ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

mercoledì 11 dicembre 2013

«Omissis», in Friuli tre giorni all’insegna delle arti performative

Fantasia, sogno, speranza, utopia, desiderio e illusione, ma anche stupore e cambiamento: sono molte le parole che richiama alla mente il termine «Chimera», scelto come titolo della nona edizione di «Omissis», festival internazionale dedicato alle arti performative che, da giovedì 19 a sabato 21 dicembre, trasformerà la cittadina barocca di Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, in un palcoscenico per i linguaggi innovativi della scena. Un viaggio onirico tra danza, magia, musica, percezione, nuove tecnologie, video, workshop, installazioni e body art è, infatti, quello che proporrà per tre giorni «Mattatoioscenico», associazione che cura la direzione artistica, tecnica e organizzativa del festival.
Finlandia, Austria, Olanda, Spagna, Croazia, Israele e Polonia le nazioni di provenienza degli artisti selezionati per comporre la ricca vetrina di spettacoli di «Omissis», che porterà in svariate location cittadine, dal Nuovo Teatro Comunale alla Sala Bergamas, prime assolute, prime nazionali o anteprime regionali, accomunate dal sottile fil rouge rappresentato dalla ricerca e dallo sviluppo di linguaggi innovativi, diversi da quelli solitamente intesi per la pratica performativa.
Un festival, dunque, di respiro europeo quello proposto a Gradisca di Isonzo, che rappresenta per l'intero Friuli Venezia Giulia un appuntamento, ormai consolidato, unico nel suo genere e incentrato sul dialogo con altre realtà di eccellenza, di produzione e di distribuzione, sia a livello locale che internazionale. È questo uno dei motivi per cui la rassegna, che si configura anche come un’ottima vetrina per la promozione turistica del territorio, ottiene sempre importanti sostegni e patrocini: quest’anno accanto a «Mattatoioscenico» ci saranno, per esempio, l’Assessorato regionale alla Cultura, la Provincia di Gorizia, l’Amministrazione comunale di Gradisca di Isonzo, l’ufficio culturale dell'Ambasciata di Israele e l’Ambasciata di Finlandia.
Il festival, giunto alla sua nona edizione, prenderà il via giovedì 19 dicembre, nella cornice dell’enoteca regionale «La Serenissima», con un aperitivo e, successivamente, con la presentazione del progetto di installazione temporanea dell’artista Kristian Sturi. Seguirà, poi, la prima nazionale, alla Sala Bergamas, dello spettacolo «Fragmentation» di JesterN, artista e scienziato di origine friulane ma residente in Olanda, nel quale le nuove tecnologie vengono applicate alla danza butoh. Andrà, quindi, in scena, al Nuovo Teatro Comunale, la prima nazionale di «Idiot-Syncrasy», performance di danza del duo italo-spagnolo Igor e Moreno, artisti già presenti all'edizione 2012 di «Omissis» con il collettivo «Bloom!».
La giornata di venerdì 20 dicembre si aprirà, invece, con il workshop «Creative ways to use your brain waves» di JesterN (a partecipazione gratuita, ma con prenotazione consigliata), presso l’enoteca regionale «La Serenissima». Seguirà, quindi, l'anteprima regionale dello spettacolo «Vakuum Revue», che vedrà in scena, alla Sala Bergamas, il performer austriaco Jan Machacek. Mentre al Nuovo Teatro Comunale si esibiranno i danzatori e coreografi israeliani Yossi Berg e Oded Graf, protagonisti dell'anteprima regionale di «Heroes», performance di danza acclamata dalla critica come uno dei cinque migliori andati in scena nel 2008 e vincitrice anche del premio internazionale per la miglior coreografia Burgos di New York.
Sabato 21 dicembre il festival si aprirà con una replica del workshop «Creative ways to use your brain waves» di JesterN (a partecipazione gratuita, ma con prenotazione consigliata), presso l’enoteca regionale «La Serenissima». Si terrà, quindi, l’anteprima regionale dello spettacolo «Speed Blindness», proposto dalla compagnia finlandese «Whs» presso il Nuovo Teatro Comunale. Mentre a chiudere la programmazione del festival sarà la prima assoluta della performance «Transfera 5.1», con il gruppo polacco «Suka Off».
Anche quest’anno «Omissis» attiverà il suo Media Center, ideato per amplificare la fruizione degli spettacoli proposti mediante la realizzazione di video (youtube.com/mattatoioscenico) e foto pubblicati on-line in tempo reale sul sito del festival (www.omissisfestival.it) e sui principali social network, da Facebook (facebook.com/omissisfestival) a Twitter (twitter.com/omissisfestival).

