venerdì 6 febbraio 2015

Venezia, un museo tutto nuovo per il vetro di Murano

Dalla produzione dell’antica Roma fino alle sperimentazioni del Novecento, passando per le creazioni del Rinascimento e i virtuosismi innovativi del Settecento: il racconto di una grande storia, quella del vetro, va in scena a Murano in una veste inedita.
Spazi espositivi quasi raddoppiati che consentiranno di mostrare parti della collezione finora rimaste nei depositi, un progetto museografico totalmente rinnovato, allestimenti e percorsi ridisegnati con l’intento di creare un fascinoso e inatteso dialogo tra ambienti contemporanei e sale antiche, anche grazie all’abbattimento delle barriere architettoniche e alla messa in opera di due ascensori, caratterizzano la nuova proposta del Museo del vetro, una delle dodici realtà della Fondazione musei civici di Venezia, che lunedì 9 febbraio riapre al pubblico dopo un consistente intervento di restauro.
L’ampliamento degli spazi, con il recupero di una parte delle ex Conterie (vecchia fabbrica per la lavorazione delle perle in pasta vitrea, vicina alla basilica di San Donato) e il restyling della sale storiche di Palazzo Giustinian (dove il museo ha sede dal 1861) sono stati realizzati con la curatela di Chiara Squarcina, su progetto museografico di Gabriella Belli e per l’allestimento di Daniela Ferretti, grazie alla collaborazione dell’Amministrazione comunale e al cofinanziamento del Fondo di sviluppo regionale dell'Unione europea.
Il nuovo museo ha l’aspetto di un fascinoso withe cube, che mantiene negli archi e nelle trabeazioni le linee architettoniche del preesistente edificio e che coniuga la luce artificiale con quella naturale, proveniente dall’affaccio sulla Fondamenta Giustinian.
Un’originale «Onda del tempo», scandita da circa cinquanta opere scelte dall’età romana al Novecento, introduce nel mondo del vetro, esemplificando in maniera suggestiva le tappe salienti della storia muranese e le evoluzioni tecnico-stilistiche che l’hanno accompagnata. Totem informativi e contenuti video, realizzati con la collaborazione delle vetrerie presenti sull’isola, completano il percorso, raccontando la straordinarietà di un lavoro frutto di una difficile simbiosi tra ideazione artistica, abilità artigianale, capacità quasi alchemica nella costruzione di composti chimici unici e conoscenza di una materia sfuggente e imprevedibile.
Ma con il suo open space e i sette metri d’altezza, il nuovo volume è destinato a ospitare, al piano terra, anche mostre ed eventi temporanei, a cominciare dal tributo allo scultore Luciano Vistosi, del quale verranno esposte, dal 9 febbraio al 30 maggio, una selezione di sue opere bianche e nere, fortemente plastiche, dinamiche, imponenti e capaci soprattutto di catturare la luce.
Il percorso museale vero e proprio, articolato in aree tematico-cronologiche, si dipana al primo piano e ha inizio nel portego, il sontuoso salone con l’affresco allegorico di Francesco Zugno sul soffitto, restaurato per l’occasione.
Il grande ambiente è intitolato agli antichi maestri muranesi, spesso anonimi, che furono espressione della golden age del vetro veneziano, quella che spazia dal Trecento a tutto il Seicento, nota soprattutto per l’invenzione di Angelo Barovier, che ottenne una sostanza pura chiamata «cristallo», per l’introduzione della decorazione graffita a punta di diamante (intaglio) e per l’ideazione del «vetro ghiaccio», la lavorazione a filigrana, e della tecnica a «mezza stampatura». Tantissime sono le opere eccezionali qui esposte: manufatti con stemmi dogali o papali, creazioni famose come il «Cesendello» decorato a embrici e oro -caratteristica lampada pensile foggiata su modelli orientali- o pezzi unici, tra i quali la celeberrima «Coppa Barovier», databile tra il 1470 e il 1480, uno dei vetri più antichi al mondo tra quelli decorati a smalti policromi fusibili.
