E’ costruita attorno all’intenso «Vir dolorum» («Cristo Dolente»), recentemente restituito alla mano di Sandro Botticelli, la piccola, ma preziosa mostra temporanea che l’Accademia Carrara di Bergamo propone per tutta l’estate e fino all’inverno. Solo tre le opere esposte, per la curatela di Maria Cristina Rodeschini, negli spazi di Palazzo della Ragione, dal 27 luglio al 4 novembre. Tre opere, queste, raccolte in mostra sotto il titolo di «Sandro Botticelli ‘persona sofistica’» (secondo la definizione di Giorgio Vasari nelle sue «Vite»), che rappresentano una sintesi ad alto livello del percorso professionale del maestro fiorentino, dal primo periodo, documentato dal noto «Ritratto di Giuliano de’ Medici» (1478 – 1480, tempera e olio su tavola, cm 60 x 41), sino ai due versanti tematici, sacro e profano, del «Cristo dolente» e della tavola raffigurante la «Storia di Virginia» (circa 1500 – 1510, tempera e oro in conchiglia su tavola, cm 83 x 165). Tutti questi lavori, sottoposti a restauro negli ultimi anni fanno parte della collezione dell’Accademia Carrara.
Opera dal forte impatto emotivo e dagli effetti luminosi e cromatici di grande raffinatezza, il «Cristo dolente» (1495–1500, tempera e oro su tavola, cm 47x32), a lungo trascurato dalla critica, è stato, in tempi recenti, definitivamente attribuito a Botticelli. L’opera, restaurata da Carlotta Beccaria nel 2010 per essere esposta nella mostra dedicata all’artista al Museo Poldi Pezzoli di Milano, rappresenta un chiaro esempio del tardo stile del maestro, in cui la ricerca di drammaticità ed espressività e il forte carattere mistico e pietistico costituisce un richiamo alla spiritualità savonaroliana della fine del XV secolo.
Le ricerche condotte da Andrea Di Lorenzo hanno ricostruito l’intricata vicenda che ha visto il Cristo separarsi dalla «Mater Dolorosa», con la quale costituiva un dittico destinato al culto privato, che nella mostra bergamasca è “virtualmente” riunito all’opera perduta, finora mai segnalata nel catalogo dell’artista.
Come le altre opere di Botticelli conservate nella Pinacoteca, il «Cristo dolente» giunse nelle raccolte della Carrara dalla donazione del grande storico dell'arte Giovanni Morelli, che lo aveva acquistato a Firenze. In seguito, la tavola raffigurante la Vergine entrò a far parte della collezione della granduchessa Maria di Russia, figlia dello zar Nicola I, ma se ne perderanno le tracce dal 1913, anno in cui è esposto all’Ermitage di San Pietroburgo. La riproduzione della «Mater dolorosa» pubblicata nel raro catalogo di questa mostra (dove si citano anche le misure, del tutto coincidenti con quelle del suo pendant conservato a Bergamo) costituisce l'ultima traccia dell'opera, oggi considerata perduta, ma ha consentito di riunire idealmente due opere destinate a completarsi.
La mostra prosegue con la presentazione del restauro del ritratto del giovane Giuliano de’ Medici, fratello minore di Lorenzo il Magnifico, morto nel 1478 nella Congiura dei Pazzi, che tentò di porre fine all’egemonia della famiglia medicea. L’intrigo segue il giovane -qui azzimato in camicia bianca, giornea e zuppone- oltre la morte e ancora oggi pone l’opera al centro del dibattito: tra le varie copie del suo ritratto realizzate da Botticelli, non si riesce a identificare il prototipo -la versione conservata a Washington, ricca di dettagli, o quella conservata a Berlino, dal modellato più morbido?- e la fonte di ispirazione. Quello che è certo è che si tratta di un ritratto commemorativo.