Didascalie delle immagini
[Figg. 1 e 2] Igor e Moreno nello spettacolo «Idiot-Syncrasy»; [fig. 3]  La compagnia Vhs nello spettacolo «Speed Blindness»; [fig. 4] Jan Machacek nello spettacolo  «Vakuum Revue»; [fig. 5] Yossi Berg e Oded Graf nello spettacolo «Heroes». Photo by Richard Malcolm 

Informazioni utili 
«Omissis», festival internazionale dedicato alle arti performative. Gradisca di Isonzo, sedi varie. Biglietteria: la biglietteria, ubicata presso la Sala Bergamas di Gradisca d'Isonzo, sarà attiva durante i giorni del festival dalle ore 18.00. Informazioni: tel. 0481.961345 o info@omissisfestival.it. Sito web: omissisfestival.it. Social Network: facebook.com/omissisfestival; twitter.com/omissisfestival; youtube.com/mattatoioscenico. Da giovedì 19 a sabato 21 dicembre 2013.

lunedì 9 dicembre 2013

«Un biglietto per l'arte», ricordi in formato cartolina ai Musei civici di Torino

Torino apre l'album dei ricordi. Il Natale porta al Borgo medioevale una mostra che è un vero e proprio viaggio nel tempo, dall’antico al contemporaneo, alla scoperta di quei momenti speciali che hanno segnato la cultura cittadina dai primi decenni del Novecento ad oggi. Fino a domenica 2 marzo, lo spazio espositivo di viale Virgilio ospita, sotto il titolo «Un biglietto per l'arte», una raccolta di cartoncini di invito alle principali esposizioni promosse dai Musei civici di Torino in oltre un secolo di storia, accompagnata da una piccola selezione di cataloghi, manifesti e fotografie degli artisti e del pubblico presente alle inaugurazioni.
È Vittorio Viale, direttore del Musei civici dal 1930 al 1965, a dare il via a questo impegno culturale, rimasto costante fino ai giorni nostri. La prima vera mostra d’arte è quella dedicata ad Antonio Fontanesi nel 1932. Seguono una serie di grandi esposizioni sull'arte piemontese, ospitate a Palazzo Madama e a Palazzo Carignano, che fanno storia per la profondità degli studi e per la modernità degli allestimenti, come la mostra «Gotico e Rinascimento in Piemonte» (1938-1939) o la rassegna sul manierismo piemontese e lombardo del Seicento (1955).
Dopo la guerra, Torino si apre alla cultura internazionale e al confronto con l’arte europea contemporanea. È un’epoca di fermento e di partecipazione. Nel 1959 si inaugura la Galleria d’arte moderna ricostruita e vengono presentati artisti come Francis Bacon (1962), Graham Sutherland (1965), Nicolas de Staël (1960), Franz Kline (1963), Lucio Fontana (1970) e Alberto Burri (1971), accanto a mostre su correnti artistiche come la pop art («New-dada e Pop art newyorkesi»,1969) e il concettuale («Conceptual art Arte povera Land art»,1970). In parallelo, si ripercorrono i movimenti pittorici d’avanguardia della prima metà del secolo, con «L'opera di Marc Chagall» (1953), «Espressionismo e arte tedesca del XX secolo» (1954), la retrospettiva su Giacomo Balla (1963) e la mostra epocale «Il Cavaliere Azzurro» (1971).
Il gusto e l'interesse per la modernità coinvolgono anche il museo di arte antica: Palazzo Madama ospita, nel 1955, una mostra sull’American design dal Museum of Modern Art di New York. Nel 1959, a lasciare una traccia indelebile è, invece, «The family of Man», l'eccezionale esposizione fotografica curata da Edward Steichen per il MoMA, itinerante in sessantanove nazioni e visitata da nove milioni di persone.
Da questa rassegna su sviluppa un'attenzione particolare all'arte della fotografia, con retrospettive su grandi fotografi americani, come «Steichen il fotografo» (1965) e «I platini di Irving Penn. 25 anni di fotografia» (1975). Negli anni Sessanta, ancora, la collaborazione con l’Ismeo (Istituto italiano per il medio ed estremo Oriente) dà avvio a una stagione di mostre sull’arte antica orientale.
«Un biglietto per l'arte» ripercorre, dunque, le tappe principali di quello straordinario percorso nel tempo che sono state le mostre promosse dai musei torinesi ed è, nello stesso tempo, un modo per ricordare, a centocinquanta anni dalla nascita del Museo civico, l'importanza della sua attività per la città e sul panorama internazionale.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Marc Chagall a Torino per la mostra  «L'opera di Marc Chagall» (1953); [fig. 2] Immagine scattata durante la vernice della mostra sulla Collezione Thompson, tenutasi alla Galleria Sabauda di Torino nel 1961; [fig. 3] Inaugurazione della mostra «La famiglia dell'uomo»  (1959)

