venerdì 17 febbraio 2017

Mart di Rovereto, un anno tra grandi mostre e promozione del territorio

Si preannuncia ricco il calendario espositivo del Mart per il 2017. Dopo il successo della passata stagione, che ha visto un aumento dei visitatori e una riorganizzazione delle collezione museali, l’istituzione trentina lavorerà quest’anno seguendo tre principali direttive: la valorizzazione del patrimonio e dell’architettura, la produzione di grandi mostre e la promozione del territorio.
A quattordici anni dalla sua inaugurazione, si rende necessario un restyling della struttura per migliorarne gli standard museali e la qualità della fruizione; il lavoro sarà eseguito ancora una volta da Mario Botta, che, progettando il museo, ne ha definito la forte identità architettonica.
Grande spazio nella programmazione avranno soprattutto le collezioni permanenti, che permettono di attraversare centocinquanta anni di storia dell’arte, dalla fine del XIX secolo a oggi, attraverso opere di autori quali Alberto Burri, Lucio Fontana, Pietro Manzoni, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz e Salvatore Scarpitta.
In questo quadro si preannunciano focus tematici sulle opere provenienti dalle raccolte di Alessandra Allaria, Panza di Biumo e Gemma De Angelis Testa che fanno parte e entreranno a far parte del patrimonio museale dell’istituzione roveretana.
La prima collezione, quella di Alessandra Allaria, porterà con sé un nucleo significativo di lavori firmati da Mario Sironi (dal 5 marzo all’11 giugno 2017); mentre la mostra «Collezione Panza di Biumo. La materia della forma» (dal 2 aprile 2017) permetterà una miglior messa a fuoco della scuola minimalista e concettuale attraverso la presentazione di opere come «43 Drawings» (1971-1972) di Hanne Darboven, «Wall Drawing No.152» (1973) di Sol LeWitt e «An Eleven Day Wandering Walk. Australia» (1982) di Hamish Fulton, solo per fare qualche esempio. La collezione di Gemma De Angelis Testa permetterà, invece, di confrontarsi con artisti come Fischli & Weiss, Adrian Paci e Mark Leckey.
All’interno della politica di valorizzazione del patrimonio museale, risultano chiaramente centrali la figura di Fortunato Depero e la Casa d’arte futurista a lui intitolata, che sarà anche essa oggetto di interventi tecnici volti ad aumentare gli standard museali. L’opera dell’artista trentino verrà promossa con particolare attenzione nella programmazione roveretana, ma anche in grandi mostre organizzate altrove come la monografica «Depero il Mago» alla Fondazione Magnani Rocca (18 marzo – 2 luglio 2017) o l’esposizione «Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia» ai Musei San Domenico di Forlì (11 febbraio- 18 giugno 2017).
A Casa Depero è, invece, visibile per la prima volta la celebre scenografia ideata dall’artista per «Le chant du Rossignol», il balletto ispirato alla fiaba di Hans Christian Andersen, musicata da Igor Strawinskij. La scenografia fu commissionata a Depero nel 1916 da Sergej Pavlovič Djagilev, impresario dei Balletti Russi, ma venne realizzata solo nel 2000 quando il teatro Massimo di Palermo decise di proporre lo spettacolo e costruì quadri scenici e costumi partendo da materiali originali deperiani.
Ricco è anche il programma delle grandi mostre che verranno proposte durante il 2017 dal Mart, confermando l’impegno del museo sui fronti della ricerca e della qualità della proposta. La primavera porterà, per esempio, a Rovereto la grande e attesa mostra «Grazia Toderi e Orhan Pamuk. Words and stars» (dal 2 aprile al 2 luglio 2017), a cura di Gianfranco Maraniello, nella quale il premio Nobel per la letteratura 2006 dialogherà con la nota artista contemporanea sulle affinità esistenti tra ingenue domande metafisiche e la gioia di guardare le stelle.
L’estate sarà, invece, dedicata alla mostra «Un’eterna bellezza - Capolavori dell’arte italiana nel primo Novecento» (dal 2 luglio al 5 novembre 2017), realizzata in collaborazione con la Fundación Mapfre di Madrid. L’idea di classicità e la ricerca di un canone volti a creare una nuova modernità sono i due temi che faranno da filo conduttore alla rassegna, a cura di Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari. Sempre nei mesi estivi sarà possibile vedere una mostra su Armando Testa (dal 22 luglio al 15 ottobre 2017), il più importante pubblicitario italiano del secolo scorso, a cura di Gianfranco Maraniello.
Mentre durante l’autunno il Mart proporrà, in collaborazione con il Madre di Napoli, la prima retrospettiva italiana su Carlo Alfano, per la curatela di Denis Isaia e Gianfranco Maraniello, e una mostra, a cura di Alberto Salvadori, sulla breve e densa esperienza creativa di Francesco Lo Savio.
L’anno si chiuderà con una grandiosa esposizione internazionale, che accompagnerà i visitatori nel 2018: «Realismo Magico: l'arte italiana tra metafisica e nuova oggettività 1920-1930» (3 dicembre 2017 – 4 marzo 2018), a cura di Gabriella Belli, Valerio Terraroli e Alessandra Tiddia.
La promozione del territorio sarà, invece, centrale nella sede della Galleria civica di Trento, dove peraltro viene portata avanti l’attività dell’Adac, l’Archivio degli artisti attivi in Trentino.
Una prima mostra sulle pratiche architettoniche e artistiche degli anni Settanta a Trento è quella curata insieme a Campomarzio. Con «Almanacco 70», l’istituzione culturale narra il territorio e la sua storia più recente, mettendo in campo una sinergia con un giovane collettivo indipendente il cui nome ha superato da tempo i confini provinciali per giungere fino alla Biennale di Architettura di Venezia. La seconda mostra, «Legno | Lën | Holz», a cura di Gabriele Lorenzoni, porterà a Trento le rinomate sculture lignee degli artisti regionali più rilevanti attualmente attivi nell’area dolomitica, con una particolare attenzione alla scuola gardenese, che per quantità e qualità non ha pari in Europa. Chiude l’anno la prima personale di Jacopo Mazzonelli, curata da Margherita de Pilati e da Luigi Fassi.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Christiane Löhr, Zusammentreffen (Incontro), 2003, semi di edera e semi di caglio, Panza Collection, Mendrisio. Photo: Alessandro Zambianchi - Simply .it, Milano; [fid. 2] Menabò originale di Documento Sud n. 5, 1960, Mart, Archivio del '900, fondo Martini; [fig. 3] Felice Casorati Ritratto di Renato Gualino, 1923-1924 olio su compensato, 97 x 74,5 cm Istituto Matteucci, Viareggio

Informazioni utili 
www.mart.trento.it 


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