sabato 4 dicembre 2021

Dalla monografia di TvBoy al volume su Bergamo di FMR, novità in libreria

FRANCO MARIA RICCI DEDICA UN VOLUME A BERGAMO
Bergamo, insieme a Brescia, sarà Capitale italiana della cultura 2023. L'importante riconoscimento è arrivato, subito dopo i giorni più bui della pandemia, per incarnare la fiducia verso il futuro. Per celebrare la speciale occasione, la Franco Maria Ricci Editore ha deciso di raccontare l'unicità della città e dei suoi monumenti in un volume, che verrà presentato al pubblico il 14 dicembre, alle ore 18, nelle sale di Palazzo Moroni.
Dalla casa editrice emiliana raccontano così la peculiarità del centro lombardo: «mentre altre città italiane sono state per una parte della loro storia capitali di territori più o meno vasti, e ospitarono una corte, il caso di Bergamo è diverso: nel 1428 la città passò sotto il dominio di Venezia e vi restò, abbastanza quietamente, sino all’epoca napoleonica. Le capitali tendono a eliminare ogni traccia della rusticità originaria; Bergamo l’ha elaborata e raffinata, crescendo, senza ripudiarla, incarnando squisitamente, anche nella modernità, il sentimento dei borghi antichi». Queste vicende sono al centro del testo che il musicologo Giovanni Gavazzeni ha scritto per il volume di FMR, nel quale viene raccontato come il dialetto e la musica si siano fusi nella città in un’unica, armoniosa melodia.
Lo scritto dello storico dell’arte Simone Facchinetti svela, invece, le meraviglie artistiche di Bergamo e del territorio circostante, in un itinerario che, partendo dai maestri veneti Bellini e Lotto, tocca i «pittori della realtà» Moroni e Ghislandi (Fra’ Galgario) e approda all’originalissimo Bonomini, muovendosi tra i capolavori dell’Accademia Carrara e le gemme nascoste nelle chiese della città e nelle valli vicine.
In chiusura, il testo di Stefan Krause racconta la rocambolesca vita di Bartolomeo Colleoni, condottiero e capitano di ventura, figura cruciale nel Rinascimento bergamasco.
A fianco delle parole scorrono le immagini dei più bei luoghi di Bergamo ritratti dal fotografo Massimo Listri. Dalla Basilica di Santa Maria Maggiore ai palazzi Terzi e Moroni, che dischiudono sfarzi e affreschi, alla Cappella Colleoni, le fotografie restituiscono al lettore l’impressione di una città colta, viva, che si specchia nella sua storia senza narcisismi.
Il volume, stampato nei consueti tipi bodoniani e pubblicato con il supporto di Crédit Agricole Italia, è, dunque, un omaggio e un incoraggiamento a una città di sorprendente forza e bellezza, che riprende oggi in mano il suo destino.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito https://www.francomariaricci.com/it.