Informazioni utili 
Borgo Medievale, viale Virgilio 107 - Torino. Orari: lunedì-domenica, ore 10.00-18.00. Ingresso libero. Informazioni: tel. 011.4431701, e-mail: borgomedievale@fondazionetorinomusei.it. Sito web: www.borgomedievaletorino.it. Da venerdì 6 dicembre 2013 a domenica 2 marzo 2014.

venerdì 6 dicembre 2013

A casa come sul palco. A Vercelli va in scena il teatro della memoria della coppia Cuocolo-Bosetti

La casa d’infanzia dell’attrice Roberta Bosetti, con gli arredi e gli oggetti di un passato fortuitamente cristallizzato, torna a trasformarsi in palcoscenico teatrale. In attesa del tour che nei prossimi mesi toccherà le città di Tokyo, Sidney e Melbourne, la compagnia italo-australiana «Iraa Theatre», formata dall’interprete piemontese con il regista e compagno di vita Renato Cuocolo, si esibisce nella sua base di Vercelli, un residenza a tre piani con giardino in via Ariosto 85.
Da sabato 7 a domenica 15 dicembre, i due artisti apriranno, dunque, le porte di casa per proporre al pubblico una serie di appuntamenti con il loro teatro intimo e urbano, privato e pubblico, domestico e internazionale. Un teatro che dall’anno della sua fondazione, datata 1978, ha toccato più di una ventina di Paesi del mondo e del quale il critico Leonard Radic ha scritto, in «History of Australian Theatre», è difficile «da riassumere, da criticare e da ricostruire con la memoria» perché «non offre consolazioni alla vita, è la vita».
Ad aprire la rassegna sarà l’evento «Night dream before Christmas with Emily Dickinson» (sabato 7 dicembre, dalle ore 22), nel quale Roberta Bosetti si confronterà, per un’intera notte, con le poesie e le lettere della poetessa americana, conosciuta per la sua capacità di restituire la grandezza della natura dal chiuso della sua stanza.
Dieci ospiti/spettatori potranno, a loro discrezione, dormire, sognare (forse) o abbandonarsi all’ascolto dell'edizione integrale dell'opera della scrittrice di «Che sia l’amore tutto ciò che esiste». Il tempo reale finirà così per coincidere con quello teatrale generando un’esperienza unica, una sorta di sogno pre-natalizio.
La rassegna proseguirà, quindi, con uno degli spettacoli di maggior successo della compagnia «Iraa Theatre»: «Roberta torna a casa»(martedì 10, mercoledì 11 e giovedì 12 dicembre, alle ore 21), presentato in anteprima nel 2012, nell’ambito del Festival delle Colline e in collaborazione con Olinda Milano.
«Quando finalmente, dopo anni di vagabondaggio fra continenti, mi sono decisa a tornare nella casa della mia infanzia, la mia infanzia non c’era più. Le persone non c’erano più. Avevano disertato la vita, ultima mia madre, la sua mente se ne è andata a spasso (lo chiamano Alzheimer) e, anche se la inseguo, non posso più raggiungerla», dice Roberta Bosetti a proposito dello spettacolo. Un racconto intimo, nel quale l’attrice mette in scena la storia di sua madre, quasi a volerle restituire una vitalità che la malattia ha nascosto nell’oblio.
Mentre a chiudere la rassegna vercellese sarà lo spettacolo «Rooms for Error. Tre studi» (venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 dicembre, alle ore 21), dal racconto «La voglia di dormire» di Anton Cechov.
La compagnia «Iraa Theatre» presenta questo lavoro in forma di studio agendo in tre stanze diverse e in tre modalità diverse: lettura, interpretazione, discesa. La rappresentazione diventa così efficace esplorazione della natura e delle molte lingue che abitano il teatro: la realtà della lettura, l'interpretazione dell'attore che diventa personaggio, la forza simbolica delle immagini. La forza del progetto sta nel creare spazi per l’errore, dove «l'errore -si legge nella presentazione- presuppone la possibilità della scoperta e del coinvolgimento».
Roberta Bosetti e Renato Cuocolo saranno ancora in scena a Vercelli nel mese di aprile, quando presenteranno al teatro Civico lo spettacolo «Metamorphosis», su musiche di Philip Glass e dal testo di Franz Kafka: un’allegoria della condizione umana dalla quale emerge l’angoscia e l’alienazione dell’uomo moderno nei rapporti con se stesso e con i propri simili.

