ISSN 1974-4455 (codice International Standard Serial Number attribuito il 7 marzo 2008) | Info: foglidarte@gmail.com

lunedì 5 marzo 2018

«La Serra dei poeti», Sandro Veronesi per la collezione Gori

Sono passati tre anni da quando, una terribile tempesta di vento, ha privato il parco di Celle, in Toscana, di ben cinquecentocinquanta piante storiche. Era il 5 marzo 2015 e da allora si è subito lavorato per ripristinare lo scrigno verde che avvolge la bella collezione di Giuliano Gori, circa quarantacinque ettari all’interno dei quali sono presenti le opere di artisti del calibro di Luciano Fabro, Dennis Oppenheim, Sol LeWitt, e non solo.
Il dialogo costruttivo tra il collezionista pistoiese, Andrea Mati e l’ingegner Mirko Bianconi è sfociato in un’iniziativa riparatoria, che ha dato vita a una serra, o meglio alla «Serra dei poeti», dove favorire la crescita di piante.
Nella realizzazione dell’opera, la cui presentazione si terrà il prossimo 21 marzo (Giornata mondiale della poesia), è stato coinvolto lo scrittore e architetto Sandro Veronesi.
Ispirandosi al paraboloide iperbolico, mito ingegneristico del secolo scorso ed espressione plastica del concetto fisico di «resistenza per forma», l’intellettuale fiorentino ha realizzato un monumento in acciaio inox e vetro dedicato alla Poesia, intesa essa stessa come simbolo universale della «resistenza per forma».
La tradizione letteraria italiana è ricca di riferimenti alle piante, dal busso e dai ciliegi della «Signorina Felicita» di Gozzano ai limoni di Eugenio Montale, dalla ginestra di Giacomo Leopardi ad altri celeberrimi cipressi toscani, quelli cantati da Giosuè Carducci. Così, il piccolo padiglione progettato da Veronesi è dotato all'interno di un semenzaio dove, di volta in volta, queste essenze saranno incubate e prodotte, per rendere omaggio ai poeti di oggi.
Trenta cipressi, della varietà Bolgheri, disposti su quattro filari convergenti dal paesaggista-musicista Andrea Mati suggeriscono al visitatore il percorso da compiere verso questa serra. Il numero trenta è solo un punto di partenza, da incrementare negli anni piantando altri cipressi nell’area del parco. Si tratta quindi di un progetto in progress che sintetizza la vocazione della Fattoria di Celle a stimolare, attraverso una struttura-opera funzionante, una riflessione e un rinnovato apprezzamento della poesia. Un ulteriore tassello, questo, all'interno di una collezione da ammirare con calma.

