venerdì 6 giugno 2014

Festival per Dire, l’arte del racconto trova casa a Testaccio

«Più festival che scandali, ed è tutto dire»: con questo titolo ironico Beppe Severgnini raccontava nei giorni scorsi, in un suo articolo per la rubrica «Italians» del «Corriere della Sera», la passione tutta italiana di riunirsi in nome della cultura.
Dal viaggio alla letteratura, dal teatro al giornalismo: non c'è città del nostro Paese che, nel ricordo di un suo concittadino illustre o per valorizzare il proprio patrimonio artistico, non si faccia tentare dall'idea di promuovere un festival.
Tra gli ultimi nati c'è quello di Bea - Branded Entertainment & Arts, società di comunicazione pubblicitaria che si occupa della produzione di contenuti culturali e d’intrattenimento per la creative community KleinRusso: il Festival per Dire.
La rassegna, i cui appuntamenti saranno tutti a ingresso gratuito, nasce da un’idea di Fabrizio Russo e dall’esperienza del BeaCafé, il caffè letterario di via Giano Parrasio, tra Trastevere e Monteverde vecchio, condotto e coordinato da Andrea Ballarini, che da circa un anno, ogni giovedì, rappresenta un vero crocevia di autori e artisti.
Sabato 7 e domenica 8 giugno a Testaccio, negli spazi del centro di produzione culturale «La Pelanda», i riflettori saranno così puntati sull'affabulazione, sul racconto dal vivo, sulle storie vissute o semplicemente immaginate.
Per questa prima edizione, patrocinata dall’Assessorato alla cultura, creatività e promozione artistica di Roma Capitale, la rassegna può contare sulla presenza di ospiti illustri, a cominciare dal bolognese Stefano Benni che parlerà della sua conoscenza enciclopedica degli animali esotici e di come nascono i suoi menù fantasmagorici. A seguire, i ragazzi del Centro sperimentale di cinematografia proporranno una lettura teatrale a più voci in cui, attraverso le memorie di illustri cinematografari, si ripercorrerà quel momento indimenticabile che il cinema italiano ha vissuto da dopo la guerra fino agli anni Settanta. Seguirà, quindi, un incontro con Valeria Merilini, una delle più importanti restauratrici italiane che ha già al suo attivo il restauro di tre opere del Caravaggio. I giornalisti e scrittori Claudio Cerasa e Michele Masneri parleranno, poi, della politica italiana da dietro le quinte; mentre l’illustratore Filippo Scòzzari racconterà l’esperienza de «Il Male», giornale che ha cambiato per sempre il linguaggio della satira con le sue opere irriverenti e piene di poesia.
Nella giornata di sabato 7 giugno sarà ospite del festival anche lo scrittore Andrea Villani con un monologo teatrale dedicato alla figura romantica e guascona di Luciano Lutring, il solista del mitra. A seguire, la scena sarà occupata dal popolare artista toscano David Riondino, il cui estro affabulatore sarà declinato in vari campi: dall’improvvisazione in rima alla canzone d’autore, dal cabaret al monologo. Spazio, quindi, alle suadenti note del jazz in attesa del breakfast di domenica 8 giugno con la scrittrice Sandra Petrignani, protagonista dell’incontro «Tutte le storie sono storie d’amore».
Gli eventi vedranno, poi, in scena gli esperti di radio Massimo Cirri e Josè Bagnarelli, lo chef Claudio Dordei, il fotografo Nadir Naldi, l’esperto di cinema Anton Giulio Onofri, lo scrittore Luca Scarlini e, per concludere, il critico Filippo La Porta, il teorico dell’innovazione Andrea Granelli e la giornalista Flavia Trupia.
Agli appassionati d’arte si segnala l’incontro con Gea Casolaro che,  nella giornata di domenica 8 giugno, parlerà del suo progetto «Still here», nato durante un periodo di residenza a «La Cité Internationale des Arts» di Parigi.
Alternando lunghe camminate a piedi nelle strade parigine alla visione di centinaia di film girati nella capitale francese, l’artista ha creato la propria memoria di quei luoghi, dotandosi di ricordi non vissuti direttamente, ma introiettati attraverso le storie viste al cinema o in televisione. Grazie al ricorso a pellicole che coprono circa cento anni di storia cinematografica, Gea Casolaro ha, dunque, fatto propria la città; ha compiuto un attraversamento che riattualizza quella prerogativa tipicamente parigina della flânerie, esaltata da Baudelaire, analizzata da Benjamin e poi rinnovata da Guy Debord nell’accezione di «deriva».
A condurre il festival sarà Andrea Ballarini, romanziere e saggista, in un’ideale continuazione con le serate del BeaCafé. Ad affiancarlo nell’intero week-end ci saranno i racconti illustrati dei fumettisti Marco Corona e Luca Ralli e la voce fuori campo del giovane attore Nick Russo. Una due giorni, dunque, interessante quella proposta a Roma per «stare lontani dalla banalità del chiacchiericcio televisivo e per -spiegano gli organizzatori- riscoprire il piacere di raccontare e ascoltare».Con la certezza che «a volte una persona –lo diceva l'americano Barry Lopez- per sopravvivere ha bisogno di una storia più ancora che di cibo».

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Locandina della prima edizione del Festival per Dire di Roma; [figg. 2 e 3] Un incontro al BeaCafè di Roma, il caffè letterario di via Giano Parrasio dove è nata l’idea del Festival per Dire; [fig. 4] Un frame del progetto «Still here» di Gea Casolaro; [fig. 5]  Ritratto di Stefano Benni. Foto di Marco Cella; [fig. 6] Ritratto dell’illustratore Filippo Scozzari

Informazioni utili 
Festival per Dire. La Pelanda – Centro di produzione culturale, piazza Orazio Giustiniani, 4 – Roma.  Orari: sabato 7 giugno, dalle 10.30 alle 24; domenica 8 giugno, dalle 10.30 alle 19.30. Ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili. Programma: http://www.festivalperdire.com/#programma. Informazioni: Elettra Filardo, tel. 06.5880682 o info@festivalperdire.com. Sito internet: www.festivalperdire.com. Da sabato 7 a domenica 8 giugno 2014.

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