Didascalie delle immagini
[Figg. 1 e 3] Una scena dello spettacolo «Roberta torna a casa» della compagnia italo-australiana «Iraa Theatre», con Roberta Bosetti e per la regia di Renato Cuocolo; [fig. 2] Ritratto di Roberta Bosetti nella sua casa di Vercelli

Informazioni utili
La Casa - rassegna teatrale. Eventi: «Night dream before Christmas with Emily Dickinson»</b> (sabato 7 dicembre, dalle ore 22); «Roberta torna a casa»</b>(martedì 10, mercoledì 11 e giovedì 12 dicembre, alle ore 21); «Rooms for Error. Tre studi» (venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 dicembre, alle ore 21). Casa-teatro di Roberta Bosetti, via Ariosto, 85 - Vercelli. Prenotazione obbligatoria. Ingresso: € 20,00. Informazioni e prenotazioni:  tel. 0161.600990. Nota: la prenotazione è obbligatoria. Dal 7 al 15 dicembre 2013.  


mercoledì 4 dicembre 2013

Un igloo firmato Michelangelo Pistoletto. A Livigno torna «Art In Ice»

Sono passati dieci anni da quando Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) -uno dei grandi protagonisti dell’Arte povera, insignito nel 2003 del Leone d’oro alla carriera e nel 2013 del prestigioso Praemium imperiale per la pittura- scriveva il manifesto del «Terzo Paradiso» e ne disegnava il simbolo, il «Nuovo segno di infinito», nel quale due cerchi opposti, raffiguranti la natura e l’artificio, venivano congiunti da un terzo cerchio, ideale superamento di queste due concezioni antitetiche.
Dal bosco di san Francesco ad Assisi al Louvre di Parigi, passando per le Terme di Caracalla a Roma e il parco archeologico di Scolacium a Catanzaro, sono stati molti gli spazi che, nel recente passato, hanno accolto l’artista biellese con opere e performance ispirate a questa sua nuova filosofia di vita, nella quale la fertile unione tra scienza, filosofia, cultura, etica, estetica, politica e spiritualità è vista come via per una rigenerazione dell’umanità.
In occasione del Natale (e dell’appena inaugurata stagione sciistica), Michelangelo Pistoletto porta il suo «Terzo Paradiso» in un nuovo luogo: la splendida valle di Livigno, gioiello delle Alpi lombarde. L’opportunità è offerta dalla diciottesima edizione di «Art in Ice», spettacolare contest dedicato a sculture in ghiaccio, la cui inaugurazione è fissata per il fine settimana dell’Immacolata e che quest’anno abbandona la sua usuale forma di concorso per lasciare spazio a un happening artistico dal respiro internazionale.
Dopo essersi confrontato con ogni genere di materiale durante la sua stagione poverista, diventando unanimemente conosciuto per i suoi specchi rotti e per la «Venere degli stracci», l’artista piemontese si cimenta, dunque, con un elemento creativo mai usato prima: la neve, sostanza effimera, figlia della stagionalità, destinata a un inesorabile dissolvimento.
«Art in Ice Ri-evolution», questo il nome del progetto che si avvale della curatela di Chiara Bertola e dell’organizzazione di Cittadellarte, vedrà sorgere nel centro della cittadina lombarda, a ridosso di via Fontana, un trittico di igloo, la cui pianta richiama la rielaborazione grafica del nuovo simbolo di infinito ideato dall’artista. Due ambienti più piccoli, opposti tra loro, si stringono attorno a una grande aula centrale, al cui esterno sono collocate le scritte fosforescenti del progetto multilinguistico «Amare le differenze».
All’interno di questa struttura, le persone si potranno incontrare e scoprire le idee e il lavoro che Michelangelo Pistoletto porta avanti da anni attraverso la sua Fondazione, vedendo una serie di installazioni e alcuni video interattivi, recentemente esposti al Louvre di Parigi, nei quali sono affrontati tre diversi temi cari all’artista: l’architettura, il dialogo interculturale mediterraneo e la moda. Si passa così dalla presentazione di «Nova Civitas», progetto che ha come obiettivo la promozione della cultura sostenibile in ambito ambientale, alle creazioni del brand «Best» e al messaggio di pace e unità di «Love Difference», un tavolo a specchio che riproduce i confini del bacino del Mediterraneo, evocando radici comuni e un futuro condiviso.
In occasione dell'opening, previsto per la sera di venerdì 6 dicembre, sarà visibile un’ulteriore opera site-specific di Michelangelo Pistoletto: il simbolo del «Terzo Paradiso» sarà, infatti, portato in vita sulle montagne circostanti dai ragazzi dello Sci club di Livigno. Un’occasione, questa, da non perdere per gli amanti della neve e delle magiche suggestioni dell’inverno.

Informazioni utili 
«Art in Ice Ri-evolution». Michelangelo Pistoletto e il «Terzo Paradiso». Piazza Fontana - Livigno (Sondrio). Informazioni: Associazione Art in Ice, ia Pemont 340/H - Livigno (Sondrio), tel. 02.36514001, e-mail: lelia@artinice.org. Da sabato 7 dicembre 2013 a venerdì 31 gennaio 2014.

lunedì 2 dicembre 2013

Buon compleanno, Mole! Una mostra e un libro festeggiano i 150 anni del monumento simbolo di Torino

