ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

venerdì 11 ottobre 2013

Dalle fotografie di Steve McCurry alle grandi architetture del Novecento: un autunno tutto da sfogliare

È ricco di interessati uscite editoriali l’autunno di Electa Mondadori. Tra i volumi più curiosi già in libreria va segnalato «Io sono un mito. I capolavori dell’arte che sono diventati icone del nostro tempo», scritto dalla giornalista Francesca Bonazzoli, firma del «Corriere della Sera», e da Michele Robecchi, direttore di una collana di monografie d’arte contemporanea per la Phaidon Press e insegnante alla Christie’s Education di Londra.
Due le domande che tessono la trama del libro, la cui prefazione è scritta da Maurizio Cattelan: perché alcune opere d’arte, come la «Gioconda» di Leonardo o «L’urlo» di Munch, sono conosciute in tutto il mondo? Per quale motivo immagini come «Le ninfee» di Monet o il «David» di Michelangelo sono diventate parte integrante del nostro panorama visivo quotidiano, comparendo su T-Shirt, tazze e grembiuli, ma anche in spot pubblicitari o in show televisivi come i «Simpson»? Francesca Bonazzoli e Michele Robecchi rispondono a questi quesiti spiegando, attraverso l’analisi di una trentina di capolavori, dal «Discobolo di Mirone» al «Figlio dell’uomo» di Magritte, come, quando e soprattutto perché un’opera d’arte riesce a trasformarsi in un’immagine dal successo planetario, impermeabile ai gusti, alle mode e al passare del tempo. Di pagina in pagina, sarà, inoltre, possibile scoprire curiosità e aneddoti legati ad alcuni capolavori artistici come la «Madonna Sistina» di Raffaello Sanzio, «La ragazza con l'orecchino di perla» di Johannes Vermeer, «I girasoli» di Vincent van Gogh o «Guernica» di Pablo Picasso.
Agli amanti dello scatto d’autore è, invece, dedicato il volume «Steve McCurry. Le storie dietro le fotografie», che ripercorre la carriera del celebre fotoreporter americano attraverso quattordici reportage realizzati in tutto il mondo. Dal Pakistan alla Cina, dall’India all’Afghanistan, dal Nepal all’Australia, dall’Indonesia al Bangladesh, fino allo Yemen o al Kuwait, il centro di ogni scatto è l’uomo radicato nel proprio contesto d’origine.
Ogni storia è illustrata con appunti, immagini e ricordi di Steve McCurry, ma anche con centoventi tavole fotografiche e materiali documentari, molti dei quali inediti, come articoli di giornale, mappe e lasciapassare per la stampa.
Le vicende raccontate abbracciano una vasta gamma di temi e soggetti, dagli effetti di un monsone (1984) agli eventi legati all’11 settembre (2001), dalle conseguenze ambientali della prima guerra del Golfo (1991) agli stili di vita della tribù hazara che vive in Afghanistan (2007).
Fotografia e storia si intrecciano anche nel volume «Nur. La luce nascosta dell’Afghanistan» (in uscita il prossimo 15 ottobre), frutto delle peregrinazioni e delle esplorazioni solitarie di Monika Bulaj, che, munita solo di una Leica e di un taccuino, è andata alla ricerca dell’anima di un popolo martoriato, devastato da anni di occupazione militare e di guerra.
Spostandosi a bordo di bus e taxi o a dorso di cavalli e yak, la fotografa polacca, da tempo residente a Trieste, ha vissuto a stretto contatto con gli abitanti di questi territori; ha diviso con loro cibo, sonno, fame, freddo, risa e paura. Sono nate così fotografiche che contraddicono molti cliché del mondo occidentale e che svelano un mondo inatteso e complesso sconosciuto alla maggior parte di noi: l’Afghanistan non è solo un Paese oscurantista, ma è anche una terra di poeti, culla del sufismo, di un Islam tollerante, che lascia spazio a una società dignitosa, rispettosa di riti e tradizioni, dove –racconta Monika Bulaj - «una straniera può essere accolta in una moschea e l’incantamento di chi arriva da lontano è vissuto come una benedizione».
Immancabile nelle librerie degli amanti delle costruzioni e dei progetti è, invece, «L’Atlante mondiale dell’architettura del XX secolo», che racchiude in un unico volume oltre settecentocinquanta edifici realizzati nel corso del Novecento.
Suddivisa nelle sei regioni del mondo (Oceania, Asia, Europa, Africa, Nord America e Sud America) e in tre differenti periodi (1900-1939, 1940-1973 e 1974-1999), la pubblicazione presenta le opere selezionate attraverso una mappa della regione in cui sono collocate, un breve testo descrittivo e un ricco apparato di immagini e disegni, tra cui planimetrie, sezioni e prospetti. Oltre ottocento le pagine e tremila le immagini che compongono l'opera, preziosa co-edizione di Electa e Phaidon, nata da lungo processo di ricerca e selezione che ha coinvolto un grande numero di specialisti di tutto il mondo, da storici a scrittori, da direttori di musei ad architetti.
Tra i volumi in preparazione meritano, infine, una segnalazione «La forma di Dio» e «Sparkling Italy», la cui uscita in libreria è prevista per novembre. Il primo libro, a cura di Cristina Uguccioni, racconta il rapporto tra fede cristiana e arte sacra attraverso dodici opere d’arte commentate da biblisti e storici dell’arte. Grazie alle parole di importanti esponenti di spicco del mondo religioso e culturale quali, tra gli altri, Bruno Maggioni, Carlo Maria Martini, Antonio Paolucci, Angelo Scola e Timothy Verdon sarà, dunque, possibile rivivere la genesi e la storia di opere d'arte come «L’Annunciazione» del Beato Angelico, l’«Ultima Cena» di Leonardo e il «Giudizio Universale» di Michelangelo.
Di tutt’altro genere «Sparkling Italy», che, attraverso gli scatti di Giò Martorana, racconterà la storia e l’immagine del vino spumante, uno dei prodotti d'eccellenza del made in Italy. Un’accurata selezione di bollicine italiane sullo sfondo di città e paesaggi simbolo del nostro Paese farà rivivere al lettore tutta la classe e lo stile del bel vivere italiano.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Copertina del volume «Io sono un mito. I capolavori dell’arte che sono diventati icone del nostro tempo» di Francesca Bonazzoli e Michele Robecchi (Electa Mondadori, 2013); [fig. 2] Copertina del libro «Steve McCurry. Le storie dietro le fotografie» (Electa Mondadori, 2013); [fig. 3] Monika Bulaj, Kabul, 2010. Uno scatto dal libro «Nur. La luce nascosta dell’Afghanistan» (Electa Mondadori, 2013)

