giovedì 21 novembre 2019

«Looking for Monna Lisa», a Pavia quattro progetti espositivi per Leonardo

A distanza di cinquecento anni continua ad affascinare pubblico e critica. Il merito è senza dubbio del mistero che la circonda. «La Gioconda», forse il ritratto più celebre al mondo, ci mette, infatti, di fronte a numerosi enigmi. Ma chi è la dama dipinta da Leonardo da Vinci sullo sfondo di un paesaggio enigmatico? Dove siamo? E soprattutto, in che anni è stato realizzato il quadro? Tempo, luogo e soggetto sono ancora incerti, ma le ipotesi non mancano.
Soggiogato dai continui interrogativi sulla Gioconda lo studio milanese di multimedia design Karmachina ha ideato il progetto «Monna Lisa who?», in programma dal prossimo 24 novembre nel suggestivo spazio della chiesa sconsacrata di Santa Maria Gualtieri a Pavia.
L’ambiente narrativo, per la drammaturgia e sceneggiatura di Giuliano Corti e con la colonna sonora di Alberto Modignani, sposa l’ipotesi che l’opera ritragga Isabella D’Aragona, duchessa di Milano alla fine del Quattrocento, che, relegata a Pavia in un esilio dorato quanto infelice, incontrò Leonardo durante il suo soggiorno nella città, datato tra il 1490 e il 1513, dando vita a un sodalizio spirituale fra due anime inquiete.
Le proiezioni, i suoni e la narrazione, uniti all’allestimento progettato da Studio Dune, sono tante componenti di un racconto immersivo, suggestivo e ammaliante, che rielabora digitalmente l’immagine della Gioconda del Louvre, le altre versioni della Monna Lisa sparse per il mondo, nonché i disegni e le opere pittoriche di Leonardo, conservati ai Musei civici di Pavia, spiegando come mai dietro a quel dipinto si possa celare Isabella d’Aragona. La somiglianza del volto con i ritratti della donna, lo sfondo che ricorda altri paesaggi dipinti dell’artista in terra di Lombardia, i simboli degli Sforza, ricamati sull’orlo della scollatura, la foggia della zimarra, che rimanda a un periodo di lutto, sono i tanti indizi che avvalorano questa tesi.
«Monna Lisa who?» è uno dei quattro progetti con cui Pavia celebra, dal 24 novembre al 29 marzo, il quinto centenario dalla morte del genio fiorentino. La città lombarda ha, infatti, ideato una mostra diffusa, che interessa altre tre realtà del territorio: lo Spazio arti contemporanee del Broletto, il Castello visconteo, la piazza del Municipio.
L’articolato progetto espositivo, intitolato «Looking for Monna Lisa. Misteri e ironie attorno alla più celebre icona Pop», porta la firma del critico Valerio Dehò, docente di estetica all’Accademia di belle arti di Bologna, e offre un percorso tra vari generi, dalla pittura alla scultura, dall’installazione ai lavori multimediali, con alcune opere della collezione Carlo Palli e lavori creati per l’occasione.
Dal Concettuale al Fluxus, dalla Poesia visiva alla Neopittura, senza dimenticare la Pop art e il Dadaismo con Marcel Duchamp, sono molte le correnti artistiche contemporanee che hanno guardato alla Gioconda e alla sua riproducibilità. Lo Spazio arti contemporanee del Broletto e il Castello visconteo propongono una selezione di queste riletture: oltre quaranta lavori di trentanove artisti che hanno reinterpretato in chiave contemporanea il capolavoro della Monna Lisa, chi con l’intento di creare continuità, chi rottura.
Il panorama iconografico è, dunque, variegato. Giuseppe Veneziano, per esempio, ha vestito la dama leonardesca con i panni di Frida Kahlo. Gianni Cella l’ha trasformata in una Batwoman in terracotta policroma, con uno splendido abito dalle tonalità oltremare. Stefano Bressani l’ha abbigliata con stoffe di tutti i colori, tramutandola in una sorta di regina di cuori. L’artista concettuale Virginio Rospigliosi, poi, ha creato un corto circuito tra lo spazio interno ed esterno del quadro con l’acrilico su tavola «Frammento del paesaggio retrostante». Gian Marco Montesano si è, invece, concentrato con il suo lavoro sullo storico furto della Gioconda del 1911.
A queste opere, realizzate per l'occasione, se ne affiancano altre, ormai storicizzate, di grande interesse. È il caso del collage «Bijoconde» (1963-1983) di Jean Margat o della «Monna Lisa» (2015) di Fabio de Poli, che presenta una figura oscurata, luttuosa, con richiami espliciti all’opera di Leonardo. Mentre Jiri Kolar, esponente della poesia visuale mitteleuropea, ha inserito l’icona del genio vinciano su una fattura contabile, rivelandone il lato mercantile e lo sfruttamento dell’immagine.
La tecnica del collage è usata anche da Lucia Marcucci, fondatrice del Gruppo 70, che in «Lisa» (1997) ha affiancato ritagli di testi a immagini di donne musulmane e a simboli di fecondità, quasi a volerne riscattare un ruolo. Significativi, poi, sono i due lavori di Vettor Pisani in mostra: «Concerto invisibile di Gino De Dominicis» (2007), in cui la Gioconda diviene una sorta di paradigma del capolavoro che salva dalla mortalità, e «Il ventre della Gioconda» (2007), in cui la dama leonardesca è rappresentata come una mamma con un bambino, una moderna Madonna.
Al Castello visconteo la mostra prosegue con «La visione di Leonardo a Pavia», progetto sviluppato dalla start-up milanese Way Experience, che porta il visitatore nella città rinascimentale, quella vissuta dall'artista tra il 1490 e il 1513. Grazie ai visori Oculus e alla narrazione del giornalista e scrittore Massimo Polidoro, il pubblico è proiettato nelle strade, nei paesaggi e nei luoghi che il maestro vinciano ha visto e vissuto, in quell’ambiente che fu per lui fonte di riflessioni per i suoi studi di anatomia umana, matematica e architettura, ma soprattutto per l'ideazione della Gioconda.
Il percorso si chiude idealmente in piazza Municipio, dove è esposta la giant sculpture in idroresina e marmo (di cinque metri di altezza e quattro di diametro) realizzata dagli artisti Eleonora Francioni e Antonio Mastromarino, raffigurante il genio vinciano in età senile.
Un progetto, dunque, interessante e ben articolato quello proposto da Pavia per i cinquecento anni dalla morte di Leonardo, che focalizza l’attenzione su quella che è forse la sua opera più celebre: la Gioconda. Un’opera capace ancora oggi di affascinare con il suo sorriso misterioso ed enigmatico. Un’opera di cui Giorgio Vasari scrisse: «era una cosa più divina che umana a guardare».

