giovedì 1 ottobre 2020

Una mostra e un libro da collezionare per la Patagonia di Lorenzo Mattotti

Il suo segno immaginifico e penetrante è conosciuto in tutto al mondo grazie alla collaborazione con quotidiani e riviste come «The New Yorker», «Le Monde», «Das Magazin», «Suddeutsche Zeitung», «Nouvel Observateur» e «Vanity Fair», senza dimenticare gli italiani «Corriere della Sera» e «Repubblica». Lorenzo Mattotti (Brescia, 1954), uno dei più grandi illustratori italiani del nostro tempo, da più di vent’anni residente a Parigi, non è però solo un fuoriclasse del disegno. È anche un versatile fumettista, premiato nel 1993 con il Grand Prix di Bratislava per il suo «Eugenio», e, da poco, anche un regista di talento, consacrato dal successo del film di animazione «La famosa invasione degli orsi in Sicilia», tratto dall’omonimo romanzo di Dino Buzzati.
Al 2003 risale la sua avventura «alla fine del mondo», in quella terra mitica che è la Patagonia, dove si reca con l’amico Jorge Zentner, scrittore argentino, di stanza a Barcellona, che con Lorenzo Mattotti ha pubblicato per Einaudi «Il rumore della brina». 
Partendo da Buenos Aires in macchina i due scendono per un mese lentamente a sud per arrivare fino alla Terra del Fuoco.
Mentre si susseguono sotto i suoi occhi gli immensi e mutevoli paesaggi di questo luogo, che tanto ha suggestionato esploratori e viaggiatori, l'artista prende appunti visivi. Per catturare la vastità delle steppe e la maestosità delle montagne, quando ha la possibilità, Lorenzo Mattotti realizza degli schizzi veloci su un classico taccuino da viaggio moleskine utilizzando i propri pastelli, altrimenti si affida alla fotografia o al video per catturare le immagini che colpiscono il suo sguardo. 
Rientrato a Parigi attende sei mesi prima di rielaborare le proprie suggestioni e trasferirle in una serie di tavole. Trovato un taccuino di carta nepalese fatta a mano dalla forma allungata fa rivivere, utilizzando unicamente un pennello, della china, e il suo tratto inconfondibile, le sinuosità e le profondità della Patagonia. 
Per riuscire a restituire questi due aspetti concepisce i disegni sviluppandoli direttamente su doppie pagine, sfruttando al massimo la larghezza offerta del quaderno aperto, in modo anche da creare un effetto panoramico e di continuità.
A distanza di anni quel diario di viaggio diventa un libro da collezionare, pubblicato dalla casa editrice Lazy Dog Press, con ventiquattro tavole in bianco e nero e una selezione di disegni a colori, accompagnati dalle parole dello stesso illustratore, di Jorge Zentner e di Melania Gazzotti.
In occasione della pubblicazione, in uscita il prossimo 5 ottobre, il libro diventa anche una mostra nei suggestivi spazi di Mutty, realtà culturale pluridisciplinare di Castiglione delle Stiviere, a pochi chilometri dal lago di Garda, che è spazio espositivo, libreria indipendente e caffè ristorante.
Non è la prima volta che Lorenzo Mattotti, agli onori delle cronache in questi giorni anche per la realizzazione del manifesto per la cinquantaduesima edizione della Barcolana di Trieste (11 ottobre 2020), sente il bisogno di realizzare un diario illustrato di viaggio. Lo aveva già fatto nel 2014, raccogliendo una serie di disegni che documentavano la sua scoperta del Vietnam in un prezioso travel book, poi pubblicato da Louis Vuitton.
Sulla Patagonia l'artista non ha, però, voluto realizzare un vero e proprio reportage; ad interessarlo di questo luogo è stato un solo aspetto: la sua natura sconfinata e vergine e non i suoi abitanti e le loro storie che tanto avevano affascinato narratori come Bruce Chatwin e Luis Sepulveda.
Per Lorenzo Mattotti la Patagonia è prima di tutto un luogo della mente e a spiegarlo è lo stesso illustratore: «Laggiù mi sono confrontato con spazi, distese che mi hanno enormemente scosso: è lo spazio a perdita di vista, lo spazio infinito, ma dove l’armonia delle forme apre spazi, dà profondità… Ho cercato di ricostruire questo, di ricostruirlo a memoria. Con l’aiuto del pennello ho cercato di ritrovare l’armonia dello sguardo che avevo sentito mentre viaggiavo. Era una specie di musica. Sei mesi dopo ho trovato un album di carta orientale, e ho iniziato a disegnare una sorta di spartito paesaggistico. Ho cercato di ritrovare questa musica delle forme, ho cercato la mia Patagonia dalla Patagonia che avevo attraversato».
Lorenzo Mattotti rinuncia al colore. Sintetizza le forme, ponendo attenzione alle linee. Rende ciò che vede quasi astratto con l’intento di restituirci prima che un'immagine una sensazione, quella che prova ogni uomo quando si trova in una terra estrema, in una terra alla fine del mondo. Distese sconfinate, spazi e cieli a perdita di vista, vento, vuoto totale, «montagne che paiono a portata di mano e che invece non raggiungi mai» vengono raccontate con un personalissimo alfabeto grafico, che mette al centro l’immensità della natura madre e matrigna.

Informazioni utili
Lorenzo Mattotti. Patagonia. Mutty, viale Maifreni, 54 - Castiglione delle Stiviere (Mantova). Orari: ore 11.00-20.00, chiuso martedì e domenica.Ingresso libero. Inaugurazione: domenica 4 ottobre,  ore 18 | per partecipare all'inaugurazione, a causa numero limitato di posti previsti per le normative anti-Covid 19, è necessario prenotarsi scrivendo una mail a info@mutty.it. Dal 5 ottobre al 28 novembre 2020. 

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