Il dipinto è stato oggetto di un delicato intervento conservativo, sostenuto da Italia Nostra (sezione di Bergamo) ed eseguito da Carlotta Beccaria, per la superficie pittorica, e da Roberto Buda, per il supporto ligneo, i quali, con la direzione di Amalia Pacia della Soprintendenza per i Beni storici e artistici di Milano, si sono occupati non solo del restauro pittorico, ma prima ancora nel recupero del supporto, con la rimozione della rigida ‘parchettatura’, applicata in precedenti interventi, che aveva causato sulla tavola pericolose fenditure, la maggiore delle quali attraversava l’occhio e il naso scendendo fino alla veste.
Il dipinto raffigurante la «Storia di Virginia», infine, che ha il suo pendant nella «Storia di Lucrezia», conservato all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, era parte integrante di una spalliera, manufatto molto diffuso nell’ultimo quarto del Quattrocento. Riprendendo la vicenda narrata dallo storico Tito Livio, Botticelli rappresenta gli episodi cruciali della triste storia della giovane Virginia: il rapimento da parte del capo dei decemviri, Appio Claudio, e del suo legato Marco Claudio, la morte per mano del padre nel tentativo di salvarne l’onore, e la rivolta popolare che ne scaturì. Le vicissitudini di Virginia, come quelle di Lucrezia, divennero chiaro esempio di castità e fedeltà, spesso raffigurate nei forzieri nuziali, fino a diventare allegorie adottate dall’Umanesimo civile italiano. L’analisi stilistica dell’opera spinge a collocarla tra il 1496 e il 1500, quindi durante l’ultima attività di Botticelli, coadiuvato dai suoi collaboratori.
In questa occasione si presenta anche il restauro dell’opera, eseguito nel 2000 da Rossella Lari, con la direzione di Emanuela Daffra della Soprintendenza per i Beni storici e artistici di Milano, nell’ambito del progetto «Restituzioni» della banca Intesa Sanpaolo.
In occasione dell’esposizione, che è corredata da una videoguida italiano/inglese, è stato pubblicato il quarto numero della collana «I Quaderni sul Restauro» (Lubrina Editore), con introduzione di Maria Cristina Rodeschini e Serena Longaretti, testo critico e schede di Andrea Di Lorenzo, relazioni di restauro di Carlotta Beccaria, Roberto Buda e Rossella Lari.
Didascalie delle immagini
[fig. 1] Sandro Botticelli,«Cristo Dolente in atto di benedire», 1495 – 1500, Tempera e oro su tavola, cm 47 x 32. Bergamo, Pinacoteca dell’Accademia Carrara; [fig. 2] Sandro Botticelli, «Mater dolorosa». Dal catalogo della mostra «L'eredità della granduchessa Maria Nikolaevna», a cura di N. N. Vranghel, San Pietroburgo, Museo dell'Ermitage, 1913;[fig. 3] Sandro Botticelli, «Storia di Virginia», circa 1500 – 1510, Tempera e oro in conchiglia su tavola, cm 83 x 165. Bergamo, Pinacoteca dell’Accademia Carrara; [fig. 4] Sandro Botticelli, «Ritratto di Giuliano de’ Medici», 1478 – 1480, Tempera e olio su tavola, cm 60 x 41. Bergamo, Pinacoteca dell’Accademia Carrara.
Informazioni utili
Sandro Botticelli ‘persona sofistica’. Palazzo della Ragione, piazza Vecchia - Bergamo Alta. Orari: fino a settembre, martedì-domenica 10.00-21.00; sabato sino alle 23.00; da ottobre a novembre, martedì-venerdì 9.30-17.30; sabato e domenica 10.00-18.00. Ingresso: intero € 5,00; ridotto e gruppi € 3,00; scuole, giovani card e family card € 1,50. Prenotazioni e visite guidate: tel. 035.218041 (lunedì-venerdì, ore 9.00-18.00). Informazioni: tel. 035.399677. Sito internet: www.accademiacarrara.bergamo.it. Dal 27 luglio al 4 novembre 2012.
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