei generi maschile e femminile. 

Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Not Vital, «Untitled», 2013. Vetro solido di Murano. Misure: dimensioni variabili. Tiratura: edizione di 30; [fig. 2] Alessandro Diaz de Santillana, «TLamp», 2013. Lampada da lettura a batteria ricaricabile. Vetro soffiato e inciso a Murano, alluminio, luce led, batterie ricaricabili. Misure: Cm H 33 x L 33 x ∅ 15.5. Tiratura: Illimitata. Disponibile in colore cristallo o tabacco; [fig. 3] Lilli Doriguzzi, «Kaleidoscopio», 2013. Ottone nichelato, lente ottica in vetro, specchio frontale in vetro, murrine opache in vetro. Misure: cm H 25 x ∅ 4. Tiratura: edizione di 50 

Informazioni utili 
 «Lightbox», un progetto de «Le stanze del vetro». Le Stanze del Vetro, Isola di San Giorgio Maggiore, 1 - Venezia, tel. 041.5229138 o info@lestanzvedelvetro.it. Sito internet: www.lestanzedelvetro.it

venerdì 31 maggio 2013

Approdo a Venezia per Artcurial: in mostra due video di Laurent Grasso

Una girandola di mostre, una turbinio di eventi collaterali, un carosello di feste e cocktail: Venezia si prepara ad indossare il suo vestito più glamour in vista della lunga vernice per la cinquantacinquesima edizione della Biennale. Dalla Collezione Peggy Guggenheim alla François Pinault Foundation, passando per i molti spazi espositivi dei Musei civici e per tanti altri suggestivi palazzi della città, la Laguna offrirà agli amanti dell’arte centinaia di occasioni di incontro e conoscenza.
Anche Artcurial Briest Poulain F. Tajan non si è lasciata sfuggire l’occasione di essere presente a Venezia con la propria attività. Proseguendo nell’impegno a sostegno delle arti e degli artisti del nostro tempo, la rinomata casa d’aste francese presenterà, nella splendida cornice di palazzo Nani Bernardo Lucheschi, dimora che si affaccia sul Canal Grande e che è ubicata accanto a Ca’ Rezzonico, il lavoro di Laurent Grasso (Mulhouse, 1972), premio Marcel Duchamp 2008.
L’esposizione, che rimarrà aperta gratuitamente solo per nelle giornate di venerdì 31 maggio e sabato 1° giugno, proporrà due opere video, «On Air» (2009) e «Uraniborg» (2012), e una selezione di dipinti. Nella prima opera, un falco dotato di una piccola telecamera ha filmato il deserto e i paesaggi lunari caratteristici degli Emirati Arabi Uniti, sorvolando luoghi inaccessibili e misteriosi. L’artista ha così trasformato un arcaico metodo di caccia in uno strumento di spionaggio, come i moderni droni militari impiegati nelle zone di conflitto.
L’altro lavoro opera come un documentario dell’invisibile e dà vita al castello in cui l’astronomo Tycho Brahe trascorse vent’anni della propria vita, studiando e analizzando la configurazione delle stelle e dei moti planetari. Il video permette così di far rivive «Uraniborg», detto anche «Palazzo di Urania» (dal nome dalla musa dell'astronomia), un edificio edificato nel 1576 sull'isola di Ven, tra la Danimarca e la Svezia, con il finanziamento di re Federico II.
Il Costruito prima dell'invenzione del telescopio astronomico, il castello-osservatorio dotato di numerose apparecchiature per l’osservazione astronomica, ha aperto la strada a molti progressi per la conoscenza dell’universo. Una voce fuori campo esplora la linea confine con il visibile e crea collegamenti tra l'architettura e il concetto di apparato espositivo.
L’evento Artcurial è realizzato con il sostegno della galleria Valentin di Parigi e dell’Adiaf (Associazione per la diffusione internazionale dell’arte francese), con la quale la casa d’aste collabora da anni per promuovere l’arte contemporanea francese all'estero.

Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Vista di Palazzo Nani Bernardo Lucheschi San Barnaba a Venezia; [fig. 2 e 3] Laurent Grasso, «Uraniborg», 2012, Neon, transformer 15 x 65 cm, Collezione dell'artista. Photo: Romain Darnaud, © Laurent Grasso 

Informazioni utili 
 Artcurial presenta Laurent Grasso, vincitore del premio Marcel Duchamp 2008. Palazzo Nani Bernardo Lucheschi San Barnaba, calle Bernardo 3197 - Venezia. Orari: venerdì 31 maggio e Sabato 1 giugno 2013, ore14.00-19.00. Ingresso libero. Informazioni: Artcurial in Italia, tel. 02.49763649. Da giovedì 30 maggio a sabato 1° giugno 2013.

giovedì 30 maggio 2013

«Palazzo enciclopedico», il catalogo dell’immaginario è alla Biennale di Venezia

È il «Liber novus» o «Libro rosso» di Carl Gustav Jung, una sorta di manoscritto miniato dalle forme visionarie e dai colori sfolgoranti, mai esposto prima d’ora in Italia, ad aprire il percorso espositivo della cinquantacinquesima edizione dell’Esposizione internazionale d’arte di Venezia. Nel vestibolo del Padiglione centrale ai Giardini, dove è stata recentemente restaurata la cupola liberty con il ciclo pittorico «La civiltà nuova» di Galileo Chini, otto spicchi nei toni blu cobalto, oro e rosso accesso immaginati per la Biennale del 1909 e coperti nel 1928 da una struttura realizzata da Giò Ponti, il libro disegnato dal padre della psicanalisi nell’arco di sedici anni (a partire dal 1913) per documentare le sue fantasie e allucinazioni funziona come dichiarazione poetica della grande «mostra-ricerca» ideata dal quarantenne Massimiliano Gioni, il più giovane direttore mai stato in carica, con l’intento di raccontare il desiderio di sapere connaturato alla natura umana, i sistemi usati per organizzare la conoscenza, il potere trasformativo della fantasia, del sogno e dell’immaginazione.
Più di centocinquanta artisti, provenienti da trentotto Paesi, molti dei quali outsider, ovvero operanti fuori dal sistema rappresentato dalla triade critica, musei e gallerie, e quasi cinquemila opere, tra lavori del passato e altri ideati per l’occasione, compongono il percorso espositivo della rassegna denominata «Palazzo enciclopedico», che ha come immagine guida una testa di profilo dalla quale si irradiano cerchi e frecce centrifughe quasi a dirci che il desiderio di conoscenza e correlato al bisogno di comunicazione.
Il titolo della mostra deriva dall’idea utopistica dell’italo-americano Marino Auriti, un operaio abruzzese trasferitosi in Pennsylvania dopo l’ascesa al potere dei fascisti che, nel 1955, depositò all’ufficio brevetti statunitense il suo progetto di un museo immaginario di centotrentasei piani e settecento metri di altezza, che avrebbe dovuto occupare più di sedici isolati della città di Washington e nel quale sarebbe stato classificato tutto il sapere dell’umanità: dalla ruota al satellite, dai più antichi manufatti all’avanguardia artistica.
L’impresa di Marino Auriti rimase naturalmente incompiuta, ma il modellino del suo «Palazzo enciclopedico del mondo» -fatto di legno, ottone e plastica, con finestre in miniatura di celluloide, colonnine disegnate a mano e minuscole balaustre ricavate da pettini- campeggia all’inizio dell’Arsenale, i cui spazi sono stati ridisegnati per l’occasione dall’architetto Annabelle Selldord con l’intento di creare una sequenza di wunderkammer di ispirazione cinque-seicentesca.
In questo allestimento ordinato e pulito, dal sapore quasi museale, bisogna perdersi e lasciarsi trasportare dalla curiosità. Si ritrovano così davanti agli occhi del visitatore le ottanta sculture umanoidi di Paweł Althamer per l’installazione «Venetians», le illustrazione in bianco e nero di R. Crumb per il libro della «Genesi», il video «Vinci» di Yuri Ancarani dedicato alla chirurgia robotica di alta precisione, gli arazzi realizzati dal brasiliano Arthur Bispo do Rosàrio in manicomio, i disegni del senegalese Papa Ibra Tall e, ancora, le fotografie naturalistiche di Eliot Porter, la grande sfera luminosa di Otto Piene, le piccole sculture in creta con cui l’artista giapponese Shinichi Sawada, affetto da una grave forma di autismo, comunica con il mondo.
Sempre all’Arsenale l’americana Cindy Sherman, celebre per autofotografarsi con vari travestimenti, porta il suo museo personale, nel quale sono allineati oltre duecento opere di una trentina di artisti. «Bambole, pupazzi, manichini e idoli –racconta Massimiliano Gioni- si mescolano a collezioni di fotografie, dipinti, sculture, decorazioni religiose e tele disegnate dai carcerati che insieme compongono un teatro anatomico nel quale sperimentare e riflettere sul ruolo che le immagini hanno nella rappresentazione e percezione di sé». Ecco così i ritratti con bottoni e passamaneria di Enrico Baj incontrare gli ex voto del Santuario di Romituzzo, le bandiere vudù haitiane dialogare con i disegni di Carol Rama, ma in mostra ci sono anche la scultura di una donna in tailleur blu firmata da Charles Ray, una ricca collezione di fotografie con famigliole anni Venti e ambienti domestici, gli uccelli di carta di James Castle, l’infante con uno scarabeo sull’occhio di Rosemarie Trockel e molto altro ancora.
Nel Padiglione centrale ai Giardini si possono, invece, vedere gli oli di Hilma af Klint, occultista svedese del gruppo «Le cinque» in contatto con entità ultraterrene, i disegni della svizzera Emma Kunz concepiti come un inedito rituale di guarigione per i suoi pazienti, le grandi lavagne disegnate dal pedagogo Rudolf Steiner, le raccolte di pietre dello scrittore francese Roger Callois e, ancora, le piccole ceramiche di Ron Nagle, le cartografie dell’universo del minatore francese Augustin Lesage,l’insolita collezione di bambole di Marton Bartlett, i tarocchi realizzati dal mago inglese Aleister Crowley e i disegni divinatori della comunità Shaker.
 Ma che cosa ci racconta in sintesi questa Biennale? Per rispondere potremmo prendere a prestito la frase di uno dei protagonisti del video «Blindly» di Artur Żmijewski, artista conosciuto per le sue opere sulla memoria dell’Olocausto, che ha filmato un gruppo di ciechi mentre disegnavano e poi ha chiesto loro che cosa avessero rappresentato: «It’s a landscape from my head», «è un paesaggio che c’è nella mia testa».

