martedì 5 novembre 2019

Sandro Becchetti e i «protagonisti» della nostra storia

Centinaia di grandi protagonisti dell’arte, della letteratura, della musica, del cinema, dello sport e della cultura sono passati per quattro decenni, a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, davanti alla lente delle sue fotocamere per, poi, finire sulle pagine di importanti periodici e quotidiani nazionali, da «La Repubblica» a «Il Messaggero», da «L’Unità» a «L’Espresso», da «Paese Sera» a «Il Secolo XIX».
Sandro Becchetti (Roma, 25 dicembre 1935 – Lugnano in Teverina - Terni, 5 giugno 2013) non era un fotografo da appostamenti, scatti rubati e scoop scandalistici. È stato l’anti-paparazzo per eccellenza. Per lui un ritratto, rigorosamente in bianco e nero, era un incontro, una relazione tra esseri umani, anche se era ben consapevole che un clic, così come una chiacchierata superficiale, non avrebbe mai potuto raccontare l’intensità e la verità di una persona e della sua esistenza. Anzi.
«Intorno ad ogni foto -diceva, infatti, Becchetti- ciascuno può costruire la propria menzogna. Perché questa per me è stata la fotografia: la menzogna, una componente essenziale della verità. Le mie macchine fotografiche contenevano –per me, intendo dire– tutte le immagini possibili, ma come le platoniche ombre contenevano anche il loro contrario».
Al ritratto come «specchio dell’anima», dunque, il fotografo romano, che aveva scelto di trascorrere gli ultimi anni della sua vita in Umbria, non ha mai creduto: «i segni di una faccia -diceva- dissimulano più che rilevare» e la fotografia è «un inganno mediocre: non condensa mai una vita».
Di certo le immagini in mostra fino al prossimo 8 dicembre a Castiglione del Lago, negli spazi suggestivi del cinquecentesco Palazzo della Corgna, «condensano», invece, puntualmente la storia e la cultura del nostro Paese a partire dagli anni Sessanta, quando Sandro Becchetti si muove sulla strada del reportage militante documentando la realtà sociale, politica e culturale dell'Italia. Tutto cambia con il servizio fotografico per i funerali di piazza Fontana a Milano. Il disgusto per un Paese «assuefatto a conciliare cibo e sangue davanti al televisore», l’amara constatazione che le fotografie «non riuscivano a spostare di un’acca la paura e l’indifferenza» gli fanno cambiare idea sul suo futuro: «nel profondo -racconta ancora Becchetti- cessai lì di essere fotografo e diventai ritrattista».
Davanti alla sua Leica passano tutti i grandi personaggi del tempo. Il celebre scatto con lo sbadiglio annoiato, per non dire sbeffeggiante, di Alfred Hitchock, risposta alle domande della stampa italiana, porta la firma del fotografo romano. Suoi sono anche il ritratto del pugile argentino Carlos Monzón, il cui volto reale non è il viso ma il pugno chiuso che lo ha reso un campione, e quello di un pensieroso Pier Paolo Pasolini, immortalato con l’amata madre.
È di Sandro Becchetti anche una delle fotografie più iconiche del cinema mondiale: Dustin Hoffman, solo, in un corridoio di un albergo romano ai tempi del film «Uomo da marciapiede».
Significativo è anche il suo ritratto di Moira Orfei, il cui viso è immortalato su un manifesto affisso a un bandone, ovvero l’icona che forse identifica più di tutte l’artista con il circo.
Nella mostra sul lago Trasimeno scorrono sotto gli occhi del visitatore anche le immagini di tanti altri protagonisti del Novecento: una giovanissima e suadente Claudia Cardinale, un furente Federico Fellini, un concentrato Giorgio Strehler, un giovanissimo Christo mentre lavora ad impacchettare un edificio e, poi, Andy Warhol, Joe Cocker, Ugo Tognazzi, Paolo Villaggio, Valentina Cortese, Dacia Maraini, Ornella Vanoni e tanti altri ancora.
I loro ritratti, nei quali si respira quello che Sandro Becchetti chiamava l’«inganno del vero», si alternano a volti di perfetti sconosciuti, mettendo a fuoco sguardi, particolari dell’abbigliamento o della corporeità, in un racconto che focalizza l’attenzione sulla partecipazione sociale e sul mondo del lavoro con i suoi disagi.
Il fotografo romano rende così immortale l’attimo fuggente dell’attualità, la nostra Storia, con le piccole e grandi battaglie quotidiane. Ed è su queste che Sandro Becchetti si concentra in quello che sembra essere il suo testamento artistico: «ho ricevuto molto più di quanto abbia dato. Sono cresciuto, grazie all’esperienza fotografica, soprattutto umanamente. Ritengo di essere diventato una persona migliore, perché migliore era il mondo che i protagonisti delle mie foto si auguravano e per il quale si battevano. Di questo non potrò mai ringraziarli abbastanza».

Informazioni utili 
Sandro Becchetti. Protagonisti. Palazzo della Corgna, piazza Antonio Gramsci, 1 – Castiglione del Lago (Perugia). Orari: ore 10.00-17.00; ultimo ingresso 45 minuti prima dell’orario di chiusura. È possibile prenotare l’apertura straordinaria per visite riservate. Ingresso (comprensivo di ingresso anche alla Rocca del Leone): intero € 8,00; ridotto A € 6,00 (gruppi +15; fino a 25 anni); ridotto B € 3,00 (6-17 anni); gratuito bambini fino a 5 anni, residenti Comune di Castiglione del Lago. Visite guidate: in italiano € 80; in inglese € 100. Al costo si aggiunge il biglietto ridotto. Informazioni, visite guidate e laboratori per le scuole: Palazzo della Corgna, tel. 075.951099, cooplagodarte94@gmail.com. Prenotazioni: Call center 0744.422848 (dal lunedì al venerdì, ore 9.00-13.00), callcenter@sistemamuseo.it. Fino all’8 dicembre 2019

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