mercoledì 5 giugno 2013

«Darbar», viaggio in Oriente con il Mao di Torino

E’ un’occasione per conoscere le tradizioni di Paesi come l’Indonesia, il Giappone, la Turchia e l’India quella che propone «Darbar. Luci da Oriente», rassegna promossa dal Mao – Museo d’arte orientale di Torino durante l’estate. Per il quarto anno consecutivo, la realtà di via San Domenico, afferente alla rete della Fondazione Torino Musei, aprirà le porte a concerti, conferenze, proiezioni di film e documentari, attività per le famiglie.
«Darbar», termine che indica il luogo deputato agli eventi artistici negli antichi palazzi dei Mahārāja, si propone, nello specifico, come un ponte culturale tra Oriente ed Occidente, presentando al pubblico civiltà millenarie, poco conosciute anche se già presenti nella prospettiva quotidiana della nostra società multi-culturale, attraverso focus settimanali dedicati alle aree geografiche rappresentate nelle gallerie del museo.
Una parte importante del programma, che prevede anche percorsi tematici tra le collezioni del Mao, è destinata alla musica con appuntamenti dedicati a strumenti poco conosciuti, come quelli presenti nell’orchestra del gamelan, o ad artisti espressione della cultura popolare del proprio Paese, come Naziha Azzouz (Algeria), il duo formato da Mieko Miyake e Suizan Lagrost (Giappone) e il Dem Trio (Turchia).
A inaugurare l’iniziativa, in programma da venerdì 7 giugno a sabato 20 luglio, sarà il Southbank Gamelan Players, l’ensemble in residence del Southbank Centre di Londra, che proporrà tre concerti (venerdì 7 giugno, ore 18 e 21; sabato 8 giugno, ore 21) con un repertorio di brani classici dell’Isola di Giava nelle scale slendro e pelog, oltre a due workshop per bambini e famiglie, rispettivamente intitolati «Io suono il gamelan» (sabato 8 giugno, ore 15) e «La magia del gamelan» (sabato 8 giugno, ore 16).
L’omaggio all’Indonesia proseguirà con un percorso tematico all’interno del Mao: «L’arabesco. Ritmo e geometria nell’arte islamica» (giovedì 13 giugno, ore 18.00), durante il quale verranno evidenziati gli elementi essenziali, il significato e l’origine del linguaggio artistico nei Paesi islamici. Sarà, quindi, la volta della conferenza «Oriente effimero. Il Cairo ricostruito e l’Oriente evocato nelle esposizioni orientali» (giovedì 13 giugno, ore 21), che vedrà in cattedra Sherif El Sebaie, docente del corso extra-curriculare di lingua araba, civiltà e arti dell'Islam tenuto presso il Politecnico di Torino. All’arte islamica sarà dedicato anche un percorso tematico con degustazione di tè (sabato 15 giugno, ore 16), bevanda che accompagna diversi momenti della vita quotidiana, dalle trattative commerciali alle riunioni conviviali, nei Paesi musulmani, in una vastissima area geografica che si estende dal Marocco al Pakistan.
«Darbar. Luci da Oriente» guarderà, poi, alla Cina con tre appuntamenti: la proiezione del film «Lanterne rosse» di Zhang Yimou (sabato 22 giugno, ore 15-18), una visita guidata sull’importanza della musica nella storia della cultura cinese (venerdì 21 giugno, ore 18) e un concerto di Deng Yuan (venerdì 21 giugno, ore 21), artista oggi residente in Italia che ha approfondito lo studio dello zheng (noto anche come guzheng), strumento musicale della famiglia delle cetre utilizzato, originariamente, dalle orchestre che suonavano alla corte orientale cinese, il cui uso solistico, che ha condotto a tecniche di esecuzione più complessa e a un ampliamento del repertorio, risale al XIX secolo.
La rassegna torinese volgerà, quindi, l’attenzione al nord Africa con un aperitivo a cura di Hafa Cafè (giovedì 27 giugno,ore 19.30), un concerto di musica algerina con Naziha Azzouz e Adel Salameh (giovedì 27 giugno, ore 21), la proiezione del documentario «El gusto» di Safinez Bousbia (sabato 29 giugno, ore 15-18) e una conferenza del sociologo Khaled Fouad Allam (giovedì 27 gennaio, ore 18), docente universitario di islamistica negli atenei di Trieste ed Urbino, nonché editorialista dei quotidiani «La Repubblica» e «La Stampa».
Dal nord Africa ci si sposterà in Giappone. Chiara Bottelli proporrà la conferenza «Bigaku. Imparare la bellezza» (giovedì 4 luglio, ore 18). Massimo Bandera approfondirà l’arte del bonsai (sabato 6 luglio, ore 16). Mieko Miyazaki e Suizan Lagrost animeranno un concerto di musica tradizionale giapponese (giovedì 4 luglio, ore 21), che fonderà i suoni di due strumenti tipici quali lo shakuhachi e il koto.
I tre appuntamenti offriranno l’occasione anche per vedere le nuove opere giapponesi in mostra al Mao: nove frammenti di emakimono esposti per la prima volta al pubblico. Si tratta dei tradizionali «rotoli di pittura» in formato orizzontale, la cui fruizione avviene gradualmente, in un processo di srotolamento da destra a sinistra, con una successione quasi filmica delle immagini nella loro composizione o della storia narrata nel suo svolgimento.
Le opere selezionate forniscono un’interessante panoramica sulla produzione degli emakimono nel medio e tardo periodo Edo (1603-1868); tra questi spicca il frammento di una scena di battaglia che fa riferimento alle gesta del famoso condottiero Minamoto no Yoshitsune (1159-1189) e riconducibile alla prima metà del XVIII secolo.
A chiudere la rassegna saranno due focus su Turchia e India. Il primo prevede la proiezione del lungometraggio «Yol» di Yilmaz Günei (sabato 13 luglio, ore 15-18) e la conferenza «Dall’impero ottomano alla Turchia contemporanea, da ‘Malato d’Oriente’ a ‘Tigre del Mediterraneo’» del giovane storico e politologo Marco Demichelis (giovedì 11 luglio, ore 18), oltre a un concerto di musica turca del Dem Trio (giovedì 11 luglio, ore 21), formato dai virtuosi Murat Salim Tokaç (tanbur e ney), Cenk Güray (bağlama) e Derya Türkan (kemençe). La cultura indiana verrà, invece, approfondita attraverso un percorso tematico nella galleria dell’Asia orientale (giovedì 18 luglio, ore 18) sulle tracce delle molteplici figure divine dell’induismo, quali Ganeśa ( il dio dalla testa di elefante), Viṣnu, Śiva e la sua consorte Pārvatī, ma anche da un concerto di Riccardo Battaglia e Federico Sanesi (giovedì 18 luglio, ore 21) e dalla proiezione del video «Ru-Ba- Ru» (sabato 20 luglio, ore 15-18).
Un programma, dunque, ricco e articolato quello del Mao – Museo d’arte orientale di Torino per viaggiare tra India, Giappone e Turchia senza lasciare l’Italia.