Informazioni utili 
www.goricoll.it

sabato 3 marzo 2018

Da Tintoretto a Fiorucci: un anno di grande arte a Venezia

Mostre, eventi temporanei, attività di approfondimento e valorizzazione per un totale di ventisette appuntamenti: è un calendario ricchissimo quello che la Fondazione Musei civici di Venezia, guidata da Gabriella Belli, ha ideato per il 2018.
In linea con le strategie portate avanti negli ultimi anni, l'ente lagunare conferma importanti collaborazioni scientifiche con istituzioni culturali italiane e internazionali e la valorizzazione dei siti e dello straordinario patrimonio cittadino gestito per conto del Comune di Venezia.
Centrale nell'attività del nuovo anno, che vedrà anche il protrarsi dei lavori di restauro al Museo Correr, sarà la valorizzazione e la conoscenza delle collezioni permanenti e dei loro protagonisti, i risultati dell’intensa attività di ricerca e di studio svolta dai musei civici e la celebrazione della grande arte veneziana, dei suoi maestri e dei suoi cantori.
Fiore all’occhiello per il 2018 saranno le proposte espositive a Palazzo Ducale, fascinoso luogo simbolo del potere della Serenissima, con due straordinari appuntamenti che si avvalgono di prestigiose collaborazioni scientifiche e importanti prestiti internazionali.
La nuova stagione dei musei civici si inaugura con un grande tributo a John Ruskin (1819-1900), personaggio centrale nel panorama artistico internazionale del XIX secolo, e al suo famoso libro «Le pietre di Venezia» (10 marzo - 10 giugno), opera che ha contribuito in modo determinante alla creazione del mito romantico della città, ma anche alla salvezza di molti suoi monumenti gotici, a cominciare proprio da quel palazzo dei Dogi che ospita l’esposizione.
Capace di influenzare fortemente l’estetica del tempo con la sua interpretazione dell’arte e dell’architettura, l'artista torna, quindi, nella città lagunare, di cui aveva narrato la bellezza, l'unicità e la fragilità, con un centinaio di opere, selezionate da Gabriella Belli e Anna Ottani Cavina. La sequenza di sale e loggiati tante volte raffigurati nei taccuini dell'artista accoglieranno, nello specifico, acquarelli, rilievi architettonici, calchi in gesso, albumine, platinotipi, in una scenografa curata da Pier Luigi Pizzi della Venezia gotica e bizantina, medievale e anticlassica che egli tanto amava.
Il mese di settembre porterà, invece, a Palazzo Ducale l’attesa esposizione realizzata per festeggiare il cinquecentenario della nascita di Jacopo Tintoretto, artista celeberrimo, tra i giganti della pittura europea del XVI secolo e, indubbiamente, quello che più ha segnato Venezia con il marchio inconfondibile del suo genio.
Il progetto espositivo, a cura di Robert Echols e Frederick Ilchman, è realizzato in collaborazione con la National Gallery of Art di Washington e la Galleria dell'Accademia, e vedrà arrivare in Laguna, da tutto il mondo, straordinari capolavori del maestro, attraverso i quali sarà possibile rileggere in maniera approfondita la sua opera, a ottant’anni dall’ultima esposizione veneziana dedicata alla sua arte (1937).
Altra partnership eccellente è quella con il Museo statale Ermitage di San Pietroburgo, che quest’anno sarà al fianco della fondazione veneziana con prestiti prestigiosi nella realizzazione di due mostre, allestite rispettivamente a Palazzo Fortuny e al Centro culturale Candiani di Mestre. Nella prima, «FutuRuins» (dal 1° settembre 2018 al 7 gennaio 2019), a cura di  Daniela Ferretti e Dimitri Ozerkov, si darà conto dell’affascinante estetica delle rovine, cruciale nella storia della civiltà occidentale, spaziando dalle prime mitologie della distruzione alle macerie delle Twin Towers.
