ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 6 febbraio 2017

Licalbe Steiner, due artisti alle origini della grafica italiana

È una storia che si lega a doppio filo quella tra Albe Steiner e Reggio Emilia. La provincia reggiana ha visto la nascita, nella seconda metà dell’Ottocento, del sistema cooperativo e, in seguito, del primo magazzino a libero scambio, ubicato in corso Garibaldi. Alla grafica di questo negozio così come del marchio originale Coop, datato 1963 e poi ridisegnato da Bob Noorda, ha lavorato proprio il designer milanese, che ha così lasciato la propria impronta in una vicenda, come quella del sistema cooperativistico, che da un secolo e mezzo contribuisce a plasmare la storia sociale ed economica del territorio reggiano. Non è, dunque, un caso che la mostra «Licalbe Steiner. Alle origini della grafica italiana», già esposta a Milano e Firenze, giunga ora a Reggio Emilia.
A rendere ancora più speciale questa esposizione è, poi, la scelta del luogo nel quale allestirla: l’antica Sinagoga della città, recentemente restaurata dal Comune.
L’edificio ottocentesco di via dell’Aquila –di straordinaria bellezza, dall’interno luminoso e monumentale, decorato con colonne e affreschi – ha riacquistato, con la sua riqualificazione architettonica, le forme pesantemente compromesse da un bombardamento nel corso del secondo conflitto e ora è aperta per eventi di vario genere. Qui, dall’11 febbraio al 16 aprile, sarà esposta una panoramica sul lavoro di quello che è riconosciuto come uno dei sodalizi professionali e personali più fecondi della grafica italiana, quello formato da Albe Steiner e sua moglie Lica diminutivo di Masal (nome ebraico corrispondente a Matilde). La mostra, curata da Anna Steiner e progettata dallo studio Origoni-Steiner, presenta la produzione dello Studio Las dai primi lavori del 1939 fino alla Liberazione e al viaggio in Messico (1946-1948), in una narrazione scandita dalle diverse sezioni – ricerca grafica e foto-grafica, editoria, pubblicità e allestimenti, marchi, presentazione di prodotto, manifesti e grafica di impegno civile, formazione professionale – per arrivare infine a toccare anche l’attività di Lica, dal 1974, anno in cui muore Albe, alla sua scomparsa, nel 2008.
La loro storia personale li ha visti così inseparabili da essere chiamati dagli amici i Licalbe, un’unica identità. Il loro lavoro fu caratterizzato da quella che spesso è stata definita una poetica dell’ottimismo, ovvero da una fiducia dichiarata nel presente e nel futuro, animata dall’idea che l’impegno in prima persona, professionale, didattico potesse segnare la differenza e una distanza abissale dal buio della guerra e del fascismo.
Nel 1939 gli Stainer aprirono insieme uno studio di grafica e lavorarono alla stampa clandestina antifascista. Appena terminata la guerra, furono tra i fondatori dei Convitti della Rinascita, curarono due mostre a Palazzo Reale sulla Liberazione e sulla ricostruzione ed ebbero la qualifica di redattori grafici per «Il Politecnico», diretto da Elio Vittorini. Partirono, poi, alla volta del Messico per riunire la famiglia di Lica, e si trovarono a lavorare con muralisti come Siqueiros, Rivera e Hannes Meyer, tra gli esuli della scuola Bauhaus. Rientrarono in Italia per partecipare alle prime elezioni libere del 1948, dove ripresero il loro lavoro professionale.
Gli Steiner furono, senza dubbio, protagonisti e interpreti della rinascita culturale italiana nel Dopoguerra, insieme a intellettuali come Elio Vittorini e Italo Calvino, diffondendo i loro ideali pedagogici e democratici e le loro idee progettuali tutt’oggi innovative.
L’esposizione è l’ultima parte di un progetto di diffusione della vita e delle opere degli Steiner, promosso da Ardaco e sostenuto da Coop, del quale fa parte anche il film documentario «Linea Rossa. Insieme per un Progetto di cambiamento» di Enzo Coluccio e Franco Bocca Gelsi (Ardaco-Orda d’Oro, 2009), visibile in mostra, in cui una intensa Lica ha lasciato la sua ultima testimonianza diretta, insieme a quella di amici, parenti, artisti come Arnaldo Pomodoro e Francesco Leonetti.

Informazioni utili
Licalbe Steiner. Alle origini della grafica italiana. Sinagoga, via dell’Aquila - Reggio Emilia. Orari: da venerdì a domenica, ore 10.00-13.00 e ore 15.00-19.00; da lunedì a giovedì solo per le scuole (su prenotazione). Ingresso: intero € 5,00, ridotto per soci Coop e under 18 € 3,00. Informazioni: tel. 0522.454437/444446 o info@palazzomagnani.it. Dall’11 febbraio al 16 aprile 2016.

