martedì 3 novembre 2015

«La Santissima Trinità», in mostra in Calabria un raro dipinto autografo di Mattia Preti

Tra i numerosi pittori nati nell’orbita di Caravaggio, Mattia Preti (1613-1699) fu probabilmente il più noto già durante quella straordinaria stagione dell’arte italiana che fu il Seicento. Originario di un piccolo paese della Calabria (Taverna), l’artista fu attivo principalmente a Roma, a Napoli e a Malta, dove, per conto dell’ordine dei Cavalieri decorò la cattedrale de La Valletta. A quest’ultima stagione si ascrive anche «La Santissima Trinità», in mostra dal 4 novembre al 10 dicembre nel museo diocesano di Oppido Mamertina, nella provincia di Reggio Calabria, dopo un accurato intervento di restauro a firma di Sante Guido e Giuseppe Mantella.
Il dipinto, esposto per la prima volta in Italia per la curatela dei due restauratori e di Paolo Martino e Stefania Russo, fu realizzato nel 1671 per l'altare di San Luca nella chiesa dei francescani minori de La Valletta, edificio di culto che venne interamente riedificato e decorato per volontà Gran maestro Gregorio Carafa.
La composizione raffigura Dio Padre che sorregge il corpo morto di Cristo; entrambi sono vegliati dalla colomba dello Spirito che scende dall’alto portando la luce della Grazia. Nel comporre l’immagine Mattia Preti si servì di un taglio diagonale, creando un cono prospettico che enfatizza la drammaticità della scena; le braccia aperte di Dio accolgono Cristo con un gesto che è insieme la rassegnata presa d’atto degli eventi, ma anche l’affettuosa condivisione del destino del Figlio. La costruzione in tralice consente, inoltre, di modulare gli effetti della luce con il digradare dei piani verso il fondo. Il volto del Padre o il busto nudo di Cristo appaiono così investiti da un chiarore diffuso, mentre suggestivi effetti di chiaroscuro caratterizzano la mano destra di Dio, che quasi si perde nell’ombra, o il volto di Gesù reclinato su un lato.
«La Santissima Trinità» appare, dunque, come un capolavoro assolutamente compiuto della maturità dell'artista e una «possente meditazione sui misteri del sacrificio e redenzione di Cristo», come ebbe a scrivere nel 1999 John Spike, il più attento studioso della materia, nel fondamentale catalogo generale delle opere del pittore calabrese.
Le recenti operazioni di restauro hanno confermato l’autografia del dipinto sia per la rilevanza della qualità pittorica, che grazie al rinvenimento dell’acronimo FMP sul retro della tela. La sigla -che sta per Fra’ Mattia Preti- costituisce la firma dell’artista, cavaliere dell’Ordine Gerosolimitano. Il dipinto rappresenta un rarissimo esempio di opera autografa: le iniziali sono accompagnate da un simbolo eseguito con un’unica pennellata che ripropone il «nodo di salomone» o una elaborazione grafico-decorativa del caduceo, simbolo della medicina e possibile riferimento alla figura di san Luca, protagonista della pala maggiore dell'altare dedicato alla Confraternita degli artisti, già esposto nel 2013 presso l'Accademia nazionale di san Luca a Roma.

Informazioni utili
«La Santissima Trinità. Un raro dipinto autografo di Mattia Preti da Malta». Museo diocesano, piazza Duomo - Oppido Mamertina (Reggio Calabria). Orari: martedì-mercoledì-venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00; giovedì, dalle ore 15.00 alle ore 18.00, sabato e domenica, dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00; martedì 8 dicembre, dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00.  Informazioni: tel. 0966.86513 o museodiop@gmail.com. Dal 4 novembre (inaugurazione alle ore 17.00) al 10 dicembre 2015. 

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