Dal salone, prima di proseguire verso i manufatti del XVIII secolo, con il complesso «Trionfo» appartenuto alla famiglia Morosini e gli originalissimi fixés sous verre con scene di ambiente veneziano alla maniera di Pietro Longhi, si può accedere a una piccola sezione dedicata ai vetri di epoca romana con reperti rinvenuti negli scavi e nelle necropoli di Enona, Asseria e Zara; mentre lungo le pareti sono allineate antichissime olle funerarie.
La sala dedicata al «Gusto della mimesi» tra Sette e Ottocento, con i soffiati in calcedonio, i famosi lattimi e la «stravagante» e «fallace» avventurina, segna il ritorno al vetro non trasparente. Nel vicino soppalco, che si affaccia sulle Conterie grazie a una grande vetrata, è presente, invece, un focus sulle perle veneziane e le murrine.
Il percorso espositivo prosegue, quindi, con una sezione dedicata al periodo «buio» del vetro veneziano, nella quale sono esposti arredi e dipinti che richiamano il gusto mitteleuropeo di inizio Ottocento e che documentano il dilagare in laguna di manufatti boemi, un dilagare favorito dall’imposizione da parte del governo asburgico di dazi sulle importazioni di materie prime e sull'esportazione delle produzioni locali.
Tra i protagonisti di questo periodo ci sono Pietro Rigaglia e Antonio Salviati, maestro vetraio che nel 1866 dà vita a una fornace di soffiati a Murano presentando, l’anno successivo all’Esposizione universale di Parigi, più di cinquecento tipi diversi di vetri. Vittorio Zecchin, Archimede Seguso, Alfredo Barbini, Carlo Scarpa e Napoleone Martinuzzi sono, invece, gli artisti scelti per rappresentare il XX secolo.
Prima di lasciare il museo, di nuovo al piano terra, il percorso offre una «finestra» sul design moderno e contemporaneo in una sala intitolata a Marie Angliviel de la Beaumelle, la creatrice dei famosi goti, recentemente scomparsa.
Qui, grazie all’allestimento volutamente flessibile, potranno essere esposte opere della collezione attualmente conservate nei depositi o lavori di giovani artisti, secondo la volontà dell’abate Vincenzo Zanetti, che nell’Ottocento istituì questo museo quale memoria storica di un universo misterioso e affascinante, di un’arte unica e preziosa che vede in Venezia la sua prima ambasciatrice.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1]  Facciata di Palazzo Giustinan sede del Museo del Vetro a Murano dal 1861, antico palazzo dei Vescovi di Torcello. Si affaccia sul Canal Grande di Murano; [fig. 2] Coppa Barovier. Vetro soffiato blu dipinto a in smalti policromi e oro, con due medaglioni incornicianti due busti, uno femminile e uno maschile, tra due scene, la cavalcata ed il bagno alla fontana dell’amore o della giovinezza. Venezia, 1460-1470 c..Museo del Vetro, Murano; [fig. 3] Vaso, in vetro giallo opaco incamiciato di cristallo. Soffiato in stampo e lavorato a mano libera. Venezia, XVI – XVII secolo. Museo del Vetro, Murano; [fig. 4] Dieci mazzetti di conterie policrome. Murano, Ultimi decenni del XIX secolo. Museo del Vetro, Murano

Informazioni utili
Museo del vetro, Fondamenta Giustinian, 8 – Murano (Venezia). Orari: dal 1° aprile al 31 ottobre, ore 10.00-18.00; dal 1° novembre al 31 marzo, ore 10.00–17.00; la biglietteria chiude un'ora prima; 
aperto tutti i giorni, escluso il 25 dicembre, il 1° gennaio e il 1° maggio. Ingresso: intero € 10,00; ridotto € 7,50; biglietto scuole € 4,00. Informazioni: call center 848082000 (dall’Italia); +3904142730892 (dall’estero), info@fmcvenezia.it. Sito internet: www.visitmuve.it. Inaugurazione: domenica 8 febbraio 2015, dalle ore 10.00 alle ore 17.00; ingresso su invito e fino ad esaurimento dei posti disponibili. Dal 9 febbraio 2015. 

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