venerdì 5 aprile 2019

«Parma 360 Festival», la creatività contemporanea incontra il genio di Leonardo

È nel segno di Leonardo da Vinci, del quale ricorrono quest’anno i cinquecento anni dalla scomparsa, la quarta edizione di «Parma 360 Festival della creatività contemporanea», evento dedicato alle arti visive e ai giovani in programma dal 6 aprile al 9 maggio.
Installazioni gigantesche, pale pittoriche, sculture cinetiche, carte disegnate a mano, proiezioni multimediali, percorsi olfattivi e realtà aumentata: un ricco cartellone di eventi diffusi animerà per più di un mese vie, quartieri, scorsi storici e suggestivi della città emiliana, coinvolgendo oltre cinquanta siti tra luoghi istituzionali e privati.
«L’eredità creativa e tecnologica di Leonardo da Vinci» è il tema scelto per questa quarta edizione della manifestazione, che vede la curatela di Camilla Mineo e Chiara Canali.
Simbolo dell’unione tra le culture umanistica e scientifica, il genio del maestro vinciano verrà celebrato -raccontano gli ideatori del festival- «attraverso le ricerche di artisti che continuano a stupirci per la sperimentazione della loro tecnica espressiva, per l’indagine in settori diversi rispetto a quelli di loro stretta pertinenza, come la scienza, la tecnologia e la percezione, e per la capacità di innovare in modo semplice ma creativo».
Incoraggiare e divulgare l’arte contemporanea, ma anche promuovere gli artisti emergenti e valorizzare il patrimonio artistico del Parmense sono da sempre i fili rossi della manifestazione.
La «rigenerazione e rifunzionalizzazione» di spazi urbani che fanno parte della storia della città, dando loro un nuovo valore aggregativo e semantico, punterà quest’anno i riflettori sul Ponte Europa più conosciuto come Ponte Nord, che riapre al pubblico per l’occasione, sull’Edicola ottocentesca di piazza della Steccata, sulla Chiesa di San Quirino, sul Ponte romano, sull’Oratorio di San Tiburzio, tipico esempio di Barocco parmense, sull’Antica Farmacia di San Filippo Neri, sul Museo d’arte cinese ed etnografico e sull’Ape Parma Museo.
L’iniziativa abbraccia, dunque, attivamente tutta la città e si arricchisce grazie al circuito off «360 Viral», che spazia dal centro storico fino al quartiere Oltretorrente, chiamando all’appello oltre cinquanta spazi creativi di Parma: gallerie, studi professionali, associazioni, coworking, eno-librerie e negozi (grazie alla collaborazione di Ascom).
Il percorso espositivo dell’edizione 2019 prende simbolicamente avvio dal lungo e avveniristico corridoio in vetro e acciaio del Ponte Nord. Qui il barese Michele Giangrande» presenta la grande installazione site-specific «Gears (Ingranaggi), «dove -raccontano gli organizzatori del festival- mille cartoni da imballaggio dislocati come molteplici ruote dentate, a lanterna o gabbia, costituiscono le forme circolari di ingranaggi meccanici, di circa tre metri di diametro ciascuno, che entrano in relazione con le volumetrie del ponte ad evocare i meccanismi delle complesse macchine di Leonardo».
Sempre al Ponte Nord sono visibili le sculture volanti dell’italo-svedese Duilio Forte: «Ptero IX Ingens», una riproduzione gigante in legno di uno pterodattilo simile a quello esposto al Museo di storia naturale di Milano, e «Sleipnir XLIX», opera in legno di circa sette metri di altezza raffigurante il leggendario cavallo di Odino, simbolo per l’artista di esplorazione, scoperta e conquista.
Mentre il belga Peter de Cupere propone, sempre a Ponte Nord, il progetto «Olfactory Portraits» sull’arte olfattiva, da lui studiata in oltre vent’anni di ricerca, con una sequenza di casse di legno per il trasporto di opere d’arte, di dimensioni differenti, che racchiudono odori e fragranze.
Al secondo piano del Ponte Nord è, invece, possibile visitare la mostra del Maua, Museo di arte urbana aumentata, ideata e curata da Bepart con la casa editrice Terre di Mezzo, la scuola di fotografia Bauer e altri partner, che -raccontano gli organizzatori- «permette di ammirare tramite l’App Bepart, disponibile gratuitamente su Google Play e Apple Store, quindici degli oltre cinquanta lavori di Street Art in diverse città italiane, animati con altrettanti contenuti virtuali attraverso la realtà aumentata».
Sempre nell’ottica della realtà aumentata, i digital artists di Bepart hanno rivestito l’Edicola ottocentesca di piazza della Steccata con immagini dedicate a Leonardo da Vinci, prelevate dal Codice Trivulziano e dalla Sala delle Asse al Castello Sforzesco di Milano.
Mentre la Chiesa di San Quirino propone la mostra «E pur si muove», a cura di Afra Canali e Siegfried Kreitnr, con le opere di otto artisti cinetici provenienti dalla scena tedesca, che condividono con Leonardo l’entusiasmo nella comprensione della magica coreografia del gioco meccanico: Sebastian Hempel, Angelika Huber, Siegfried Kreitner, Pfeifer & Kreutzer, Carolin Liebl & Nikolas Schmid-Pfähler, Hans Schock, Björn Schuelke e Martin Willing.
Sulla strada che porta a San Quirino, sotto le arcate del Ponte romano, è, inoltre, possibile ammirare l’installazione inedita «La Chiusa. Omaggio a Leonardo» di Maria Cristina Carlini. L’opera, composta da quattro imponenti porte in legno di recupero e ferro, che racchiudono al loro interno un raggio di luce dorato, simbolo del riflesso del sole sull’acqua, si ispira al sistema di chiuse fluviali studiato dal maestro toscano.