Informazioni utili 
- Francesca Bonazzoli e Michele Robecchi, «Io sono un mito. I capolavori dell’arte che sono diventati icone del nostro tempo», Electa, Milano 2013. ISBN: 978883709349. Dati: pagine 144, illustrazioni 175, brossura con alette. Prezzo: € 19,90. 
- «Steve McCurry. Le storie dietro le fotografie». Electa-Phaidon, Milano- Londra 2013.ISBN: 978883709433. Dati: pagine 264, illustrazioni 320. Prezzo: € 59,00.
- Monika Bulaj, «Nur. La luce nascosta dell’Afghanistan». Electa, Milano 2013. Dati: pagine 256, illustrazione 163. Prezzo: € 39,00. Uscita prevista: 15 ottobre 2013. 
- AA.VV., «L’Atlante mondiale dell’architettura del XX secolo», Electa-Phaidon, Milano- Londra 2013. ISBN: 97883709350. Dati: pagine 824, illustrazioni 3000, formato 31 x 45 centimetri. Prezzo: € 175,00. 
- Cristina Uguccioni (a cura di), «La forma di Dio», Electa, Milano 2013. ISBN: 8837094892. Dati: pagine 184, illustrazioni 12. Prezzo: € 19.90. Uscita prevista: novembre 2013
- «Sparkling Italy» - Fotografie di Giò Martorana, Electa, Milano 2013. ISBN: 8837097204. Dati: pagine 176, illustrazioni 200. Prezzo: € 69,00. Uscita prevista: novembre 2013 

mercoledì 9 ottobre 2013

C’era una volta la réclame: a Gorizia una mostra sul fondo della ditta Passero-Chiesa

