giovedì 9 ottobre 2014

Una Cabane abitabile di Daniel Buren per il Parco della scultura di Catanzaro

È uno degli artisti francesi più conosciuti al mondo. Nella sua lunga carriera ha vinto premi prestigiosi come il Leone d’oro alla Biennale di Venezia e il Premium imperiale per la pittura della Japan Art Foundation. Le sue opere in situ sono visibili alla Corte d’onore del Palais-Royal a Parigi, al Parc des Célestins di Lione, sul ponte adiacente al Guggenhiem Museum di Bilbao e in molte altre città di tutto il mondo. Daniel Buren (Boulogne-Billancourt, 1938), uno dei maestri dell’arte concettuale internazionale, ha legato il suo nome alla progettazione e creazione di opere, uniche e irripetibili, pensate su misura per un determinato luogo e un ben individuato pubblico. Ha messo in essere questa sua filosofia ideativa dialogando con l’architettura di musei e gallerie, ma anche intervenendo direttamente in spazi urbani come piazze, giardini e ponti, attraverso l’uso di uno strumento visivo ben individuabile quale l’alternanza di strisce verticali colorate di 8,7 centimetri con altre bianche.
Questa costante ricerca sui rapporti fra opera d’arte, luogo e spettatore ha portato Daniel Buren di recente in Calabria, dove era già stato ospite due anni fa in occasione della grandiosa mostra personale realizzata per l'area archeologica di Scolacium nell’ambito del progetto «Intersezioni». Dai primi di ottobre il Parco internazionale della scultura di Catanzaro ospita, infatti, «Cabane éclatée aux 4 couleurs», un vero e proprio organismo plastico-architettonico che ha la caratteristica specifica di trasformare e di essere trasformato dal luogo ospitante creando un rapporto di reciproca interdipendenza. L’opera è, nello specifico, un cubo di 4x4x4 metri percorribile e visitabile che, “esplodendo”, si proietta fino ai limiti estremi dell’ambiente intercettando i cambiamenti atmosferici e ambientali.
Come ci ricorda lo stesso Daniel Buren, infatti, «la Cabane non è né un oggetto né un decoro, ma un luogo fruibile e abitabile che ogni volta consente una nuova verifica». È cioè un corpo vivo che crea una relazione continua tra pieni e vuoti, tra costruzione e decostruzione dando l’impressione di dissolversi e di perdere la sua consistenza fisica a contatto con lo spazio.
Con questo lavoro si arricchisce il percorso espositivo del Parco internazionale di scultura di Catanzaro, al cui interno si trovano già i lavori di altri undici protagonisti dell’arte plastica contemporanea: Stephan Balkenhol, Tony Cragg, Wim Delvoye, Jan Fabre, Antony Gormley, Dennis Oppenheim, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Marc Quinn e Mauro Staccioli.
Per l’occasione Silvana editoriale di Cinisello Balsamo ha pubblicato il primo catalogo sul parco, nel quale si racconta una vicenda iniziata nel 2005 e che ha consentito di realizzare in Calabria uno dei più importanti progetti di arte pubblica in Italia.
Il volume analizza tutte le opere mettendo a confronto la realtà catanzarese con i maggiori parchi italiani e stranieri; accanto alla testimonianza del curatore Alberto Fiz, la pubblicazione comprende i contributi di Elena del Drago e Francesco Poli.
Ma il libro non vuole essere affatto riepilogativo di una storia. Al contrario, rappresenta un punto di riferimento per una vicenda destinata a proseguire nei prossimi anni con un rinnovato programma di acquisizioni reso possibile grazie alla collaborazione tra la Provincia di Catanzaro e la Direzione regionale dei Beni culturali e paesaggistici della Calabria, presieduta da Francesco Prosperetti.

Didascalie delle immagini 
[Fig. 1] Ritratto di Daniel Buren; [fig. 2] Daniel Buren, «Cabane éclatée aux 4 couleurs», 2014. Catanzaro, Parco internazionale della scultura; [fig. 3] Disegno della «Cabane éclatée aux 4 couleurs» di Daniel Buren 

Informazioni utili 
Parco internazionale della scultura al Parco della biodiversità mediterranea, via Cortese, 1 - Catanzaro. Informazioni: Marca – Museo delle arti di Catanzaro, tel. 0961.746797 o e-mail info@museomarca.com.

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