ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 26 settembre 2013

Dallo spettacolo «Caravankermesse» al nuovo intervento coreografico di Cristiana Morganti: una stagione glocal per «Il Funaro» di Pistoia

Sarà un bel viaggio teatrale in camper a inaugurare la nuova stagione del centro culturale «Il Funaro» di Pistoia. In occasione del suo quarto compleanno, la realtà culturale toscana propone, infatti, «Caravankermesse», spettacolo-installazione nato da un’idea di David Batignani e Natascia Curci, che appaga vista, tatto, udito e olfatto in un’atmosfera fra circo e café chantant, insieme onirica e rivelatrice per chi sa abbandonarsi al gioco del teatro. Un caravan decorato alla maniera dei carrozzoni del circo, una passerella d'ingresso disegnata da un tappeto rosso e protetta da una veranda luminosa, un carretto, corde, gabbie e altri strani elementi circondano il pubblico, invitato a conoscere tre strani personaggi: il signor Ker, la signorina Messe e mister Van. La performance, per dieci persone alla volta, si terrà nelle giornate di giovedì 26 e venerdì 27 settembre, con quattro repliche a serata, alle ore 19.45, 20.30, 21.15 e 22.00.
Il viaggio del centro culturale «Il Funaro» proseguirà, quindi, con la prima nazionale dello spettacolo «L’occhio del lupo», dall’omonimo testo di Daniel Pennac. La rappresentazione, che vedrà alla regia l’argentina Clara Bauer e in scena la compagnia Mia di Parigi, «racconta – si legge nella nota stampa- la storia di un incontro improbabile, quella fra un lupo e un bambino, che è l’emblema di tutti i veri incontri che hanno la potenza di cambiare le vite».
L’appuntamento è fissato per la serata di sabato 26 ottobre e nella stessa giornata Pistoia vivrà anche l’inaugurazione della mostra «Memorie dello spettacolo» e la presentazione del libro «L’Archivio Andres Neumann» di Maria Fedi, che esce a coronamento del progetto «Memorie digitali dello spettacolo contemporaneo», promosso dal Dipartimento di storia, archeologia, geografia, arti e spettacolo dell’Università degli studi di Firenze e diretto dal professor Renzo Guardenti.
La programmazione del centro culturale «Il Funaro» di Pistoia proseguirà, quindi, nella serata di sabato 30 novembre con lo spettacolo «Mondi fragili» di Antonio Catalano, un’installazione eco-logica, un bio-lunapark fatto di rifugi primitivi creati sul posto con materiali naturali come rami, foglie e semi.
Venerdì 13 e sabato 14 dicembre sarà, invece, la volta di «33 Tours et Quelques secondes», spettacolo ideato e diretto dai libanesi Rabih Mroué e Lina Saneh, nel quale si disegna, attraverso il dramma di un suicidio, una società araba in continua trasformazione. Tv accesa, segreteria telefonica, pagina Facebook, stampante sono le uniche tracce implacabili di una vita che non c'è più, quella del giovane Diyaa Yamout. Dietro la storia privata c’è il ritratto di un Paese, il Libano, dove il fuoco delle rivoluzioni arabe non ha attecchito.
La stagione proseguirà, poi, con una nuova creazione di Cristiana Morganti, danzatrice solista del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, che venerdì 4 e sabato 5 aprile 2014 proporrà una sua nuova creazione ispirata alla frase «All’ombra di un grande albero non cresce mai nulla».
A chiudere il cartellone sarà, invece, la prima nazionale dello spettacolo «Piccoli esercizi per il buon morire» di Enrique Vargas, con il Teatro de Los Sentidos di Barcellona, in programma dal 27 al 29 giugno 2014.
Ma le attività del centro culturale «Il Funaro» per la nuova stagione non terminano con la programmazione di spettacoli. La realtà pistoiese, nella quale si sposano vocazione internazionale e attenzione al locale, ha, infatti, in agenda anche workshop professionali con maestri internazionali, attività di residenza teatrale e di produzione, corsi di teatro e progetti per la città di Pistoia e il territorio circostante, rivolti a tutte le fasce di età.
Tra gli insegnanti attesi nella città toscana si segnalano lo scrittore Daniel Pennac, protagonista di un laboratorio di scrittura creativa nelle giornate di giovedì 10 e venerdì 11 ottobre, Jean-Jacques Lemêtre, autore per oltre trent’anni delle creazioni musicali del Théâtre du Soleil, e Cristiana Morganti e Kenjii Takagi, danzatori del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch. Ai professionisti è dedicata anche l’attività della Scuola dei Sensi, le cui lezioni sono aperte anche a terapisti, psicologi, insegnanti, architetti ed operatori sociali, perché questo progetto si basa sul principio che il linguaggio sensoriale non sia utile solo alla pratica teatrale, ma anche alla vita. Chi fosse curioso di saperne di più può partecipare all’incontro con Enrique Vargas, in programma venerdì 4 ottobre, alle ore 21, in cui, fra l'altro, racconterà il significato di questa scuola internazionale con sede anche a Barcellona e Copenaghen.
Oltre alla formazione professionale, «Il Funaro» propone un’intensa attività rivolta alla città, con corsi di teatro per bambini, ragazzi e adulti, laboratori di dizione, lettura espressiva e scrittura e, da quest’anno, anche un progetto sul circo. Un nuovo anno denso di eventi ed emozioni attende, dunque, la realtà pistoiese, definita da Andres Neumann la culla dello «Slow Show» per quella sua costante attenzione a mettere al centro della scena il pubblico: il vero protagonista di ogni teatro.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1 e 2] Una scena dello spettacolo-installazione «Caravankermesse», prodotto da IsoleComprese Teatro; [fig. 3] Una scena di «33 Tours et Quelques secondes», spettacolo ideato e diretto dai libanesi Rabih Mroué e Lina Saneh; [fig. 4] Cristiana Morganti, danzatrice solista del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, sarà tra i protagonisti della prossima stagione del Centro culturale «Il Funaro» di Pistoia

