sabato 9 aprile 2022

#notizieinpillole, cronache d'arte della settimana dal 4 al 10 aprile 2022

Piemonte, Steve Mc Curry racconta gli animali nei teatri di guerra
Che fine fanno gli animali durante una guerra? Le immagini degli scimpanzè, dei leoni e delle tigri ospitati dallo zoo Mykolaiv di Kiev, il più grande di tutta l'Ucraina, intrappolati nelle loro gabbie sotto le bombe russe, hanno fatto il giro del mondo. Così come tante fotografie hanno raccontato, in questi giorni, il viaggio verso la salvezza di molti cani e gatti in compagnia dei loro padroni e il lavoro di tanti volontari per mettere in salvo gli animali domestici rimasti soli.
Per ricordare che anche gli animali sono vittime della guerra, di ogni guerra, la start up torinese Next Exhibition ha organizzato, alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, una mostra di Steve McCurry, una delle voci più autorevoli della fotografia contemporanea, cantore di tradizioni antiche e di culture che stanno scomparendo, testimone attento di recenti conflitti bellici, dalla Guerra del Golfo all’Afghanistan.
L’esposizione, visitabile fino al 1° maggio, propone una selezione di sessanta immagini tratte dal progetto «Animals», realizzato a partire dal 1992 nell’area del Golfo per documentare il disastroso impatto ambientale e faunistico della guerra. Da quel viaggio McCurry tornò con alcune delle immagini più celebri dei suoi reportage, come lo scatto che ritrae i cammelli avanzare tra le fiamme nei pozzi di petrolio, con cui vincerà il prestigioso Word Press Photo.
«Animali da lavoro, usati come via alla sopravvivenza, animali talvolta sfruttati come unica risorsa a una condizione di miseria, altre volte amati e riconosciuti come compagni di vita per alleviare la tristezza o, semplicemente, per una forma di simbiotico affetto» scorrono davanti agli occhi del visitatore, permettendogli di compiere un vero e proprio viaggio intorno al mondo, dall’India al Giappone, dall’America all’Europa.
«Animals» - racconta la curatrice Biba Giacchetti - «ci invita a riflettere sul fatto che non siamo soli in questo mondo, in mezzo a tutte le creature viventi attorno a noi. Ma soprattutto lascia ai visitatori un messaggio: ossia che, sebbene esseri umani e animali condividano la medesima terra, solo noi umani abbiamo il potere necessario per difendere e salvare il pianeta».
A questo proposito, la mostra è arricchita da laboratori, seminari, workshop e approfondimenti a cura dei volontari di Enpa (Ente nazionale protezione animali) volti a sensibilizzare, in particolare più piccoli e le loro famiglie, sul tema dell’eco-sostenibilità.
Per informazioni: www.mostramccurry.com.

Nelle immagini:1.Al Ahmadi, Kuwait, 1991 ©Steve McCurry ; 2.Chiang Mai, Thailand, 2010 ©Steve McCurry  

World Press Photo Contest 2022: vince la canadese Amber Bracken
È stata la fotografa canadese Amber Bracken ad aggiudicarsi l’edizione 2022 del World Press Photo Contest, il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, che quest’anno ha visto 64.823 scatti candidati, tra fotografie e open format, realizzati da 4.066 fotografi provenienti da 130 Paesi di tutto il mondo.
Nell’immagine vincitrice, realizzata per il «New York Times», si vedono abiti rossi appesi a delle croci lungo una strada: commemorano i bambini morti alla Kamloops Indian Residential School, un'istituzione creata per i piccoli indigeni, dove sono state scoperte circa duecentoquindici tombe. Si tratta di «un tipo di immagine che si insinua nella memoria, - racconta Rena Effendi, a capo della giuria internazionale - ispira una sorta di reazione sensoriale. Potevo quasi sentire la quiete in questa fotografia, un momento tranquillo di resa dei conti globale per la storia della colonizzazione, non solo in Canada ma in tutto il mondo».
Questo scatto, insieme agli altri vincitori, sarà in mostra in anteprima italiana, dal prossimo 29 aprile fino al 18 settembre, alla Gam di Torino; mentre la presentazione internazionale si terrà nella giornata del 15 aprile al De Nieuwe Kerk di Amsterdam, nei Paesi Bassi.
Accanto allo scatto di Amber Bracken sarà possibile vedere in mostra anche «Salvare le foreste con il fuoco» di Matthew Abbott, un lavoro per National Geographic/Panos Picture premiato con il «World Press Photo Story of the Year». Al centro del racconto, un rito molto antico degli indigeni australiani che bruciano strategicamente la terra in una pratica nota come «combustione a freddo»: i fuochi si muovono lentamente, bruciano solo il sottobosco e rimuovono l'accumulo di residui vegetali che possono alimentare incendi più grandi.
Il «World Press Photo long-term project award» è, invece, stato assegnato a «Distopia amazzonica» del brasiliano Lalo de Almeida per Folha de São Paulo/Panos Pictures. L’immagine mostra come la foresta pluviale amazzonica sia gravemente minacciata dalla deforestazione, dall'estrazione mineraria, dallo sviluppo infrastrutturale e dallo sfruttamento di altre risorse naturali. Pesano anche politiche «poco green» del presidente Jair Bolsonaro.
Mentre «Il sangue è un seme» di Isadora Romero (Ecuador) ha vinto la sezione video, il «World Press Photo open format award». Attraverso storie personali, questo lavoro mette in discussione la scomparsa dei semi, la migrazione forzata, la colonizzazione e la conseguente perdita di conoscenze ancestrali. Il video è composto da fotografie digitali e cinematografiche, alcune delle quali sono state scattate su pellicola 35mm scaduta e successivamente disegnate dal padre di Romero. In un viaggio nel loro villaggio ancestrale di Une, Cundinamarca, in Colombia, Romero esplora ricordi dimenticati della terra e dei raccolti e viene a conoscenza del fatto che suo nonno e la sua bisnonna fossero «custodi dei semi» e che coltivavano diverse varietà di patate, di cui solo due si possono ancora trovare.
Per maggiori informazioni: https://www.worldpressphoto.org/