Grandi manifesti pubblicitari dai colori vivaci, bozzetti, tabelle di latta, pietre litografiche, volumi e tavole con vedute di varie città italiane: è una panoramica completa sulla produzione che lo Stabilimento litografico Passero-Chiesa di Udine realizzò tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento quello che va in scena nella mostra «Réclame», allestita presso le sale espositive della Cassa di Risparmio di Gorizia.
La rassegna, il cui allestimento è stato curato dallo Studio Montanari di Udine, ha visto al lavoro Annalia Delneri e Isabella Reale, conservatrici l’una alla Galleria Spazzapan di Gradisca d’Isonzo, l’altra al Museo civico di Pordenone.
Ne sono nate nove sezioni espositive, tese a ricostruire la vicenda della tipolitografia friulana, fondata nel 1871 da Enrico Passero e transitata nel 1908 a Giuseppe Chiesa e, poi, alla sua famiglia, la cui maggior parte della produzione pubblicitaria è stata acquisita, tra il 2005 e il 2007, dalla Fondazione Carigo.
La mostra, della quale rimarrà documentazione in un prezioso catalogo pubblicato dalla Edizione della Laguna di Mariano, ha il pregio di suggerire, tramite i materiali esposti, gli ambienti e le atmosfere del territorio friulano e giuliano, i costumi, le tendenze nazionali e internazionali di un’epoca che è stata ed è ancora sinonimo di eleganza e di stile.
Lungo il percorso, il visitatore può, inoltre, mettere a fuoco il lavoro di artisti quali Cesare Simonetti, Antonio Bauzon, Pietro Antonio Sencig, Luigi Spazzapan, Tullio Crali, Gino de Finetti, solo per citarne alcuni, e di abilissimi tipografi impegnati nella realizzazione di immagini fra realtà e immaginazione.
Di manifesto in manifesto, di bozzetto in bozzetto, emerge una storia aziendale di grande lungimiranza, quella di una delle ditte tipolitografiche più importanti del nord Italia, che iniziò la propria attività pubblicando volumi e tavole con vedute di Udine e di varie città italiane, e che, sul finire dell’Ottocento, seppe cambiare pelle allargando la propria sfera d’azione e passando alla stampa di locandine pubblicitarie, di affiche commerciali per marchi internazionali quali Sidol, Lodis, Singer, e di grandi manifesti illustrati per istituzioni e associazioni del territorio.
A emergere in maniera incontrastata nella mostra è, però, soprattutto la storia del costume di un’epoca raccontata attraverso l’evoluzione degli stili, dal predominio del Liberty alla sua trasformazione in linguaggi nuovi, elaborati sulla base del messaggio pubblicitario e del pubblico al quale si rivolgevano. Nasceva così un’estetica dei beni di consumo capace di influenzare i comportamenti dei consumatori, di stimolare la vita sociale, il tempo libero.
Tra i pezzi in esposizione ci sono i vivaci e spumeggianti manifesti per il circo Kludsky, le pubblicità per mete turistiche come Jesolo, Lignano, Tarvisio e la Carnia, i bozzetti di Antonio Bauzon per il «Biscotto umbro F.lli Paoli» e per l’«American Cordiale», opere chiaramente improntate al linguaggio elegante e raffinato di Metlicovitz e di Dudovich. Ma si trovano anche pubblicità che richiamano alla mente l’atmosfera di propaganda politica del Ventennio fascista come «Udine, lotteria del Balilla» (1936) di Mario Bernardinis e «Udine, Dopolavoro provinciale» (1932) di Giovanni Saccomanni.
Al centro del percorso espositivo è posta la sezione «L’arte di latta», a cura di Marino De Grassi, che espone alcune opere prodotte dalle Officine grafiche monfalconesi «E. Passero & C.», utili per completare la panoramica sulla produzione promozionale dell’epoca. Si tratta di tabelle pubblicitarie, di vari formati, impresse a colori su latta sbalzata, commissionate da numerose aziende nazionali, così come da grandi e piccole realtà di area giuliana e friulana.
Di grandissimo valore è, infine, la testimonianza diretta di Giuseppina Chiesa, ultima proprietaria dello stabilimento udinese, protagonista di una video-intervista realizzata per l’occasione dal Laboratorio Crea (Centro di ricerca ed elaborazione audiovisivi) dell'Università degli Studi di Udine, con sede a Gorizia. Attraverso le parole e le emozioni di questa donna tenace, che guidò la ditta udinese dal 1950 al 1991, rivivono i ricordi di una famiglia, di un’azienda e di un’epoca indimenticabile. Un’epoca da raccontare con l’intramontabile incipit del favola per bambini: «C’era una volta la réclame».

