ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

domenica 17 maggio 2009

"Lo schiacchianoci": danzando sulle note di Pëtr Il'ič Čajkovskij

«Uno dei più bei doni della danza, non soltanto per i bambini, ma per chiunque ami l’elemento magico del teatro». Sta tutto in queste parole del coreografo e danzatore russo George Balanchine il fascino del balletto Lo schiaccianoci, che l’associazione sportiva dilettantistica “Amici della danza”, diretta da Maria Luisa Milani, presenta alle 21.00 di lunedì 18 maggio al teatro Sociale di Busto Arsizio.
Lo spettacolo, che gode del patrocinio del Comune di Busto Arsizio, vedrà in scena una sessantina di giovani allieve della scuola bustese, accompagnate da due ballerini professionisti: Massimo Dalla Mora e Daniele Lucchetti. I costumi sono a cura della ditta Porselli e di Bruna Scazzosi; le scenografie portano la firma di Corinna Colombo e Cesare Maino.
Lo schiaccianoci, balletto in due atti e tre scene con prologo ed epilogo su musiche di Pëtr Il'ič Čajkovskij, mutua la propria trama dalla favola borghese ottocentesca Nüssknaker und Mäusekönig (Lo schiaccianoci e il re dei topi) di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, nella versione liberamente rivisitata e privata dai suoi elementi drammatici e horror da Alexandre Dumas padre.
Al centro della vicenda c’è una bambina di Norimberga, la dolce e romantica Clara (interpretata in questo allestimento da Natalia Colombo), che si prepara a festeggiare il Natale con i propri parenti ed amici. Fra i tanti invitati al sontuoso ricevimento, si distingue uno strano personaggio di nome Drosselmeyer, un po’ prestigiatore e un po’ giocattolaio, che regala alla protagonista alcuni pupazzi meccanici, ma soprattutto uno schiaccianoci di legno a forma di soldatino. A mezzanotte, quando gli ospiti si congedano, la piccola Clara si addormenta su una poltrona del divano e precipita in un sogno/incubo fantastico, nel quale il nuovo giocattolo si trasforma in un bellissimo e coraggioso principe azzurro, con cui combattere contro l'esercito dei topi e, una volta vinta la battaglia, partire in viaggio per il paese delle delizie. Qui vivono la fata Confetto e altri personaggi di fantasia, come il Cioccolato, il Caffè, il Bastoncino di zucchero candito e i Cannoncini alla crema. Clara trascorre con loro una notte da favola. Ma tutti i sogni, si sa, durano poco: al risveglio balli e suoni sono svaniti; accanto alla piccola c'è solo il suo amato schiaccianoci di legno.
A fare da colonna sonora allo spettacolo, per le coreografie di Maria Luisa Milani, saranno, come già ricordato, alcune delle musiche più allegre, sognanti e divertenti nate dal genio di Pëtr Il'ič Čajkovskij: dalla Marcia al Trepak (o Danza russa), dal Valzer dei fiori alla Danza della fata Confetto.

Didascalie
[Foto 1 e 2] Immagini di repertorio delle produzioni dell'associazione sportiva dilettantistica Amici della danza

Informazioni utili
Lo schiaccianoci.
Teatro Sociale, piazza Plebiscito 8 - 21052 Busto Arsizio (Varese). Data: lunedì 18 maggio 2009, ore 21.00. Ingresso: € 15.00. Sito internet: www.teatrosociale.it.

Per saperne di più
www.amicidelladanza.blogspot.com

mercoledì 13 maggio 2009

«Quell’amore di Francesca», musica lirica e letteratura sulle tracce di un mito dantesco