Era Il 1863 quando l’architetto novarese Alessandro Antonelli iniziava la costruzione di quello che sarebbe diventato, nei decenni a venire, il simbolo di Torino: la Mole Antonelliana.
Da allora sono passati centocinquanta anni e per festeggiare questo importante compleanno, Caterina Fossati e Valentina Laganà, con la collaborazione di Leandro Agostini e della Neos Edizioni, hanno ideato un progetto espositivo per l’atelier «La fucina» interamente dedicato allo storico edificio piemontese, oggi sede del Museo del cinema.
«Una Mole così grande», questo il titolo della rassegna aperta da mercoledì 4 dicembre a venerdì 31 gennaio, raccoglie i lavori di una dozzina di artisti che si sono confrontati con la storia e la valenza simbolica del monumento torinese, scelto come logo della XX Olimpiade invernale 2006 e raffigurato sul verso della moneta da due centesimi di euro coniata dalla Repubblica italiana.
Commissionata dalla comunità ebraica come sinagoga e, in seguito, acquisita dal Comune di Torino, la Mole ha, infatti, tante vicissitudini, spesso curiose, da raccontare. È stata, per esempio, la costruzione dei primati: per lungo tempo ha primeggiato nella classifica degli edifici in muratura più alti del mondo e può vantare il fatto di essere stato uno dei primi luoghi a venire illuminato, sul finire del XIX secolo, mediante piccole fiammelle di gas.
La Mole ha subito anche varie traversie: nel 1904 la statua del genio alato, collocata sulla punta, venne abbattuta da un nubifragio e sostituita da una stella a cinque punte; nel 1953, un altro nubifragio fece spezzare e precipitare ben quarantasette metri della guglia.
Gli appassionati di esoterismo, poi, sono affascinati dalla forma dell’edificio: una base piramidale e un pinnacolo altissimo che «come una sorta di antenna catalizza l’energia che capta dal cielo e aspira dalla terra». Lo stesso Friedrich Nietzsche, che vide nella Mole l’immagine di Zarathustra, scrisse in una sua lettera da Torino di averla «battezzata Ecce homo» e di averla «circondata nello spirito con un immenso spazio».
Tante suggestioni, dunque, quelle che il monumento illuminato da Mario Merz con la serie di Fibonacci è in grado di evocare in chi si occupa di arte e di design. Valentina Laganà, siciliana di origine e creatrice di sculture e monili, ha invitato così alcuni amici artisti, «tutti accomunati dall’adozione da e di Torino», a confrontarsi con il soggetto Mole. Ne è nato un progetto in progress, nel quale sono esposti non pezzi unici, ma «oggetti -si legge nella nota stampa- che sono o possono divenire