lunedì 28 ottobre 2019

«Elogio dei fiori finti», Bertozzi & Casoni rileggono Giorgio Morandi

È stato il pittore delle silenziose quotidianità e nella sua casa bolognese di via Fondazza, lontano dai grandi circuiti dell’arte, ha creato un proprio personale linguaggio figurativo, semplice e nello stesso tempo fortemente simbolico. Brocche, bottiglie, vasi, fiori e recipienti sono stati i suoi modelli, raffigurati quasi fino all'ossessione.
Quello stile dai ridotti accordi cromatici, dalle forme elegantemente geometriche e dall'atmosfera contemplativa è capace, con la sua poesia, di parlare ancora oggi agli artisti, che ne hanno fatto propria la visione e l’hanno restituita attraverso differenti linguaggi.
Giorgio Morandi è così diventato un modello con cui confrontarsi. Lo hanno dimostrato, negli anni, le mostre bolognesi di Alexandre Hollan, Wayne Thiebaud, Tacita Dean, Rachel Whiteread, Brigitte March Niedermair, Joel Meyerowitz e Catherine Wagner.
Ora il Museo Morandi prosegue il percorso di valorizzazione della propria collezione invitando il duo artistico Bertozzi & Casoni, formato da Giampaolo Bertozzi (Borgo Ossignano, 1957) e da Stefano Dal Monte Casoni (Lugo di Romagna, 1961), a confrontarsi con la lezione del pittore bolognese.
Il risultato è la mostra «Elogio dei fiori finti», focus espositivo, visibile fino al prossimo 6 gennaio, che filtra la lezione del pittore bolognese attraverso il linguaggio della ceramica.
L’attenzione dei due artisti si è rivolta ad alcuni celebri dipinti morandiani, presenti in via Fondazza, che raffigurano vasi di fiori.
Morandi guardava preferibilmente non al fiore fresco, caduco e destinato a modificarsi giorno dopo giorno (e, quindi, a creare varianti indipendenti dalla sua volontà), ma al fiore di seta o a quello essiccato che mantiene il suo stato inalterato e, al pari degli altri oggetti, raccoglie la polvere, creando effetti tonali per nulla sgraditi e forse volutamente ricercati.
Bertozzi & Casoni interessati da sempre al tema floreale, sembrano, invece, voler concedere nuova vita a quelle rose che hanno scelto di realizzare a gambo volutamente lungo, sulle cui foglie si aggirano presenze insettiformi dalla colorazione cangiante.
Nei tre lavori proposti in mostra assistiamo a una rivisitazione attenta e personale da cui nascono veri e propri «d’aprés Morandi» dopo quelli celeberrimi, firmati Gio Ponti, che più di settant’anni fa riproponevano bottiglie trafitte, ingioiellate, mascherate e addirittura abbottonate.
I fiori di Bertozzi & Casoni sono, infatti, diversi da quelli di Giorgio Morandi, che, ricordava Cesare Brandi, «tagliava le sue rose sotto il bocciolo e le disponeva sull’orlo del vaso, fitte come un bouquet da sposa».

Informazioni utili 
«Elogio dei fiori finti. Bertozzi & Casoni». Museo Morandi, via Don Minzoni, 14 – Bologna. Orari di apertura: martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica e festivi, ore 10.00 – 18.30; giovedì, ore 10.00 – 22.00; chiuso il lunedì. Ingresso: intero € 6,00, ridotto € 4,00. Informazioni: tel. 051.6496611, info@mambo-bologna.it. Sito web: www.mambo-bologna.org/museomorandi/. Fino al 6 gennaio 2020.

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