La seconda mostra (21 novembre 2018 – 20 febbraio 2019) sarà, invece, un vero e proprio omaggio alle due città gemelle e senza tempo di Venezia e San Pietroburgo. La mostra documenterà attraverso un gruppo di quadri e disegni, alcuni dei quali mai esposti in Italia, i percorsi che hanno condotto l’arte della Serenissima all’Ermitage, mettendo in evidenza affascinanti figure di collezionisti e mercanti. Saranno così esposti dipinti dei massimi artisti veneti a partire dal Cinquecento, tra cui Tiziano, Veronese, Tintoretto, Bellotto, Canaletto, Tiepolo e Guardi.
Sempre nella sede di Palazzo Fortuny i temi del collezionismo e la valorizzazione delle raccolte museali saranno al centro dell’offerta espositiva primaverile (23 marzo – 23 luglio 2018), proposta secondo un’ormai consolidata formula, che in questa edizione prevede due interessantissimi approfondimenti.
Da un lato verrà esposta la preziosa collezione di Giuseppe Merlini, che comprende trecento opere d’arte dai primi decenni del XX secolo fino ai giorni nostri, tra cui lavori di Filippo de Pisis, Adolfo Wildt, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Mario Sironi, Gino Severini, Giorgio Morandi, Mario Radice, Lucio Fontana, Alberto Burri, Piero Dorazio.
Dall’altro è previsto un grande omaggio a Zoran Mušic; per l'occasione verrà ricomposta la stanza di Zurigo, vero esempio di opera di arte totale, che l'artista aveva cominciato a decorare su commissione nel 1949. L’opera è una sorta di summa iconografica della produzione artistica di quegli anni e include un ritratto iconico di Ida Barbarigo, l’amatissima moglie scomparsa all’inizio di quest’anno, lasciando in eredità il suo patrimonio alla fondazione, oltre a straordinarie vedute di Venezia.
La Galleria d’arte moderna di Ca’ Pesaro, dopo un primo approfondimento dedicato all’arte figurativa tra anni Settanta e Ottanta del ‘900, prosegue nell’opera di rilettura inedita di grandi artisti del XX secolo e nel proficuo e intrigante dialogo tra moda e cultura avviato con grande successo negli anni scorsi.
Tra i progetti in cantiere si segnalano una mostra su Juan Navarro Baldeweg, uno dei più autorevoli quanto eclettici protagonisti spagnoli dell’arte e dell’architettura contemporanee (dal 25 maggio al 7 ottobre 2018), e la ricomposizione del ciclo pittorico «Il poema della vecchiaia»  ambientato nel Pio Albergo Trivulzio di Milano, uno dei capolavori del maestro divisionista Angelo Morbelli, presentato alla V Esposizione internazionale d’arte di Venezia del 1903, di cui il museo conserva una delle sei tele ora finalmente riunite in questa mostra a cura di Giovanna Ginex.
Ma l’appuntamento certamente più importante per Ca’ Pesaro è con il coloratissimo omaggio all’«Epoca Fiorucci» (23 giugno 2018 - 13 gennaio 2019), a cura di Gabriella Belli e Aldo Colonetti, con la collaborazione di Floria Fiorucci ed Elisabetta Barisoni, –con cui si racconterà la pirotecnica creatività del celebre stilista milanese Elio Fiorucci, scomparso nel 2015, da molti definito il «paladino della moda democratica». Primo stilista a livello internazionale ad affidare ai più grandi architetti, grafici e designer la rappresentazione e la comunicazione dei suoi capi e accessori d’abbigliamento, l'artista milanese verrà ricordato attraverso la ricostruzione di un «grande mercato», che ripercorrerà tutta la sua storia, con un’antologia unica di prodotti, oggetti, manifesti, documentazione di eventi.
Nel 2018 il Museo del Settecento veneziano di Ca’ Rezzonico getterà finalmente luce su due figure centrali del panorama artistico cittadino, mai prima d’ora indagate: la pittrice e poetessa veneziana Giulia Lama (1681-1747), di cui il Museo Correr possiede una splendida selezione di opere grafiche dal forte risalto plastico ed espressivo (dal 23 maggio al 10 luglio 2018), e Anton Maria Zanetti (1679-1767), mecenate e infuente mediatore di nobili e sovrani per gli acquisti e le commissioni d’opere dei più celebri artisti della laguna, amico, tra gli altri, di artisti del calibro di Canaletto, Rosalba Carriera, Sebastiano e Marco Ricci, Giambattista Tiepolo (29 settembre 2018 - 7 gennaio 2019).