Didascalie delle immagini 
[Fog. 1] Carl Gustav Jung , «The Red Book» [page 655], 1915-1959. Paper, ink, tempera, gold paint, red leather binding, 40 x 31 x 10cm. © 2009 Foundation of the Works of C.G. Jung, Zürich. First published by W.W. Norton & Co., New York, 2009 [fig. 2] Marino Auriti con il suo Palazzo enciclopedico. Photographer unidentified, c. 1950s. Collezione American Folk Art Museum, New York; [fig. 3] Rudolf Steiner, Disegni alla lavagna, 1923. Gesso su carta nera, 102 x 153 x 3,8 cm. Courtesy Rudolf Steiner Archive, Dornach, Switzerland; [fig. 4] Paweł Althamer, Almech, Deutsche Guggenheim, Berlin, October 2011–January 2012. © Pawel Althamer. Commissioned by the Deutsche Bank in consultation with the Solomon R. Guggenheim Foundation for the Deutsche Guggenheim. Photo: Mathias Schormann

Informazioni utili 
«Il Palazzo Enciclopedico». 55° Esposizione internazionale d'arte. Giardini  e  Arsenale - Venezia. Orari: 10.00-18.00; chiuso il  lunedì, escluso il 3 giugno e il 18 novembre; ultimo ingresso, ore 17.45. Ingresso: intero Special 2 Days € 30,00, intero Regular € 25,00, ridotto € 22,00 o € 20,00, studenti/under 26 € 14,00, family formula € 50,00 (2 adulti + 2 under 14), gruppo adulti € 15,00 (minimo 10 persone), gruppo studenti scuole secondarie € 10,00, gruppi studenti universitari € 12,00, permanent pass € 80,00, permanent pass per studenti under 26 € 50,00; permanent pass Venezia e provincia € 50,00.  Catalogo ufficiale, catalogo breve e guida: Marsilio editore, Mestre. Informazioni: tel. 041.5218828. Sito internet: www.labiennale.org. Dal 1° giugno al 24 novembre 2013.