martedì 7 luglio 2020

«Illuminare lo spazio», Daniel Buren per Bergamo

Ha una forte valenza simbolica la mostra di Daniel Buren (Boulogne-Billancourt, 25 marzo 1938) in programma dal prossimo 9 luglio a Bergamo, la città italiana più colpita dalla recente pandemia di Coronavirus.
«Illuminare lo spazio», questo il titolo dell'esposizione, rappresenta, infatti, un vero e proprio simbolo di rinascita con i suoi «lavori in situ o situati» dedicati al tema della luce, da sempre sinonimo di vita e speranza.
Esponente di spicco dell’Institutional Critique –la tendenza all’interrogazione critica delle istituzioni artistiche emersa intorno alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso– Daniel Buren ha utilizzato per la prima volta nel 1965, come supporto per la propria pittura ridotta al grado zero, una tenda da sole, il cui motivo a bande verticali bianche e colorate di 8.7 cm è divenuto, da quel momento in avanti, un dispositivo visivo utilizzato dall’artista in tutti i propri lavori, dalle mostre alle commissioni pubbliche.
Dall’incontro tra questi fondamentali orientamenti della ricerca di Buren e l’interesse più recente per la luce, e in particolare per le qualità e il potenziale estetico e costruttivo della fibra ottica, nasce l’esposizione per Palazzo della Ragione, che vede la curatela di Lorenzo Giusti.
Qui, nella Sala delle Capriate, i tessuti luminosi dell’artista francese –presentati per la prima volta in un museo italiano– ridefiniranno gli ambienti storicamente destinati all’amministrazione e all’esercizio della giustizia cittadina, gettando «nuova luce» sulle antiche forme del palazzo e sugli affreschi in esso conservati, staccati dalle facciate delle case e dalle chiese dell’antico borgo urbano e qui collocati negli anni Ottanta del Novecento.
Dall’incontro tra un gruppo di interventi «in situ», immaginati appositamente per lo spazio della sala, e una serie di lavori «situati», adattati cioè agli spazi del grande salone ma idealmente trasferibili in altri contesti, nasce il progetto per la città Bergamo, che per la prima volta apre le porte al pensiero e alla creatività del celebre artista francese affidandogli la rilettura di uno dei suoi luoghi storici più rappresentativi.
Quello di Buren è un lavoro «per» e «nello» spazio, un unicum scultoreo con un forte connotato plastico, indipendente e anti-decorativo, e, allo stesso tempo, con una predisposizione all’interpretazione e alla valorizzazione degli elementi artistici e architettonici preesistenti.
I teli in fibra luminosa sono l’esito ultimo della ricerca dell'artista francese, la parte recente e aggiornata di un percorso creativo originale e celebrato. Essi non rappresentano soltanto l’evoluzione tecnologica di concetti e principi compositivi consolidati, ma costituiscono, a tutti gli effetti, una nuova condizione costruttiva, un nuovo modo di esistere nello spazio, in ragione delle loro peculiari qualità intrinseche, del loro essere portatori interni di sostanza raggiante e, allo stesso tempo, fonte di luce per gli ambienti.
Dopo essere state presentate all’interno di alcune importanti gallerie e musei, le fibre ottiche di Buren si trovano in questa occasione a vivere per la prima volta una nuova dimensione spaziale e un inedito dialogo con un contesto storico di grande valore, ovvero con uno dei primi palazzi comunali italiani, autentico testimone di un lontano tempo passato con i suoi capitelli del colonnato, gli affreschi interni e lo «gnomone», un orologio solare che proietta la propria ombra sulla meridiana incisa nel marmo della pavimentazione e che con precisione ne annuncia il mezzogiorno locale e la data.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Photo-souvenir: The Colors Above Our Heads Are Under Our Feet, travail permanent in situ, The Baker Museum, Naples (Florida), 2018. Dettaglio. © Daniel Buren by SIAE 2020; [fig. 2] Vedute d’installazione. Photo-souvenir: Daniel Buren, Fibres optiques tissées. Gwangju Design Biennale, Gwangju, Corea del Sud, luglio-ottobre 2019. Dettaglio. © Daniel Buren by SIAE 2020; [fig. 3] Photo-souvenir: Quand le Textile s’éclaire: Fibres optiques tissées, travaux situés 2013-2014, Kunstsammlungen, Chemnitz, 2018. © Daniel Buren by SIAE 2020; [fig. 4] Photo-souvenir: D’une Arche aux autres, travail permanent in situ, Parc de la Ligue Arabe, Casablanca, 2015/2018. Dettaglio. © Daniel Buren by SIAE 2020

Informazioni utili 
Daniel Buren per Bergamo - Illuminare lo spazio, lavori in situ e situati. Palazzo della Ragione - Sala delle Capriate, piazza Vecchia 8/ A - Bergamo. Orari: martedì-venerdì, ore 16:00-20:00; sabato e domenica, ore 10:00-22:00; lunedì chiuso. Ingresso gratuito.Informazioni: GAMeC – Galleria d’arte moderna e contemporanea, tel. 035.270272. Sito internet: gamec.it. Dal 9 luglio al 1° novembre 2020. 

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