venerdì 14 dicembre 2012

Amore e Psiche, la favola di Apuleio secondo Canova e Gérard

Un fresco profumo di lavanda e menta piperita, frammisto a un delicato aroma di eucalipto e a una legnosa fragranza di patchouli e sandalo, accoglie i visitatori negli spazi cinquecenteschi della sala Alessi di Palazzo Marino, sede di rappresentanza del Comune di Milano. Sono, queste, le essenze scelte dalla Officina Profumo - Farmaceutica di Santa Maria Novella, casa fondata nel 1612 a Firenze, per ricreare le suggestioni olfattive di un giardino notturno di ispirazione neoclassica. E’, infatti, una scenografia fatta di un morbido manto erboso, di filari di siepi sagomate a forma di portici e di labirinti verdi quella costruita dallo Studio Greci Architettura per ambientare la mostra «Amore e psiche a Milano», appuntamento promosso da Eni, in partnership con il Museo del Louvre di Parigi, nel solco di una fortunata tradizione, inaugurata nel 2008, che, di Natale in Natale, ha portato nel capoluogo lombardo opere come la «Conversione di Saulo» del Caravaggio (2008), il «San Giovanni Battista» di Leonardo da Vinci (2009), la «Donna allo specchio» di Tiziano (2010), «L’Adorazione dei pastori» e il «San Giuseppe falegname» di Georges de La Tour (2011).
All’ombra di filari di bosso e sotto un soffitto di verzura e rampicanti, costruito per mezzo di proiezioni perimetrali di Simon Miller, tese a dare la sensazione di una vegetazione che in quasi modo piranesiano divora e avvolge le pareti della sala, va, dunque, in scena uno dei miti più affascinanti della classicità, una delle storie più romantiche di tutti i tempi: la favola di Amore e Psiche, tratta dal capolavoro di Apuleio, «Le metamorfosi» o «L’asino d’oro» del II secolo d.C., e fonte di ispirazione per schiere di artisti, come documentano grandi cicli di affreschi come quelli di Raffaello alla villa Farnesina di Roma o quelli di Giulio Romano a Palazzo Te di Mantova.
Tutto incomincia con il più classico degli avvii: c’era una volta. Sì, c’era una volta una ragazza bellissima, così bella da suscitare le invidie della dea Afrodite che, vendicativa come sempre, mandò sulla terra suo figlio, il dio Amore (Cupido per i romani, Eros per i greci), ordinandogli di punire la fanciulla, detta Psiche, accendendo in lei un amore insopprimibile per il più brutto degli uomini. Ma, per uno strano gioco del destino, Amore cadde vittima del fascino della ragazza, la fece prigioniera nel suo castello incantato e le disse che si sarebbero sempre amati al buio, di notte, per lasciarsi ogni mattina, ai primi raggi del sole, in modo tale che lei non potesse mai vederlo in volto. Psiche, istigata dalla due sorelle invidiose, trasgredì, però, il divieto e dovette così espiare la colpa di aver guardato negli occhi una divinità, prima di potersi ricongiungere definitivamente al suo amato e, attraverso una serie di prove terribili, conquistare l’immortalità.
A rievocare questa vicenda di seduzione, tradimento e perdono, metafora dell’amore che vince su tutto, sono, negli spazi di Palazzo Marino, due opere simbolo del Neoclassicismo, la scultura «Amore e Psiche stanti» di Antonio Canova e il dipinto «Psyché et l’Amour» di François Gérard, esposte, per la curatela di Valeria Merlini e Daniela Storti, in un percorso espositivo arricchito da apparati didattici e supporti video, oltre che da un catalogo edito da Rubbettino editore e da un percorso digitale con un sito web (www.amoreepsicheamilano.it), un’app dedicata, video e approfondimenti sui principali social network.
L’opera di Antonio Canova, datata 1797, ritrae i due giovani nel loro ultimo abbraccio mortale, richiamando il tema della metamorfosi di Psiche nell’immagine della farfalla, simbolo dell’anima che, dal corpo terreno, vola verso l’eternità. Alla dolcezza e all’eleganza formale del maestro veneto, François Gérard, pittore parigino di scene galanti, risponde, l’anno successivo, con un dipinto dall’erotismo raffinato: Amore è visto di profilo, con il corpo reclinato per accostarsi all’amata fanciulla, ritratto nuda, con un solo velo a ricoprire gambe e bacino, mentre sopra il suo capo, dipinto con eleganza raffaellesca, volteggia una farfalla, riferimento in chiave neoplatonica e successivamente cristiana al tema dell’immortalità dell’anima.

Didascalie delle immagini
[fig. 1] Antonio Canova (Possagno, 1757 – Venice, 1822), «Amore e Psiche stanti», c. 1797. Marmo di Carrara, H. 1.45 m. Parigi, Museo del Louvre; [fig. 2] François Gérard, «Psyché et l’Amour», 1798.  H. 1.86 m; W. 1.32 m. Parigi, Museo del Louvre

Informazioni utili 
Amore e Psiche a Milano. Palazzo Marino, piazza della Scala, 2 - Milano. Orari: tutti i giorni (compresi 25 dicembre 2012 e 1° gennaio 2013), ore 9.30-20.00; giovedì, ore 9.30-22.30; 24 e 31 dicembre,ore 9.30-18.00. Ingresso libero. Catalogo: Rubbettino editore. Informazioni: numero verde 800.14.96.17. Sito internet: www.amoreepsicheamilano.it. Fino a domenica 13 gennaio 2013

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