venerdì 29 maggio 2020

«Art Drive-in», a Brescia l’arte si ammira in garage, sulla propria automobile

È un lento ritorno alla «nuova normalità» quello dei musei italiani. L’utilizzo della segnaletica per far rispettare la distanza fisica di almeno un metro, le mascherine obbligatorie per i visitatori e per il personale museale, gli accessi scaglionati e contingentati per evitare file, la creazione di percorsi di visita a senso unico, la sanificazione giornaliera degli spazi e la presenza di dispenser per la pulizia delle mani in ogni sala, la limitazione dell’uso delle biglietterie (incentivando l’acquisto dei tagliandi di ingresso tramite App) -ovvero tutto il corollario di norme ideato dal Mibact per conciliare il piacere della visita a un luogo di cultura con la sicurezza imposta dalla fase emergenziale che stiamo vivendo a causa del Covid-19- hanno creato non pochi problemi organizzativi, anche visti i costi elevati che questa operazione di restyling comporta.
Apribili di fatto dallo scorso 18 maggio, il giorno dell’annuale festa internazionale dei musei promossa da Icom, gli spazi italiani sono ancora in fase di ripartenza. Mentre sono stati accessibili da subito al pubblico la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma, la capitolina Galleria Borghese, Villa Pisani a Stra, il parco archeologico di Paestum e Castel Sant’Elmo a Napoli, sono ancora molti i luoghi prestigiosi del nostro Paese che mancano all’appello e che riapriranno tra fine maggio e inizio giugno: Palazzo Reale di Milano e Palazzo Madama di Torino da giovedì 28, i Musei vaticani da lunedì 1, il Ducale di Mantova da martedì 2, gli Uffizi di Firenze da mercoledì 3, il Vittoriano da martedì 9, la Pinacoteca di Brera da mercoledì 10, solo per fare qualche esempio.
Si sta così scrivendo una nuova pagina bianca nel grande libro che racconta la storia dei musei e le domande che pone questa nuova possibilità di fruire dell’arte sono tante. Gli italiani riusciranno ad affrontare la paura del contagio e a ritornare a frequentare i luoghi della cultura? I piccoli musei saranno in grado di uniformarsi alle direttive per la riapertura con le poche risorse a loro disposizione? Potrà essere ancora economicamente sostenibile la progettazione di grandi mostre con un pubblico ridotto a causa della chiusura delle scuole?
Affrontare la «Fase 2» significa trovare anche nuove modalità di fruizione dell’arte. «Il futuro bisogna inventarselo. Tutti dicono che ‘non sarà più come prima’, ma nessuno sa come sarà davvero. Allora tanto vale provare a girare la frittata…Fondare una nuova situazione…», dice Massimo Minini dell’omonima galleria bresciana.
Con l’associazione BelleArti, fondata alla fine del 2019 e organizzatrice nel dicembre dello stesso anno della mostra «Textilia» al Mo.Ca., è nata così l’idea di «Art Drive-In», percorso d’arte contemporanea nel grande spazio del garage dell’agenzia Generali Brescia Castello di via Pusterla 45.
Progetti artistici, installazioni, murales, disegni di grandi dimensioni animeranno i millecinquecento metri quadrati dello spazio al secondo piano interrato, caratterizzato da neon lattescenti e travi a vista, al quale si potrà accedere solo ed esclusivamente in automobile.
Ludovica Anversa, Stefano Arienti, Olivo Barbieri, Thomas Braida, Linda Carrara, Ambra Castagnetti, Enrico De Paris, Giovanni Gastel, Osamu Kobayashi, Davide Mancini Zanchi, Antonio Marras, Muna Mussie, Ozmo, Mimmo Paladino, Gabriele Picco, Antonio Riello e Leonardo Anker Vandal sono i primi artisti italiani e internazionali che hanno deciso di aderire al progetto, il cui debutto è previsto per il prossimo 21 giugno.
«Non è stato assegnato -raccontano dalla galleria Minini- un tema specifico agli artisti, ognuno di loro sarà libero di proporre la propria visione al pubblico che, percorrendo il garage in auto, potrà scegliere da quale racconto immaginifico farsi suggestionare in questa sorta di temporanea multisala underground».
La mostra non avrà una conclusione, ma un divenire con cambiamenti e aggiunte di opere di nuovi artisti, trasformando questa inedita pinacoteca in un luogo da vedere e rivedere più volte.
L’arte dimostra così ancora una volta di avere gli anticorpi per superare i limiti imposti dalla crisi, offrendosi come stimolo per una nuova visione con forme di fruizione alternative, distanziate e distopiche eppure – ironia della sorte – mutuate dal passato.
Il garage delle Generali di Brescia Castello diventa, infatti, un museo drive-in su modello di un esperimento degli anni Settanta firmato da Achille Bonito Oliva, che riempì l'enorme parcheggio progettato da Luigi Moretti negli spazi sotterranei di Villa Borghese con opere di Lichtenstein, Warhol, Jasper Johns, i minimalisti americani, i pionieri dell'anti-forma e con lavori di «innovatori privi di humour come Robert Barry e Joseph Kosuth, piacevolmente bilanciati da presenze intense e piene di spirito come quelle di Agnetti e Gilbert and George».
Allora l’esperimento piacque al critico americano Gregory Battock che ne parlò su «Domus» definendo quel garage un «luogo troppo orrendo perché si abbia a guardare alle opere» e ponendosi un interrogativo, allora rimasto irrisolto: «ma quanto sarebbe bello potervi girare all’interno con la macchina?» Oggi, mezzo secolo e una pandemia dopo, l’arte si può ammirare al sicuro, dentro il proprio veicolo, con il finestrino abbassato e la voglia di lasciarsi stupire. Basta solo aspettare l’inizio dell’estate.

Didascalie delle immagini
[Fig. 1] Enrico T De Paris, Moltitudini, 2020; [fig. 2] Ozmo, Nessus and Dejanira plus Koko the Clown, 120x150, 2018; [fig. 3] Antonio Riello, Domestic Gallows n 1, 1995; [fig. 4] Mimmo Paladino, Il fischio della locomotiva (Le città invisibili), 2014 [Si ringrazia Alessandra Santerini per le immagini] 

Informazioni utili 
«Art Drive-in Generali. Percorso sotterraneo d’arte contemporanea». Garage dell’Agenzia Generali Brescia Castello, via Pusterla, 45 – Brescia. Orari: da lunedí a domenica, dalle ore 14 alle 18. Ingresso libero. Dal 21 gennaio 2020.

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