ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 7 novembre 2016

In arrivo al Palladio Museum di Vicenza un disegno rinascimentale del Peruzzi

L’Italia riconquista uno dei capolavori del proprio Rinascimento. Sta per ritornare in Italia un prezioso disegno dell’architetto e pittore Baldassarre Peruzzi (1481-1536), facente parte della collezione privata del celebre critico d’arte inglese Brian Sewell. Il foglio, battuto all’asta lo scorso 27 settembre dalla londinese Christie’s, è stato acquisito da un privato, che ha voluto restare anonimo, per essere destinato al Palladium Museum di Vicenza, dove, al suo arrivo, verrà omaggiato con una piccola mostra monografica.
Non si ha memoria di altri disegni di Peruzzi di questa importanza posti sul mercato nelle aste internazionali, tanto che l’aggiudicazione è avvenuta dopo un’accanita battaglia con molti rilanci che hanno spinto il prezzo dagli iniziali centomila dollari a mezzo milione (tasse escluse). Da tempo una istituzione culturale italiana non riusciva a far tornare a casa un pezzo tanto pregiato del patrimonio artistico del nostro Paese.
A detta di Michelangelo, Cellini e Giorgio Vasari, Baldassarre Peruzzi fu fra i migliori architetti, disegnatori di architettura e teorici della prospettiva del suo tempo. I suoi scritti, oggi perduti, formarono la base per i trattati di Sebastiano Serlio, vale a dire i manuali che diffusero la nuova architettura rinascimentale in Italia e in tutta Europa. Ancora oggi possiamo ammirare diversi edifici costruiti di Peruzzi: da villa Farnesina sul Lungotevere a Roma (di cui realizzò anche gli affreschi) a interventi a Siena e Carpi sino al suo capolavoro, Palazzo Massimo alle Colonne a Roma, celebre per la geniale invenzione della facciata ricurva.
Il disegno acquisito fu tracciato da Baldassare Peruzzi al suo ritorno in patria, a Siena, dopo il Sacco di Roma del 1527. Si tratta di un progetto per un banco monumentale dal quale alti funzionari del governo della Repubblica di Siena potessero esercitare le proprie funzioni, un elemento da collocare nel piccolo ambiente chiamato «La Cancelleria», all’interno del Palazzo pubblico senese (un progetto planimetrico di Peruzzi per questa sala è conservato agli Uffizi). Le figure inserite nell’imponente schienale rappresentano uomini famosi (da Ercole ad Attilio Regolo), richiamando il mito dell’antico passato di Siena. Il disegno è, quindi, anche un ricordo del filone repubblicano della grande storia politica d’Italia.

Il foglio è di grande formato, maggiore della media dei disegni dell’artista oggi conservati soprattutto agli Uffizi, ma anche al Louvre, al British Museum e all’Ashmolean Museum di Oxford.
«È uno dei più bei disegni di Peruzzi –dichiara lo studioso tedesco Christoph L. Frommel, accademico dei Lincei e autore delle principali monografie sull’artista– e non ho memoria che un’opera del genere sia mai apparsa sul mercato da decenni. E’ un foglio particolarmente prezioso perché dimostra la straordinaria abilità di Peruzzi sia come disegnatore di figure che come disegnatore di architettura».

ll disegno è anche prova del suo modo geniale di servirsi della prospettiva (forse imparato da Leonardo da Vinci, incontrato a Roma) per creare l’equivalente di un moderno modello 3D virtuale. «Sono molto soddisfatto dell’acquisizione alle nostre collezioni – dichiara Howard Burns, presidente del consiglio scientifico del Cisa Andrea Palladio, di cui il Palladio Museum è emanazione – perché fra i nostri scopi abbiamo sempre avuto non solo lo studio e la valorizzazione di disegni di architettura, ma anche acquisizioni e depositi presso di noi. Una scelta premiata in questi giorni anche dalla donazione della storica raccolta di disegni di architettura della famiglia Papafava, vera antologia dei disegni dei migliori architetti italiani attorno all’anno 1800».