«Priorità di evacuazione in caso di allarme»: nuove didascalie nei musei civici di Bologna. È «un gesto simbolico per esprimere solidarietà verso i musei ucraini»
«Priorità di evacuazione in caso di allarme»
: è questa la scritta, posta all’interno di una cornice rossa, che da sabato 9 aprile i visitatori dei musei civici di Bologna troveranno accanto ad alcune delle opere esposte. La nuova segnaletica sarà posizionata in corrispondenza dei beni culturali classificati come prioritari da evacuare in caso di eventi calamitosi di varia natura ed entità.
Con questa azione simbolica, dal forte impatto emozionale, la città di Bologna vuole esprimere la propria solidarietà nei confronti delle «istituzioni museali dell’Ucraina – spiega il sindaco Matteo Lepore - impegnate a mettere in sicurezza e salvaguardare il patrimonio culturale, storico e artistico esposto alle minacce e ai danni causati dal conflitto armato con la Russia, che stanno aggravando la crisi umanitaria in corso». Così – racconta ancora il primo cittadino di Bologna - «vogliamo dare un messaggio più ampio ai visitatori dei nostri musei: in guerra le opere d’arte, così come le vite, sono in pericolo».
L’azione comunicativa è una risposta all’appello lanciato da Marco Riccòmini, presente a Kiev nei giorni immediatamente precedenti l’inizio del conflitto. In un articolo pubblicato sulla rivista «Il giornale dell’arte», l’art advisor bolognese ha raccontato come l’Ucraina sia un paese ricco di tesori d’arte, moltissimi dei quali sono italiani, e gli operatori museali si stiano preparando a tutti gli scenari possibili in un’atmosfera di tensione. In quei giorni, Olena Zhikova, curatrice del Museo nazionale Khanenko, gli ha confidato come le procedure da seguire per l’evacuazione e il ricovero temporaneo delle opere in caso di emergenza, spiegando come per la classificazione di priorità siano stati utilizzati nastri di colore diverso: rosso a indicare le opere che costituiscono una priorità assoluta, giallo per la seconda scelta.
Riuscito a rientrare in Italia poche ore prima della chiusura dell’aeroporto di Kiev, Riccòmini si è rivolto al mondo dell’arte – musei, gallerie e mostre – per proporre un’azione di solidarietà verso i colleghi che si stanno mobilitando per salvaguardare il patrimonio artistico in pericolo: eleggere una stanza nella quale segnare le opere da portare in salvo e quelle da lasciare indietro. Un gesto simbolico per sensibilizzare tutti gli amanti dell’arte su cosa sta accadendo in questi giorni in Ucraina, che il Comune di Bologna ha voluto fare proprio e condividere con il pubblico dei propri musei.
Per maggiori informazioni: www.museibologna.it

