venerdì 14 marzo 2008

Un nuovo anno di attività per il Museo Baroffio e del Sacro Monte sopra Varese

«Trovarsi a Varese e non salire alla Madonna del Monte è come recarsi a Roma e non vedere San Pietro», scriveva nel 1897 un anonimo redattore de Le cento città d'Italia, supplemento mensile illustrato del Secolo di Milano.
La montagna varesina rappresenta, infatti, uno dei luoghi religiosi più suggestivi esistenti in Italia con le sue casupole e viuzze di gusto medioevale, con la sua chiesa di santa Maria del Monte e con la sua Via Sacra delle quattordici cappelle dedicate ai Misteri del Rosario, la cui edificazione, iniziata nei primi del Seicento per volontà del frate cappuccino G.Battista Aguggiari, ha visto al lavoro, tra gli altri, Carlo Francesco Nuvolone, il Morazzone, Giovan Paolo Ghianda e, in anni recenti, Renato Guttuso.
Ad accrescere la bellezza di questo lungo è stato aperto nel settembre del 2001, dopo una chiusura quasi decennale, un altro gioiello storico-artistico: il museo Baroffio e del Santuario, la cui nascita era stata tenuta a battesimo, nel settembre del 1936, dal beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster.
Durante gli anni di chiusura, lo spazio museale - l'unico del Sacro Monte in attesa della riapertura del museo Ludovico Pogliaghi, cui sta lavorando la Biblioteca Ambrosiana di Milano - è stato oggetto di un lungo restauro e ampliamento della struttura architettonica, oltre che di un riesame di attribuzione e di datazione delle opere conservate e di un aggiornamento dei criteri museologici.
Il compito di dirigere l'intervento conservativo dell'edificio, progettato tra il 1932 e il 1935 da Ludovico Pogliaghi e Ulderico Tononi, è spettato all'architetto Ernesto Brivio, che ha anche curato il percorso espositivo. Il suo progetto ha portato alla costruzione di otto sale suddivise su tre livelli, che ospitano una ricca selezione di opere di pittura e scultura, in passato afferenti al museo del Santuario, aperto su proposta di don Luigi Bellasio, e al lascito del barone Giuseppe Baroffio Dall'Aglio.
Ad accogliere il visitatore negli spazi museali -che riaprono ai visitatori sabato 15 marzo, dopo la pausa invernale- è un rilievo lapideo romanico di Domenico e Lanfranco da Ligurno, databile alla fine del XII secolo e raffigurante la Vergine con il Bambino, una scultura di suggestiva bellezza, già elemento centrale della lunetta del portale d'accesso alla Basilica di Santa Maria.
Dal Santuario provengono anche l'acquasantiera con La Pietà del 1444 e il rilievo romanico Leone di San Marco, esposti nelle sale d'ingresso insieme con uno splendido antifonario ambrosiano con miniature di Cristoforo de' Predis, così come il pulpito ligneo del XVII secolo raffigurante la scena dell'Annunciazione, che accoglie il visitatore al piano inferiore. Accanto a questi reperti si trovano esposti una settantina di opere pittoriche del Borgognone, del Magatti, del Ceruti e di altri autori anonimi di scuola fiamminga e napoletana, tra cui si segnalano Una Madonna con il Bambino di Bartolomeo Schedoni e una Visitazione di Camillo Procaccini.
Il collezionismo romantico del Baroffio, orientato più da scelte emozionali che da un rigore metodologico, ha imposto per i dipinti –nucleo centrale del museo- un ordinamento cronologico, pur con inevitabili approssimazioni dovute alla mancanza di dati certi di alcune tele. Molti i soggetti esposti nelle sale della realtà museale varesina, dove si trovano oltre a opere di carattere religioso, ritratti, nature morte, paesaggi, scene di battaglia e di genere e allegorie, come la tela Il vetraio (XVII secolo) di scuola fiamminga, la splendida Natura morta con funghi e frutto di Giacomo Ceruti e un Paesaggio invernale del XVI secolo.
Lo stesso criterio espositivo delle sale dei dipinti è stato seguito al piano superiore, noto come stanza dei vicari, dove trovato posto preziosi paliotti, codici, paramenti, medaglie e placchette, oltre a una galleria storico-didattica con la presentazione della storia del Sacro Monte.
Chiude il percorso espositivo una stanza mariana, voluta da monsignor Pasquale Macchi, che presenta un'inedita e ricca raccolta di opere raffiguranti la Madonna. Dipinti, ceramiche, smalti, litografie, disegni e sculture di grandi artisti contemporanei, collocati nella V sala del museo, raccontano la storia della Vergine: dall'annunciazione alla maternità, dalla sua missione corredentrice alla sua partecipazione alla passione del Figlio.
Tra i tanti lavori spiccano la Madonna con Bambino di Henri Matisse, la Crocifissione di Mario Sironi, L'Assunta di Luciano Minguzzi e La fuga in Egitto di Renato Guttuso, bozzetto per il dipinto murale che adorna la terza cappella del Sacro Monte.
Questo e molto altro sarà, dunque, possibile vedere o rivedere da domani, sabato 15 marzo, a domenica 9 novembre al museo Baroffio, che riprende le sue attività con un percorso a tema dal titolo La Pasqua e i suoi protagonisti, in programma alle 15.30 del giorno di riapertura e di giovedì 20 marzo.
Come rappresentare il dolore della Madonna davanti alla morte del Figlio, ai piedi della croce? E come descrivere il miracolo della Resurrezione, episodio che non ebbe testimoni? Queste due delle domande che troveranno risposta negli appuntamenti, a cura della conservatrice Laura Marazzi. Attraverso miniature medievali, dipinti fiamminghi, sculture e tele moderne di Mario Sironi e Floriano Bodini, ma non solo sarà possibile vedere come gli artisti hanno raffigurato la morte di Gesù Cristo e il dolore di chi gli fu vicino nel «tempo della prova più grande», dalla Madonna a Giovanni e alla Maddalena.
Una fugace apparizione, nelle tele a tema pasquale, è riservata anche ad altri personaggi, come Simone di Cirene, Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo, citati nella narrazione evangelica, o a figure nate dalla tradizione popolare, come la Veronica. Di questo si parlerà anche attraverso le opere conservate nel Santuario e lungo la Via Sacra, suggerendo un percorso tra le bellezze del Sacro Monte varesino, percorso che, in un secondo momento, potrà snodarsi autonomamente.
Gli appuntamenti offriranno anche l’occasione per scoprire la nuova guida al museo per bambini, scritta da Laura Marazzi e Giovanna Palumbo e con disegni di Chiara Sacchi, pubblicata lo scorso gennaio dalla Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte.

