mercoledì 30 settembre 2020

Venezia, un nuovo allestimento e una mostra di Umberto Moggioli per la riapertura di Ca’ Pesaro

Nella notte fra il 12 e il 13 novembre 2019 una marea eccezionale sommergeva Venezia, le calli e le case, le botteghe artigiane e gli spazi della cultura. L’«acqua granda» mostrava il volto fragile della città, travolgendo la vita dei suoi abitanti e sconvolgendo lo sguardo del mondo.
Tra i musei cittadini a pagare il prezzo più alto era Ca’ Pesaro. La conta dei danni era pesante: bookshop, guardaroba, bar, portineria e biglietteria erano totalmente distrutti; un guasto alla cabina elettrica aveva, poi, provocato un principio di incendio in una sala sotto lo scalone d’accesso.
Quando la riapertura sembrava vicina è arrivata la pandemia. Le calli vuote, le case serrate, i musei senza visitatori hanno di nuovo occupato le cronache globali, il virus ha interrotto la ripresa della città e anche i lavori di ripristino della Galleria internazionale d'arte moderna, resi possibili dai fondi messi a disposizione dalla Banca d’Italia.
C’è voluto così quasi un anno affinché il museo, il cui edificio di impianto barocco fu costruito per volontà della nobile famiglia Pesaro nella seconda metà del XVII secolo su progetto di Baldassare Longhena, potesse riaprire le sue porte ai visitatori.
Dopo mille traversie, dunque, dallo scorso venerdì 11 settembre è ritornata visibile la ricca collezione della galleria veneziana, che annovera al suo interno capolavori come «Il pensatore» di Auguste Rodin e la «Giuditta II (Salomé)» di Gustav Klimt, insieme a lavori di artisti quali Medardo Rosso, Giacomo Balla, Adolfo Wildt, Arturo Martini, Gino Rossi, Giorgio Morandi e Felice Casorati, ma non solo.
Ca’ Pesaro è, infatti, anche l’elegante scenario in cui vedere, a rotazione, la ricca collezione Sonnabend di New York, composta da centosei opere di arte pop, minimal, concettuale e povera, in deposito a lungo termine alla Fondazione dei Musei civici di Venezia. In questi giorni, in Sala quindici, sono per esempio visibili, in ricordo di Germano Celant, scomparso di recente a causa del Coronavirus, importanti capolavori di artisti da lui consacrati come Mario Merz, Pier Paolo Calzolari, Michelangelo Pistoletto,Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo e Jannis Kounellis.
Un’altra importante collezione conservata a Ca’ Pesaro è quella della Fondazione Chiara e Francesco Carraro con le sue ottantadue opere, visibili in Sala sei e sette, che offrono uno sguardo sul Novecento con esemplari unici dell’arte vetraria del veneziano Vittorio Zecchin, di Carlo Scarpa e di Archimede Seguso, opere dell’ebanista Carlo Bugatti e capolavori, tra gli altri, di Arturo Martini, Giorgio De Chirico, Antonio Donghi e Gino Severini.
Da luglio è arrivata a Ca’ Pesaro anche la collezione del bolzanino Paul Prast, ha donato trentaquattro opere di autori importantissimi per l’arte del ‘900, tra cui gli Schiele esposti in Sala tre e le grafiche di de Chirico in Sala dieci.
Ivan Novelli e l’archivio Novelli hanno, invece, lasciato in deposito a lungo termine il lavoro «Allunga il passo amico mio», visibile in questi giorni in Sala tredici.
La ripresa di Ca’ Pesaro è stata nel segno della continuità. Il museo ha voluto, infatti, riaprire con la mostra temporanea di Umberto Maggioli, per la curatela di Gabriella Belli ed Elisabetta Barisoni, che si sarebbe dovuta inaugurare pochi giorni dopo l’«acqua granda» dello scorso autunno.
L’esposizione, visitabile fino al prossimo 8 dicembre, allinea una ventina di opere solitamente non visibili al pubblico: dipinti a olio, disegni e acqueforti provenienti da collezioni sia pubbliche che private, in gran parte transitate nelle sale del museo veneziano negli anni delle cosiddette «Avanguardie capesarine», nelle mostre del 1912 e 1913 e in quelle postume del 1919 e 1925.
Umberto Moggioli, artista trentino che a Venezia e in Laguna trovò la vera fonte di ispirazione, nacque nel 1886 e morì nel 1919, vittima a soli 33 anni dell'influenza spagnola.
In questi pochi anni di vita è stato capace di segnare la storia del panorama figurativo veneziano dei primi due decenni del Novecento con i suoi dipinti densi di luce impressionista, testimonianza di quanta cultura internazionale filtrasse nei primi anni del secolo tra la città lagunare e le sue isole.
I suoi accordi cromatici rendono le vibrazioni atmosferiche del variare delle stagioni e delle ore del giorno e riescono anche a suscitare emozioni. La componente poetica è tradotta visivamente in grandi cieli solcati da nubi ricche di sfumature lilla o da cirri biancastri, sinuosi e filiformi.
Burano osservata dall'alto e dalla vicina Torcello, con le case colorate immerse nella luce del tramonto e gli orti lambiti dalla laguna densi di luce impressionista, sono i soggetti più frequenti nei lavori esposti.
La riapertura di Ca’ Pesaro segna anche una nuova vita per la statua bronzea del «Cardinale» di Giacomo Manzù, che per anni è stata collocata nell’androne, alla base dello scalone di ingresso al museo. L’opera, danneggiata dalla marea dello scorso novembre, è stata restaurata dall’impresa veneziana Co.New Tech, grazie al contributo di Targa Telematics, e ora si trova in Sala undici, accanto al suo bozzetto preparatorio.
Ma non è tutto. Il museo non vuole dimenticare questi ultimi mesi, che hanno segnato pesantemente la sua storia. «Nulla può essere come era prima, -raccontano, infatti, dalla galleria veneziana- l'arte non può fare finta di niente di fronte alle vicende del mondo e rinascere significa anche comprendere nella propria identità la storia che l'ha attraversata». Per questo motivo accanto al lavoro ormai storicizzato degli artisti sono state affiancate le immagini fotografiche dell'attualità, della cronaca di questi mesi, di quello che Venezia, l'Italia e il mondo intero hanno vissuto. Perché per scrivere bene il futuro, nel segno di una reale continuità, non bisogna dimenticare il passato, la storia dei luoghi e di chi li ha vissuti.

Didascalie delle immagini
[Figg.1, 3 e 4] Nuovo allestimento di Ca' Pesaro a Venezia. Foto di Roberto Serra; [fig. 2 e 5]  Nuovo allestimento di Ca' Pesaro a Venezia. Foto di Stefano Mazzola

Informazioni utili 
https://capesaro.visitmuve.it/

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