Il vecchio ospedale diventa un centro di cultura: succede a Poggibonsi, in provincia di Siena, dove è stato recentemente inaugurato Accabì-Hospitalburresi, tremilaseicento metri quadri che comprendono una biblioteca con oltre quarantamila volumi più i fondi antichi, una scuola di musica e sale per incontri culturali, mostre e convegni. A tenere a battesimo gli spazi espositivi è la rassegna «Silvano Bozzolini, pitture 1946–1992», promossa dal Comune di Poggibonsi, dalla Fondazione Elsa, da Vernice progetti culturali e dalla Fondazione Monte dei Paschi nell’ambito delle iniziative culturali di Siena Capitale europea della cultura.
Sessantasei dipinti, selezionati da Beatrice Buscaroli e Luca Bozzolini, ripercorrono la parabola creativa dell’artista toscano, maestro dell’astrattismo europeo, attivo tra Italia e Francia nel secondo dopoguerra, che vanta studi alla Scuola di nudo di Felice Carena, presso l’accademia di Belle arti di Firenze, e le cui opere sono conservate in spazi espositivi quali la Collezione VAF-Stiftung di Rovereto, il Museo di Magi ‘900 di Pieve di Cento, la Galleria internazionale d’arte moderna di Firenze e la Biblioteca nazionale di Parigi.
I dipinti in mostra, visibili fino al prossimo 13 aprile, provengono dalla collezione del Comune di Poggibonsi, dall’Archivio Pieraccini-Bozzolini, da gallerie d’arte italiane ed europee, e da prestigiose collezioni private di Poggibonsi, Firenze, Roma, Milano, Genova, Bergamo e Parigi.
L’esposizione, cui rimarrà documentazione in un catalogo pubblicato da Carlo Cambi editori, offre l’opportunità di conoscere meglio Silvano Bozzolini, artista che amava definirsi un «operaio della pittura», a partire dalla produzione relativa al periodo fiorentino, caratterizzato dalla fondazione della rivista «Posizioni» e dalle esperienze con il gruppo «Arte d’oggi», per giungere a quello parigino, che lo vide stringere amicizia con Alberto Magnelli e Sonia Delaunay, esporre presso la galleria Denise René e fondare, con André Bloc, il «Groupe Espace».
Interprete profondo dell’esigenza di rinnovamento di un gusto novecentesco ormai in crisi, l’artista toscano ha saputo spingere la propria ricerca oltre il linguaggio figurativo e oltre l’ambito di un certo astrattismo di maniera, verso la comprensione di ciò che egli stesso ha definito «un'altra realtà visiva che ha la sua radice nell’osservazione delle cose, dei fatti, della vita e dell’esistenza quotidiana dei nostri giorni: cioè non di ieri né di domani». Silvano Bozzolini è riuscito, dunque, a mettere l’accento su quel «nulla visivo» che per l’artista rappresenta l’insieme delle forme esteriori che definiscono l’uomo e le cose tutte, giungendo a cogliere anche le necessità più spirituali, con il ricorso a forme geometriche, conquiste spaziali, dinamismi visivi, incastri e contrasti cromatici, che si accompagnano ad una sorprendente capacità di invenzione e a quel rigore e quella severità nella composizione che caratterizzano gran parte della sua opera. La sua ricerca, infine, ha sempre mantenuto il legame fondamentale con la terra d’origine, l’identità toscana che è da sempre il tratto distintivo anche del suo essere stato un «Italien de Paris».
La mostra di Poggibonsi restituisce anche la storia dell’uomo Bozzolini, autodidatta della pittura a diciannove anni, operaio in un magazzino di tessuti a Milano, soldato nei Balcani e poi clandestino per non aver aderito all’esercito della Repubblica di Salò, ma soprattutto instancabile viaggiatore sulle strade di Svizzera, Austria, Jugoslavia e Bulgaria con la sua amata bicicletta.
La rassegna è anche un viaggio tra i paesi del cuore dell’artista toscano. Se l’Elba è il luogo del lavoro e del contatto fisico con la natura, Poggibonsi rappresenta per il maestro astrattista il profondo legame culturale con la realtà sociale italiana e toscana in particolare. E’ qui che per lunghi periodi soggiorna la moglie ed è qui che risiedono i grandi amici scelti nel periodo del dopoguerra e coltivati per tutta la vita. Se all’Elba l'artista gode della luce dell’isola e dell’amore dei figli e nipoti, a Parigi lo accompagna la presenza dei molti colleghi con i quali spesso espone. Nella grande casa di Procchio le sue tele rispondono, dunque, ai colori e all’armonia dell’ambiente, mentre nello studio di rue Camille Tahan viene privilegiata una maggiore introspezione e una più severa composizione.
Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Ritratto di Silvano Bozzolini; [fig. 2] Silvano Bozzolini, «Situation positive» 1960, olio su tela, 146x114 cm. Collezione privata
Informazioni utili
«Silvano Bozzolini, pitture 1946–1992». Accabì-Hospitalburresi, via Carducci, 1 - Poggibonsi (Siena). Orari: mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica, ore 17.00-20.00. Ingresso gratuito. Catalogo: Carlo Cambi Editori. Informazioni: Ufficio Cultura, tel. 0577.986335, Fondazione Elsa tel. 0577.985697, Urp di Poggibonsi, tel. 0577.986203. Sito internet: www.comune.poggibonsi.si.it e www.politeama.info. Fino al 13 dicembre 2014.
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