Dalle tragedie di Silvio Pellico e Gabriele D’Annunzio alla Fantasia sinfonica di Pëtr Il'ič Čajkovskij, senza dimenticare l’opera scultorea di Auguste Rodin, il ciclo incisorio di Gustave Dorè e la parodia teatrale di Antonio Petito. Ma anche i disegni e le pitture di Jean Auguste Dominique Ingres, Dante Gabriele Rossetti, Mosè Bianchi e Gaetano Previati. Sono innumerevoli gli artisti che, dal Settecento ad oggi, hanno rivolto la propria attenzione all’appassionante storia d’amore e di morte tra Francesca da Polenta e Paolo Malatesta. Tanto è vero che un catalogo, ancora in corso di redazione, ha censito l’esistenza di duecentocinquanta componimenti letterari e teatrali, oltre trecento opere d’arte visiva, centocinquanta eventi musicali e dieci film dedicati alla coppia adulterina che Dante Alighieri rese immortale nelle pagine del Canto V dell’Inferno, quello incentrato sui «peccatori carnali che la ragion sommettono al talento», puniti da una «bufera infernal che mai non resta».
La storia dell’avvenente e sfortunata fanciulla ravennate, per la quale Gabriele D’Annunzio coniò l’espressione «un fiore in mezzo a tanto ferro», e del suo amante, giovane uomo che Giovanni Boccaccio definì «piacevole» e «costumato», sale sul palcoscenico del ridotto Luigi Pirandello, nuovo spazio dedicato al «teatro di parola e di ricerca» del Sociale di Busto Arsizio.
Giovedì 14 maggio, alle ore 21.00, la sala di piazza Plebiscito ospita, infatti, lo spettacolo multimediale Quell’amore di Francesca, per la regia di Antonio Signorello.
L’appuntamento, organizzato in occasione del primo anniversario della scomparsa del tenore catanese Vittorio Tosto (Catania, 1962 – Milano, 2008), nasce da un’idea dello stesso artista siciliano, che si è avvalso, per la prima andata in scena (Milano, 1997), della collaborazione del regista Franco Vacchi.
Due i momenti in cui si articola la serata, che vedrà salire sul palco le soprano Donatella Giansanti, Stefania Megale e Yoko Takada, il tenore Antonio Signorello, gli attori Delia Cajelli, Gerry Franceschini e Mario Piciollo, accompagnati dalla pianista Véronique Garnier Heurtebise, dalla violinista Claudia Monti e dalla giovane clarinettista Irene Valentini. L’appuntamento prevede anche la partecipazione del coro Vox Media di Bresso, diretto da Angelo Bernardelli.
Nella prima parte la poesia entra in connubio con la musica attraverso brani che affiancano grandi compositori del calibro di Wolfgang Amadeus Mozart, Giacomo Puccini, Gioacchino Rossini, Francesco Paolo Tosti, Giuseppe Verdi e Riccardo Zandonai a scrittori, drammaturghi e poeti di levatura internazionale quali Dante Alighieri, Giosuè Carducci e William Shakespeare. Ecco così, per esempio, i colori crepuscolari della melodia Serenata di Riccardo Zandonai dialogare con la febbrile giostra di sensazioni emotive del sonetto shakespeariano CXXIX o, ancora, con le gioiose note della romanza pucciniana Sole e amore e con il malinconico notturno mozartiano Se lontan ben mio tu sei.
Ampio spazio in questa sezione introduttiva viene data anche alla poco conosciuta passione per la poesia di Vittorio Tosto, del quale vengono proposte quattro sue opere -I due soli, Un abbraccio, Reminiscenza e Pausa- accostate a composizioni, realizzate per l’occasione, dal collega musicista Angelo Bernardelli.
La seconda parte della serata conduce, invece, il pubblico –ha scritto lo stesso tenore catanese- «non solo verso l’accostamento di musica e poesia, ma addirittura a un osmotico divenire l’una l’altra, in un mutuo scambio, che, attraverso il filo conduttore della lettura del V canto dell’Inferno dantesco, propone tre momenti chiave dell’opera Francesca da Rimini di Riccardo Zandonai». Un’opera, questa, che può essere considerata una vera e propria gemma del primo Novecento musicale italiano, grazie alla raffinata scrittura del compositore roveretano, che ha creato una partitura più di sentimenti, di atmosfere che di caratteri, concorrendo così a far scaturire in azione scenica cantata, su versi di Gabriele D’Annunzio, la tragica vicenda di lussuria e sangue che ebbe per protagonisti Paolo e Francesca, uccisi per mano del fratello e marito Gianciotto, mentre leggevano un racconto cavalleresco evocante l’infedeltà della regina Ginevra nei confronti di re Artù.
L’ingresso è libero e gratuito, previa prenotazione del posto allo 0331 679000.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Giuseppe Palanti, Abbraccio fatale, manifesto pubblicitario per l’opera Francesca da Rimini di Riccardo Zandonai. 1914. Particolare; [fig. 2] Mosè Bianchi, Paolo e Francesca, 1877 c.. Acquarello e oro su carta, cm 64,5×85,5. Milano, Galleria civica d’arte moderna; [fig. 3] Gaetano Previati, Paolo e Francesca, 1901. Olio su tela, cm 230×260. Ferrara, Galleria civica d’arte moderna; [fig. 4] Jean-Auguste-Dominique Ingres, Paolo e Francesca sorpresi da Gianciotto, 1845 c. Olio su tela, cm 22×15. Chantilly, Musée Condé; [fig. 5] Gustave Dorè, Paolo e Francesca all’Inferno, 1861. Inchiostro e guazzo bianco su carta, mm 387×292. Strasburgo, Musée d’Art Moderne et Contemporain.