Il Museo di Palazzo Mocenigo ospiterà una mostra sulla Fiber Art, con opere dell’artista francese Brigitte Selles (Angers, 1959), e, in concomitanza con la grande mostra su Tintoretto a Palazzo Ducale, proporrà un approfondimento sul Secolo d’Oro, a cura di Chiara Squarcina, che permetterà di conoscere – attraverso stampe, disegni, volumi e accessori legati alla moda, tutti provenienti dal patrimonio della Fondazione - il contesto storico e ambientale in cui vennero concepiti i capolavori del grande maestro. Spazio anche per la valorizzazione del percorso sulla storia del profumo, presente con cinque suggestive sale in museo, con la presentazione degli straordinari flaconi della collezione Magnani (6 ottobre 2018 - 17 marzo 2019).
La grande tradizione artistica della città e la sua capacità di rinnovarsi sarà valorizzata anche nelle proposte dei musei delle isole. Così al Museo del Vetro di Murano andrà in scena un nuovo capitolo della splendida raccolta di opere in vetro del XX secolo del newyorkese Barry Friedman (dal 21 aprile al 19 agosto 2018). Mentre, nell’ambito di «The Venice Glass Week», verrà proposto un focus sull’opera in vetro del celebre architetto e designer Mario Bellini (dal 9 settembre al 2 dicembre 2018). Chiuderà la stagione espositiva del museo muranese un omaggio alla creatività di Livio Seguso (15 dicembre 2018 - 28 aprile 2019).
La valorizzazione della straordinaria arte del merletto, recentemente candidata a Patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco, sarà, invece al centro dell’esposizione in programma a Burano (dal 28 febbraio al 27 maggio 2018). Mentre Forte Marghera proporrà per tutta l’estate una mostra dedicata alla motocicletta, uno dei simboli più attraenti del design del XX secolo.
Le attività si completeranno come consuetudine con una ricca e diversificata offerta didattica e formativa finalizzata ad una sempre maggiore e continuativa interazione tra il pubblico e i musei, che si suddividerà in attività per la scuola, per le famiglie e per gli adulti, rimodulabili in base a eventuali esigenze specifiche.
Un programma ricchissimo, dunque, quello approntato dalla Fondazione Muve dunque, che nel corso dell’anno andrà in parallelo con gli interventi mirati a rendere gli spazi museali sempre più fruibili e smart friendly, oltre che in linea con gli standard internazionali, aperti all'inclusione - giovani, famiglie, adulti - all'aggregazione e al confronto, con particolare attenzione alle tematiche del femminile, che contribuirà ancora una volta a collocare la Città di Venezia al centro di un’offerta dall'altissima valenza culturale.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Jacopo Tintoretto, Estate, 1555 ca., olio su tela, 105,7 x 193 cm, Washington D.C., National Gallery of Art, Samuel H. Kress Collection; [fig. 2] Jacopo Tintoretto, Susanna e i vecchioni, 1550 ca., olio su tela, 146 x 193,6 cm, Vienna, Gemäldegalerie Kunsthistorisches Museum; [fig. 3] Angelo Morbelli, Vecchie calzette, 1903 Olio su tela, 100 x 62 cm Collezione Cornèr Banca, Lugano; [fig. 4] Poster Fiorucci, 1974; [fig. 5] Napoleone Martinuzzi per Venini & C. Pianta grassa, 1930 Vetro soffiato a mano libera; [fig. 6] Giulia Lama, Nudo virile visto di schiena Sanguigna e gessetto bianco su carta ocra, 43 x 57 cm.  Museo Correr, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, Venezia; [fig. 7] John Ruskin, Venezia, Diga Marittima. Matita, acquerello su carta, 298 x 491 mm. Ruskin Foundation (Ruskin Library, Lancaster University), Lancaster © Ruskin Foundation, Lancaster; [fig. 8] John Ruskin, Ponte dei Pugni, Matita e acquerello su carta, 180 x 223 mm. Ruskin Foundation (Ruskin Library, Lancaster University), Lancaster. © Ruskin Foundation, Lancaster; [fig. 9] Alberto Savinio, Apollo, 1931 Tempera su tela, 127, 5 x 74 cm Collezione Merlini, Busto Arsizio

