venerdì 28 giugno 2013

Aldo Mondino, un artista per l’estate

Mosaici di zucchero, cioccolato e caffè. Tavole con quadrettature che ricordano gli album da colorare dei bambini. Tele con dervisci danzanti, assorti fumatori di narghilè, sultani dell'impero ottomano e figure del mondo arabo. Formelle in vetro dipinto ispirate ai motivi decorativi delle ceramiche Iznik, ma anche installazioni di grandi dimensioni dal carattere ludico. Questo e molto altro compone l'eclettico e multiforme panorama creativo di Aldo Mondino (Torino, 1938-2005), artista piemontese al centro di ben tre mostre allestite in questo inizio d’estate in Italia, tra Milano e Venezia.
«Angurie senza fine» (2003) -una sequenza di quattro cocomeri in legno, acciaio e vetro di Murano, che cita, in maniera ironica, la scultura «Colonna senza fine» di Constantin Bracusi- è stata scelta da Adriano Berengo e James Putnam per il percorso espositivo della mostra «Glasstress. White light / White heat», uno dei tanti eventi collaterali della cinquantacinquesima edizione della Biennale di Venezia, il cui intento è quello di raccontare come gli artisti contemporanei si confrontino con la luce, il calore e gli aspetti intrinseci del vetro e della sua lavorazione.
Sempre nella città lagunare, ma nei suggestivi spazi della Berengo Collection, è aperta fino a domenica 31 luglio la mostra «Ottomané», a cura di Valerio Dehó. Una ventina di opere illustrano l’interesse dell’artista per le culture dell’Est del mondo (conosciute anche attraverso numerosi viaggi in Marocco, Palestina, India e Turchia) e per l’orientalismo europeo di fine Ottocento.
Dal curioso tappeto-mandala «Mekka Mokka» (1988), realizzato con cinquanta chili di caffè in grani su carta da spolvero, alla scultura «Jongleur» (2003), sintesi perfetta tra il vetro di Murano e il bronzo, passando per i gioielli, capolavori dell’oreficeria realizzati a Valenza da progetti autografi, la sperimentazione ironica, intelligente e curiosa di Aldo Mondino regala, in questa mostra, al visitatore coups de théâtre e dettagli colti e raffinati, all'insegna della diversità, dell'esotismo e del viaggio. E’ il caso delle famose «Turcate», chiaro riferimento al folklore turco e omaggio a Giulio Turcato, o degli «Iznik», nei quali viene ricordata la città bizantina e poi turca di Nicea, sede di due concili importantissimi, e vengono rappresentate anche le celebri maioliche ottomane. La mostra veneziana propone, inoltre, un omaggio a Edouard Manet (protagonista in questi stessi giorni di una grande esposizione a Palazzo Ducale), attraverso la tela «Ottomané» (1992), nella quale l’artista piemontese interpreta, attraverso otto quadri, un vaso di fiori dell’impressionista francese.
Il viaggio per l’Italia alla riscoperta di quel «trafficante di immaginazione» e «mago della narrazione» che era Aldo Mondino termina all’ombra della Madonnina, negli spazi della Fondazione Mudima, con la rassegna «Nomade a Milano», aperta fino a venerdì 5 luglio. Il percorso espositivo, a cura di Achille Bonito Oliva, presenta un ricordo degli esordi parigini dei primi anni '60 all'Ecole du Louvre, documentati dalla scultura in bronzo «Tour Eiffel» (1989).
Un’altra opera bronzea, «Grande arabesque» (1995), è collocata all’ingresso della mostra milanese in dialogo con «Ittiodromo» (1967), una potentissima installazione che accosta uno scivolo per bambini a un vero pesce di grandi dimensioni, lasciatovi sgocciolare sulla superficie. E’, questo, l’inizio di un percorso che porterà Aldo Mondino a riflettere sui temi del gioco e dell’infanzia, anche attraverso l’uso di materiali extra-pittorici, effimeri e talvolta edibili che, come egli stesso ha dichiarato: «sono il frutto di quella dimensione miope, di quella distanza che mi fa vedere da lontano un oggetto che da vicino diventa un altro». Lo testimoniano le sue celebri sculture golose e ‘ipercaloriche’ di torrone, pasta di caramella, cioccolato e zucchero, come la spettacolare installazione «Muro del Pianto» (1988), costruita nel cortile della Fondazione Mudima, dove domina un ambiente interamente ricoperto di marshmallows, o l’opera «Raccolto in preghiera» (1986), un enorme tappeto fatto da decine di granaglie diverse, messo in dialogo con i celebri «Tappeti stesi» (1990) in eraclite, i cui colori brillanti restituiscono l’atmosfera di un fantasmagorico suk medio-orientale.
La mostra indaga anche quella parte di ricerca contaminata dalle suggestioni orientali ed esotiche immagazzinate nei tanti viaggi  per il mondo, esponendo, per esempio, i celebri «Dervisci» danzanti, presentati per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1993.
In tutto questo lungo iter creativo, centrale rimane sempre la pittura. E anche in questo caso, l’artista torinese si differenzia dai contemporanei, usando un supporto particolarissimo: il linoleum, un materiale ottenuto pressando su una tela robusta di iuta e di cotone un impasto di linossina, polvere di legno di sughero, resine e pigmenti colorati. Ecco così scorrere sulle pareti della Fondazione Mudima opere come «Rabbino» (1990), «Gojesca» (1991) o «Gertrude Stein» (1993); mentre al pianoterra è ambientata la grande installazione «I cacciatori di orchidee» (2005), che riafferma quel misto di nostalgia per l’esotico, per l’arcano misterioso e l’immancabile ironia che ha sempre contraddistinto l’opera di Aldo Mondino
Sperimentazione, gioco, multi-etnicità, esotismo e humor appaiono, dunque, essere i caratteri distintivi del maestro torinese. Un artista che ha passato tutta la sua vita in viaggio, alla ricerca di nuove tecniche e nuove espressioni. Un fantastico narratore per immagini capace, ogni volta, di stupire e di strappare un sorriso.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Aldo Mondino, «Turcata», anni 2000, olio su linoleum e cioccolatini, cm 120x90;[fig. 2] Aldo Mondino, «Muro del pianto», 1988, zucchero bianco e zucchero di canna, cm400x600; [fig. 3] Aldo Mondino, «Grande Arabesque» (esemplare n.3di9), 1995, bronzo, h. cm 300; [fig. 4] Aldo Mondino, «Angurie senza fine», 2003, legno di noce, acciaio, vetro soffiato di Murano, cm 203x40

