ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

giovedì 3 aprile 2014

Da Ludovico Ariosto a Piero della Francesca, grandi mostre a Reggio Emilia

Reggio Emilia festeggia uno dei suoi figli più illustri. Sarà, infatti, un grande omaggio a Ludovico Ariosto (Reggio Emilia, 8 settembre 1474 – Ferrara, 6 luglio 1533), nel cinquecentoquarantesimo anniversario dalla nascita, a caratterizzare la proposta culturale della città per quest’anno. Cinquanta le istituzioni coinvolte in questo progetto di alta qualità e di notevole valore scientifico, in programma a partire dal prossimo 16 aprile, di cui è ente capofila Palazzo Magnani, dove dal prossimo autunno (dall’11 ottobre al 1° febbraio 2015) si terrà una mostra sullo scrittore emiliano e il suo «Orlando Furioso».
La rassegna, ideata e curata da Sandro Parmeggiani, si pone l’obiettivo di indagare la persistenza della fortuna dell’Ariosto e della sua opera più nota non solo nella letteratura (si pensi all’ammirazione che gli tributò Italo Calvino), ma anche in campi artistici quali la pittura, l’illustrazione, il fumetto e la fotografia, o in discipline come il cinema e il teatro.
Per raccontare come la forza dirompente dell’«Orlando Furioso» continui a influenzare l’immaginario creativo, confermando come quella stupefacente visione del mondo non possa essere consegnata agli archivi del passato, sono stati scelti artisti quali Valerio Adami, Concetto Pozzati, Tullio Pericoli, Emilio Isgrò, Omar Galliani, Lucio Del Pezzo, Elio Marchegiani, Gianluigi Toccafondo, Nino Migliori e Franco Vaccari; mentre i testi in catalogo vedranno la firma di Gianni Celati, Ermanno Cavazzoni, Gino Ruozzi, Antonio Faeti e di altri studiosi, critici e storici dell’arte e dell’illustrazione coinvolti nell’imponente progetto celebrativo.
Altrettanto rilevante, e impegnativo, si configura l’appuntamento scelto per inaugurare il 2015. Dal 14 marzo al 14 giugno, a Palazzo Magnani sarà, infatti, protagonista la mostra «Piero della Francesca. Il disegno tra arte e scienza», curata da Filippo Camerota, Francesco Paolo Di Teodoro e Luigi Grasselli, coadiuvati da un comitato scientifico nel quale operano anche Piergiorgio Odifreddi, Stefano Casciu, Enrico Maria Davoli, Roberto Marcuccio e Massimo Mussini.
Anche questa rassegna, che prevede un itinerario sul territorio con tappe alla Basilica di San Prospero e in alcune piazza della città, nasce da una coralità di istituzione culturali e vede in prima linea, tra gli altri, l’Università degli studi di Modena, l’Accademia di Belle arti di Bologna, la Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla e la locale Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici.
Spunto del progetto espositivo, che allineerà un centinaio di opere provenienti da prestigiosi musei internazionali e da collezioni private, è il cosiddetto «Reggiano A 41/2», ovvero il codice del «De Prospectiva Pingendi», patrimonio della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia. Il manoscritto, realizzato da un abile copista, presenta una sessantina di notazioni e correzioni a mano di Pietro della Francesca, che nei suoi centodieci fogli lascia anche molti disegni.
Da questo volume, che di fatto inizia la grande esperienza rinascimentale, partono nove sezioni espositive, che analizzano temi quali i principi geometrici, le figure piane, i corpi geometrici, l’architettura, la figura umana, la proiezione delle ombre e l’anamorfosi.
Lungo il percorso, opere originali -tra le quali la «Predella della Pala Griffoni» di Ercole dé Roberti, la «Summa de arithmetica» di Luca Pacioli e il «San Bernardino guarisce un uomo assalito e ferito con una pala» di Pietro Perugino- saranno affiancate da un ampio apparato multimediale, da modellini che consentono di capire con immediatezza gli sviluppi tridimensionali dell’idea di Piero della Francesca.
Nel frattempo, Palazzo Magnani propone, in contemporanea con il festival «Fotografia europea 2014», la mostra «Un secolo di grande fotografia. I capolavori della collezione Fotografis Bank Austria». L’esposizione, curata da Margit Zuckriegl e Walter Guadagnini, allinea centocinquanta immagini selezionate tra le oltre seicento che compongono la collezione della nota banca austriaca, attualmente in comodato d’uso al Museo d’arte moderna di Salisburgo. Si tratta di scatti che ripercorrono la storia della fotografia dalla seconda metà dell’Ottocento alla metà del Novecento attraverso i più grandi interpreti di sempre:Man Ray, Paul Strand, André Kertész, Edward Weston e molti altri. Un appuntamento, questo, davvero imperdibile per tutti coloro che intendono ripercorrere un secolo di arte fotografica attraverso le sue massime espressioni.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] «Tempesta»: Antonio, «Bradamante Valorosa, [Eroi ed eroine dei romanzi cavallereschi]». Romae, Joannis Orlandi a Pasquino formis, 1597 [Un'opera presente nella mostra su Ludovico Ariosto]; [fig. 2] Michelangelo, «Progetti per la scala del ricetto della Biblioteca Laurenziana, profili di base di colonne e studi di figure», 1525 ca. Matita nera, rossa e penna. Museo Casa Buonarroti, Firenze [un'opera presente nella mostra «Piero della Francesca. Il disegno tra arte e scienza»]; [fig. 3] Man Ray, «Untitled (Gun with Alphabet Squares)», 1924, stampa 1966. © Man Ray Trust [un'opera presenta nella mostra «Un secolo di grande fotografia. I capolavori della collezione Fotografis Bank Austria»] 