Informazioni utili
www.visitmuve.it 

giovedì 1 marzo 2018

«Alla faccia vostra!»: Jannuzzo e Caprioglio fanno riflettere sul «dio denaro»

Intrighi, sotterfugi, equivoci, menzogne, ricatti e ipocrisia: mette sotto i riflettori la parte più meschina e cinica dell'animo umano la commedia brillante «Alla faccia vostra!» di Pierre Chesnot, autore anche dell'ormai celebre «L’inquilina del piano di sopra».
Lo spettacolo -in agenda nella serata di venerdì 9 marzo, alle ore 21- vedrà salire sul palcoscenico del cinema teatro Manzoni di Busto Arsizio l’esilarante Gianfranco Jannuzzo e la splendida Debora Caprioglio, coppia ormai collaudata del teatro brillante italiano, già vista insieme nell’apprezzato spettacolo «È ricca, la sposo e la ammazzo».
Con i due attori protagonisti sarà in scena -sotto l’abile regia di Patrick Rossi Gastaldi, che firma anche l'adattamento italiano del testo- l’apprezzata Compagnia Molière di Roma con un cast formato per l’occasione da Antonella Piccolo, Roberto D’Alessandro, Antonio Rampino, Erika Puddu e Antonio Fulfaro. Le scenografie portano la firma di Andrea Bianchi; il disegno luci è di Mirko Oteri. I costumi sono stati realizzati da Valentina De Merulis.
Con il suo «meccanismo ad orologeria fatto di tempi perfetti, di entrate ed uscite a ripetizione e di continui colpi di scena», la commedia «Alla faccia vostra!» promette quasi due ore di risate e divertimento leggero, ma offre anche occasioni di riflessione, parlando di un tema quanto mai attuale come quello della smania di possesso di beni materiali e della corsa al denaro.
Ha, dunque, tutti gli ingredienti per accontentare i gusti dell’affezionato pubblico del cinema teatro Manzoni di Busto Arsizio, con i suoi quasi trecentoquaranta abbonati interessati alla comicità in chiave arguta e colta, questo quinto appuntamento della stagione «Mettiamo in circolo la cultura», inserita nel cartellone cittadino «BA Teatro», che vede alla direzione artistica Maria Ricucci dell’agenzia «InTeatro» di Opera (Milano).
Ambientata nella Roma borghese dei nostri giorni, la commedia con Jannuzzo e la Caprioglio si apre con una morte, quella di Stefano Bosco, sessantaquattrenne scrittore di successo deceduto per infarto, dopo aver trascorso un’esistenza da epicureo.
A poco a poco, parenti, conoscenti stretti e amici incominciano ad affollare l’appartamento del defunto, dove abita anche la fedele governante Luisa (Antonella Piccolo). Arrivano nella casa il genero Lucio Sesto (Gianfranco Jannuzzo) con la compagna Vanessa (Erika Puddu), il medico Garrone (Antonio Rampino), il banchiere Andrea Marmotta (Roberto D’Alessandro) e la procace e vistosa Angela, la giovane seconda moglie di Stefano Bosco (Debora Caprioglio). Per tutti il lutto si trasforma, ben presto, in un incontro dai fini economici, in una vera e propria «transizione finanziaria».
«La coppia Sesto -racconta il regista Patrick Rossi Gastaldi- cerca di coprire un enorme debito con un prestito della banca garantito dall'eredità di Vanessa, la figlia dello scrittore. Angela progetta una nuova vita con tanti soldi e il suo nuovo amante francese. Il dottor Garrone vuole comprare l'appartamento per farne finalmente il suo studio, il banchiere Marmotta, che acconsente al prestito, vorrebbe intascare una grossa percentuale sui futuri soldi di Vanessa. Solo Luisa, fedele governante, vive per ricordare il genio dello scrittore». Non tutto, però, va come dovrebbe andare o come gli aspiranti ereditieri sperano. Tra colpi di scena e situazioni comiche, la morale viene dimenticata in nome del culto del «dio denaro» e l’opinione macchiavellica che «il fine giustica i mezzi» prende inevitabilmente piede fino alla sopresa finale, perchè -si sa- nella magica finzione del teatro a prevalere è il lieto fine e a vincere la giustizia.
Dopo aver puntato i riflettori sul mondo femminile, chiudendo con il «tutto esaurito» del nuovo one woman show «Perfetta» di Geppi Cucciari una trilogia dedicata alle donne, il cinema teatro Manzoni di Busto Arsizio guarda, quindi, ancora al secondo filo conduttore della sua stagione: la coppia di attori in scena.
Si era iniziato a ottobre con Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia, si continua ora con Gianfranco Jannuzzo e Debora Caprioglio, per proseguire il prossimo giovedì 22 marzo con Valentina Lodovini e Ivano Marescotti nell’atto unico «I have a dream - Le parole che hanno cambiato la storia» di Ennio Speranza e Gabriele Guidi, nel quale si parlerà di temi quali l'identità etnica, il ruolo delle donne, gli eccidi, l'intolleranza religiosa, ma anche dell'arte e della letteratura come strumenti di protezione dell’essere umano.
Il costo del biglietto per la commedia «Alla faccia vostra!» è fissato ad € 33,00 per la poltronissima, € 30,00 (intero) o € 27,00 (ridotto) per la poltrona, € 28,00 (intero) o € 25,00 (ridotto) per la galleria. Le riduzioni sono previste per studenti, over 65 e per gruppi (Cral, scuole, biblioteche e associazioni) composti da minimo dieci persone. Il diritto di prevendita è di euro 1,00.
Il botteghino del cinema teatro Manzoni di Busto Arsizio sarà aperto per la prevendita da venerdì 2 marzo con i seguenti orari: dal lunedì al sabato, dalle ore 17 alle ore 19. I biglietti sono già comodamente acquistabili on-line, tramite il circuito Crea Informatica, sui siti
www.cinemateatromanzoni.it e www.webtic.it (per un problema tecnico va selezionato il titolo della commedia precedentemente in cartellone per la data del 9 marzo: «L’ispettore Drake e il delitto perfetto»).
Per maggiori informazioni sulla programmazione della sala è possibile contattare il numero 339.7559644 o lo 0331.677961 (negli orari di apertura del botteghino e in orario serale, dalle ore 20.30 alle ore 21.30, tranne il martedì) o scrivere all’indirizzo info@cinemateatromanzoni.it.

Informazioni utili
www.cinemateatromanzoni.it