Didascalie delle immagini 
[fig. 1] Il Southbank Gamelan Players, l’ensemble in residence del Southbank Centre di Londra, che giovedì 7 giugno 2013 inaugurerà la quarta edizione di «Darbar. Luci da Oriente»; [fig. 2] Deng Yuan, artista protagonista del concerto in programma venerdì 21 giugno 2013; [fig. 3] Federico Sanesi sarà, con Riccardo Battaglia, protagonista del concerto di musica indiana in programma giovedì 18 luglio 2013; [fig. 4] Un reperto esposto nella galleria dei Paesi islamici del Mao -Museo d'arte orientale di Torino; [fig. 5] Un reperto esposto nella galleria giapponese del Mao -Museo d'arte orientale di Torino 

Informazioni utili 
«Darbar. Luci da Oriente». Mao - Museo d’arte orientale, via San Domenico, 11 - Torino. Orari: martedì-domenica, ore 10.00-18.00; chiuso il lunedì. Ingresso al museo: intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito fino a 18 anni. Ingresso alla rassegna: tutte le attività della rassegna «Darbar» sono ad ingresso gratuito fino a esaurimento posti disponibili; potranno essere ritirati due tagliandi a persona a partire da mezz’ora prima dell’inizio delle attività; l’organizzazione non risponde di eventuali code formatesi prima dell’orario concordato. Informazioni e prenotazioni: tel. 011.4436927. sito web: www.maotorino.it. Da venerdì 7 giugno a sabato 20 luglio 2013.

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