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Pietro Antonio Sencig, «Ditta & C Mercerie», anni Trenta (l'immagine è stata scelta per la campagna pubblicitaria della mostra «Réclame. Manifesti e bozzetti del primo ‘900 dal Fondo Passero-Chiesa»); [fig. 2] Insieme di scatole di antipasti e prodotti affini, 1922- ca 1934. Latta litografata. Collezione privata; [fig. 3] Anonimo, «Mostre della Carnia, Canal del Ferro e Val Canale», Tomezzo, 1925; [fig. 4] Giovanni Saccomani, «Udine, Dopolavoro Provinciale», 1932

Informazioni utili 
«Réclame. Manifesti e bozzetti del primo ‘900 dal Fondo Passero-Chiesa». Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, via Carducci, 2 - Gorizia. Orari: da martedì a venerdì,ore 16.00-19.00; sabato, domenica e festivi, ore 10.00-19.00. Ingresso libero. Catalogo:  Edizioni della Laguna. Informazioni: tel. 0481/537111. Sito web: www.mostre-fondazioecarigo.it. Fino al 20 ottobre 2013. 

lunedì 7 ottobre 2013

«Trekking urbano»: da Siena a Urbino, una giornata all’insegna del turismo lento

L’arte incontra lo sport. Succede con «Trekking urbano», decima giornata nazionale del turismo lento che si terrà giovedì 31 ottobre in trentaquattro città italiane, da nord a sud, isole comprese.
A promuovere l’iniziativa, grazie alla quale si possono conoscere angoli nascosti e segreti dei nostri centri storici, ma anche svolgere una moderata attività fisica all’aria aperta, è il Comune di Siena. Qui il trekking urbano è una forma di «turismo sostenibile e vagabonding» che si pratica tutto l’anno, con itinerari studiati da esperti grazie ai quali camminatori d’ogni età possono andare alla scoperta di panorami mozzafiato della via Francigena o di bellezze storico-artistiche come piazza del Campo e il Duomo, ma anche acquistare manufatti d’artigianato locale o assaggiare prodotti tipici come i ricciarelli e i salumi di cinta senese.
In occasione della decima edizione di «Trekking urbano», la città del palio promuove l’apertura straordinaria, per una decina di giorni (dal 25 ottobre al 3 novembre), delle «stanze segrete» della Biblioteca, dell’Archivio storico, del Museo dell’acqua, del teatro dei Rinnovati e della Sala delle Lupe di Palazzo pubblico. Per  l'occasione è stato studiato anche un nuovo itinerario, intitolato «Tempo zulu: camminare sulle pietre», grazie al quale i turisti-podisti potranno passeggiare alla scoperta dei dodici interventi urbani che artisti e intellettuali, italiani e stranieri, hanno realizzato sulle lastre di pietra serena che compongono la pavimentazione stradale cittadina. «Dai 'tulipani' di Porta Camollia alle spirali di Luca Pancrazzi, che girano in senso opposto in piazza del Duomo», il percorso studiato per Siena, della durata di due ore e trenta minuti, permette così di vedere il volto nuovo di una città dalla storia antica, secondo le linee guida di questa decima edizione dell’iniziativa intitolata «Trekking tra passato e futuro».
L’itinerario senese è solo uno dei tanti percorsi pubblicati sulla guida realizzata in occasione della manifestazione di giovedì 31 ottobre: un mondo, questo, per pubblicizzare un evento presente anche sui social network, da Facebook a Twitter, da Instagram a Pinterest.