Informazioni utili
Fondazione Palazzo Magnani, corso Garibaldi 31 - Reggio Emilia, tel. 0522.44 4446, fax 0522.444436, info@palazzomagnani.it

mercoledì 2 aprile 2014

«La Serenissima nello specchio di rame», una prestigiosa pubblicazione di Dario Succi sull’incisione veneziana

Novecentoottanta pagine, millecinquecento immagini con dettagli anche di ampie dimensioni, due volumi cartonati di grande formato e una veste grafica accuratissima: sono questi i numeri del progetto editoriale «La Serenissima nello specchio di rame», edito in mille copie numerate a mano dalla società Cecchetto Prior alto antiquariato di Castelfranco Veneto.
I due tomi, riuniti in un unico cofanetto, sono opera di Dario Succi, studioso di fama internazionale specializzato nella pittura e nell’incisione del Settecento veneziano, che ha curato una ventina di esposizioni, tra le quali quella, memorabile, del 1983 al museo Correr di Venezia dal titolo «Da Carlevarijs ai Tiepolo».
L’opera, che è frutto di un trentennio di ricerche, colma una lacuna su quello che fu il secolo d'oro di uno straordinario universo di immagini incise, finora non adeguatamente valorizzato perché oggetto di studi frammentari, diluiti in un arco di tempo plurisecolare, dispersi su riviste specializzate e contributi monografici di non facile reperibilità.
Il lettore e l’appassionato d’arte avranno così modo di sfogliare i cataloghi ragionati completi di ventidue grandi maestri, incisori d'invenzione, tra i quali Luca Carlevarijs, Marco Ricci, Michele Marieschi, Antonio Canal detto Canaletto, Bernardo Bellotto, i tre Tiepolo, Sebastiano Ricci, Francesco Fontebasso, Alessandro Longhi, Gaetano Zompini e Gianfrancesco Costa. Di pagina in pagina, sarà possibile anche ammirare una selezione delle serie più significative realizzate da dodici fra i migliori incisori di riproduzione del Settecento veneziano, quali Francesco Bartolozzi, Davide Fossati, Antonio Visentini, Giambattista Brustolon, Giovanni Volpato, Giuliano e Marco Sebastiano Giampiccoli, Dionisio Valesi, Francesco Zuccarelli, Antonio Sandi e Teodoro Viero.
Di ogni incisione, accuratamente riprodotta, vengono descritti nel progetto editoriale della Cecchetto Prior tutti gli stati conosciuti, precisando le dimensioni, la tecnica esecutiva, la datazione, l'eventuale esistenza di dipinti o disegni corrispondenti.
La catalogazione delle stampe, suddivisa in milletrecentoquaranta schede e millecinquecento immagini con dettagli anche a piena pagina, scorre all'interno di una visione panoramica che consente di seguire la nascita, la straordinaria fioritura, il lento declino di una civiltà espressiva che ha contribuito in maniera determinante, con la larghissima diffusione internazionale, all'esaltazione della gloria di Venezia e della Repubblica Serenissima.
I capitoli, ordinati cronologicamente, sono suddivisi seguendo un filo conduttore che valorizza artisti e generi tematici. Ecco così che il lettore e l’appassionato d’arte trovano vedute di Venezia, delle isole lagunari, della Riviera del Brenta, del territorio prealpino, di città italiane ed europee, ma anche capricci di paesi e di rovine, ritratti di artisti e letterati, scene del carnevale, delle sagre popolari e delle feste dogali.
Strumento prezioso per studiosi, collezionisti, antiquari, questa pubblicazione può interessare tutte le persone sensibili al fascino dell'arte incisoria e alla magnificenza del passato di Venezia, due realtà che, per decenni, hanno camminato insieme come ricorda Giandomenico Romanelli: «l’incisione veneziana del Settecento - nella sua storia e nelle sue fortune - può essere assunta ad emblema della civiltà figurativa lagunare di quel secolo: ne possiede tutti i caratteri, in ogni senso e accezione, ne articola vicende, tensioni, velleità e sostanza, ne condivide il fantastico, l’irreale e l’effimero non meno che i dati destinati a rimanere e a contare, partecipa della stessa teatrale e scenografica vocazione, è altrettanto cosmopolita e internazionale».