Informazioni utili
Centro culturale «Il Funaro» di Pistoia, via del Funaro, 16/18 – Pistoia, tel 0573.977225  o  0573.976853, e-mail info@ilfunaro.org. Sito web: www.ilfunaro.org. La brochure della stagione 2013/2014: http://www.slideshare.net/elisasirianni923/il-funaro-centro-culturale-stagione-2013-2014?from_search=2

mercoledì 25 settembre 2013

Una mostra e un libro in omaggio all’astrattista Eugenio Carmi

Genova omaggia uno dei suoi figli più illustri: Eugenio Carmi (Genova 1920), uno dei maestri dell’astrattismo italiano della seconda metà del Novecento, il cui linguaggio, inizialmente informale, ha incontrato, sul finire degli anni Sessanta, il rigore delle forme geometriche e, oggi, dialoga costantemente con le leggi della natura e, attraverso interventi materici, riporta nella geometria un certo spirito asimmetrico e «ribelle».
Boccadesse, borgo di pescatori alle porte del capoluogo ligure, riapre, infatti, gli spazi della Galleria del Deposito, fulcro della scena artistica nazionale e internazionale negli anni Sessanta, per ospitare una personale dell’artista, «fabbricante di immagini», per sua stessa definizione, le cui opere sono conservate nelle collezioni della Camera dei deputati, del ministero degli Esteri, della Quadriennale di Roma e in vari musei non solo del nostro Paese, ma anche della Germania, della Gran Bretagna, della Polonia e degli Stati Uniti.
L’esposizione, intitolata «La trasparenza inquieta», allinea undici vetrate che Eugenio Carmi ha creato, negli anni 2011 e 2012, grazie alla sapiente lavorazione del maestro vetraio Lino Reduzzi, attivo nella sua storica officina di Castel Rozzone, in provincia di Bergamo.
«Il vetro è un materiale affascinante presente in ogni epoca sotto forme diverse -ha raccontato l’artista durante l’allestimento della mostra-. Attraverso la sua trasparenza e la sua luce ho potuto assimilare ancora di più le mie forme e i miei colori alla realtà circostante. E mi ha emozionato vedere le mie opere astratte prendere forma grazie all’antichissima lavorazione del vetro piombato, che ho sempre ammirato nelle cattedrali gotiche».
Claudio Cerritelli, nel catalogo che accompagna il progetto espositivo, ha sottolineato, invece, il senso profondo del dialogo tra il maestro genovese e Lino Reduzzi, «l’uno inventore dell’immagine astratto-costruttiva, l’altro impegnato a trasmutarla in vetro, tra rigore immaginazione, razionalità ed emozione». «Seguendo i respiri alterni del colore» -ha scritto ancora il curatore- il maestro vetraio lombardo ha filtrato «con entusiasmo l’utopia totale di Carmi, sognatore inguaribile di divine proporzioni, frequentatore di paradigmi pitagorici e teoremi matematici, canoni costruttivi e regole auree che interpretano le leggi infinite della natura».
La mostra, resa possibile grazie a Patrizia Toscani (attuale proprietaria dello spazio) e Paolo Asti, rientra nel cartellone delle iniziative promosse a Genova per festeggiare i cinquant’anni dalla fondazione della Galleria del Deposito, una cooperativa di artisti internazionali voluta propria da Eugenio Carmi, maestro che nel corso della propria vita è stato anche art director dell’Italsider (dal 1958 al 1965) e docente alle Accademie di Belle arti di Macerata e Ravenna, con l’idea di rendere l’arte accessibile a tutti attraverso la commercializzazione di multipli e non di pezzi unici.