Per il decennale -fanno sapere gli organizzatori- arriva anche il challenge fotografico su Instagram. Per partecipare basterà postare le foto di una delle passate edizioni o gli scatti di questa giornata nazionale con gli hashtag #trekkingurbano o #trekkingurbano2013. Tutte le immagini saranno protagoniste di una mostra virtuale e le cinque che otterranno più «Mi piace» diventeranno il «volto» della prossima edizione e saranno utilizzate nei manifesti.
Ma quali sono, nello specifico, gli itinerari proposti dalle singole città protagoniste di «Trekking urbano 2013»? Urbino invita, per esempio, i suoi cittadini e ospiti a compiere una passeggiata «Sulle tracce di Leonardo». Padova mostra il suo volto francescano, con un percorso tra la Basilica di Sant’Antonio e il centro storico. Ancona propone un itinerario sui luoghi che furono scenario della Seconda guerra mondiale, da piazza Cavour, a fianco del Municipio di epoca fascista, alla Caserma Villarey, che ricorda l’arrivo dei tedeschi e la cattura di migliaia di soldati italiani dopo l’8 settembre, per giungere in via Birarelli, al rifugio delle ex carceri, dove sono tuttora visibili le distruzioni causate dal bombardamento che interessò la città nella giornata del 1° novembre 1943. Mentre Cagliari conduce i turisti-podisti alla scoperta delle sue cavità sotterranee e del suo anfiteatro, il più importante tra gli edifici pubblici della Sardegna romana, costruito sfruttando una valletta naturale presente alle pendici meridionali del colle di Buon Cammino. A Savignano sul Rubicone verrà, invece, proposta una passeggiata sui luoghi dell’antica via Emilia, che farà tappa sul fiume Rubicone, dove ci sarà occasione per ricordare il passaggio di Cesare, e che si concluderà alla casa discografica del maestro Secondo Casadei, l’autore di «Romagna mia».

Tra grandi città come Bologna, Napoli, Palermo e centri più piccoli come Amelia, Cividale del Friuli, Faenza, Pistoia, Spoleto e Tarquinia, le proposte per questa decima edizione di «Trekking urbano» sono ancora molte e vale la pena scoprirle tutte, consultando il sito internet dedicato all’iniziativa: un’occasione per farsi coinvolgere dalla magia del «turismo a piedi», un´esperienza di viaggio unica, che coniuga la possibilità di fare sport con quella di immergersi nell´arte e nella natura, senza dimenticare di scoprire le tradizioni e le delizie eno-gastronomiche di un territorio.

Didascalie delle immagini
[Figg.1, 2 e 3] Immagini promozionali della decima edizione dell'iniziativa «Trekking urbano» [Si ringrazia l'Agenzia Freelance di Siena per le foto]

Informazioni utili
«Trekking urbano»: Italia, sedi varie. Quando: giovedì 31 ottobre 2013. Informazioni: Comune di Siena - Ufficio Turismo, tel. 0577.292128, turismo@comune.siena.it. Programma: www.youblisher.com/p/712911-Trekking-Urbano-2013/. Sito internet: www.trekkingurbano.info

venerdì 4 ottobre 2013

«Fotografia - Festival internazionale di Roma», un’indagine a 360° gradi sul concetto di assenza e sospensione

