martedì 5 ottobre 2021

A Triennale Milano Teatro dieci spettacoli per uno «sguardo sul mondo»

Danza, teatro, performance, ma anche musica per interrogarsi sul senso della nostra epoca: ecco quanto propone Triennale Milano Teatro con la sua nuova stagione. Umberto Angelini, il direttore artistico, ha scelto dieci spettacoli, con alcune delle figure più interessanti del panorama nazionale e internazionale, per il «ritorno del teatro in presenza» a Palazzo dell’arte. «Lo sguardo sul mondo» è il titolo che fa da filo rosso tra gli appuntamenti in programma da ottobre a dicembre.
A inaugurare la stagione, la cui fruizione degli spettacoli sarà agevolata grazie ai sovratitoli in doppia lingua (italiano e inglese), la cui leggibilità è pensata sulla base di necessità specifiche delle persone sorde e ipoacusiche, sarà una serata musicale. Mercoledì 6 ottobre, alle ore 19, Radio Raheem proporrà un set live dal titolo «A New Season», con Jolly Mare (alias di Fabrizio Martina), in duo con il chitarrista e compositore Francesco Neglia. Durante l’opening, il pubblico potrà scoprire le sonorità dei due ultimi album dell’artista: «Epsilon» e «Logica Natura».
Sotto i riflettori salirà, quindi, in prima nazionale, lo spettacolo «3 annonciations» del regista e coreografo francese Pascal Rambert (12 e 13 ottobre), con protagoniste tre intense attrici internazionali - Silvia Costa, Barbara Lennie e Audrey Bonnet – che interpreteranno a turno, ognuna nella propria lingua, l’Arcangelo nel momento dell’Annunciazione alla Vergine, proponendo un percorso attraverso tre differenti luoghi e tempi della storia, che spazia dal Quattrocento italiano a un futuro remoto e solo immaginato, passando per la Semana Santa spagnola.
Sarà, poi, la volta di «Cleopatràs» di Giovanni Testori, nella rilettura di Valter Malosti e Anna Della Rosa (dal 15 al 17 ottobre). «Di fronte allo spettatore, - si legge nella sinossi - va in scena l’ultima ora di vita di una regina, gran signora, menagèr, star al tramonto di una vita grandiosa, alla quale sfilano davanti agli occhi le immagini e i suoni salienti di una vita piena di eros, di amore, di soldi, di passione e anche di tenerezza».
La sala farà, quindi, da scenario a «JazzMi» (dal 21 al 31 ottobre), festival che per il sesto anno consecutivo porterà in città il meglio del jazz internazionale, mantenendo la sua formula vincente fatta non solo di musica, ma anche di uno storytelling che racconta le trasformazioni di Milano attraverso concerti, divulgazione e condivisione.
Il cartellone proseguirà con l’attesissimo debutto milanese di «Tutto brucia» (dal 4 al 6 novembre) dei romagnoli Motus, da trent’anni tra i massimi protagonisti della ricerca internazionale. Il titolo del nuovo lavoro della formazione guidata da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò evoca le parole di Cassandra nella riscrittura delle «Troiane» di Jean Paul Sartre, un’espressione che già di per sé mette a nudo la traiettoria del progetto che, dopo il viaggio dentro l’Antigone, prosegue lo scavo fra le più scomode figure femminili del tragico. Al centro dello spettacolo – si legge nella sinossi - «ci sono il dolore e lo strazio del lutto, che, fuori dalla sfera personalistica, aprono una questione fortemente politica: quali sono i corpi da piangere e quali no?
Quali forme abbiamo a disposizione per esprimere il lutto, il dolore della perdita (o anche la separazione dal proprio luogo d’origine, come avviene per le comunità diasporiche)?». Difficile provare a rispondere a queste domande – spiegano i Motus - senza pensare ai migranti morti in mare o ai corpi sepolti senza un saluto durante il primo lockdown per la pandemia da Covid- 19.
Completano il cartellone della stagione altri tre spettacoli: il visionario «Imitation of life» di Kornél Mundruczó / Proton Theatre (26 e 27 novembre), sull’inesorabilità del destino, «Paradiso» di Virgilio Sieni (1 e 2 dicembre), che traduce nella dolcezza del gesto il messaggio dantesco, e il nuovo «Hamlet» di Dewey Dell (15 e 16 dicembre), sul tema dell’identità.
Quella che prende il via il prossimo 6 ottobre è anche la prima stagione che vede Romeo Castellucci, uno dei più importanti artisti contemporanei, Grand Invité di Triennale. A partire dal teatro, la collaborazione continuerà fino al 2024 toccando i molteplici ambiti di azione del regista, abbracciando le diverse attività di Triennale e dando così vita a una sinergia unica. 
La collaborazione inizierà con lo spettacolo «Bros» (dall’11 al 14 novembre), un esame profondo della responsabilità individuale e collettiva e del nostro rapporto con la legge, e proseguirà con la proiezione del trittico «La Divina Commedia. Inferno, Purgatorio, Paradiso» (5 dicembre), proposto nel 2008 per il Festival d’Avignon e definito dal quotidiano francese «Le Monde» «una tra le dieci produzioni culturali che hanno segnato il primo decennio del Duemila, accanto all’opera «Split-Rocker» dell’artista visivo Jeff Koons e al romanzo «La Strada di Cormac» McCarthy».
Castellucci sarà, inoltre, impegnato nel percorso formativo «Nascondere». Il progetto, realizzato in collaborazione con la Direzione generale Creatività contemporanea del MiC, invita un gruppo di professionisti e studenti nel campo delle arti contemporanee, selezionati attraverso una call pubblica, a misurarsi con personalità provenienti da differenti ambiti artistici con l’obiettivo di individuare una differente modalità di progetto formativo trasversale alle discipline della creatività e prevede una testimonianza finale aperta al pubblico.
All’intera stagione sottende, dunque, una domanda utile quanto necessaria: «qual è la relazione fra spazio poetico e vita?». I temi del contemporaneo finiscono così sotto i riflettori, il tutto con uno scopo: «il tentativo, impossibile ma necessario, di restituire l’irriducibile complessità del presente» attraverso i linguaggi dell'arte.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Dewey Dell, Hamlet © John Nguyen; [fig. 2] Pascal Rambert, 3 annonciations © Marc Domage; [fig. 3] Virgilio Sieni, Paradiso © Renato Esposito; [fig. 4] Romeo Castellucci, Divina Commedia © Luca Del Pia; [figg.5 e 6] Motus, Tutto Brucia © Vladimir Bertozzi

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