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Baldassare Peruzzi nelle «Vite» del Vasari; [fig. 2] Baldassare Peruzzi, «Progetto per un banco con nicchie contenenti figure di personaggi antichi (da sinistra a destra: un giovane non identificato, Marco Attilio Regolo, Ercole, Lucio Giunio Bruto e forse Giulio Cesare) ». Pietra rossa e nera, penna e inchiostro marrone, pennello e acquarello marrone e grigio. Mm19.7 x 48.3 cm; [fig. 3] Ingresso del Palladio Museum di Vicenza 

Informazioni utili 
www.palladiummuseum.org

venerdì 4 novembre 2016

Grazia Toderi e Orhan Pamuk, un dialogo tra stelle e parole

Arte visiva e scrittura si incontrano a Torino. E il connubio è destinato a far parlare di sé. Nei giorni di «Artissima», la città della Mole ospita un’anteprima della mostra che il Mart – Museo d’arte moderna di Trento e Rovereto dedicherà, dal prossimo aprile, al progetto che ha recentemente visto collaborare lo scrittore turco Orhan Pamuk e l’artista italiana Grazia Toderi per la realizzazione di un’opera per il Museo dell’Innocenza di Istanbul, ideato dallo stesso Orhan Pamuk.
In tre anni di lavoro, dal 2013 al 2016, le conversazioni, gli incontri e l’intenso scambio di corrispondenza tra i due autori hanno portato alla realizzazione di una trilogia costituita da un monologo, un dialogo e una conversazione- per un totale di otto proiezioni video- , che saranno al centro, la prossima primavera, di una esposizione curata da Gianfranco Maraniello per il Mart.
Grazie alla collaborazione con Infini.to – Planetario di Torino, il moderno science centre sulla collina a pochi chilometri dal capoluogo piemontese, il progetto si arricchisce di un’opera realizzata specificamente per lo spazio della cupola. Il lavoro, presentato al pubblico il 5 e 6 novembre 2016, ha l’aspetto di una proiezione video a 360 gradi su schermo emisferico. Il pubblico si trova all’interno di un globo nel contempo celeste e terrestre, dagli incerti confini, dove la scrittura di Orhan Pamuk appare e scompare sullo sfondo notturno della città di Istanbul, le cui luci si trasformano in possibili costellazioni nelle immagini create da Grazia Toderi.
In contemporanea, e fino al prossimo 16 gennaio, Torino ospita, negli spazi di Palazzo Madama, anche un piccolo ma raffinato intervento installativo, a cura di Guido Curto e Clelia Arnaldi di Balme. Grazia Toderi e Orhan Pamuk dialogano, qui, con un’opera d’arte antica dell’ebanista Pietro Piffetti (Torino 1701 – 1777): un piccolo planetario realizzato in legno e avorio a metà del 1700, raffigurante le orbite in movimento tra Sole, Terra, Luna e pianeti e con tutt’intorno figure raffiguranti i segni zodiacali.
Il planetario, composto da elementi mobili, fu costruito dall’ebanista piemontese sulla base delle indicazioni a lui fornite dal fisico francese Jean-Antoine Nollet, chiamato a Torino per sei mesi nel 1739 a tenere un corso di fisica per il principe Vittorio Amedeo, figlio di Carlo Emanuele III di Savoia e futuro re di Sardegna.
Grazia Toderi e Orhan Pamuk hanno inserito tridimensionalmente e racchiuso in una grande teca che hanno posto nella Sala del Senato otto immagini dalla forma circolare e ovale da avvicinare al piccolo planetario ligneo, scegliendo di lasciarlo smontato così come è stato ritrovato (in futuro sarà restaurato), per sottolinearne la natura fortemente enigmatica, come enigmatica rimane la visione delle stelle.
Queste due mostre offrono una prima occasione per avvicinarsi al progetto «Words and Stars», che riprende e sviluppa la trama del «Museo dell’Innocenza», romanzo pubblicato dallo scrittore turco nel 2008, a cui è seguita la creazione del museo vero e proprio a Istanbul nel 2012. I due protagonisti, che vivono un amore contrastato, tornano bambini ponendosi domande esistenziali sull’universo: possono i nostri pensieri essere confrontati a lontane stelle in movimento? Esiste un collegamento visivo tra i paesaggi della nostra mente e il cielo sopra alle città? Questi stessi interrogativi costituiscono il punto di partenza della collaborazione tra Grazia Toderi e Orhan Pamuk, una collaborazione che unisce arte e letteratura, stelle e parole, per raccontare il nostro essere infinitamente piccoli.