Compie dodici anni «Fotografia - Festival internazionale di Roma», rassegna diretta da Marco Delogu che avrà il proprio cuore pulsante al Macro, uno dei musei d’arte contemporanea della capitale, ma che coinvolgerà anche altre sedi cittadine come l’Accademia di Francia a Villa Medici, la Fondazione Pastificio Cerere e il Museo civico zoologico.
«Vacatio» è il tema scelto per questa nuova edizione della manifestazione, in programma dal 5 ottobre, che indagherà la sospensione e l’assenza in fotografia, per riflettere sull’atto di fotografare, sulla specificità della disciplina -anche in relazione alle nuove tecnologie-, sul concetto di sottrazione e sul confine tra la fotografia e le altre arti.
Accanto al curatore Marco Delogu ha lavorato alle linee guida del festival un comitato scientifico composto da Éric de Chassey, Tim Davis, Bartolomeo Pietromarchi e Guy Tillim. E questa collegialità di vedute è una delle novità della rassegna capitolina che, per il suo dodicesimo appuntamento con il pubblico, prolungherà anche il proprio usuale periodo di apertura, in linea con le linee strategiche del Macro che si propone di creare una vera e propria piattaforma per la valorizzazione e la promozione della fotografia contemporanea nei suoi diversi linguaggi.
Ricco il cartellone che coinvolgerà più spazi della sede museale di via Nizza, dalla sala Enel alla Project Room 1, dal V-tunnel al foyer, dall’auditorium alla sala cinema. I numeri di «Fotografia - Festival internazionale di Roma» parlano di circa duecento fotografi coinvolti, dell'esposizione di più di duemila fotografie e di oltre cento eventi tra mostre, lecture, book signing, concorsi, letture di portfolio e workshop.
Tra i protagonisti della rassegna, si segnalano Patrick Faigenbaum, nominato a giugno vincitore del prestigioso premio Henri Cartier Bresson, Adam Broomberg & Oliver Chanarin, fotografi che si sono aggiudicati l’ultima edizione del Deutsche Prize, Tim Davis, protagonista del nuovo progetto per Commissione Roma, gli italiani Paolo Pellegrin e Guido Guidi, ma anche critici quali Gerry Badger, Joshua Chuang, Sandra S. Phillips, Sujong Song e Francesco Zanot.
Non mancheranno durante le sette lecture previste nei primi tre giorni di apertura del festival (dal 4 al 6 ottobre) incontri con importanti protagonisti della scena internazionale come Michael Mack, Leo Rubinfien, Diane Dufour e Jeff Wall.
Sempre in occasione della vernice, il Macro ospiterà anche case editrici, editori indipendenti, autori di pubblicazioni self-published e librerie internazionali che si sono distinte in questi anni per l’elevata qualità delle produzioni nell’ambito dell’editoria fotografica, come Trolley Books, Chopped Liver Press, Danilo Montanari Editore, Documentary Platform, Loosestrife Editions, Monospace Press e Osservatorio fotografico.
Tra i progetti in cartellone al Macro meritano, infine, una citazione le mostre di Luca Nostri e Luca Spano, vincitori della seconda edizione del Premio Graziadei, e la rassegna realizzata a chiusura di «Call for Entry 2013», nella quale verranno esposti i lavori di Ezio D’Agostino e Giorgio Di Noto.
«Fotografia - Festival internazionale di Roma» prevede, poi, eventi in spazi pubblici e privati della città. Al Museo civico di zoologia sarà, per esempio, protagonista Ludovica De Luca con la rassegna «Vedo doppio. Panorami a pellicola tra natura e città», una raccolta di immagini realizzate in diversi contesti, quasi sempre in occasione di un viaggio o di una visita in ambiti culturali o naturalistici, che si discostano da una visione realistica e documentaristica del mondo, scegliendo di restituirne fattezze in bilico tra l’onirico e il surreale. Mentre la Fondazione Pastificio Cerere presenterà «Palinopsia», una selezione di opere recenti firmate da Enrico Boccioletti che si interrogano sullo stato della fotografia e della cultura visiva al tempo di Internet.
Al Museo di Roma in Trastevere sarà, poi, possibile ammirare l'anteprima mondiale della mostra «Homeless» di Lee Jeffries, nella quale sono raggruppati cinquanta scatti in bianco e nero raffiguranti persone senza fissa dimora, emarginati, uomini e donne esclusi dalla società incontrati tra le strade degli Stati Uniti e dell’Europa. Un’anteprima, ma italiana, è anche quella che propone l’Accademia di Francia a Roma, dove sarà esposta una selezione di immagini di Patrick Faigenbaum, tese a ripercorrerne la carriera quarantennale. Si tratta di ritratti intimi, paesaggi urbani e rurali, nature morte, che tracciano -raccontano i curatori Jean-François Chevrier e Jeff Wall- «una cartografia dell’Europa, dove le profondità della storia sono indissolubilmente legate al presente, in una narrazione complessa e molteplice che rivela alcuni aspetti fondamentali dell’identità nazionale e di classe dei soggetti ritratti».
Le proposte per questa edizione 2013 del festival sono ancora molte. Per essere sempre aggiornati in tempo reale sul calendario della manifestazione gli organizzatori hanno anche ideato un blog e un sito Internet. Con un semplice click si potrà così scoprire dove passare un pomeriggio o una serata all’insegna della fotografia d’autore.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Tim Davis, «Watermelon», 2013. Rome Commission 2013; [fig. 2] Guy Tillim, «Opunohu - Rotui - Cook's Bay», 2010. Dalla serie «Second Nature I»; [fig. 3] Leo Rubinfien, «At Okhotny Ryad, Moscow», 2002. Dalla serie «Wounded Cities»; [fig. 4] Paolo Pellegrin, «A man is arrested by the Rochester police after having assaulted his father with a samurai sword», Rochester, NY. USA 2012. Dalla serie «Another Countries»