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Immagine della pubblicazione «La Serenissima nello specchio di rame. Splendore di una civiltà figurativa del Settecento. L’opera completa dei grandi Maestri veneti», a cura di Dario Succi; [fig. 2] Michele Marieschi, «La Salute». Acquaforte e bulino, 317×467 mm; [fig. 3]  Antonio Sandi incisore da Francesco Tironi, «L'isola di Santa Maria delle Grazie», 1780. Acquaforte, 297 x 420 mm.

Informazioni utili
Dario Succi (a cura di), «La Serenissima nello specchio di rame. Splendore di una civiltà figurativa del Settecento. L’opera completa dei grandi Maestri veneti», Cecchetto Prior Alto Antiquariato, Castelfranco Veneto 2013. Dati: due volumi cartonati di 24 x 30 cm, con sovracoperta e cofanetto; 980 pagine totali; 1340 schede; 1500 immagini. Tiratura: mille copie numerate a mano. Prezzo: € 280,00. Informazioni: Cecchetto Prior Alto Antiquariato srl, via Chiesa, 7 - 31033 Castelfranco Veneto, info@cecchettoprior.com o tel 0423.721948. Sito internet: www.cecchettoprior.com

martedì 1 aprile 2014

A Sassoferrato nasce il Mam'S, il più grande museo marchigiano sull’arte del Novecento

Ci sono artisti del calibro di Emilio Vedova, Antonio Ligabue, Enrico Baj, Mimmo Paladino, Giuseppe Uncini e Fausto Pirandello nella collezione del Mam'S, la nuova galleria civica d'arte contemporanea che, dal prossimo 6 aprile, andrà ad arricchire il già cospicuo patrimonio museale della cittadina anconetana di Sassoferrato, nota per il Parco archeologico di Sentinum e per la Rocca Albornoz.
A pochi giorni dall'apertura, la nuova realtà espositiva si appresta già a vincere un primato: sarà il museo più grande di tutte le Marche sull'arte del secondo Novecento, con le sue più di oltre quattromila opere realizzate da artisti di tutto il mondo. Sede della raccolta sarà il Palazzo degli Scalzi, elegante edificio fatto costruire agli inizi del Seicento da Vittorio Merolli, illuminato mecenate che fu anche medico privato di papa Paolo V. Mentre la collezione è costituita dalle tele giunte, dal 1951 ad oggi, nella cittadina marchigiana per mezzo del premio intitolato a Gian Battista Salvi, detto Il Sassoferrato, uno fra i più grandi e famosi pittori italiani del Seicento, che dal 1996 è in gestione all’amministrazione comunale.
Il percorso espositivo della nuova galleria -curato da Roberto Bua e dallo studio Mjras, al quale si devono, tra l’altro, il progetto per il museo della città di Urbino e l’allestimento della mostra «Alma Tadema e i pittori inglesi dell’800» al Chiostro del Bramante- segue una scansione tematica. Ogni parete è costruita come un'ipotetica mostra a tema, con la possibilità di variare nel tempo l'allestimento utilizzando anche le nuove acquisizioni, per le quali è stata riservata una sala. Alcune delle pareti espositive sono state, poi, concepite come ante apribili che espongono, secondo un ordine cronologico, parte delle opere a deposito, ponendole così a disposizione degli studiosi e del pubblico. I lavori non in mostra sono, invece, conservati nel magazzino del piano superiore. Mentre ogni sala è utilizzabile come laboratorio.
L’allestimento si propone di restituire «con un’immagine centripeta -spiegano gli organizzatori- il potere di attrazione che il premio ha esercitato su tanti artisti del Novecento, e con un’immagine centrifuga la diffusione delle opere autentiche o in copia del Sassoferrato nei maggiori musei di tutto il mondo, a testimoniare la grande fortuna esercitata dai suoi modelli».
La documentazione storica sarà, poi, facilmente consultabile attraverso la restituzione informatica di quasi tutti i cataloghi che hanno accompagnato le varie edizioni del premio.
Accanto alle sale espositive sono stati, inoltre, studiati spazi attrezzati per l’accoglienza del pubblico, per conferenze e incontri, e per la gestione del museo.
Nel progetto, il Mam’S è stato concepito anche come punto centrale dell’intero territorio; a tale scopo sotto le volte dell’ingresso si accenderanno insegne luminose a neon come prima segnalazione al pubblico delle emergenze culturali dei paesi circostanti.
Il museo ospiterà, poi, anche le nuove edizioni del premio «Gian Battista Salvi»; la prossima, in cantiere per settembre, si articolerà in tre sezioni («Abito su misura», «Shorts» e «Monografica») e proporrà una riflessione sul concetto di collezione.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Palazzo degli Scalzi, sede del MAM'S di Sassoferrato; [fig. 2] [fig. 2] Pierluigi Piccinetti, «La mano», 1983; [fig. 3] Sante Monachesi, «Case a Sassoferrato», 1960

Informazioni utili
MAM'S- Mondo Arte Marche Sassoferrato. Palazzo degli Scalzi, Piazza Gramsci, 1 - Sassoferrato (Ancona). Informazioni: Comune di Sassoferrato - Ufficio Cultura, tel. 0732.956218 o tel. 0732.956205. Da domenica 6 aprile 2014, ore 17.00.