Erano anni, quelli, di grande fervore culturale per la città ligure. La scena teatrale era animata dallo Stabile di Ivo Chiesa e dalla Borsa di Arlecchino di Aldo Trionfo; nel mondo della musica si affermavano artisti come Gino Paoli, Luigi Tenco e Fabrizio De André. In campo editoriale facevano parlare di sé riviste come «Nuova corrente» e «Marcatré», sulle cui pagine comparivano le firme, tra gli altri di Germano Celant, Renato Barilli, Jannis Kounellis e Umberto Eco; mentre il mondo delle arti visive vedeva la nascita della Polena, per iniziativa di Rosa Leonardi e Edoardo Manzoni. In questo contesto, la Galleria del Deposito svolse un importante ruolo di aggiornamento portando a Genova, negli spazi di un vecchio deposito di carbone in riva al mare, artisti e critici come Max Bill, Lucio Fontana, Gillo Dorfles, Arnaldo Pomodoro e gli allora emergenti Getulio Alviani, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani e Gianni Colombo.
Ciò che distinse, da subito, questa realtà da tutte le altre, italiane ed internazionali, fu la produzione di grafiche e multipli, opere originali prodotte in serie limitate, acquistabili a prezzi contenuti, e ispirate a una esigenza di abbattimento delle barriere economiche nella diffusione e nella fruizione dell’arte. E per ricordare questa esaltante avventura, durata poco più di cinque anni, Eugenio Carmi ha voluto realizzare proprio un’opera grafica: un’acquatinta, delle dimensioni di cinquanta per trentacinque centimetri, stampata in cinquanta esemplari firmati e numerati dalla Stamperia d’arte Berardinelli di Verona, il cui soggetto raffigurato è stato riprodotto anche in una vetrata in mostra a Boccadesse.
In questo 2013 all’artista ligure, che annovera in curriculum anche un apprendistato a Torino con Felice Casorati e due partecipazioni alla Biennale di Venezia (nel 1966 e nel 2011), è, inoltre, dedicata un’iniziativa editoriale: la riedizione da parte di Nomos del celebre volume «Stripsody», pubblicato nel 1966 in occasione del felice incontro artistico con la cantante Cathy Berberian e con lo scrittore Umberto Eco. Il libro, che verrà presentato in anteprima al Triennale Design Museum di Milano il prossimo 2 ottobre, illustra, pagina dopo pagina, attraverso le tavole di Eugenio Carmi, il percorso sonoro vocalizzato dalla mezzosoprano e compositrice statunitense, usando solo le onomatopee codificate dalla lingua dei fumetti, in un fluire di stimoli ed evocazioni polisensoriali. La nuova edizione è arricchita da un ampio corredo fotografico che ritrae Cathy Berberian in molte delle performance di «Stripsody», da un cd con l’originale del brano interpretato dalla cantante e da un nuovo testo di Umberto Eco, autore che vanta una lunga collaborazione con l’artista ligure al quale si deve l’illustrazione delle favole «La bomba e il generale», «I tre cosmonauti» e «Gli gnomi di Gnù», pubblicate in Italia da Bompiani e in molti altri Paesi del mondo.