Informazioni utili
«Fotografia - Festival internazionale di Roma» - XII edizione. Macro Nizza, via Nizza, 138 - Roma. Orari: da martedì a domenica, ore 11.00-19.00; sabato, ore 11.00-22.00; chiuso il lunedì (a biglietteria chiude un’ora prima). Ingresso: non residenti intero € 12,50, ridotto € 10,50; residenti - intero € 11,50, ridotto € 9,50. Informazioni: tel 060608 (tutti i giorni, dalle ore 9.00 alle ore 21.00) o tel. 06.671070400. Sito internet (con il programma anche degli altri spazi espositivi): Web www.fotografiafestival.it. Facebook: FotoGrafia - Festival Internazionale di Roma. Twitter: @FotoGrafiaRoma #fotografiafestival. Blog: blog.fotografiafestival.it. Inaugurazione: 4 ottobre 2013, ore 19.00. Dal 5 ottobre all'8 dicembre 2013. 

mercoledì 2 ottobre 2013

I disegni di Sironi incontrano i vetri del museo Salviati: nuove acquisizioni ai Musei civici di Padova

«Le collezioni di un museo- tanto più di un museo civico che conserva, tutela, valorizza l’arte, la storia e la cultura di una comunità- devono continuare a crescere per costituire il cuore pulsante e il soffio vitale di una città». Così Padova ha presentato le sue nuove acquisizioni, alle quali i Musei civici agli Eremitani dedicano, fino al prossimo 24 novembre, due mostre: «Sironi. Lo studio dall'antico» e «Vetri dal Museo Salviati. Magiche trasparenze della donazione Tedeschi».
L’esposizione dedicata a Mario Sironi prende le mosse dalla recente donazione fatta da Andrea Sironi-Straußwald, unico discendente diretto dell’artista, alla città veneta: un disegno, tratto dai soldati dormienti della «Resurrezione» di Giotto nella Cappella degli Scrovegni, e uno studio per la decorazione della parete maggiore del «Liviano».
Per l’occasione, sono stati riuniti due nuclei tematici di opere su carta che, da un lato, rappresentano un’assoluta novità per il pubblico e per la critica e che, dall’altro, ci riportano a una delle commissioni pubbliche più importanti nella Padova negli anni Trenta.
Il primo dei due gruppi è rappresentato dalla quasi totalità degli studi dell’artista su pitture, sculture e architetture antiche. L’osservazione di questi lavori grafici, per certi versi sorprendenti, fornisce una visione più ampia e articolata di uno dei temi centrali per Mario Sironi, quello del rapporto con il passato e con la tradizione, incessantemente presente sia nel suo operare artistico, sia nei suoi scritti teorici. La raccolta dei soggetti è estremamente varia e, come sottolinea Fabio Benzi in catalogo, mostra come l’artista rifuggisse «dalla filologia e dalla copia letterale per indagare liberamente le intime ragioni compositive e strutturali, fino ad approdare a un furor di completamento o addirittura di modifica e stravolgimento dell’originale, alla ricerca di una verità profonda di insegnamento».
Tra i soggetti esposti si ritrovano, tra l’altro, il «Cavaliere persiano» del Mausoleo di Alicarnasso al British Museum, l’«Adorazione dei Magi» di Nicola Pisano nel Pulpito di Pisa, il «Ritratto d’uomo» di Van Eyck alla National Gallery di Londra, ma anche opere minori come la «Testa dell’apostolo Giovanni» nella Basilica Ursiana di Ravenna.