Didascalie delle immagini: 1. In primo piano Jean de Boulogne detto Giambologna Modello per la statua del Nettuno Bronzo, sec. XVI (1563 - 1564) cm. 78,4 (base cm. 4,5 x 30) Bologna, Museo Civico Medievale; 2.Statua frammentaria di Nerone Provenienza: Teatro romano di via de Carbonesi Metà I sec. d.C. Marmo, probabilmente greco pentelico, altezza cm 117 Bologna, Museo Civico Medievale 

«We Are The Flood | Noi siamo il diluvio», al Muse di Trento l’arte contemporanea racconta la transizione ecologica
Racconterà la crisi climatica e la transizione ecologica con gli occhi dell’arte contemporanea «We are the Flood, noi siamo il diluvio» la nuova piattaforma «liquida» - ossia in continuo movimento e trasformazione – ideata dal Muse – Museo delle scienze di Trento, con la curatela artistica di Stefano Cagol, tra gli artisti presenti alla Biennale Arte 2022.
Il progetto, di durata annuale, prevede una residenza d'artista, un ciclo di conferenze, una masterclass, laboratori didattici e un programma espositivo di mostre con artisti di rilievo internazionale e giovani emergenti, per avvicinarsi il pubblico alle questioni dell'Antropocene. L’interpretazione artistica diviene, quindi, un tramite ideale per affrontare, distillare e rendere recepibili anche a un pubblico di non esperti tematiche ecologiche, climatiche e sanitarie sempre più complesse. Per immaginare modi di esistenza diversi è stato coinvolto un comitato di ricercatori consulenti composto, tra gli altri, da Giorgia Calò, Elisa Carollo, Alessandro Castiglioni, Blanca de la Torre, Gianluca D’Incà Levis, Mareike Dittmer, Julie Reiss, Rachel Rits-Volloch, Nicola Trezzi e Massimo Bernardi.
La mostra inaugurale presenterà le opere di Eugenio Ampudia (Spagna), Nezaket Ekici (Turchia/Germania), Elena Lavellés (Spagna), Shahar Marcus (Israele), Hans Op de Beeck (Belgio) e Philip Samartzis (Australia). Si tratta di sei artisti internazionali che lavorano nei campi della video-arte, dell’eco-acustica e della performance art e che con questa mostra «ci porteranno – si legge nella nota stampa - dagli iceberg e dal ghiaccio frammentato dell’Antartide al deserto del Negev, dall’acqua al fuoco, fino a un ipnotico oro nero».
Contemporaneamente, l’8 aprile, «We are the Flood» lancerà una open call rivolta ad artisti under 35 di qualsiasi nazionalità, le cui opere potranno essere inserite nel programma e nella «Mostra Liquida #2», la cui inaugurazione è prevista per il 5 giugno. Il termine ultimo per le iscrizioni al concorso è fissato al 15 maggio.
Il sito di riferimento è wearetheflood.muse.it.

Didascalie delle immagini: 1.Elena Lavelles (ES) Pattern of Dissolution 2017 HD Vídeo, 30 min. Bretton Woods Agreement. Suono / Sound: Javier Lara Courtesy l’artista/ the artist; 2. Eugenio Ampudia (ES) Concierto para el Bioceno 2020 video a un canale / single channel vídeo, 7:30 min. Gran Teatre del Liceu, Barcellona Courtesy l’artista/ the artist; Max Estrella Gallery  

Su Arte.Tv sei documentari dedicati all'arte per il compleanno di Leonardo
Il 15 aprile 1452, nella campagna fiorentina, nella piccola frazione di Anchiano di Vinci, nasceva Leonardo da Vinci, uno dei più grandi geni della storia dell’arte mondiale. In suo onore, proprio nel giorno del compleanno, l’Unesco celebra il World Art Day, una giornata internazionale dedicata alla celebrazione, allo sviluppo e alla promozione dell’arte. Per l’occasione, il canale culturale Arte.Tv presenta una selezione di sei documentari dedicati all’arte: dall’Impressionismo di Pierre-Auguste Renoir, la cui arte veniva considerata un punto di rottura con la tradizione pittorica, al Surrealismo di Marie Cerminova alias Toyen, l’inventrice dello stile «artificialista» a lungo ai margini del panorama artistico europeo, passando per «Il genio dell’arte gotica».
Sono presenti anche tre serie a puntate. Tra Germania, Francia e Polonia, da Arles ad Amburgo passando per Lodz e Grand-Hornu, «Dall’industria all’arte» racconta, in quattro episodi, siti industriali ora adibiti a musei mettendo in luce il legame tra lavoro e creazione, tradizione e modernità, storia e trasformazione. Mentre in «Si prega di non toccare», nove episodi da quattro minuti ciascuno, Hortense, professoressa di storia dell’arte sui generis, spiega i capolavori della pittura classica europea, la loro carica vitale ed erotica, da cattedre più impensabili: da una lavanderia a un campo da calcio passando per un bosco. Infine, «Artjacking!» racconta, in dieci puntate da cinque minuti l’una, il grande «riciclo» dell’arte e dedica ciascun episodio a un celebre dipinto e alle sue molteplici rivisitazioni, tutte raccontate, con l’aiuto di coloratissime composizioni geometriche ispirate all’arte di Mondrian, attraverso un mix di riferimenti alla cultura pop e citazioni di scrittori, linguisti o stilisti, in un percorso che spazia da Manet a Claire Fontaine.
Tutti i titoli sono fruibili gratuitamente, con sottotitoli in italiano, sul sito arte.tv/it o sulle app Arte per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi mobili.

