sabato 17 novembre 2012

Una nuova casa per Giorgio Morandi: il Mambo di Bologna

«C’è qualcosa di nuovo oggi […], anzi di antico». Si può prendere a prestito un verso di Giovanni Pascoli, tratto dalla poesia «L’aquilone», per descrivere la nuova operazione culturale del Mambo – Museo d’arte moderna di Bologna che, da domenica 18 novembre (la prima giornata di apertura sarà ad ingresso gratuito), presenta al pubblico un Giorgio Morandi conosciuto, quello della collezione esposta dagli anni Novanta nelle sale di Palazzo d’Accursio, ma inedito, raccontato cioè attraverso un dialogo in punta di pennello, innovatore e per nulla scontato, con artisti internazionali contemporanei quali Tony Cragg e Jean-Michel Folon.
L’occasione è offerta dallo spostamento temporaneo, presso gli spazi dell’ex Forno del Pane, delle ottantacinque tele, facenti parte della raccolta donata dalla sorella dell’artista, Maria Teresa Morandi, al Comune di Bologna.
In seguito agli eventi sismici del maggio scorso, che hanno provocato infiltrazioni d’acqua dal tetto e danni ai muri della sede storica del museo di piazza Maggiore, con possibile pericolo per la tutela dei dipinti, delle opere grafiche e del patrimonio librario, l’Amministrazione comunale felsinea, in accordo con la Galleria d'arte moderna (a cui la collezione pertiene) e Carlo Zucchini, garante testamentario del lascito, ha, infatti, deciso di trovare una nuova casa per il «pittore delle bottiglie» e per la sua opera. La scelta non poteva non ricadere sul Mambo, il vivace museo d’arte moderna della città, diretto da Gianfranco Maraniello, che vanta una ricca raccolta di opere d’arte dal secondo dopoguerra ad oggi.
Il nuovo progetto espositivo per le opere di Giorgio Morandi, che trovano collocazione all'interno della collezione permanente del museo di via don Minzoni, recentemente rinnovata nelle sue sezioni, analizza i temi e le stagioni che hanno caratterizzato l'attività dell’artista e offre una rilettura del suo percorso, anche attraverso i lavori di autori contemporanei.
Una prima area tematica, denominata «Oltre il genere», evidenzia come nature morte e paesaggi, ovvero i motivi frequentati assiduamente da Morandi, costituiscano la via privilegiata per superare i temi della rappresentazione a favore di una concentrazione sulla pratica pittorica. A seguire, la sezione «Tempo e composizione» esemplifica come nell'approccio agli oggetti comuni, allo spazio dei paesaggi, ai fiori di stoffa, l’artista individui composizioni di geometrie elementari come cubi, cilindri, sfere e triangoli, in cui si esprime l’essenza delle rispettive qualità visibili. Sulla tela il pittore spoglia l'oggetto di ogni elemento superfluo per restituire, limpido, il sentimento del visibile. Il rigore formale delle nature morte morandiane si accompagna a un'atmosfera silenziosa e contemplativa, in particolare per i celebri fiori, che qui vediamo accostati a una tela, «Tulip Sundae» (2010), che l’artista americano Wayne Thiebaud ha voluto donare al museo e che testimonia quanto sia attuale l’influenza di Morandi sulla cultura visiva contemporanea internazionale. Conclude il percorso di questa sezione l'installazione dell'opera video «Composing a Battle for Narrative» (2011) dell'artista londinese Jesse Ash, recentemente acquisita nella collezione permanente del Mambo.
L’allestimento prosegue, quindi, con il tema «La superficie pittorica», che mette in risalto l'equilibrio delle composizioni morandiane, comune a tutte le tecniche. Negli acquerelli, che caratterizzano l'ultima stagione, il colore liquido e quasi monocromo, steso secondo griglie geometriche, pur perdendo ogni valenza di contorno, esalta le forme e i volumi attraverso le diverse gradazioni tonali. La pittura, a partire dagli anni Cinquanta, è definita da un alternanza di positivo e negativo, forme piene e vuote armonicamente combinate secondo perfetti accordi compositivi e cromatici, che determinano, di volta in volta, la costruzione volumetrica degli oggetti. La presenza, in questa sala, di un opera di Sean Scully, «Long Light» (1997), mostra come il pittore irlandese abbia pienamente accolto la lezione coloristica di Morandi.
Nell'area tematica successiva, «La poetica dell'oggetto», le nature morte della maturità, con le loro forme, i lori colori e i loro giochi di luci ed ombre, divengono poco più che suggestioni. Le sagome sfumano una dentro l'altra in una fusione di luci e colori ma l'oggetto rimane nella memoria dell'artista e sulla tela come forma stabile e primaria, elemento fondante di una poetica che non prescinde mai dalla realtà. È qui visibile l'ultima natura morta dipinta e firmata da Morandi nel 1964, che rimase sul cavalletto come epilogo o possibile apertura di una nuova stagione.
Il tema dell'oggetto sempre presente e visibile seppur nella sua dissolvenza emerge con forza nel lavoro qui esposto di Tony Cragg, «Eroded Landscape» (1999), in cui i bicchieri, le bottiglie e i vasi che lo compongono trascendono la propria funzione, manifestandosi in una fisicità effimera, ma durevole.
Chiude il percorso espositivo una sezione di approfondimento sulla figura e l'opera di Giorgio Morandi, nella quale sono presentati una serie di dieci immagini fotografiche dello studio e degli oggetti dell'artista, realizzate da Jean-Michel Folon, e il video documentario «La polvere di Morandi» (2012) di Mario Chemello, prodotto con la collaborazione di Imago Orbis. Trova, inoltre, collocazione in questa parte conclusiva l'opera «Not Morandi (natura morta), 1943» (1985) dell'artista americano Mike Bidlo, recentemente entrata a far parte della collezione permanente del Mambo.
Contestualmente allo spostamento delle opere, anche il patrimonio librario del museo Morandi cambierà sede e sarà consultabile, a partire da domenica 18 novembre, presso la Biblioteca del Museo d'arte moderna; per l’occasione verrà riallestito anche il «CorrainiMAMboartbookshop», che presenterà una selezione di titoli e oggetti inerenti l'opera del pittore bolognese e che ospiterà, tra i suoi scaffali, la linea di merchandising dedicata all'artista.

Didascalie delle immagini
[figg.1,2 e 3] Collezione Museo Morandi al MAMbo, veduta dell'allestimento. Foto di Matteo Monti; [figg. 4 e 5] La collezione del Mambo, veduta dell'allestimento. Foto di Matteo Monti

Informazioni utili 
Il Museo Morandi al Mambo. Mambo, via Don Minzoni, 14 – Bologna. Orari: martedì, mercoledì e venerdì, ore 12.00-18.00, giovedì, sabato, domenica e festivi, ore 12.00-20.00. Ingresso: gratuito nella giornata di domenica 18 novembre; intero (comprensivo di accesso alle mostre temporanee) € 6,00, ridotto € 4,00. Informazioni: tel. 051.6496611, fax 051.6496637 o info@mambo-bologna.org. Sito internet: www.mambo-bologna.org.

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