giovedì 20 dicembre 2012

«Paesi dipinti», quando il muro è un’opera d’arte

Sono oltre duecento in tutta Italia, dalle Alpi alla Sicilia, i «paesi dipinti»: borghi, spesso di piccole dimensioni, trasformati in veri e propri musei a cielo aperto dalla vena creativa e dai colori di artisti, famosi e non, che hanno lasciato il loro segno su pareti esterne e porte di case e di edifici pubblici. Questi «muri d’autore», visitabili gratuitamente ogni giorno dell’anno e a ogni ora del giorno, sono stati dipinti con la tecnica «a fresco» o con la pittura acrilica su parete, sia per decorare sia per ricordare, per raccontare cioè una storia legata a tradizioni, avvenimenti e personaggi noti dei paesi che li conservano.
A inaugurare la stagione del muralismo moderno, tradizione che si fa risalire alle prime incisioni rupestri e che vanta anche un manifesto scritto, negli anni Trenta, da Mario Sironi e firmato da Carlo Carrà, Achille Funi e Massimo Campigli, fu, nel 1956, il borgo di Arcumeggia, piccola frazione del comune di Casalzuigno, immersa nel cuore verdeggiante della Valcuvia. In questo lussureggiante angolo del Varesotto, artisti del calibro di Aligi Sassu, Gianfilippo Usellini, Aldo Carpi, Giuseppe Migneco, Achille Funi e molti altri lasciarono la propria impronta pittorica, creando una pinacoteca en plein air che racconta, passo dopo passo, la vita agreste, la storia di emigrazione e le tradizioni, lavorative e religiose, che interessarono gli abitanti del piccolo paese lombardo. L’itinerario artistico porta così il turista a contatto con opere come «Corridori» di Aligi Sassu e «Composizione agreste» di Ernesto Treccani, due degli oltre trenta affreschi che, nei prossimi mesi primaverili ed estivi, saranno al centro di un delicato intervento conservativo predisposto dalla restauratrice Rossella Bernasconi e realizzato dalla Provincia di Varese, grazie al co-finanziamento della Fondazione Cariplo di Milano.
Restando nel Varesotto, il territorio più ricco in Italia per numero di «paesi dipinti», il nostro viaggio tra i «muri d’autore» può fare tappa a Boarezzo, un borgo da favola in Valganna, con case in sasso e viottoli acciottolati tra boschi di faggi, salici e castagni, che vanta una galleria di murales sugli antichi mestieri del luogo, ideata negli anni Settanta dal pittore Mario Alioli e arricchita da opere come «Ul bagatt» (il calzolaio) di Silvio Monti, lo «Scalpellino» di Luigi Bennati, il «Falegname» di Otto Monestier e «La bottega del ceramista» di Albino Reggiori.
Agli ormai dimenticati lavori del passato, come l’ombrellaio e il «cadregat» (l’impagliatore di sedie), sono dedicati anche i pannelli dipinti di Peveranza di Cairate, centro abitato a pochi chilometri dalla roccaforte di Castelseprio. Mentre il paese di Marchirolo, a una manciata di chilometri dalla Svizzera, accoglie una galleria di affreschi con storie di contrabbandieri e di emigrazione, un insieme di opere nato negli anni Ottanta con lo scopo di rendere omaggio all’operosità di molti abitanti del luogo, da sempre esperti nel campo dell’edilizia, che furono costretti ad andare a lavorare in America e persino nella lontana Cina, dove, secondo la tradizione, furono tra i costruttori della ferrovia del Tonchino. Tema libero, invece, per i muri di Runo di Dumenza, luogo natale del pittore Bernardino Luini, allievo di Leonardo da Vinci, ma anche di Vincenzo Peruggia, imbianchino noto per aver trafugato «La Gioconda» dal museo del Louvre. La pinacoteca senza pareti di questo tranquillo borgo, immerso nel verde della Val Dumentina, dà testimonianza della profonda religiosità degli abitanti del luogo, ma anche della cultura locale, attraverso la raffigurazione, per esempio, di abiti popolari del primo Ottocento, come quelli che compaiono nell’opera «La partenza» di Andrea De Bernardi.
Se a queste gallerie en plein air, che danno forma e colore alla cultura e alla storia locale di piccole comunità orgogliose delle proprie radici, si aggiungono quelle di Induno Olona e del rione San Fermo di Varese il numero dei «paesi dipinti» della provincia di Varese sale a sette. Non è, dunque, un caso che proprio in questo territorio sia nata nel 1994, per iniziativa del professor Raffaele Montagna, l’Assipad - Associazione italiana paesi dipinti, che intende riunire, valorizzare e promuovere i tanti luoghi italiani che posseggono un patrimonio pittorico, più o meno recente, sulle pareti esterne delle proprie abitazioni. Quella dei «muri d’autore» è, infatti, una raffinata risorsa turistica, quasi interamente da scoprire. In giro per il nostro Paese, il visitatore curioso, capace di allontanarsi dai grandi itinerari del turismo massificato e di trasformare il viaggio in un’occasione di scoperta, può, infatti, trovare di tutto: scene sacre, paesaggi marini con barche e pescatori, volti di emigranti in procinto di partire per terre lontane, partigiani in lotta per la libertà, contadini che raccolgono i frutti del proprio lavoro, campi bruciati dal sole, donne seminude che si beano della propria bellezza, ma anche gatti, cani e unicorni, animali della realtà e della fantasia.