È pronto «Saxophones», il catalogo del museo del Saxofono di Fiumicino
Si intitola «Saxophones» il nuovo catalogo del Museo del Saxofono di Fiumicino, che verrà presentato al pubblico nella serata di sabato 9 aprile. All’incontro, moderato dal giornalista Fabrizio Monaco, saranno presenti il collezionista Attilio Berni, Ezio Di Genesio Pagliuca ed Ermira Shurdha.
Il volume, realizzato grazie al contributo della Regione Lazio (L.R n. 24/2019, Piano annuale 2021), è ricco di fotografie, approfondimenti e notazioni tecnico-descrittive delle varie metamorfosi che ha subito lo strumento, ma racconta anche le storie personali degli inventori e dei musicisti che lo hanno imbracciato.
Un libro di analisi, testimone del Il libro ripercorre attraverso 340 pagine la storia della collezione Berni, confluita in un museo nel 2019, e si pregia delle prefazioni di Géry Dumoulin, direttore della sezione degli strumenti a fiato del Mim (Museo degli strumenti musicali di Bruxelles), e di Paul Cohen, il famoso saxofonista e grande storico musicale americano docente alla Manhattan School of Music, alla Columbia University e alla New York University.
A conclusione della manifestazione è previsto un concerto del «Classic Jazz Quintet», durante il quale sarà possibile ascoltare alcuni tra i più straordinari strumenti del museo come il sax alto Selmer di Ralph James, un saxofono soprano Adolphe Sax del 1867, la tromba Martin Committee di Phil Nicoli, il clarinetto Selmer Centered Tone di Benny Goodman, il C-melody di Rudy Wiedoeft e non solo.
Per maggiori informazioni: https://www.museodelsaxofono.com/ 

«Perimetri di ghiaccio», Cinzia Naticchioni Rojas espone a Firenze
«Spesso si dice che la fotografia congela l'attimo, lo rende eterno: stampando su ghiaccio, io ho cercato di fare il contrario, di lavorare con una immagine fotografica che nasce, prende forma e si consuma, lasciando allo spettatore che assiste dal vivo al procedimento, il ricordo di una immagine viva, vicina nella sua essenza alla natura vitale e caduca che appartiene a noi umani». Così Cinzia Naticchioni Rojas, artista e fotografa italo-messicana, ci introduce al lavoro che presenterà fino al 14 maggio alla Crumb Gallery di Firenze. La mostra, dal titolo «Perimetri di ghiaccio», espone trentasette scatti sul tema dell’impermanenza e della fragilità della condizione umana, tratte da quattro diverse serie: «Narciso autoritratto», «Narciso autoritratto figura intera», «Si sciolgono i ghiacciai» e «Racconti brevi».
L’approccio di Cinzia Naticchioni Rojas alla fotografia è sperimentale e innovativo: tratta il ghiaccio con un’emulsione fotosensibile e poi lo espone alla luce come si faceva con la fotografia analogica, lasciando che l’immagine si trasformi di conseguenza, vista la natura del supporto. L’artista documenta poi i diversi momenti di questo processo attraverso dei video o altre immagini stampate. Con le sue impressioni manuali sul ghiaccio mette in discussione la convinzione che l'immagine sia, per sua natura, fissa e statica, uguale nel tempo, anzi, come e con il ghiaccio, si assiste a un suo progressivo mutamento fino a che si dissolve totalmente e cessa di esistere. Una metafora della vita e della morte.
«Si sciolgono i ghiacciai» e «Narciso» sono tra i primi lavori che appartengono a questa ricerca. Se il primo si ispira più propriamente al cambiamento climatico globale del pianeta, il soggetto di «Narciso» è più intimo, parte da un autoritratto dell’artista e, come per il personaggio mitologico, l’elemento acqua diventa il mezzo per svelare l’immagine ma allo stesso tempo ciò che ne causerà la sua fine. La serie «Racconti brevi», più recente, è formata da istantanee che documentano l’evoluzione di una stampa manuale su ghiaccio a partire da foto di antiche statue di donne romane. Le statue sono impassibili, statiche, non cambiano nel tempo proprio come le foto, hanno una durata che potremmo considerare eterna rispetto a quella umana. La stampa su ghiaccio, al contrario, è viva, e, a differenza delle sculture, si trasforma nel tempo. Con lo sciogliersi del ghiaccio, la stampa si sviluppa e poi si dissolve, rendendo effimera un'immagine che consideravamo duratura. C’è qui, inoltre, un uso multiplo della fotografia: la foto della statua, il suo negativo, la stampa su ghiaccio e la foto del ghiaccio che si scioglie.
Per maggiori informazioni: www.crumbgallery.com.

