sabato 20 luglio 2013

«La cultura è come l’acqua»: Maria Migliora per la nona Giornata del contemporaneo

«La cultura è un bene comune primario come l'acqua; i teatri, le biblioteche, i cinema sono come tanti acquedotti». Sembra ispirata all'affermazione che fece il maestro Claudio Abbado, durante una puntata della trasmissione «Vieni via con me», l'opera «Aqua Micans», scelta come immagine guida della nona edizione della Giornata del contemporaneo, manifestazione promossa annualmente da Amaci, l’associazione dei musei d’arte contemporanea italiani presieduta da Beatrice Merz e comprendente una trentina di realtà come il Maxxi di Roma, il Mart di Rovereto, il Mambo di Bologna e il Castello di Rivoli.
Il lavoro, che porta la firma di Marzia Migliora (Alessandria, 1972), farà, dunque, da filo rosso tra i tanti eventi che il prossimo sabato 5 ottobre animeranno la penisola, da nord a sud, permettendo al pubblico di entrare attivamente in contatto con il fare artistico del presente, conoscendo meglio spazi espositivi, fondazioni e gallerie (tutti aperti gratuitamente per l’occasione), ma anche visitando atelier d’artista o prendendo parte a dibattiti, visite guidate e laboratori.
Prosegue, dunque, con successo il progetto di affidare a un artista italiano di fama internazionale l’ideazione dell’immagine guida della Giornata del contemporaneo, che, negli anni scorsi, ha visto coinvolti Michelangelo Pistoletto (2006), Maurizio Cattelan (2007), Paola Pivi (2008), Luigi Ontani (2009), Stefano Arienti (2010), Giulio Paolini (2011) e Francesco Vezzoli (2012).
«Aqua Micans», scatto fotografico realizzato in situ grazie alla collaborazione della Fondazione Goca – Gallery of Contemporary Art di Palermo, ha come sfondo una delle opere più suggestive del nostro patrimonio visivo contemporaneo: il «Grande cretto» di Alberto Burri, un’opera di land art, forse una delle più grandi al mondo del suo genere, costruita tra il 1985 e il 1989 sulle rovine di Gibellina, paese del Trapanese di circa sei mila persone completamente distrutto, nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968, da una forte scossa sismica che colpì una vasta area della Sicilia occidentale, nel distretto conosciuto come Valle del Belice.
Marzia Migliora, artista che in queste settimane espone nelle collettive «Bestiario contemporaneo» (31 maggio-24 ottobre 2013) al Museo di storia naturale di Venezia e «Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell’arte italiana» (12 maggio-1° settembre 2013) al Mambo di Bologna, ha ritratto nell'immagine per la nona Giornata del contemporaneo alcune portatrici d’acqua, mentre attraversano l’opera di Burri, un’enorme colata di cemento bianco sulle macerie della vecchia Gibellina, spaccata da un labirinto profonde crepe e fenditure che ricalcano l’impianto viario del paese, ferita da solchi simili a quelli prodotti dalla terra arsa dal sole.
«Con questa fila di donne, impegnate in un’azione quotidiana e vitale, l’artista piemontese ha scelto -si legge nella nota stampa- di riprendere e ripetere la rituale solennità di un gesto antico e uguale in tutto il Sud del mondo: trasportare un’anfora sul capo o sulle spalle, percorrendo un paesaggio duro e desolato». Protagonista dell’opera-performance sono, per stessa decisione dell’autrice, un gruppo di donne di Gibellina nuova, discendenti di coloro che abitavano le case distrutte dal terremoto del 1968. La loro presenza rinsalda il legame profondo ed emotivo di questo angolo di Sicilia con il «Grande cretto», un ambiente di più di dieci ettari che rinvia all’idea della siccità come assenza di vita.
L’acqua, bene comune per eccellenza, diventa così nell’immagine di Marzia Migliora elemento di sopravvivenza e salvezza, mentre la figura della portatrice si fa simbolo di un atto di cura. Chiara è, poi, l’equivalenza tra l’acqua e la cultura, necessario nutrimento per l’uomo, e tra le donne di Gibellina e gli operatori culturali del contemporaneo, portatori a loro volta di un bene prezioso e insostituibile da cui dipende la crescita e il benessere della società. In un’epoca di crisi e di tagli, «Aqua Micans», opera il cui titolo è tratto dal romanzo «Locus Solus» di Raymond Roussel, introduce, dunque, -spiegano gli organizzatori dell’evento- «una riflessione sul ruolo del museo come istituzione preposta a conservare e tutelare l’esistente e, allo stesso tempo, a stimolare la produzione e il ripensamento del nuovo, creando un ponte ideale tra il presente e il nostro passato storico-artistico, attraverso cui costruire una proiezione futura positiva». Quasi a dire, usando ancora una volta le parole di Claudio Abbado, che «la cultura è vita e la vita è bella».

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Marzia Migliora per la nona Giornata del contemporaneo, «Aqua Micans», 2013. Opera realizzata al «Grande Cretto» di Alberto Burri, Gibellina (Trapani). Ph. Turiana Ferrara; [fig. 2] Ritratto di Maria Migliora; [fig. 3] Alberto Burri, «Grande Cretto», 1955-1989.  Gibellina (Trapani)

Informazioni utili
Amaci c/o Gamec, via San Tomaso, 53 - 24121 Bergamo, tel. 035.270272, fax 035.236962, info@amaci.org. Sito web: www.amaci.org.

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