L’elenco dei soggetti dipinti in questi borghi è, però, ancora lungo. A Legro, piccola e pittoresca frazione di Orta San Giulio (Novara), è il cinema, per esempio, ad essere stato «messo al muro»: in onore ai tanti registi che hanno scelto questo serafico paesino lacustre come ambientazione dei propri film, sono stati realizzati murales che prendono spunto da lungometraggi quali «Riso amaro», «Una spina nel cuore», «La maestrina», «I racconti del maresciallo» e «Voglia di vincere», sceneggiato televisivo con Gianni Morandi e Milly Carlucci.
Al mondo del cinema strizza l’occhio anche la galleria all’aperto di Conselice, nel Ravennate, dove il pittore Gino Pellegrini ha dipinto sui muri della piazza principale i baffoni di Gino Cervi e il sorriso bonario di Fernandel, gli interpreti televisivi delle storie di Peppone e don Camillo, nate dalla penna di Giovanni Guareschi. Sempre in Emilia Romagna, si trova Coriandoline, quartiere fiabesco alle porte di Correggio (Reggio Emilia), interamente disegnato dai bambini per i bambini, che accoglie i visitatori con un’esplosione di colori e soluzioni abitative curiose come scale-scivolo e lampioni-uccello, alle quali ha dato vita la fervida creatività di Lele Luzzati.
Ai più piccoli piacerà anche Vernante, paesino del Cuneese, i cui muri narrano la storia di Pinocchio attraverso centocinquanta murales, dipinti da Bruno Carlet e Meo Cavallera, o Calvi dell’Umbria, in provincia di Terni, dove si celebra il tema della Natività. A Salza di Pinerolo, nel Torinese, si omaggiano, invece, la musica e i cantautori che hanno suonato tra le vie del borgo. Ecco così sulle pareti del paese affreschi dedicati a canzoni come «L’isola che non c’è» di Edoardo Bennato, «Vecchio frac» di Domenico Modugno e «Vita spericolata» di Vasco Rossi.
Impressi nella memoria dei viaggiatori curiosi rimarranno anche Furore, sulla Costiera Amalfitana, Valloria di Prelà, nell’entroterra di Imperia, il cui museo sono gli usci delle vecchie case, o ancora Vetri sul mare, nel Salernitano, dove disegni e colori sono impressi sulla ceramica che riveste gran parte degli edifici, e Lauro, paese rinascimentale della provincia di Avellino, dipinto esclusivamente da pittori naif, artisti accomunati da un atteggiamento esistenziale ingenuo e primitivo.
In Sardegna meritano, infine, una visita Villamar, nella zona collinare del Cagliaritano, dove, a metà degli anni Settanta, alcuni esuli cileni lasciarono la propria testimonianza di profughi attraverso affreschi particolarmente colorati e ricchi di vitalità, e il borgo di Orgosolo, nella Barbagia, dove i primi murales furono eseguiti per commemorare il trentesimo anniversario della liberazione d’Italia e dove, in seguito, vennero realizzati dipinti di protesta sociale, ispirati alla tradizione dei murales latino-americana.
La storia dei «paesi dipinti»  racconta, dunque, un’Italia ancora poco conosciuta, in cui l’arte diventa arredo urbano, colorando di nuova vita strade e piazze di piccoli borghi, spesso arroccati e abbandonati. Ci fa venire in contatto con un Paese ricco di musei speciali, che non chiudono mai, visitabili in qualsiasi ora del giorno e della notte, senza code e senza pagare biglietto d'entrata, avendo magari per tetto la volta stellata.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] L'affresco «Corridori» di Aligi Sassu per il borgo di Arcumeggia, Varese; [figg. 2 e 3] Uno spaccato di Coriandoline, quartiere di Correggio (Reggio Emilia); [fig. 4] Affresco dedicato al film «Riso amaro» nel borgo di Legro, frazione di Orta San Giulio (Novara); [fig. 5] Un affresco dedicato alle storie di Pinocchio nel borgo di Vernante (Cuneo); [figg. 6 e 7] Esempi di porte dipinte nel borgo di  Valloria di Prelà (Imperia)

Informazioni utili 

Associazione nazionale paesi dipinti: www.paesidipinti.it 
I paesi dipinti del Varesotto: www.vareselandoftourism.it/uploaded/file_struttura/informazioni/pubblicazioni/paesi_dipinti.pdf
Coriandoline, il quartiere disegnato dai bambini: www.coriandoline.it

1 commento:

arkivideo ha detto...

Sono trascorsi vent'anni da quando mi venne l'idea di dar vita al primo museo all'aperto dedicato al cinema e alla tv. Oggi festeggiamo il ventennale e ringrazio ancora Annmamaria Sigalotti per averci, allora,ricordato nel bel ritratto del muralismo italiano. il grazie vuol essere anche un invito a ricontatarci via mail (giallo50@gmail.com) per raccontare delle novità che proprio quest'anno stiamo presentando. Un saluto, dunque, dalla neo ricomposta "Accademia delle Arti e del Muro dipinto".

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