«LE TUE LETTERE SONO UN GRANDE CONFRONTO PER NOI…», A LUGANO UN INCONTRO SULL’EPISTOLARIO DI SOPHIE TAEUBER-ARP

Il 2021 è stato l'anno della riscoperta, a livello internazionale, di Sophie Taeuber-Arp (Davos, 19 gennaio 1889 – Zurigo, 13 gennaio 1943), esponente della corrente Dada, nonché pioniera dell’astrazione, il cui volto è stato per diversi anni sulla banconota da 50 franchi.
Il lavoro dell’artista svizzera, conosciuta anche per essere stata la moglie di Jean/Hans Arp, è stato omaggiato nell’anno in corso da tre grandi retrospettive al Kunstmuseum di Basilea, alla Tate Modern di Londra e al Moma di New York.
Nel 2021 la Fondazione Marguerite Arp di Locarno ha anche curato la pubblicazione del volume «Lettere di Sophie Taeuber-Arp a Annie e Oskar Müller-Widmann», co-pubblicato dalle Edizioni Casagrande di Bellinzona (nella versione in lingua italiana) e dalla Scheidegger & Spiess di Zurigo (in tedesco e in inglese), che raccoglie, e rende per la prima volta pubbliche, le lettere e le cartoline scritte dall’artista ai suoi collezionisti.
Tutte le cartoline illustrate e alcune lettere sono riprodotte in facsimile. Le trentacinque missive inviate tra il 1932 e il 1942 sono introdotte da un saggio di Walburga Krupp e da una prefazione di Simona Martinoli. Arricchiscono il volume un indice dei nomi, fotografie d’archivio in parte inedite e riproduzioni di opere citate nelle lettere.
Il libro verrà presentato sabato 4 dicembre, alle ore 11, al Lac di Lugano, alla presenza di Tobia Bezzola, direttore del Masi di Lugano, Walburga Krupp, autrice e co-curatrice della mostra «Sophie Taeuber-Arp: Living Abstraction», Simona Martinoli, direttrice della Fondazione Marguerite Arp, e della giornalista Cristina Foglia.
L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Per accedere all’evento è richiesto, per i maggiori di 16 anni, il certificato Covid e vige l’obbligo di indossare la mascherina. È consigliata la prenotazione su www.edu.luganolac.ch.

24 ORE CULTURA PUBBLICA LA PRIMA MONOGRAFIA DELLO STREET ARTIST TVBOY
Elton John
, Raffaella Carrà, Jean-Michel Basquiat, Donald Trump e la regina Elisabetta: sono queste alcune delle icone contemporanee finite sotto l’occhio critico e ironico dello street artist TvBoy, pseudonimo di Salvatore Benintende. Dal 2 dicembre sarà in libreria la prima monografia ufficiale dell’artista (cartonato 21 x 26 cm, 144 pagine con 100 illustrazioni, € 34,00, codice Isbn: 978-88-6648-534-6), da anni residente a Barcellona, le cui opere sono autentiche satire ispirate alle più accese tematiche dell’attualità politica e sociale. A pubblicare il libro, a cura di Nicolas Ballario e con un contributo di Oliviero Toscani, è 24 Ore Cultura.
Realizzato in stretta collaborazione con l’artista, il volume, corredato da saggi critici che inquadrano il suo ruolo all’interno della scena artistica contemporanea, ne ripercorre l’intera carriera: dagli esordi con la sua firma stilizzata – un bambino con la faccia incastrata nel televisore – passando per i primi murales caratterizzati dalla tecnica dei graffiti e dello stencil fino alle opere più recenti dedicate dalla pandemia di Covid-19 e alle elezioni americane.
Con oltre settanta opere, il libro è suddiviso in capitoli dedicati alle principali tematiche trattate da TvBoy. Il primo capitolo è dedicato ai baci, opere che hanno reso famoso l’artista nel mondo e che rappresentano per lui il gesto più intimo e romantico, ma anche il dialogo per eccellenza, ovviamente nell’accezione ironica che caratterizza i suoi lavori. Si prosegue, poi, con il tema del potere, dove i più potenti del mondo sono rappresentati secondo la visione talvolta celebrativa, talvolta critica, di TvBoy. Si passa, quindi, agli eroi personali dell’artista, che hanno lasciato un segno duraturo nell’ambito dell’impegno civile, della cultura, della musica, dello spettacolo, dello sport e del costume. Il volume si chiude, infine, con il capitolo dedicato alle icone dell’arte, i punti di riferimento che l’artista vuole celebrare con lo scopo di avvicinare sempre più il pubblico all’arte, abbattendo quell’aura di sacralità che caratterizza spesso i grandi capolavori.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina www.24orecultura.com.

