mercoledì 13 dicembre 2017

«In miniatura», al Fai «piccolo è bello»

La storia dei modelli in miniatura di edifici e oggetti d’uso comune ha origini lontane. I primi risalgono, infatti, alla Cina del 2000 a.C., alla Mesopotamia, all’Egitto e all’età romana. I modelli di mobili fioriscono, invece, dall’epoca rinascimentale, con l’affermarsi in Europa delle Corporazioni dei mobilieri, maestri d’arte al servizio di nobili e mercanti. Nascono così esemplari straordinariamente precisi in ogni dettaglio, nei materiali e nelle decorazioni: nulla li distingue dall’opera finita, se non la dimensione; rispetto ai mobili finiti, però, questi modelli hanno il vantaggio di materializzare l’idea creativa, la prima ispirazione, avvicinandosi alla produzione d’arte tanto quanto il lavoro artigiano.
Prove d’artista, capi d’opera, oggetti di campionario, soprammobili, pezzi da collezionista, esercizi di stile per artigiani e giocattoli si diffondono nel tempo e nello spazio con finalità differenti, ma con una caratteristica comune: l’utilizzo del legno quale materiale.
Agli oggetti in miniatura è dedicata la mostra promossa dal Fai – Fondo per l’ambiente italiano negli spazi di Villa Necchi Campiglio, nel cuore di Milano.
La rassegna, ideata da Angelica Guicciardini, allinea oltre duecento preziosi modelli in legno di mobili antichi e moderni in miniatura provenienti da diverse collezioni private, da archivi e musei.
Si tratta di oggetti d’antiquariato e non solo, sorprendenti per la fine lavorazione dei dettagli, i materiali, i decori e la varietà tipologica, che forniscono una panoramica sulla storia dell’arredo tra XVII e XX secolo.
Tra le opere esposte si trovano prove d’artista o d’esame per gli ebanisti nel Settecento, pezzi da «campionario» da mostrare ai clienti nell’Ottocento o curiosi oggetti in miniatura da collezionare, talvolta destinati a case di bambola.
Cassettoni, madie, sedie, armadi, dormeuse, tavoli e toelette sono affiancati e messi a confronto e in dialogo con gli arredi e gli spazi della villa progettata da Piero Portaluppi, sintesi di creatività, modernità e cura del dettaglio tipica dello stesso fare artigianale.
La mostra è anche l’occasione per ragionare sul «modello» come strumento di lavoro nel XX secolo: con l’affermarsi dell’industrial design, gli artigiani -a metà tra fare artigianale e pensiero industriale- lavorano fianco a fianco con i designer per concretizzare l’idea progettuale.
A memoria di questo importante momento storico per il design italiano, la mostra accoglie alcuni pezzi dei più famosi ebanisti moderni milanesi – al servizio dei più grandi designer del Novecento, tra cui Aulenti, Castiglioni, Nizzoli e ZanusoGiovanni Sacchi e Pierluigi Ghianda: a quest’ultimo sarà dedicato anche lo spazio del sottotetto in un allestimento, curato dall’architetto Lorenzo Damiani, che vuole riprodurre e rievocarne la bottega storica. Qui sarà possibile vedere campioni di essenze, quaderni di appunti, modelli e disegni messi a disposizione dalle figlie del grande ebanista per il pubblico.
Diversi modelli di Sacchi, invece, grazie al prestito della Triennale di Milano, saranno in esposizione negli ambienti di lavoro della villa –gli office di servizio e la stireria– a sottolineare quanto il suo lavoro abbia contribuito a rispondere alle esigenze dell’uomo, fine ultimo del design.

Informazioni utili 
«In miniatura». Villa Necchi Campiglio, via Mozart, 14 -Milano. Orari: da mercoledì a domenica, dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Ingresso con visita alla villa: intero € 12,00; ridotto (Ragazzi 4-14 anni) e Iscritti FAI, € 4,00. Informazioni: tel. 02.76340121 o fainecchi@fondoambiente.it Sito internet: www.inminiatura.it. Fino al 7 gennaio 2018.

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