Didascalia delle immagini
[Fig. 1] Eugenio Carmi firma una vetrata; [fig. 2] Un'illustrazione di Eugenio Carmi per il volume «Stripsody», ristampato da Nomos edizioni; [fig. 3] La Galleria del Deposito a Boccadesse (Genova). Foto: Ugo Mulas

Informazioni utili
Mostra: Eugenio Carmi. La trasparenza inquieta. Galleria del Deposito, piazza Nettuno, 3r - Boccadasse (Genova). Orari: tutti i giorni, ore 17.00-21.00. Ingresso libero. Catalogo: disponibile in mostra. Informazioni o visite su appuntamento: cell. 348 8712200 oppure toscani.patrizia@gmail.com. Fino a domenica 27 ottobre 2013.

Libro: «Stripsody». Interpretazione vocale di Cathy Berberian, illustrazioni di Eugenio Carmi, introduzione di Umberto Eco, Nomos edizioni, Busto Arsizio (Varese) 2013. ISBN: 978-88-98249-15-2. Formato: centimetri 20 x 29. Pagine: 64 a colori (con quattordici tavole originali di Eugenio Carmi e un cd audio con l’interpretazione vocale di Cathy Berberian. Prezzo: € 25,00. Presentazione ufficiale: mercoledì 2 ottobre 2013, ore 18.30. Triennale - Salone d’Onore, viale Alemagna, 6 - Milano. Saranno presenti Eugenio Carmi, Umberto Eco, Cristina Berio, curatrice dell’archivio fotografico e artistico della madre Cathy Berberian. Modera Silvana Annicchiarico, direttore del Triennale Design Museum.


lunedì 23 settembre 2013

«Contemporary locus 5», Tony Fiorentino porta l’arte contemporanea nella domus Licinae di Bergamo