gadget riproducibili, che possano avere vita e circolazione oltre la classica mostra d’arte». Qualche opera esposta strappa il sorriso: è il caso della «Moletazza» (2010) di Matilde Domestico (Torino, 1964), del progetto di Mattia Fossati (Torino, 1988) con quattro pelapatate colorati a forma di Mole o della scultura «Molle» (2013) di Alessandro Berardi (Torino, 1971), con due copie del momento torinese, una rosa e l’altra bianca, le cui guglie sono intrecciate.
Luca Cassine (Bra, 1975) regala, invece, un momento di poesia con la sua sequenza di farfalle per l’opera «150°»; mentre Alessandro Ciffo (Biella, 1968) sperimenta le potenzialità del silicone realizzando una lumaca gialla e viola con le fattezze del monumento torinese. Leandro Agostini (Torino, 1960) espone, poi, un inchiostro di china con la Mole stilizzata e nel percorso espositivo non mancano nemmeno immagini fotografiche come quella, elegantemente evocativa, di Moisi Guga (Shkoder - Albania, 1988).
Valentina Laganà ha voluto realizzare anche un piccolo libro legato alla mostra. Accanto alle opere esposte in questo volumetto, edito da Neos Edizioni, sono raccolti pensieri, storie, rime e giochi di parole scritti da autori la cui storia è legata a doppio filo al capoluogo piemontese. Bruno Gambarotta, Luciana Littizzetto, Margherita Oggero, Diego De Silva, Stefania Bertola e Luca Beatrice sono solo alcuni degli scrittori che si sono prestati a raccontare, anche con ironia, la Mole quale simbolo di «torinesità».

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Mattia Fossati, Progetti per «Una mole così grande», 2013. Elaborazioni al computer. Courtesy l'artista; [fig. 2] Matilde Domestico, «Moletazza», 2010. Matita su carta, cm 21 x 29,7. Courtesy l'artista; [fig. 3] Alessandro Berardi, La «Molle», 2013. Silicone, cm 26 x 6.Courtesy l'artista; [fig. 4] Alessandro Ciffo, «La saggezza della chiocciola per la Mole», 2013. Silicone, cm 10 x 5 x 2.Courtesy l'artista; [fig. 5] Luca Cassine, «150º», 2013. Tecnica mista, cm 11 x 11 (ogni soggetto).Courtesy l'artista
[Si ringrazia Roberta Canevari per le immagini fotografiche]

Informazioni utili 
«Una Mole così grande». Laboratorio atelier «La fucina« di Valentina Laganà , via delle Rosine, 1 bis – Torino. Orari di apertura: martedì-venerdì, ore 11.00-19.30; sabato, ore 10.30-13.00 e ore 16.00-19.30; domenica e lunedì chiuso. Ingresso libero. Catalogo: Neos edizioni. Informazioni: tel. 011.882723. Sito web: www.valentinalagana.it. Inaugurazione: martedì 3 dicembre, ore 18.00. Da mercoledì 4 dicembre a venerdì 31 gennaio 2014.