martedì 1 agosto 2017

«Bestiale!», quando il cane e il gatto diventano star del cinema

Ci sono proprio tutti alla Mole Antonelliana di Torino: Rin Tin Tin e Lassie, l'orca Keiko del film «Free Willy» e «Furia il cavallo del West», il gatto di «Colazione da Tiffany» e gli «Uccelli» di Hitchcock, ma anche il maialino Babe, il gufo di Harry Potter, «Francis il mulo parlante», la scimmia Cita di Tarzan e non solo. Gli animali resi famosi dal grande schermo sono i protagonisti della mostra «Bestiale! Animal Film Stars», a cura di Davide Ferrario e Donata Pesenti Campagnoni, con la collaborazione di Tamara Sillo e Nicoletta Pacini, che il Museo del cinema di Torino accoglie fino al prossimo 8 gennaio.
Animatronics, oggetti di scena, costumi, storyboard, bozzetti, disegni, sceneggiature, libri, fotografie, manifesti e materiali pubblicitari, brochure e programmi di sala, per un totale di oltre quattrocento opere, compongono il percorso espositivo che documenta l'esistenza di oltre duecentosettanta animali-attori, tra cui quarantuno stelle del cinema, e più di duecentottanta film dedicati all'argomento.
Tra i prestatori ci sono l'Academy of Motion Picture -quella degli Oscar- la Cinémathèque française, il Bafta di Londra e collezionisti privati come il premio Oscar per gli effetti speciali John Cox e gli storyboard artists Giacomo Ghiazza, Davis Russell e Jason Mayah.
Due i filoni di indagine della mostra, di cui rimarrà documentazione in un catalogo di Silvana editoriale. «Il primo -spiegano gli organizzatori- racconta cos’è un animale star e, in particolare, qual è la relazione tra icona popolare e animale in carne e ossa (spesso non un singolo, ma più di uno, che lo interpretano sullo schermo). Il secondo indaga il ruolo dell’animale-attore, interrogandosi se esista una recitazione animale, soprattutto oggi, quando animatronics ed effetti speciali digitali spingono verso personaggi di animali che sembrano sempre più esseri umani, mutandone la natura stessa».
Ad aprire il percorso espositivo sono gli esperimenti pre-cinematografici di Eadweard Muybridge, che nel 1878 cercò di documentare la corsa di un cavallo, e un fotogramma di «Adieu au langage» («Addio al linguaggio», 2014), l’ultimo film di Jean-Luc Godard, che ha per co-protagonista il suo cane.
La rassegna documenta, poi, come la storia del cinema abbia spesso creato intorno a molti cani e gatti, ma anche cavalli, topi o pinguini una storia da umani, dotandoli di personalità e – talvolta – di linguaggio. Sono nati così dei premi che danno riconoscimento al talento cinematografico degli animali-attori come lo storico PATSY Award (acronimo di Picture Animal Top Star of the Year e di Performing Animal Television Star of the Year), creato nel 1951 dall’American Humane e assegnato ininterrottamente fino al 1896, o il Palm Dog Award, istituito nel 2001 dal giornalista Toby Rose e assegnato nei giorni del Festival di Cannes. A dire il vero c’è anche chi pensò di candidare un animale all’Oscar con tanto di campagna mediatica. Il fortunato fu il cagnolino Uggie del film «The Artist», che letteralmente rubò la scena (e l'affetto del pubblico) al protagonista Jean Dujardin. Pure Donald O'Connor, protagonista della serie «Francis», si ritrovò a competere per la notorietà con il famoso mulo parlante ed esasperato dal successo del suo collega-animale lasciò la serie -dicono i ben informati- con le parole «Quando giri sei film e il mulo riceve più posta dai fan di te, qualcosa non va...».
Gli animali, in effetti, hanno sempre suscitato un grande interesse nel pubblico sin dagli esordi del cinema. Basti pensare che la prima pellicola con un quadrupede fu girata nel 1897 dai fratelli Lumière, che dedicarono al pranzo di un gattino uno dei loro primissimi film: «Le déjeuner du chat». Ecco così scorrere lungo le pareti del museo torinese le storie di animali che hanno fatto sognare, sorridere, spaventare ed emozionare svariate generazioni di grandi e piccoli spettatori: da Zanna Gialla a King Kong, dallo squalo di Spielberg al vero e proprio zoo che fu messo in piedi per girare il kolossal «La Bibbia», diretto nel 1966 da John Huston. A completamento della mostra sono stati ideati numerosi eventi: da laboratori per i più piccoli a incontri con gli insegnanti, da visite guidate a feste di compleanno a tema, fino all’attesa rassegna cinematografica in programma dall’11 ottobre al 1° novembre al cinema Massimo. Un’occasione per vedere quanto sia stato determinante l’apporto degli animali per la storia della settima arte.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] King Kong, John Guillermin, USA, 1976  Jessica Lange (Dwan) e il braccio meccanico di King Kong. King Kong di John Guillermin, USA, 1976.  ©Angelo Frontoni/Cineteca Nazionale-Museo Nazionale del Cinema; [fig. 2] L’orca assassina di Michael Anderson, USA, 1977. Disegno di progettazione dello scenografo Mario Garbuglia per la costruzione delle orche. Collezione Museo Nazionale del Cinema; [fig. 3] 102 Dalmatians di Kevin Lima, USA, 2000. Animatronic di un cucciolo di dalmata; [fig. 4]Fumetti degli anni ’60 - ’70 tratti dalla serie televisiva Lassie. Collezione Museo Nazionale del Cinema 

Informazioni utili 
«Bestiale! Animal Film Stars». Museo Nazionale del Cinema – Mole Antonelliana, via Montebello, 20 – Torino. Orari: dalla domenica al venerdì, ore 9.00-20.00; sabato, ore 9.00-23.00; chiuso il martedì; aperture straordinarie nei giorni del 1° ottobre (Halloween), 1° novembre (Ognissanti), 8 dicembre (Immacolata), 24 dicembre (Vigilia di Natale), 25 dicembre (Natale), 26 dicembre (S. Stefano), 31 dicembre (Vigilia di Capodanno), 1° gennaio 2018 (Capodanno), 2 gennaio 2018 e 6 gennaio 2018 (Epifania).Ingresso: intero € 10,00, ridotto € 8,00, ridotto speciale € 3,00. Informazioni: tel. 011.8138.560 / 561 o info@museocinema.it. Sito internet: www.museocinema.it. Fino all’8 gennaio 2018.

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