Mentre all’Oratorio di San Tiburzio è allestita «Danze macabre, sposine ambiziose e angeli caduti» di Enrico Robusti.
«L’opera -racconta l’artista parmigiano- nasce da una riflessione sulla condizione umana, sullo spirito leonardesco di andare oltre i propri limiti al di là delle leggi universali ed è incentrata sul rapporto tra la sfera terrena e quella celeste».
Con il suo stile grottesco e caricaturale, i suoi volti trasfigurati e i cortocircuiti prospettici, Enrico Robusti racconta ambizione, progresso, limiti sociali, ansie, disubbidienza, individualismo, momenti di vita quotidiana portati all’esagerazione e all’esasperazione, per rappresentare la voce di una società, dell’uomo, o meglio il suo grido.
Per la prima volta dalla sua nascita «Parma 360 Festival» avrà come suo scenario anche il Museo d’arte cinese ed etnografico, considerato tra i più importanti al mondo. Qui si terrà la mostra «La stratègie du camouflage», a cura di Marta Santacatterina, con le opere contemporanee di Aqua Aura. Tra queste meritano una segnalazione le serie inedite «Sweet November» e «Carnal Still Life», «in cui -si legge nella presentazione- le elaborazioni digitali di immagini fotografiche fondono l’ambiente della natura e degli oggetti tipicamente urbani con ingrandimenti al microscopio di cellule, tessuti umani, virus e parassiti, al fine di restituire da un lato la complessità di un organismo, dall’altro quella dell’ambiente in cui l’uomo vive e la complessità della riflessione artistica contemporanea».
Guarda al passato anche il progetto espositivo che Francesco Spaggiari ha curato per l’Ape Parma Museo, il centro culturale ed espositivo ideato e realizzato da Fondazione Monteparma: «Storie degli abissi. Mari di Sicilia tra reale e virtuale». La mostra si snoda, infatti, attraverso i temi della navigazione antica, degli scambi commerciali e delle battaglie navali, con particolare riferimento alla prima guerra punica, e crea un dialogo innovativo tra archeologia, arte e tecnologia per promuovere la valorizzazione e la conoscenza del patrimonio culturale subacqueo.
«L’allestimento -raccontano gli organizzatori- propone per la prima volta un’inedita combinazione tra l’esposizione fisica di reperti archeologici provenienti dai fondali siculi, l’avventura del loro ritrovamento e le soluzioni tecnologiche in grado di offrire un’esperienza immersiva».
Chicca del festival è senz’altro la riapertura, dopo oltre cinquant’anni, dell’Antica Farmacia di San Filippo Neri, grazie al contributo di Fondazione Cariparma. A dare il via al progetto sarà, dal 6 al 29 aprile, l’artista pugliese Giuseppe Ciracì con la mostra «Le carte di Windsor», che raccoglie una decina di lavori su carta, realizzati tra il 2011 e il 2017, che rielaborano ossessivamente alcuni famosi disegni di Leonardo, conservati nelle collezioni della Royal Library al Castello inglese di Windsor, raffiguranti studi di anatomia e fisiologia, caricature e ricerche su cavalli, geografia e catastrofi naturali.
Toccherà, poi, ad Alice Padovani, che, dal 4 al 26 maggio, presenterà il suo «Codice involontario». La mostra racconta l’evoluzione del percorso artistico della giovane modenese sul tema della catalogazione, intesa come recupero degli atti di memoria. Partendo dall’utilizzo del disegno come mezzo espressivo e strumento di indagine scientifica ed emotiva, la Padovani passa alla classificazione materiale più recente, con animali e insetti reali raccolti in teche entomologiche e scatole.
Chiude il percorso tra le mostre ufficiali del festival l’enorme installazione di Paolo Mezzadri per il cortile interno dell’Antica Farmacia: «Il Gioco è il Tempo», un percorso ludico e attivo dove lo spazio diventa territorio di un tempo intimo e personale che ci invita ad abbandonarci al divertimento, senza schemi e regole, per vivere gesti fanciulleschi senza paura e senza timore.
Un percorso, dunque, vario quello proposto da «Parma 360 Festival» per vivere Parma, Capitale italiana della cultura 2020, e per riscoprire il genio di Leonardo da Vinci, un artista che ancora oggi continua a sorprenderci.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Giuseppe Ciracì, RL 12552 r, 2014. Matita sanguigna, pennarello su acetato, nastro adesivo, stampa su carta sottoposta ad intemperie, cm 48x32,5; [fig. 2] Aqua Aura, Sweet November 3, 2017-2018. Stampa Lambda su carta metallica, cm 160x120; [fig. 3] Maria Cristina Carlini, La Chiusa. Omaggio a Leonardo, 2018. Legno di recupero, ferro, foglia oro, 4 elementi, cm 200x60x7 cad., base cm 66x66. Foto Max Mandel; [fig. 4] Michele Giangrande, Gears (Ingranaggi), 2011. Cartoni da imballaggio, dimensioni ambiente 1500 mq. Veduta parziale installazione presso Officine Farneto Temporary Museum, Roma. Foto Lorenzo Romano; [fig. 5] MAUA, Pao, 2015. Spray su muro, dimensioni ambientali; [fig. 6] Alice Padovani, Blue, 2017, serie Le carte. Assemblaggio in teca entomologica, stampa botanica ottocentesca, acrilico, spilli, una damigella, cm 30x23x6

Informazioni
www.parma360Festival.it

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