Informazioni utili
Quell'amore di Francesca. Teatro Sociale - ridotto Luigi Pirandello, piazza Plebiscito 8 - 21052 Busto Arsizio (Varese). Data: giovedì 14 maggio 2009, ore 21.00. Ingresso: libero e gratuito, previa prenotazione del posto. Prenotazioni telefoniche possono essere effettuate allo 0331.679000, in orario lavorativo: dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00, e il sabato,dalle 9.30 alle 12.30. Informazioni: tel. 0331.679000. Sito internet: www.teatrosociale.it.

martedì 12 maggio 2009

Milano, al Poldi Pezzoli cinque incontri per conoscere i grandi restauri italiani

Compie otto anni il ciclo di appuntamenti Grandi restauri tra tradizione e innovazione, organizzato dal museo Poldi Pezzoli di Milano, in collaborazione e con il sostegno di Intesa Sanpaolo. Tema di questa edizione sarà il restauro di oreficerie, sculture in cartapesta, pitture su vetro e pietra.
Ad inaugurare la rassegna, che si propone da sempre come occasione di aggiornamento e confronto fra storici dell’arte e restauratori, sarà una conferenza dal titolo Il busto reliquiario di San Gennaro (1304 – 1305) nella cappella del tesoro di San Gennaro a Napoli, tenuta da Giovanni Morigi, consulente per il restauro dei metalli per le più prestigiose istituzioni internazionali. L’appuntamento, fissato per le 18.00 di mercoledì 13 maggio, permetterà di approfondire la conoscenza di questo capolavoro della scultura e dell’oreficeria gotica d’inizio Trecento, commissionato da Carlo II d’Angiò a quattro maestri orafi francesi per celebrare il millenario del martirio e della morte di San Gennaro.
Realizzato in argento prevalentemente sbalzato, cesellato e dorato, il prezioso busto, che raffigura il santo in abiti vescovili, è composto da più parti -la testa, le spalle, il colletto-, è finemente decorato con pietre preziose e mostra ben 63 bottoni circolari in smalto blu o rosso con gigli d’oro.
Nel corso dell’incontro verranno, inoltre, presentati gli interventi di restauro eseguiti su altre due importanti oreficerie sacre appartenenti al tesoro di San Gennaro a Napoli: il Tabernacolo del sangue di San Gennaro o Tempietto, utilizzato per trasportare durante le processioni la teca contenente l’ampolla del sangue, l’effige e la reliquia del Santo, e la Stauroteca di San Leonzio, realizzata per il vescovo di Napoli Leonzio tra il 646 e il 653.
Gli appuntamenti alla casa-museo di via Manzoni, tutti ad ingresso gratuito, proseguiranno con Clarice Innocenti, direttrice del Museo dell’Opificio delle pietre dure di Firenze, che mercoledì 20 maggio intratterrà i presenti con una conferenza dal titolo L’Altare d’argento del Battistero di Firenze (1366-1483). Sarà, poi, la volta di Rita Bassotti, restauratrice e docente di tecniche esecutive e di restauro presso l’Istituto Centrale del Restauro (ISCR), che mercoledì 27 maggio terrà un incontro dal titolo La Madonna in cartapesta di Jacopo Sansovino al Bargello (1540-1550). Giuseppe Basile, già direttore presso l’ISCR del Servizio per gli interventi sui Beni artistici e storici, sarà, invece, protagonista della conferenza La vetrata della Cappella della Maddalena in San Francesco ad Assisi (ultimi anni del XIII secolo), in cartellone il 3 giugno. E, infine, mercoledì 10 sarà la Anna Rastrelli, nota archeologa che, tra i numerosi incarichi, ha diretto il restauro del Sarcofago delle Amazzoni e la progettazione di quello della statua in bronzo dell’Arringatore, due capolavori del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
«Con questa iniziativa – fanno sapere dalla casa-museo milanese- si riconferma la volontà del Poldi Pezzoli di rappresentare un centro di aggiornamento e di formazione permanente su uno dei temi salienti legati al nostro patrimonio artistico. Gli incontri in programma si rivolgono non solo agli addetti ai lavori, ma anche agli studenti, agli insegnanti e a tutto il pubblico che segue con interesse le sorti dei nostri beni culturali».

Didascalie delle figure
[fig. 1]Jacopo Sansovino, Madonna col Bambino, circa 1550; cartapesta. © Museo Nazionale del Bargello, Firenze; [fig. 2] Maestro Etienne, Godefroy, Milet d’Auxerre, Guillaume de Verdelay, Busto-reliquiario di San Gennaro, 1304-1305; argento sbalzato, cesellato, dorato.© Tesoro Vecchio della Cattedrale, Napoli.

Informazioni utili

Grandi restauri tra tradizione e innovazione. Museo Poldi Pezzoli, via Manzoni 12 - Milano. Da mercoledì 13 a mercoledì 10 giugno, ore 18.00. Note. Gli incontri sono gratuiti e sono aperti a tutto il pubblico interessato.La disponibilità dei posti è fino a esaurimento. Per informazioni: tel. 02.794889/02.796334. Sito web: www.museopoldipezzoli.it.