mercoledì 3 aprile 2024

La «Madonna Sorlini» di Giovanni Bellini in mostra a Venezia

Giovanni Bellini,Madonna in adorazione con bambino dormiente, tempera su tavola, 1470 circa, inv.n. 004. Fondazione Luciano Sorlini - Museo MarteS, Calvagese della Riviera (Brescia)

Rimarrà visibile ancora per pochi giorni, alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, la «Madonna in adorazione del Bambino dormiente» di Giovanni Bellini (1432/1433 circa - 1516), opera di proprietà della Fondazione Luciano Sorlini di Calvagese della Riviera, in provincia di Brescia.
Il prestito, che durerà fino al 7 aprile, precede l’importante intervento di restauro a cui sarà sottoposto il lavoro proprio a Venezia, sotto la mano esperta di Giulio Bono e con il patrocino di Banca Intesa Sanpaolo, nell’ambito del programma biennale di restauri «Restituzioni», che in oltre trent’anni ha riconsegnato più di duemila beni, testimonianze di espressioni artistiche datate dall’antichità al secondo Novecento, alla fruizione della collettività.
L’opera, che risale alla prima maturità del suo autore, è nota al mondo dell’arte con più nomi. Roberto Longhi la definì «Madonna in rosso» nel suo «Viatico per cinque secoli di pittura veneziana», pubblicato nel 1946, sottolineandone il cromatismo che la contraddistingue. I più la chiamano «Madonna Sorlini» dopo che, nel 2004, l’imprenditore e collezionista bresciano Luciano Sorlini (1925-2015) la acquisì e dopo che, dal 2018, è stata messa in mostra nel “suo” MarteS, un museo moderno e un punto di riferimento per l’arte veneziana in Lombardia, soprattutto per la pittura figurativa veneta del XVII e XVIII secolo, che oggi vanta una collezione di 184 opere, alcune delle quali portano la firma di Tiepolo, Ricci, Guardi,
Vista della sala n 4 alle Gallerie dell'Accademia di Venezia
Canaletto
e Rosalba Carriera, ma anche di autori meno conosciuti come Pittoni, Diziani, Molinari, Bellucci, Fontebasso e molti altri. Il titolo originario dell'opera belliniana in mostra alle Gallerie del'Accademia è, però, - come già ricordato - la «Madonna in adorazione del Bambino dormiente».
Il lavoro, che ritornerà nella sua abituale casa nel 2026, è visibile all’interno della Sala V al primo piano delle Gallerie dell’Accademia, quella adiacente alla Sala IV dedicata alle opere di piccolo formato dell’artista, e in particolare all’evoluzione interpretativa del grande «patriarca della pittura rinascimentale veneziana» sul tema della «Madonna col Bambino».
Vista della sala n 5 alle Gallerie dell'Accademia di Venezia
Giovanni Bellini fece parte della più importante impresa familiare della Venezia quattrocentesca, attiva tra gli anni Quaranta del XV secolo e il primo decennio del XVI secolo. L’accostamento di tele e tavole opera dei fratelli Giovanni e Gentile documenta i modi e la gradualità del processo di affrancamento dallo stile più arcaico del padre Jacopo, aprendosi alle novità del linguaggio rinascimentale elaborate a Padova da Francesco Squarcione, sulla base degli stimoli introdotti da Donatello. Nel corso della sua lunga vita, Giovanni traghettò, infatti, la pittura ancora influenzata dai modelli bizantini allo stile rinascimentale di Donatello e Mantegna, fino al tonalismo veneto di Giorgione e Tiziano.
La «Madonna Sorlini» è indicata dalla storiografia critica come centrale all’interno della produzione dell’artista veneziano ed è sempre presente all’interno dei principali cataloghi ragionati della sua opera, quelli pubblicati nel 1974, 1992 e 1997.
La tavola vanta un importante pedigree collezionistico ed espositivo: prima di giungere nelle Collezione Sorlini appartenne alla prestigiosa raccolta fiorentina del conte Alessandro Contini Bonacossi e fu esposta nell’importante mostra dedicata a Bellini, allestita a Palazzo Ducale di Venezia nel 1949. La Vergine, dalle fattezze dolci e delicate, appare, qui, saldamente ancorata nella composizione, mentre lo sguardo rivolto all’Infante tradisce la consapevolezza della Passione futura, confermata dagli elementi iconografici a corollario della composizione: il panneggio in cui è avvolto il bambino, trattato come un sudario, ed il manto rosso, all’epoca colore del lutto.
Al termine della mostra l’opera sarà direttamente trasferita nel laboratorio di restauro di Giulio Bono, a Venezia, e sarà oggetto anche di nuove indagini storico- artistiche, la cui curatela scientifica è stata affidata al professor Antonio Mazzotta, tra i massimi esperti di pittura belliniana. Di origini bresciane, insignito del Premio Grimani 2022 per il restauro artigiano e la conservazione delle opere storico-artistiche, Giulio Bono è il maggiore restauratore di opere veneziane di epoca rinascimentale. Suoi sono i restauri della «Vecchia» di Giorgione e della monumentale pala dedicata all’«Assunzione della Vergine», posta sull’altare maggiore della Basilica dei Frari, la più grandiosa opera su tavola eseguita da Tiziano, restaurata grazie al comitato internazionale Save Venice. Bono si è, inoltre, occupato di interventi conservativi su dipinti mobili su tavola e tela del XV e XVI secolo di Gentile Bellini, Piero della Francesca, Sebastiano del Piombo, Moretto, Jacopo Tintoretto, Paolo Veronese.

Informazioni utili
«La Madonna in rosso di Giovanni Bellini». Gallerie dell'Accademia, Campo della Carità – Venezia. Orari: lunedì, ore 8.15-14.00; martedì-domenica, ore 8.15 - 19.15 (La biglietteria chiude un’ora prima). Ingresso: intero € 15,00, ridotto € 2,00, altri biglietti e agevolazioni su https://www.beniculturali.it/agevolazioni. Informazioni: call center 800150666. Sito internet: gallerieaccademia.it. Fino al 7 aprile 2024. 

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