mercoledì 1 febbraio 2017

«D’Annunzio segreto», al Manzoni di Busto l’unica data lombarda

Sarà il cinema teatro Manzoni di Busto Arsizio a fare da scenario all’unica data lombarda dello spettacolo «D’Annunzio segreto», per la regia di Francesco Sala e con la drammaturgia del bustocco Angelo Crespi. Le date da segnarsi in agenda per questo prestigioso appuntamento fuori stagione, promosso dall’Amministrazione comunale nella sala di proprietà della parrocchia di San Michele Arcangelo, sono quelle di mercoledì 8 febbraio, alle ore 21, e di giovedì 9 febbraio, alle ore 11.
Sul palco salirà l’attore e autore Edoardo Sylos Labini, già protagonista dello spettacolo «Gabriele D’Annunzio, tra amori e battaglie». In scena ci saranno anche Giorgia Sinicorni, Evita Ciri, Chiara Lutri, Paola Radaelli e Viola Pornaro nel ruolo di Eleonora Duse. Scene e costumi sono a cura di Marta Crisolini Malatesta, il disegno luci è di Pietro Sperduti. Firma le musiche Antonello Aprea.
«Lo spettacolo -si legge nella sinossi- si svolge nel contrasto tra giorno e notte, euforia e malinconia, commedia e dramma. Siamo nelle stanze del Vittoriale negli ultimi anni di vita di d’Annunzio. Gabriele di giorno è ancora vivo, ironico, sprezzante, gioca in modo perverso con le sue amanti -la pianista Luisa Baccara e la sua governante Amelie Mazoyer- le intrattiene, le manipola, le aizza l’una contro l’altra, progetta nuove imprese, litiga con Mussolini, pretende di essere coccolato, osannato, idealizzato. Di notte, al contrario, d’Annunzio, seduto al suo scrittoio, intesse un lungo e poetico dialogo, con l’unica donna che lo ha amato e che lui ha amato ma che ora non c’è più: il mito Eleonora Duse. Rivive le straordinarie prove teatrali della «Città morta», lo scandalo pubblico del romanzo «Il fuoco» e una travolgente versione della «Pioggia nel pineto»».
Tra amore e grande letteratura, gelosie e tradimenti arriva, dunque, sul palco della sala di via Calatafimi un «Vate degli italiani» come non si era visto mai. Il D’Annunzio eroico, che popola il nostro immaginario collettivo, lascia, infatti, in questa messa in scena il passo a un D’Annuzio inedito, anziano e «pieno di vizi e vezzi», descritto come un personaggio divertente e nello stesso tempo tragico.
Si chiude così con questo spettacolo, patrocinato dal Vittoriale degli italiani, una trilogia dannunziana curata negli ultimi anni da Edoardo Sylos Labini, attore che, in passato, aveva portato a Busto Arsizio, in occasione del BA Film Festival, anche una inedita rivisitazione del film «Le notti di Cabiria».
Ritiratosi nel suo buen retiro sul lago di Garda, il D’Annunzio della vecchiaia è un uomo che, per sua stessa ammissione, prova «orrore di se stesso». «Come una sorta di capocomico in quel gran teatro che era il Vittoriale –afferma Edoardo Sylos Labini- D’Annunzio vive tra cocaina, sesso e amanti», ma è anche un uomo dalla grande interiorità, che rivive il suo passato. «Nello spettacolo –continua l’attore romano- si raccontano, infatti, il suo rapporto con Eleonora Duse, presente sotto forma di busto e raccontata in un flashback, le telefonate con Mussolini, gli aneddoti meno conosciuti come quello della sua caduta la finestra che lo mandò in coma alla vigilia dell’incontro tra Nitti e Mussolini in cui doveva fare da mediatore per scongiurare la marcia su Roma».
Il costo del biglietto è fissato ad euro 25,00 per la poltronissima, euro 20,00 per la poltrona ed euro 15,00 per la galleria. Il costo per la replica mattutina, riservata agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, è invece, di euro 5,00; a tutti i ragazzi che prenderanno parte alla rappresentazione verrà, inoltre, donato il fumetto «Gabriele D’Annunzio, tra amori e battaglie».
Agli abbonati della stagione teatrale «Mettiamo in circolo la cultura» e della rassegna «Mercoledì d'essai» è riservata una promozione speciale, attivabile solo al botteghino, che permette di assistere allo spettacolo a un costo promozionale di euro 20,00 per la poltronissima ed euro 15,00 per la poltrona.
Il botteghino aprirà i battenti giovedì 2 febbraio con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 17 alle ore 19, e tutte le sere (tranne il martedì), dalle ore 20.30 alle ore 21.30. I biglietti sono già acquistabili on-line sul sito www.cinemateatromanzoni.it, da poco rinnovato nella grafica e migliorato nell’usabilità grazie alla professionalità dell’azienda Crea Informatica Srl di Milano. Il diritto di prevendita per «D’Annunzio segreto» è fissato ad 2,00 euro.

