Ha inventato il carattere tipografico degli elenchi telefonici e il font usato da Einaudi per oltre quarant’anni. Stiamo parlando di Francesco Simoncini (1912-1975), dal 1954 amministratore unico dell’omonima officina, fondata da suo padre nel 1953 a Bologna e trasferitasi, poi, in un grande stabilimento a Rastignano, che si è affermata nel tempo come una delle realtà più all'avanguardia del settore della progettazione e produzione di matrici per macchine Linotype.
Alla storia di questo grande innovatore nel campo del design dei caratteri tipografici rende omaggio il Museo del patrimonio industriale di Bologna con la mostra «Metodo Simoncini. Ricerca di un’estetica dell’insieme», ideata da Griffo, la grande festa delle lettere, progetto multidisciplinare nato nel 2014 che narra e celebra la storia dell’inventore bolognese e delle lettere, strumento prezioso che ci accompagna ogni giorno.
Se oggi in ogni momento condividiamo idee con parole e frasi d'inchiostro e pixel, poco o nulla sappiamo -raccontano i curatori Elisa Rebellato e Antonio Cavedoni- di quello straordinario strumento che sono le lettere, della loro storia e di quella di chi le ha create.
La mostra, attraverso le innovazioni e i traguardi di Simoncini come imprenditore e designer di caratteri autodidatta, illustra il valore di un approccio globale al progetto, in cui estetica e funzionalità, ricerca e umanità sono elementi equivalenti e indispensabili.
Il percorso espositivo, che propone un'esperienza immersiva e multimediale con un allestimento ispirato alla disposizione del reparto disegno caratteri Officine Simoncini, accoglie il visitatore con filmati, fotografie e strumenti originali dell’epoca, introducendolo nell’affascinante processo di ideazione e realizzazione di una matrice per Linotype. Si prosegue con la presentazione del brevetto internazionale Metodo Simoncini, insieme a documenti, disegni dei caratteri e rare edizioni che ricostruiscono il contributo di Francesco Simoncini come progettista e offrono una panoramica su impatto e diffusione dei suoi alfabeti più importanti, come il Garamond Simoncini creato per Einaudi e il Delia progettato per gli elenchi telefonici.
Al designer bolognese si devono anche molti caratteri che hanno avuto larga diffusione in quotidiani e periodici in Italia e all'estero, tra quelli italiani figurano «Stadio», «La Nazione», «Il Tempo», «Guerin Sportivo», «Il Resto del Carlino» e «La Domenica del Corriere».
Nel progettare i propri caratteri, Simoncini si pone come obiettivi chiarezza e leggibilità, mettendo al centro di ogni progetto i consumatori finali del suo prodotto, i lettori. Questa attenzione, nell'epoca della diffusione della tecnologia Linotype, fa sì che i suoi caratteri abbiano largo impiego in ogni ambito della stampa in Italia. Ancora oggi alcuni dei suoi caratteri, anche se creati per una tecnologia obsoleta, sono noti e apprezzati in tutto il mondo.
È lo stesso autore a raccontare questo suo modo di procedere in una lezione-conferenza per il Corso superiore di cultura grafica alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino: «la leggibilità e funzionalità dei testi stampati, destinati a letture prolungate, è in parte oggi legata alla scelta di un buon procedimento di stampa, ma soprattutto alla diligenza con cui si procede alla preparazione dello stampato. In questo senso si può e si deve operare con impegno. Non sempre è feli-ce la scelta dei caratteri, della carta e non sempre sono curate la composizione e la stampa. […] In ogni nostro atto, nell'attività grafica, sia sempre presente la figura del lettore e le sue esigenze».
Anche come imprenditore Simoncini mise in pratica una visione innovativa per l’epoca, con un’attenzione costante volta al rispetto di collaboratori e dipendenti. Insieme ai fratelli riuscì a condurre l’attività del padre da piccola officina di riparazioni per Linotype colpita dalla guerra, a grande industria internazionale per la progettazione e produzione di caratteri. La sua dedizione si estese anche al di fuori dell’azienda: assunse infatti ruoli di rilievo in associazioni di settore, impegnandosi inoltre nella formazione dei giovani tecnici e nella standardizzazione della tecnologia.
Informazioni utili
Metodo Simoncini. Ricerca di un’estetica dell’insieme. Museo del patrimonio industriale | Fornace Galotti, via della Beverara, 123 - Bologna. Orari: dal martedì al venerdì, ore 9.00-13.00; sabato, ore 9.00-13.00 e ore 15.00-18.00; domenica, ore 15.00-18.00. Ingresso: intero € 5,00, ridotto € 3,00, gratuito Card Musei Metropolitani Bologna e la prima domenica del mese. Informazioni: tel. 051.6356611 o museopat@comune.bologna.it. Sito internet: www.museibologna.it/patrimonioindustriale. Fino al 12 novembre 2017.
Nessun commento:
Posta un commento