Il secondo nucleo tematico esposto è, invece, costituito da opere preparatorie che Mario Sironi realizzò partecipando al concorso per la decorazione murale più prestigiosa e rappresentativa di quegli anni a Padova, quella per il Palazzo del Leviano.
Sono questi gli anni che vedono il passaggio dalla pittura a cavalletto a quella su parete, «non – si legge nella nota stampa- per nostalgiche rievocazioni del passato, ma per realizzarvi arte moderna che, con la grande tradizione antica della decorazione murale, fosse in grado di fare i conti e di dialogare fruttuosamente».
Tra le numerose imprese murarie sironiane di quel periodo, si ricordano gli affreschi romani per il Sacrario della Casa madre dei mutilati di guerra e l’opera «Venezia, l’Italia e gli studi» per l’Università Ca’ Foscari, dei quali la mostra presenta un disegno preparatorio e una tempera.
La mostra «Vetri dal museo Salviati. Magiche trasparenze della donazione Tedeschi», curata da Rosa Barovier Mentasti, offre un saggio dell’arte vetraria muranese, da fine Ottocento agli anni Ottanta del secolo scorso. Un centinaio le opere esposte, tra le quali spiccano numerosi vetri presentati alle Esposizioni universali di Parigi, alle Biennali di Venezia e alla Triennale di Milano.
La maggior parte degli oggetti in mostra proviene dal museo aziendale della storica vetreria fondata da Antonio Salviati, la cui creazione si deve a Maurizio Camerino.

Lattimi incamiciati, vetri a sbruffo, vasi con bolle soffiate, vasi in calcedonio, creazioni in vetro murrino, vetri fumé, lavori a incalmo scorrono nelle sale dei Musei civici agli Eremitani. Tra i pezzi più prestigiosi presenti nella rassegna patavina si segnalano un calice di vetro girasol (1866 – 1895), con tre delfini alternati a tre fiori di vetro rosa, un’urna su piedestallo con bolle blu in rilievo, un piatto Op di vetro murrino con cerchi di cristallo e di vetro giallo e verde su fondo nero, parte di una serie di otto vetri Op esposti alla Biennale del ’66 , e due bottiglie Zefiro di vetro soffiato molto sottile e leggermente fumè.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Mario Sironi, Studio per illustrazione del «Popolo d’Italia». Matita grassa, mm 407 × 445. Roma, collezione privata; [fig. 2] Mario Sironi, Particolare dei soldati dormienti dalla Resurrezione di Giotto (Padova, Cappella degli Scrovegni), 1935-40 c. Matita su carta; [fig. 3] Mario Sironi, Studio di San Giovanni Apostolo con integrazioni di fantasia del panneggio

Informazioni utili
«Sironi. Lo studio dall'antico» e «Vetri dal Museo Salviati. Magiche trasparenze della donazione Tedeschi». Musei civici agli Eremitani, piazza Eremitani, 8 - Padova. Orari: martedì-domenica, ore 9.00–19.00; chiuso i lunedì non festivi. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00, ridotto speciale € 6,00, ridotto scuole € 5,00, gratuito per bambini fino ai 6 anni, portatori di handicap,possessori biglietto Cappella degli Scrovegni, Padovacard, Cartafamiglia, PadovaMusei tutto l’anno. Informazioni: tel. 049.8204551. Sito internet: www.padovacultura.padovanet.it. Fino al 24 novembre 2013.