«Children’s Corner», le parole di Gianni Rodari incontrano la musica di Claude Debussy

È un omaggio a Gianni Rodari quello che va in scena lunedì 11 aprile, alle ore 20, al teatro Menotti di Milano. Il Trio Synchordia - formazione musicale composta da Alessandra Aitini (flauto), Lorenzo Lombardo (viola) e Federica Mancini (arpa) - e l’attore marchigiano Michele Pirani portano in scena «Children’s Corner», spettacolo su testi di Gianni Rodari e con musiche di Claude Debussy e Robert Schumann, dedicato principalmente ai più giovani.
Al centro dell’appuntamento teatrale c’è l’infanzia come fonte di ispirazione. Se le «Favole al telefono» nacquero dalla fantasia del ragionier Bianchi per far addormentare ogni sera, seppur per telefono, la figlioletta che proprio non voleva saperne di andare a dormire senza una storia della buonanotte, così la suite «Children's Corner» riporta la dedica di Claude Debussy alla figlia Claude-Emma, detta Chouchou, e l’«Album für die Jugend» fu composto da Robert Schumann per le sue tre figlie.
In questo percorso di ricordi, immagini, fantasia, parole e note, Michele Pirani è alternativamente Gianni Rodari, un bambino, Claude Debussy, un tamburino, Robert Schumann e di nuovo Rodari. La musica, eseguita dal vivo dal Trio Synchordia si interseca alle parole, commenta, accompagna, proietta l'immaginazione e le emozioni al di là del testo.
Per maggiori informazioni: www.teatromenotti.org.

«Scintille 2022», un contest per le compagnie under 35
Torna «Scintille», il concorso rivolto a compagnie teatrali professionali under 35 finalizzato alla produzione di uno spettacolo da promuovere sul territorio nazionale. Il contest, giunto alla dodicesima edizione, è promosso e realizzato dal teatro Menotti di Milano, in collaborazione con il Festival AstiTeatro e con la Fondazione Piemonte dal Vivo, e si svolgerà il 17 e 18 giugno ad Asti, nei cortili dei palazzi storici, e il 18 e 19 giugno a Milano.
Possono partecipare compagnie professionali composte da un massimo di otto attori, residenti in Italia, i cui membri non abbiano più di 35 anni, che abbiano un progetto non ancora realizzato di spettacolo, di drammaturgia contemporanea originale o riscrittura di classici, preferibilmente sul tema della multiculturalità.
Dopo una prima selezione tra le proposte pervenute, saranno individuate otto compagnie che presenteranno un assaggio di venti minuti del proprio spettacolo ad Asti e Milano. Il progetto vincitore, scelto dal pubblico e da una giuria di operatori teatrali, riceverà un contributo di 8 mila euro e la possibilità di rappresentare lo spettacolo finito nelle stagioni teatrali 2022/2023 di Asti e del teatro Menotti di Milano.
La collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, in un’ottica di rete e promozione dei processi rivolti all'innovazione in campo artistico, alla sperimentazione dei nuovi linguaggi della scena con particolare riguardo ai giovani e alla promozione di nuovi talenti, si svilupperà attraverso la programmazione di una recita dello spettacolo vincitore sul territorio piemontese. La compagnia selezionata circuiterà con un cachet fisso stabilito in 1.500 euro + iva (onnicomprensivo di scheda tecnica e aiuti su piazza).
Il materiale va mandato entro e non oltre il 29 aprile seguendo le indicazioni contenute nel bando disponibile su http://scintille.teatromenotti.org, www.comune.asti.it, www.piemontedalvivo.it.

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