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] «Monna Lisa who?». Progetto di karmachina per «Looking for Monna Lisa. Misteri e ironie attorno alla più celebre icona Pop», Pavia, novembre 2019. Frame del video; [fig. 2] «Monna Lisa who?». Progetto di karmachina per «Looking for Monna Lisa. Misteri e ironie attorno alla più celebre icona Pop», Pavia, novembre 2019. Frame del video; [fig. 3] «Monna Lisa who?». Progetto di karmachina per «Looking for Monna Lisa. Misteri e ironie attorno alla più celebre icona Pop», Pavia, novembre 2019. Render del progetto; [fig. 4] Stefano Bressani, Giokonda, 2019. Sculture vestite-scultura e stoffe di abbigliamento, cm 135x115x15; [fig. 5] Fabio De Poli, Monnalisa, 2015. Acrilici su legno sagomato in cassetta di legno, cm 36x28x10, collezione Carlo Palli, Prato; [fig. 6] Gianni Cella, Bat Lisa, 2019. Terracotta policroma, cm 45x25x25, Proprietà dell'artista; [fig. 7]Eleonora Francioni e Antonio Mastromarino, Leonardo, 2012. Idroresina e marmo, cm 580x400x380 

 Informazioni utili 
«Looking for Monna Lisa. Misteri e ironie attorno alla più celebre icona Pop». Sedi Castello Visconteo (piazza Castello), Spazio arti contemporanee del Broletto (piazza della Vittoria), Santa Maria Gualtieri (piazza della Vittoria), piazza del Municipio. Ingresso: intero € 15,00 |ridotto (under 26, over 65 e gruppi di minimo 15 massimo 30 persone) € 10,00 | ridotto scuole e under 18 € 5,00 |gratuito under 6, possessori Abbonamento Musei Lombardia Milano, soci ICOM, guide turistiche e giornalisti dotati di tesserino professionale, disabili con un accompagnatore | La biglietteria unica è ubicata allo Spazio SaperePavia del Broletto in Piazza della Vittoria, aperto tutti i giorni di apertura della mostra fino alle ore 16.45. Catalogo: Silvana editoriale, Cinisello Balsamo. Informazioni: leonardopavia@comune.pv.it – mob. +39.331.6422303. Sito internet: www.vivipavia.it. Ufficio stampa: info@irmabianchi.it | francescamasci@andstudio.it | andreapilastro@andstudio.it. Dal 24 novembre 2019 al 29 marzo 2020.

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