Informazioni utili 
Grazia Toderi e Orhan Pamuk. Words and Stars. Palazzo Madama, piazza Castello – Torino |  Infini.to - Planetario di Torino, Museo dell’astronomia e dello spazio, via Osservatorio, 30 – Pino Torinese (Torino). Orari: Palazzo Madama, ore 10.00-18.00; chiuso il martedì - inaugurazione venerdì 4 novembre, dalle ore 17.00 alle 19.00 | Planetario, 5 e 6 novembre 2016 - proiezione alle ore 18.30, 19.00 e 19.30. Informazioni: palazzomadama@fondazionetorinomusei.it o tel 011 4433501 | info@planetarioditorino.it, tel 011.8118740 (martedì-venerdì, ore 10.00-15.00). Sito internet: www.palazzomadamatorino.it | www.planetarioditorino.it. Fino al 16 gennaio 2017. 

giovedì 3 novembre 2016

«Naturalmente carta», un week-end con il Fai tra gioielli di cartone e libri d’arte

Taccuini, gioielli, mobili, libri-scultura, lampade e scatole. Tanti manufatti diversi e un’unica materia. Il Fai – Fondo per l’ambiente italiano apre le porte di Villa Necchi Campiglio a Milano per ospitare, nel week-end tra sabato 5 e domenica 6 novembre, la quinta edizione della mostra-mercato «Naturalmente carta», a cura di Angelica Guicciardini.
Il progetto espositivo, realizzato con il contributo della Fondazione Cologni dei mestieri d'arte e di Comieco, vedrà la presenza di venti artisti-artigiani selezionati tra le eccellenze del nostro Paese, che esporranno le loro migliori creazioni in carta.
Dalle lampade di Papermache alle scatole rivestite con vecchie riviste e giornali di Homo Faber, senza dimenticare i taccuini di Kei Kei Studio, i manufatti in carta dell’atelier Paperoowl, le carte da parati tridimensionali di Fabscarte e le opere pubblicate dalla casa editrice Pulcinoelefante di Alberto Casiraghy: sono tantissimi gli oggetti che permetteranno al pubblico di scoprire i molti utilizzi di un materiale duttile come la carta.
In mostra ci saranno anche molti artigiani specializzati in gioielli come Sandra Di Giacinto, capace di creare accessori originali partendo dal cartone riciclato, Angela Simone che utilizza per i suoi bijoux carte dalla grammatura diversa alla ricerca continua di nuove forme, e Ana Hagopian che realizza gioielli contemporanei ispirati alla natura, ai suoi infiniti colori e continui mutamenti.
Non mancherà nemmeno una sezione dedicata ai libri scultura di Crizu, preziosi volumi “esplosi” grazie alla piegatura manuale di ogni pagina e trasformati in opere d’arte dalla passione di Cristina Corradi Bonino.
Nel corso delle due giornate verranno, inoltre, proposti tre laboratori dedicati alla carta (prenotazioni al numero 02.76340121), tenuti da importanti maestri artigiani come il fabrianese Sandro Tiberi (sabato 5 e domenica 6 novembre, dalle ore 10 alle ore 18), la milanese Luisa Canovi che insegnerà la tecnica decorativa giapponese con inchiostro fluttuante suminagashi (sabato 5 novembre, alle ore 15, 16, 16.45 e 17.30), e Angela Florio che spiegherà ai presenti come si realizzano delle carte marmorizzate (domenica 6 novembre, alle ore 15, 15.45, 16.30 e 17.15).
In questi due giorni sarà, poi, possibile visitare la mostra «Moda di carta», che vede esposti a Villa Necchi, fino al prossimo 31 dicembre, oltre trenta abiti totalmente realizzati in carta con l’incredibile perizia e il talento creativo dell’artista belga Isabelle de Borchgrave, capaci di dialogare con l’architettura progettata da Piero Portaluppi.
Le creazioni esposte illustrano un momento breve ma fertilissimo della storia della moda e dello stile, quello tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento. Lo spettatore si trova così a confronto con delle vere e proprie installazioni d’arte, evocative presenze che animano saloni e stanze e che coniugano piacere estetico, curiosità storico-culturale e stupore assoluto, nella scoperta delle infinite possibilità di una materia semplice come la carta.
Dai tailleur di Dior ai colorati kimono giapponesi, dagli abiti da sera di Lanvin e Poiret ai vestiti da giorno di Chanel, la mostra milanese propone, nello specifico, un percorso tra minuziose riproduzioni di abiti-icona che hanno rivoluzionato il nostro modo di vestire. Si potrà, ad esempio, ammirare la fitta plissettatura dell’abito «Delphos», disegnato da Mariano Fortuny ispirandosi alle tuniche delle sculture greche, che rappresenta una radicale innovazione nell'abbigliamento femminile, poiché proponeva un indumento estremamente confortevole, privo di busto, e di facile realizzazione, basato su un modello con pochi tagli e cuciture. Oppure si potrà scoprire la storia del tailleur «Bar», modello-manifesto della collezione «New Look» del 1947 di Christian Dior, che ha dettato le regole di una nuova estetica: dalla giacchina in shantung color crema a falde arrotondate modellate sulle curve del busto alla gonna plissettata e svasata che regala un incedere flessuoso assolutamente inedito.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1]Taccuini di Kei Kei Studio; [fig. 2] Lampada di Papermache; [fig. 3] Collana in fiori bianchi e neri di Angela Simone