5 CONTINENTS EDITIONS PUBBLICA LA PRIMA MONOGRAFIA DEL FOTOGRAFO SENEGALESE OMAR VICTOR DIOP
È il continente africano, fra storia e attualità, il protagonista della monografia (cartonato, 23 x 31 cm, 96 pp. e 41 illustrazioni a colori, codice ISBN: 978-88-7439-993-2, € 39,00) dedicata al fotografo senegalese Omar Victor Diop (Dakar, 1980), appena pubblicata da 5 Continents Editions in coedizione con la galleria parigina Magnin-a
Consacrato dalla recente edizione di Paris Photo e dal Photo Vogue Festival di Milano, l’artista affonda la propria ricerca fotografica nel suo vissuto personale. Guarda cioè alla tradizione africana della posa in studio - a partire dalle immagini di Seydou Keïta, Mama Casset e Malick Sidibé – e racconta una visione alternativa della storia del suo continente, nella quale viene dato risalto a figure e personaggi trascurati dalla narrazione occidentale.
Il libro – bilingue francese / inglese – ospita tre serie fotografiche, emblematiche dell’evoluzione del percorso artistico di Omar Victor Diop, commentate dai testi di Renée Mussai, Imani Perry e Marvin Adoul.
In «Diaspora» (2014), Diop sceglie l’arte dell’autoritratto. Il fotografo incarna nelle sue immagini diciotto personalità della diaspora africana dai destini straordinari, ma dimenticate dalla storia dell’Occidente. Vivacizzando le foto con oggetti legati al mondo del calcio ne smorza la carica drammatica e catapulta i suoi personaggi storici nel presente, inserendoli di fatto nel dibattito sull’immigrazione e l’integrazione degli stranieri nella società europea.
Con «Liberty» (2017), l’artista propone una lettura universale della storia del suo popolo alla ricerca della libertà. Giocando su riferimenti visivi e mescolando autoritratti e rappresentazioni, analizza gli avvenimenti salienti di questa complessa vicenda, certamente diversi per epoca, luoghi e importanza.
«Allegoria» (2021), serie presentata di recente a Paris Photo, inaugura, invece, un nuovo capitolo del lavoro di Diop, teso a raccontare l’ambiente e l’importanza della natura nel continente africano.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina www.fivecontinentseditions.com.

«TEMPLES», IN UN LIBRO LA SARDEGNA DI GIANCARLO PRADELLI
È una Sardegna poco nota ai più quella che viene raccontata dal libro fotografico «Temples»Z (cartonato, 30 x 24 cm, 96 pp. e 40 illustrazioni in tricromia, € 30,00, codice ISBN 979-12-5460-000-9), appena uscito in libreria grazie alla 5 Continents Editions, con una prefazione di Elisabetta Bazzani.
Attraverso quaranta scatti fotografici in bianco e nero di Giancarlo Pradelli, il volume mostra le aree rurali e campestri della regione, lontane dal mare e popolate da resistenti edifici antichi, testimoni dello scorrere del tempo e, insieme, del suo potere corrosivo.
Nell’isola chiamata dai greci Ichnusa, fra cardi selvatici, macchie di lentisco e di elicriso dall’intenso profumo, in paesaggi assolati e battuti dal vento, si trovano chiese, monasteri e pievi di antica costruzione perlopiù caduti in disuso.
Sono edifici battezzati con i nomi di santi, un tempo parte di un tessuto urbano oggi vuoto di uomini, accomunati dalla posizione solitaria che ne aumenta il fascino paesistico: veri e propri miracoli di pietra, di rara bellezza, simboli di una sacralità intrinseca del territorio.
Lo sguardo di Giancarlo Pradelli non si sofferma solo su edifici prestigiosi, frutto delle storiche infiltrazioni culturali nell’isola, ma predilige modeste costruzioni di stili diversi e rustiche chiese campestri, di matrice pastorale, realizzate da maestranze locali per resistere alla forza del vento e al clima mediterraneo.
Spesso ridotti alla condizione di muri crollati per il potere corrosivo del tempo, questi relitti, ormai vago ricordo delle originarie architetture, hanno assunto una nuova forma, destinata inesorabilmente a ulteriori silenti mutazioni.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.fivecontinentseditions.com.

Nessun commento:

Posta un commento