venerdì 29 giugno 2018

Da Nicola di Ulisse a Carlo Crivelli, il Quattrocento a Fermo

Racconta la preziosità artistica di un angolo di Marche la mostra «Il Quattrocento a Fermo. Tradizione e avanguardie da Nicola di Ulisse a Carlo Crivelli», per la curatela di Alessandro Marchi e Giulia Spina, allestita fino al 7ottobre nella chiesa di San Filippo. L’esposizione -che fa parte del progetto di valorizzazione del patrimonio culturale regionale «Mostrare le Marche», nato con l’intento di valorizzare i territori che hanno subito danni in seguito al sisma- si propone di raccontare un tratto di storia di Fermo perduta nell’oblio.
La città marchigiana, orgogliosa nei tempi antichi della sua posizione preminente in territorio Piceno, capoluogo di una circoscrizione ecclesiastica vastissima, ebbe nel Quattrocento un rilievo assai originale nelle vicende dell'arte marchigiana, non ancora riproposto alla ribalta che gli compete.
Dopo che nel 1433 Francesco Sforza conquista le terre della Marca, la città diventa anche la capitale di un nuovo stato. Sull'acropoli fermana si erge la rocca del Girfalco, in cui si insedia la corte sforzesca. Nel 1442 viene chiesto ai priori di Norcia di inviare una compagnia di pittori; a questi artisti viene commissionata la decorazione dipinta di una camera che doveva accogliere Francesco Sforza con la futura moglie Bianca Maria Visconti.
L'impresa pittorica risolta in affresco, o meglio secondo le tecniche della pittura murale a destinazione profana come usava a quei tempi, doveva esser condotta da Nicola di Ulisse da Siena (doc. a Norcia dal 1442 – m. tra il 1476 e il 1477), un protagonista assai attivo sul crinale appenninico fa Umbria e Marche, solo di recente riscoperto dalla critica.
Di questa impresa non rimane più nulla, perché i fermani, malgovernati dal tiranno romagnolo, dopo la capitolazione marchigiana degli Sforza (che da qui puntarono al dominio di Milano e di Pesaro) e con il benestare di papa Eugenio IV, distrussero completamente la rocca, cancellando per sempre il simbolo della tirannia.
Gli artisti che realizzarono i dipinti murali del Girfalco -Nicola di Ulisse, Bartolomeo di Tommaso da Foligno, Andrea Delitio da Lecce de' Marsi (Abruzzo), Giambono Di Corrado da Ragusa e Luca de Alemania- ritornano ora a Fermo, ovviamente con altre opere, sopravvissute al naufragio del tempo, per evocare in analogia le suggestioni e i fasti quattrocenteschi.
Nella mostra è possibile ammirare anche opere di artisti locali quali Marino Angeli, Pierpalma da Fermo e Paolo da Visso, che si sono formati ed hanno sviluppato i caratteri originali dello stile appenninico dei pittori del Girfalco. A questi lavori sono affiancate opere di altri pittori, documentati a Fermo negli anni centrali del Quattrocento, accanto a sculture, oreficerie, tessuti, ceramiche e miniature che ancora documentano nella città e nel vasto territorio che la circonda, e che nei secoli da essa è stato dominato, l'imponente fioritura del Quattrocento artistico marchigiano.
La mostra si conclude con opere di Carlo e Vittore Crivelli che, nel 1468, provenendo da Venezia e dopo un soggiorno in Dalmazia, fecero di Fermo il centro della loro splendida pittura. I due fratelli portarono a Fermo l’incisività della pittura squarcionesca di matrice veneta e la forza espressiva di una cultura che voleva parlare direttamente all’osservatore, puntando sull’ostensione dell’immagine attraverso la ricchezza delle superfici pittoriche.
Lungo il percorso è possibile così vedere capolavori di Nicola di Ulisse come il «Polittico di Sant’Eutizio», arrivato da Spoleto e appena stato restaurato dopo il terremoto del 2016, e il «Cristo Risorto», opera attualmente visibile solo nella mostra fermana poiché il Museo di Castellina da cui proviene è oggi impraticabile. Si segnala, poi, la presenza lungo il percorso espositivo della tavola «San Francesco che riceve le stimmate» di Falerone, di una cartapesta proveniente dalla bottega di Antonio Rossellino, dei frammenti della Pala di Ripatransone di Fra’ Mattia della Robbia e del «Polittico di Massa Fermana» di Carlo Crivelli, che è la prima opera marchigiana dell’artista veneziano.
Una sezione della mostra è, infine, dedicata agli oggetti di arte quattrocentesca esposti, come oreficerie, tessuti, boccali e piatti dell’Officina ‘Sforzesca’ di Pesaro della seconda metà del Quattrocento fra cui un preziosissimo «Boccale con volto di donna a rilievo», un «Boccale con decoro alla foglia gotica detta ‘cartoccio’», e un terzo «Boccale con stemma dipinto».

Informazioni utili
Il Quattrocento a Fermo. Chiesa di San Filippo, Corso Cavour, 53 – Fermo. Orari: giugno - da martedì a domenica, ore 10.30-13  e ore 14.30-19; luglio-agosto-settembre - da lunedì a domenica, ore 10.30-13  e ore 14.30-19, giovedì, ore 10.30-13 e ore 14.30-24. Ingresso: Biglietto unico per il circuito museale e monumentale (valido 1 anno) - intero € 8,00, ridotto € 6,00 (14-25 anni, gruppi > 15, soci Fai, Touring Club, Italia Nostra); omaggio per minori di 13 anni, disabili, soci ICOM, giornalisti con tesserino; ridotto con coupon sconto progetto «Mostrare le Marche» 6,00 €. Informazioni e prenotazioni visite guidate e servizi didattici: tel. 0734.217140 e fermo@sistemamuseo.it. Sito internet: www.sistemamuseo.it. Fino al 7 ottobre 2018


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