Informazioni utili
«Naturalmente carta». Villa Necchi Campiglio, Via Mozart 14 – Milano. Orari: sabato 5 e domenica 6 novembre 2016, ore 10.00-18.00. Ingresso: intero € 13,00, iscritti Fai e ridotto per ragazzi dai 4 ai 14 anni € 5,00. Informazioni: tel. 02.76340121 o fainecchi@fondoambiente.it. Sito internet: www.manualmentecarta.it

«Moda di carta». Villa Necchi Campiglio, Via Mozart 14 – Milano. Orari: mercoledì-domenica, ore 10.00-18.00. Ingresso: intero € 12,00, iscritti Fai e ridotto per ragazzi dai 4 ai 14 anni € 4,00, universitari fino ai 26 anni € 5,00. Informazioni: tel. 02.76340121 o fainecchi@fondoambiente.it. Sito internet: : www.fondoambiente.it. Fino al 31 dicembre 2016.

mercoledì 2 novembre 2016

Reggia di Caserta, a caccia di tesori contemporanei tra le opere di «Terrae Motus»

Con l’arte si può giocare. Ne sono convinti alla Reggia di Caserta dove da sabato 5 novembre, per quattro week-end consecutivi, si terrà «Terrae Motus – A caccia di tesori contemporanei», un’inedita caccia al tesoro -in versione 2.0- progettata col chiaro intento di valorizzare uno dei luoghi della cultura più importanti e affascinanti d’Italia, al cui interno sono custodite opere di Warhol, Mapplethorpe, Haring, Halley e Rauschenberg.
L’iniziativa nasce dalla partnership tra il museo diretto da Mauro Felicori e il Centro commerciale Campania e vede la collaborazione di 012 Factory, First Social Life e GDG Campania.
Il progetto, pensato per immergersi in maniera ludica nel patrimonio culturale della residenza borbonica progettata da Luigi Vanvitelli, vuole stimolare la curiosità del pubblico attraverso la tecnologia di una app creata per l’occasione e il classico, irrinunciabile complemento di ogni caccia avventurosa che si rispetti: la mappa del tesoro.
I giocatori sono invitati a rispondere a una serie di domande relative alla storia locale, ai beni artistici del casertano, all’arte contemporanea e alle iniziative culturali del territorio. Nel caso in cui tutte le risposte siano giuste, potranno percorrere un itinerario tra i tesori artistici della Reggia di Caserta e il Centro commerciale Campania, per tentare di aggiudicarsi fino a settecento euro in buoni spesa.
Giocare è semplice: basta scaricare l’app, dotarsi della mappa del tesoro e recarsi alla Reggia tutti i sabati del mese di novembre dove, contestualmente all’acquisto del biglietto, sarà consegnato il codice per avviare la sessione di gioco, in agenda dalle ore 9 alle ore 16.
Quando la caccia al tesoro avrà inizio si procederà nelle postazioni degli appartamenti reali e nei locali della mostra «Terrae Motus» cercando i codici che, una volta scansionati, faranno apparire sul proprio dispositivo (smartphone o tablet) le domande. Sarà così possibile rispondere e procedere fino alla fine del percorso; mentre la domenica mattina, dalle ore 9 alle ore 13, la caccia al tesoro si sposterà al Centro commerciale Campania di Marcianise.
Alle ore 14 sarà diffusa la classifica, che verrà inviata ai giocatori tramite app e sarà presente al box informazioni del centro commerciale, e verranno assegnati i premi (i minorenni dovranno essere accompagnati da un familiare adulto per riscuotere il premio).
La caccia al tesoro nella Reggia di Caserta -che ha ricevuto anche il plauso della presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, Flavia Piccoli Nardelli- è la prima occasione di una collaborazione inedita che coinvolge quattro importanti realtà della cultura, dell’innovazione e del mondo imprenditoriale del territorio casertano. Un formula di interazione stretta, questa, basata su una convergenza di vedute e una condivisione di contenuti, volta alla valorizzazione del patrimonio culturale sia agli occhi della cittadinanza locale sia come forza attrattiva per il turismo.
Un’azione che instaura un dialogo tra realtà eterogenee, ma complementari, con l’ambizione di rendere il tessuto territoriale sempre più integrato e attrattivo nell’ambito nazionale e internazionale dell’innovazione, dell’impresa e della fruizione dei beni culturali nel loro insieme.