Informazioni utili 
«D’Annunzio segreto», con Edoardo Sylos Labini. Cinema teatro Manzoni, via Calatafimi, 5 – Busto Arsizio (Varese). Ingresso: poltronissima € 25,00, poltrona € 20,00, galleria € 15,00. Informazioni: tel. 0331.677961 (dal lunedì al venerdì, dalle 17.00 alle 19.00, e in orario serale, dalle ore 20.30 alle ore 21.30, tranne il martedì), info@cinemateatromanzoni.it. Apertura botteghino: giovedì 2 febbraio 2017. Ingresso:  serale - poltronissima € 25,00, poltrona € 20,00, galleria € 15,00; scolastica € 5,00. | Agli abbonati della stagione teatrale «Mettiamo in circolo la cultura» e della rassegna «Mercoledì d'essai» è riservata una promozione speciale, attivabile solo al botteghino, che permette di assistere allo spettacolo a un costo promozionale di € 20,00 per la poltronissima ed € 15,00 per la poltrona | i biglietti sono in vendita anche on-line tramite il circuito Crea Informativa; è previsto un diritto di prevendita di € 2,00. Sito internet: www.cinemateatromanzoni.it. Dall’8 al 9 febbraio 2017.
Prende il via giovedì 2 marzo il lungo programma di iniziative ideate per celebrare il secondo centenario dalla morte dell’architetto e disegnatore Giacomo Quarenghi (Rota d’Imagna/Bergamo 1744 - San Pietroburgo1817), tra i massimi protagonisti della cultura artistica del Settecento europeo.
Una messa in sua memoria nella chiesa dell’Arciconfraternita dei bergamaschi a Roma e il posizionamento di due lapidi a Bergamo -una al Famedio del cimitero, l’altra nella casa natale di via Donizetti- aprono le celebrazioni di quello che è stato definito l’Anno Q.
Nella stessa giornata la Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo, che conserva la più vasta raccolta al mondo di opere quarenghiane, inaugurerà un’esposizione storica; mentre il Gabinetto dei disegni del Castello Sforzesco a Milano renderà fruibile integralmente, sul sito Graficheincomune.it, il proprio fondo di lavori quarenghiani.
Le celebrazioni interesseranno anche diverse città europee: al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo verrà inaugurata una mostra di Pavel Demidov che rilegge con sguardo contemporaneo gli edifici realizzati da Quarenghi; a Mosca di terrà una conferenza di Letizia Tedeschi, mentre a Varsavia lo studioso Piotr Kibort darà il via al progetto di studio e pubblicazione in formato digitale del fondo di disegni quarenghiani conservati al museo nazionale.
Ma le iniziative per celebrare il maestro non terminano qui. A Bergamo, la sua città natale, la Biblioteca Civica Angelo Mai proporrà la pubblicazione in digitale del fondo di documenti di Francesco Maria Quarenghi, fratello dell’architetto, e la pubblicazione di un nuovo epistolario quarenghiano.La Fondazione Accademia Carrara provvederà, invece, al restauro, alla studio e alla pubblicazione del suo fondo quarenghiano, mentre la Fondazione Donizetti dedicherà all’artista un progetto speciale, compresa la messa in scena dell’opera donizettiana «Il borgomastro di Saardam», che vede protagonista proprio lo zar Pietro I.

A Venezia, è previsto lo studio e la pubblicazione del fondo dei disegni quarenghiani presenti alle Gallerie dell’Accademia, oltre alla pubblicazione in formato digitale dei disegni presenti nelle raccolte Fiocco e Pozzi alla Fondazione Giorgio Cini e alla valorizzazione dei materiali quarenghiani del Museo Correr. Milano, Vicenza e Bassano del Grappa dedicheranno mostre all’artista, mentre Roma ospiterà il convegno «Giacomo Quarenghi e la cultura architettonica britannica», organizzato dall’Accademia nazionale di San Luca.
Tra le iniziative all’estero si segnala quella dell’Archivio del Moderno e Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate di Mendrisio che proporrà un’esposizione tesa a indagare la presenza di Quarenghi nelle raccolte grafiche degli architetti ticinesi.
Ma il programma dell’anno Q, che verrà ricordato anche con un francobollo commemorativo, è molto più articolato ed in continua evoluzione. Ancora molte le iniziative da segnalare dedicate all’architetto che partecipò all’elaborazione del primo linguaggio moderno internazionale.
Un’ottima occasione, dunque, questo anno Q per conoscere un artista italiano che venne chiamato dall’imperatrice Caterina II come architetto di Corte degli Zar e che contribuì in modo decisivo a ridisegnare il volto di Pietroburgo. La carriera di Quarenghi, proseguita con i successori al trono Paolo I e Alessandro I, lo condusse, infatti, a diventare un vero arbitro del gusto dell’età neoclassica.
Il numero e la varietà dei suoi progetti, in gran parte realizzati, è senza pari. Suoi sono veri e propri landmarks della città di San Pietroburgo, come la Banca di Stato, l’Accademia delle scienze, l'Istituto Smol´nyj e numerosi interventi nel complesso del Palazzo imperiale come la Sala del trono e il teatro dell’Ermitage. Oggi l’esplorazione dei disegni di Quarenghi ci restituisce una cifra artistica caratterizzata da un fecondo travaso tra l’invenzione dell’architettura e il fascino rappresentativo del pittore. I prospetti dei suoi progetti, ambientati in seducenti paesaggi di ascendente italiano, evocano il mito mediterraneo proprio della sua epoca.

Informazioni utili 
www.osservatorioquarenghi.com