Didascalie delle immagini
(fig. 1) Veduta esterna del museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte Sopra Varese; (fig. 2) Tardo seguace di Robert Campin, Deposizione di Cristo dalla croce, fine secolo XV. Olio su tavola, cm 112x114 (93x89); (fig. 3) Domenico e Lanfranco da Ligurno (attr.), Madonna col Bambino, ultimo decennio secolo XII. Reperto lapideo del Santuario, cm 78x45; (fig. 4) Scuola del Todeschini, Barbiere (Il taglio di capelli), secolo XVIII. Olio su tela, cm 165x135 (146x116); (fig. 5) Ambito di Jan Brueghel II, Allegoria dell'aria e del fuoco. Olio su tela riportata su tavola,cm 66,5x10,5 (50x85,5)

Informazioni utili
Museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte Sopra Varese. Orari: giovedì, sabato e domenica e festivi 9.30-12.30 e 15.00-18.30 (il museo è aperto nei mesi estivi e durante le festività natalizie e pasquali). Ingresso: € 3.00 intero; € 1.00 ridotto (gruppi superiori a 10 persone, visitatori sino a 18 e oltre 65 anni, studenti, soci TCI e possessori di Welcome Card). Visite guidate: Metamusa, tel./fax. 0331.777472 (lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00). Informazioni: Museo Baroffio e del Santuario - dott.ssa Laura Marazzi, tel./fax 0332.212042, e-mail: info@museobaroffio.it. Sito web: www.museobaroffio.it.

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