Passato e presente si incontrano a Bergamo. La città ritorna, infatti, ad ospitare il progetto espositivo «Contemporary locus. Luoghi riscoperti dall’arte contemporanea». Dopo «Sound», suggestiva installazione video di Grazia Toderi per gli storici spazi del teatro Sociale, il giovane artista Tony Fiorentino (Barletta, 1987) si confronta con la Domus Licinae, uno dei ritrovamenti archeologici più importanti dell’Italia settentrionale: un’abitazione di epoca romana (presumibilmente abitata tra il I e il IV secolo dopo Cristo) riportata alla luce nei primi anni Sessanta grazie all’opera dell’architetto Sandro Angelini (1915–2001).
L’appuntamento espositivo, curato da Paola Tognon con Paola Vischetti, apre, dunque, al pubblico le porte di uno spazio solitamente non accessibile, come era già avvenuto in passato quando «Contemporary locus» aveva permesso di visitare importanti testimonianze storico-architettoniche bergamasche, quali il Luogo Pio Colleoni, la Cannoniera San Giacomo e l’ex hotel Commercio, parte dell’antico complesso conventuale di Santo Spirito e più antico luogo di accoglienza della città lombarda.
Stando a studi condotti sul territorio, la Domus di Licina, che deve il proprio nome a un’incisione riportata su una terrina d’argilla nera trovata tra le sue mura, conobbe un lungo periodo di abbandono durato tutto l’alto Medioevo, fino a quando venne costruita la torre dei Migliavacca dei Rivola, nelle cui case fu istituito l’hospitium, divenuto nel XV secolo l’Ospedale di Santa Maria Maggiore, le cui finalità caritativo-assistenziali furono raffigurate in una serie di affreschi. In seguito, l’edificio fu adibito per la sede del primo liceo musicale della Lombardia e nel 1876 ritornò ad essere abitazione privata, passando nel 1960 dalla famiglia Bonicelli agli Angelini. Tre anni dopo, iniziarono i lavori di scavo che riportarono alla luce frammenti di affreschi e fregi marmorei, ma anche utensili (oggi visibili presso il vicino Museo archeologico della città) come olle, coppe, bacili e tegami pertinenti alla suppellettile da cucina.
Tony Fiorentino ha indagato la Domus di Licina per svelarla attraverso pratiche artistiche e opere di valenza poetica che mettono in relazione la storia con l’attualità. In cinque mesi di attività e micro-residenze in situ, l’artista ha ideato un percorso espositivo (visibile al pubblico dal 28 settembre al 27 ottobre) che tocca tre livelli della casa, realizzando opere site-specific che si basano sul concetto di svelamento e di recupero di antiche e recenti memorie.
Nel monumentale androne della residenza è ambientata «Melancholy Rocking Horse», un’installazione di sculture in piombo, zinco e vetro destinata a trasformarsi con il trascorrere del tempo. Mentre la discesa verso la domus Licinae è caratterizzata da «Infernotti», un’opera di luce messa in contrapposizione con il video «Candle», esposto nel vano attiguo al sito archeologico, nel quale si vede una candela in ghiaccio che si consuma senza bagliore lasciando cadere a terra il suo stoppino inutilizzato.
Nell’antico cortile di casa Angelini, affastellato di memorie e oggetti che intrecciano la storia della famiglia con l’architettura del luogo, sono esposte due nuove opere: «Scultura insignificante» e «Upside Down», elaborazioni a più mani di materiali da collezione e manufatti che si trasformano in sculture autonome. Mentre nell’ampio scalone che riporta il visitatore al livello della strada, Tony Fiorentino mette in mostra le sculture «Untitled» e «Do You Remenerber?», «nelle quali -raccontano le curatrici- il marmo proclama e mimetizza la sua storia e tradizione: un’alta stele costruita con i marmi di recupero del Duomo di Milano e delle zanne sottodimensionate, scavate e colorate nel marmo per essere immaginate di avorio».
L'artista pugliese disegna, dunque, un processo di appropriazione e interpretazione della Domus di Licina, della sua storia e della sua attuale identità, restituendo al passato una nuova vita, fatta di luci e di ombre.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Domus di Lucina, Casa Angelini, Bergamo 2013. «Contemporary locus 5». Foto di Claudio Cristini; [fig. 2]  Tony Fiorentino, «Candle», 2013. Still dal video, 10’:00’’. Courtesy l’artista e «Contemporary locus», Bergamo;[fig. 3] Tony Fiorentino, «Do You Remember?», 2013. Marmo, cm 21 x 1,5 x 1 cadauno. Courtesy l’artista e «Contemporary locus», Bergamo; [fig. 4] Tony Fiorentino, «Melancholy Rocking Horse», 2013. Metallo, vetro, zinco, acetato di piombo, acqua, dimensioni variabili. Courtesy l’artista e «Contemporary locus», Bergamo. Foto di Valentina Coccioli, Palazzo Serbelloni, Milano

Informazioni utili
«Contemporary locus 5» - Tony Fiorentino. Domus di Lucina c/o Casa Angelini, via Arena, 18 - Bergamo. Orari: sabato e domenica, ore 10.00-13.00 e ore 16.00-20.00. Ingresso libero. Informazioni e visite speciali: info@contemporarylocus.it. Note: Inaugurazione:sabato 28 settembre, ore 18.30. Da sabato 28 settembre a domenica 27 ottobre 2013.