giovedì 22 gennaio 2015

«La sposa paracadute», la guerra raccontata attraverso gli occhi delle donne

C'è stato un tempo in cui dalla seta di un vecchio paracadute piovuto dal cielo potevano nascere storie destinate a durare una vita. Erano gli anni della Seconda guerra mondiale. In molte città italiane le bombe erano uno straziante rituale, ma la paura non toglieva la voglia di progettare il futuro, di sposarsi e fare figli. A ricordare questa storia che ha il sapore della favola è ora uno spettacolo teatrale nato dalla collaborazione tra Francesca Giaconi con Arianna Marano, interprete storica del Teatro de los Sentidos di Enrique Vargas, ed Eleonora Spezi, già collaboratrice artistica dei praghesi Fratelli Forman di Obladarium, che firma anche le scenografie e i costumi.
«La sposa paracadute», questo il titolo della pièce, debutterà venerdì 23 e sabato 24 gennaio, alle ore 21.00, al Funaro di Pistoia, residenza artistica del lavoro e anche suo centro di produzione, raccontando le vicende di tante donne italiane che, dalla Lombardia alla Sicilia, hanno voluto condividere i loro ricordi fatti di abitudini quotidiane, risate e lettere sugli anni della Seconda guerra mondiale.
In questa storia, come in molte storie, tutto parte dalle radici. Il tentativo di ricostruire la morfologia genealogica ed affettiva delle proprie, ha portato a percorrere anche cammini altrui. L’autrice e regista Francesca Giaconi non ha, infatti, solo messo insieme il puzzle della propria storia familiare, ha anche confuso le impronte dei propri passi con quelle di chi, attraverso tante interviste e un lungo lavoro di ricerca, le ha aperto il cuore per dare vita a un racconto collettivo al quale fanno da raccordo i fili di una stoffa speciale: quella di un vestito da sposa, che in versione gigante dominerà la scena dello spettacolo.
L’abito bianco di cui si racconta, dal quale si ergerà durante la rappresentazione Arianna Marano, è, per esempio, quello di una signora siciliana, nato, come tutto il corredo matrimoniale, dal taglio e cucito di un paracadute americano ritrovato durante la Seconda guerra mondiale. Un’usanza, questa, che la povertà di quegli anni aveva visto diffondersi in tutta la penisola: una donna toscana trovandone un altro, strappato, su un albero della Foresta del Teso (sulla montagna pistoiese), ne aveva, infatti, ricavato –racconta lo spettacolo- sottovesti e camicie da notte.
Le storie narrate non finiscono, però, sempre con un matrimonio né raccontano unicamente di amori. I riflettori si accendono, per esempio, sulla vicenda di una donna ligure che si innamora di un unico sorriso, visto una volta, poi perso per tanti anni e ritrovato alla fine della guerra, al ritorno dall’Africa, a piedi, di Luigi. Ma in scena ci sono anche i ricordi di Maria, che racconta al pubblico di quando teneva per mano tutti quelli intorno a lei, mentre sentiva cadere una bomba e contava fino a 10 (il tempo necessario per lo scoppio), scoprendosi ancora viva.
Lo spettacolo del Funaro sembra dirci così che la quotidianità, le piccole grandi abitudini, ancora di salvezza o talvolta prigione, vincono anche la guerra, sono l’antidoto alle brutture del conflitto.
Il senso dell’indagine è espresso bene, secondo Francesca Giaconi, dalle parole del famoso entomologo francese Jean Henri Fabre:«la storia celebra i campi di battaglia nei quali l’uomo ha incontrato la morte, ma disdegna di parlare dei campi coltivati che sono alla base della sua prosperità; la storia ci annuncia i nomi dei bastardi dei Re, ma non sa raccontarci l’origine del grano. Questo è il senso dell’umana follia».

Informazioni utili 
«La sposa paracadute». Regia e testi di Francesca Giaconi, con Arianna Marano ed Eleonora Spezi. Scenografia e suoni: Eleonora Spezi. Luci: Simone Mancini. Centro culturale «Il Funaro» di Pistoia, via del Funaro, 16/18 – Pistoia. Quando: venerdì 23 e sabato 24 gennaio, ore 21.00. Ingresso: intero € 15,00. Informazioni: tel. 0573.977225  o  0573.976853 o info@ilfunaro.org. Sito web: www.ilfunaro.org. Dal 23 al 24 gennaio 2015. 

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