martedì 29 ottobre 2019

Al Funaro di Pistoia arriva il Fondo Paolo Grassi

Il suo nome è legato a doppio filo con quello del Piccolo Teatro di Milano, una delle sale più famose e importanti d’Italia, prestigioso punto di riferimento anche nel panorama internazionale. È il 14 maggio del 1947 quando Paolo Grassi, insieme con la moglie Nina Vinchi e con l’amico Giorgio Strehler, fonda il primo teatro stabile ed ente comunale di prosa del nostro Paese. La sua intuizione, che ha del rivoluzionario, si riassume nello slogan «teatro d'arte per tutti», una formula -questa- che sta ad indicare la volontà di proporre spettacoli di alta qualità a un pubblico il più vasto possibile, mettendo così al centro la funzione sociale di cui il linguaggio teatrale è portatore.
«L‘albergo dei poveri», del drammaturgo russo Maksim Gorkij, apre trionfalmente la prima stagione della sala. Orio Vergani, sulle pagine del «Corriere della Sera», scrive: « [...] folla da grandissime occasioni. Immaginate una grande prima della Scala condensata come in un dado da minestra. Pubblico succosissimo [...]».
Prende così il via un’avventura destinata a segnare la storia del teatro italiano e internazionale. A dieci anni dal debutto, il bilancio è tutto positivo, forte di settantatré spettacoli, oltre duemila repliche nella sede di via Rovello, più di quattrocento in Italia e circa duecento all’estero.
Quell’idea di fondare non un semplice teatro, ma un luogo votato «all’impegno sociale, alla coscienza etica, alla maturità civile» piace ai milanesi e non solo.
Il merito è anche di un cartellone vario e di elevata qualità, nel quale compaiono grandi opere internazionali, autori italiani, attori di grido del momento e, soprattutto, le opere di Giorgio Strehler.
Il 4 maggio 2007, in occasione dei sessant’anni dalla fondazione, Maurizio Porro, sempre sulle pagine del «Corriere della Sera», riassume in poche righe il segreto del successo: «Il Piccolo lascia una scia di memorie meravigliose, di titoli, di volti di attori (uno li vale tutti, tutti lo valgono, direbbe Sartre), di polemiche, di scandali politici (quando la Dc non voleva il «Galileo» di Brecht), anche di snobberie intellettuali... Alle prime c’era tutta l’intellighenzia illuminata alla milanese (magari ci incontrava Brecht) ma poi seguiva un pubblico vero, vivo, giovane e nuovo che imparava ad ascoltare Shakespeare, Goldoni, Pirandello, Brecht senza annoiarsi un attimo. E senza che Strehler abbia mai cambiato una battuta dei testi».
La storia del Piccolo alle origini è anche la storia di Paolo Grassi, che ne sarà direttore dal 1947 al 1972. L’intellettuale milanese ha appena ventotto anni quando dà avvio all’avventura di un nuovo teatro nella sede del vecchio cinema Broletto.
La sua passione per il palcoscenico si era manifestata da giovanissimo. A 18 anni era già attivo come critico, firmava la sua prima regia e iniziava un intenso percorso che lo avrebbe reso celebre come studioso e organizzatore, figura, quest’ultima, la cui invenzione come la conosciamo oggi si deve proprio all’intellettuale milanese.
Dopo l’esperienza del Piccolo, per Grassi verrà la sovrintendenza della Scala, che, con Massimo Bogiankino e Claudio Abbado, viene riportata a una dimensione di grande valore artistico e riconoscibilità. Sarà, poi, la volta della presidenza della Rai (dal 1976) e di quella del gruppo editoriale Electa, dove l'intellettuale riprende con grande passione la sua attività editoriale che, comunque, aveva coltivato quasi ininterrottamente durante tutta la carriera.