Informazioni utili
«Ottomané». Berengo Collection, San Marco 412/413 – Venezia. Orari: tutti i giorni, ore 10.00-23.00. Ingresso libero. Catalogo: disponibile in mostra. Informazioni:Archivio Aldo Mondino, tel. 02.33607705 o info@aldomondino.it;
Berengo Studio, tel. 041.5276364/739453. Fino a mercoledì 31 luglio 2013. 

«Glasstress. White Light/White Heat». Palazzo Cavalli-Franchetti, S. Marco 2847 - Venezia; 
Scuola Grande Confraternita di San Teodoro, San Marco 4810 - Venezia; Berengo Centre for Contemporary Art and Glass, Campiello della Pescheria - Murano (Venezia). Orari: tutti i giorni, ore 10.00-18.00. Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00. Catalogo: disponibile in mostra. Informazioni:Archivio Aldo Mondino, tel. 02.33607705 o info@aldomondino.it;
Berengo Studio, tel. 041.5276364/739453. Fino a domenica 24 novembre 2013.

«Aldo Mondino. Nomade a Milano». Fondazione Mudima, via Tadino 26 - Milano. Orari: dal lunedì al venerdì, ore 11.00-13.00 e ore 15.00-19.30. Ingresso libero. Catalogo: disponibile in mostra. Informazioni: Archivio Aldo Mondino, tel. 02.33607705 o info@aldomondino.it; Fondazione Mudima, tel. 02.29409633 o info@mudima.net. Sito internet: www.mudima.net. Fino a venerdì 5 luglio 2013. 


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