Didascalie delle immagini
[Figg. 1, 2 e 3]  Vedute della Reggia di Caserta. Foto: A. Gentile

Informazioni utili 
Reggia di Caserta, viale Dohuet – 81100 Caserta. Orario di visita: ore 8.30-19.30; chiusura biglietteria, ore 18.45; ultimo ingresso, ore 19.00. Ingresso: intero € 12,00 (solo appartamento € 9.00), ridotto € 6,00 (solo appartamenti € 4,00).  Informazioni: tel. (0039)0823-448084 o (0039)0823-277580. Sito internet: http://www.reggiadicaserta.beniculturali.it

martedì 1 novembre 2016

Torna in stampa il «Libro imbullonato» di Depero

Ha da poco preso il via la campagna Kickstarter finalizzata alla pubblicazione della ristampa anastatica del celebre «Libro imbullonato» del pittore e designer Fortunato Depero.
Considerato il primo esempio compiuto di libro d'artista e campionario di tutte le possibili e più ardite sperimentazioni tipografiche dei primi del Novecento, il volume venne stampato nel 1927 con la complicità dell'editore e aviatore Fedele Azari.
All’interno della pubblicazione -rilegata con due massicci bulloni metallici, che restituiscono tutta la fascinazione del movimento marinettiano per le macchine e la modernità- si trovano oltre a numerose tavole parolibere, stampate su carte di differenti colori e grammature, riproduzioni di quadri, arazzi, disegni e progetti, che offrono un’esaustiva panoramica della vulcanica creatività dell'artista roveretano e del suo talento per l’autopromozione.
Un capitolo del volume è interamente dedicato alla longeva collaborazione tra Depero e la Campari; per l'azienda milanese l’artista disegna, infatti, numerose campagne pubblicitarie, gadget e l'intramontabile bottiglietta del Campari Soda.
Stampato in poche copie nella tipografia Mercurio di Rovereto e considerato da Kurt Schwitters e da Jan Tschichold come uno dei capolavori indiscussi della grafica del Novecento, «Depero futurista» (questo il titolo del libro), è ora un'assoluta rarità per bibliofili. Lo si può trovare in alcune raccolte pubbliche, dal Mart di Rovereto al MoMA di New York, e nelle più raffinate collezioni private. Persino le due ristampe anastatiche realizzate dalla Spes di Firenze nel 1978 e nel 1987 sono praticamente introvabili.
La campagna Kickstarter, lanciata da Designers & Books, uno dei siti più autorevoli in America in fatto di graphic design e di libri di pregio, e dal Cima (Center for Italian Modern Art) di New York, istituzione votata allo studio e alla promozione dell'arte italiana del Novecento, renderà possibile acquistare una ristampa anastatica di altissima qualità e totalmente fedele all'originale.
Insieme al «Libro imbullonato», che sarà disponibile su Kickstarter fino al 1° dicembre, verrà offerta una pubblicazione con saggi d'approfondimento, immagini e documenti inediti provenienti dall’archivio del Mart di Rovereto.

Informazioni utili 
www.boltedbook.com