Questa storia sarà al centro dell’incontro in programma mercoledì 30 ottobre, alle ore 19.00, al Funaro di Pistoia. L’occasione, ideata per i cento anni dalla nascita dell’intellettuale milanese (nato proprio nella giornata del 30 ottobre), è offerta dall’ospitalità del Fondo Paolo Grassi all’interno della biblioteca dell’ente teatrale toscano, inaugurata nel 2009. La donazione va ad arricchire un già cospicuo catalogo composto da una collezione di seimila volumi, il Fondo Andres Neumann, con circa settantacinquemila documenti che compongono l’archivio professionale del produttore, e la Biblioteca teatrale di Piero Palagi, formata da tremila titoli fra saggi, drammi, commedie, tragedie, satire, teatro di narrazione e non solo del bibliotecario della Nazionale di Firenze, grande appassionato di teatro, che, fino agli ultimi anni della sua vita, non ha smesso di raccogliere opere ad esso dedicate.
Per quanto riguarda la ricchissima biblioteca di Paolo Grassi va ricordato che questa fu divisa tra due diversi eredi dopo la sua morte. Una metà fu donata alla Biblioteca civica di Martina Franca, dove ora ha sede la Fondazione Paolo Grassi, l'altra metà è giunta alla Biblioteca San Giorgio nell'ambito della donazione di due appassionati bibliofili: Annapaola Campori Mettel e Paolo Mettel.
Il lascito è composto da circa quattromila volumi, che riguardano l'attività delle varie collane editoriali di cui Grassi è stato direttore e curatore (per Einaudi ed Electa, per citarne due) o gli allestimenti del Piccolo, accanto agli approfondimenti critici intorno a diversi argomenti e autori.
Gran parte dei testi, in italiano, francese, inglese, tedesco, riguardano il teatro nei suoi molteplici aspetti: dalla legislazione alla scenografia, dalle biografie degli attori alle storie delle varie drammaturgie.
Molti sono i volumi di letteratura italiana (con particolare riferimento al Novecento) e soprattutto di politica e storia contemporanea.
I libri, editi in un arco di tempo che va dalla fine del Settecento fino agli ultimi anni di vita di Grassi, perlopiù sono siglati o autografati dal possessore al frontespizio e molti sono quelli con dedica degli autori allo stesso Grassi (tra le altre quelle di Romolo Valli, Giorgio Strehler, Eduardo De Filippo e Bertolt Brecht).
Quasi sempre si tratta di edizioni originali o prime traduzioni italiane, in particolare, gran parte della drammaturgia tedesca di inizio secolo è in prima edizione originale.
Maria Stella Rasetti, direttrice della biblioteca San Giorgio, ha proposto di affidare l'ospitalità del Fondo Grassi alla Biblioteca del Funaro, anch'essa parte della Rete documentaria della Provincia di Pistoia e specializzata in testi di teatro, quindi particolarmente adatta ad accogliere i materiali. I libri sono in fase di catalogazione e quando verrà terminata sarà possibile consultarne le notizie bibliografiche sull'Opac della Rete bibliotecaria della Provincia di Pistoia e sarà insieme possibile la consultazione dei volumi al Funaro.
Un nuovo e prezioso tassello, dunque, va ad arricchire la proposta della realtà teatrale toscana, centro culturale che, con la sua sempre articolata e preziosa attività, che spazia dai corsi alle produzioni, dai workshop alle residenze artistiche, sembra poter dire, con le parole di Paolo Grassi, «il teatro è per me come l'acqua per i pesci. Il mio teatro è sempre stato un teatro vivo, con il sipario aperto, oppure un teatro semivivo, con il sipario aperto senza il pubblico, durante la prova, oppure anche un teatro apparentemente morto, senza nessuno in sala: sono stato tanto tempo in sala a gustare il silenzio sublime del teatro. Il teatro è un modo di amare le cose, il mondo, il nostro prossimo. Io non ho mai amato il teatro come fine a se stesso [...]. Attraverso il teatro io penso tutto il resto: io vedo la politica attraverso il teatro, vedo l'urbanistica [...]. Ho creduto e ho vissuto per il momento fragile, insostituibile, della comunicazione teatrale».

Informazioni utili 
Il Funaro centro culturale, via del Funaro 16/18 – 51100 Pistoia, tel/fax 0573.977225, tel 0573.976853, e–mail: info@ilfunaro.org. Sito web: www.ilfunaro.org.

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